Se il tempo fosse un boomerang...che tempo sarebbe?

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Testo

Marra Luca

SE IL TEMPO FOSSE UN BOOMERNG…
…CHE TEMPO SAREBBE?!

Orologi, calendari, libri di storia: tutto ci racconta del trascorrere del tempo. Uno dei misteri più affascinanti e misteriosi dell’universo. Fino all’inizio del secolo si pensava che il tempo scorresse ovunque in modo lineare. Ora sappiamo che il tempo può accelerare, o rallentare e, forse, persino invertire il suo cammino. I numeri sono la maniera più ovvia e comune a tutti gli essere umani per scandire questo mistero, non importa la cultura, così come non importa la lingua; i numeri: Italiani o Giapponesi sono per tutti un’unità di misura temporale.
Ma quando ha preso vita il tempo? Forse non è mai esistito o forse era già presente quando la terra era ancora una palla infuocata e la vita un’ipotesi pazza. La verità? Ogni individuo percepisce un determinato spazio temporale in modo assolutamente individuale, un’ora estremamente noiosa passata in ufficio appare come un’intera giornata, è invece il contrario per un’ora del sabato sera passata in compagnia degli amici. Il tempo percepito da noi scorre sempre da passato a futuro passando per il presente, ma quale tempo, noi percepiamo davvero se il presente si trasforma immediatamente in passato? Lo scrittore Giacomo Leopardi nella poesia il “Il sabato del villaggio” crea una similitudine tra sabato (giorno lavorativo) e domenica (dì di festa) comparati a giovinezza e vecchiaia: il sabato corrisponde alla giovinezza, felicità perché raccoglie l’entusiasmo della domenica, giorno festivo corrispondente all’età anziana; con il passare del tempo, l’entusiasmo per il futuro svanisce perché si trasforma in presente ed immediatamente passato. Questo spiega l’importanza che il tempo svolge riguardo la nostra felicità che è poi lo scopo vitale dell’uomo.
Oggi, era moderna, le affermazioni del poeta potrebbero essere messe in dubbio, alcuni scienziati ritengono che se l’uomo riuscisse a superare la velocità della luce tornerebbe indietro nel tempo, uno scenario già visto ma, per ora, solo nelle sale cinematografiche; nel film “ritorno al futuro” si vedono i protagonisti viaggiare avanti e indietro nel futuro, fino ad incontrare se stessi più giovani.
Purtroppo o per fortuna oggi, fatta eccezione per qualche relativamente breve volo aereo, effettuato per raggiungere la località tanto sognata durante le ore in ufficio, quando agosto sembrava non arrivare mai: l’uomo è obbligato a restare con i piedi per terra. Non esiste nessun numero di cavalli della propria utilitaria che ci faccia provare il brivido della velocità della luce. La conclusione è che per ognuno di noi il tempo incomincia con la propria nascita e si conclude con la propria morte, il futuro ci è sconosciuto ed il presente non è altro che una serie di racconti ai quali noi non sappiamo assegnare valore temporale.
Quando ci fermiamo del tutto, e viene la morte, torniamo in un’altra eternità, che forse è quella stessa da cui eravamo partiti, o forse è il nulla.

Destinazione editoriale: rivista “Explorer”

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