Riassunto del cap 13 de I Promessi sposi

Materie:Riassunto
Categoria:Italiano

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Data:03.01.2007
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Testo

Riassunto del tredicesimo capitolo dei promessi sposi.
Il dodicesimo capitolo si era concluso con la decisione della folla di dirigersi verso la casa del vicario. Nel tredicesimo capitolo l'autore continua la narrazione della rivolta dei milanesi descrivendo in modo preciso e dettagliato, quasi con verismo storico, ogni singolo avvenimento, tanto che il tempo della storia coincide con quello del racconto.
Mentre la folla sopraggiungeva nella piazza davanti alla casa del vicario, egli ordinò ai servi di bloccare la porta e chiudere tutte le finestre e si ritirò in soffitta. Anche Renzo, preso dalla sua tipica curiosità, aveva seguito i rivoltosi e si era mischiato tra la folla davanti alla casa del vicario. Alcuni tentano di scardinare la porta e di aprire brecce nel muro con gli strumenti a loro disposizione, altri gridano di voler uccidere il vicario, in particolare un vecchio inizia ad agitare una corda, un martello e quattro chiodi, segno del suo desiderio di vederlo morto e viene applaudito da molta gente. Renzo rimane inorridito da questo fatto, si schiera tra coloro che si oppongono ad una giustizia sommaria, e invita la folla ad avere un atteggiamento più pacifico dicendo: "se assassiniamo l'uomo, Dio non ci manderà pane ma fulmini!", ma ancora una volta viene scambiato per colui che non è, in questo caso per un traditore e per un servitore del vicario. Renzo rischia il linciaggio, ma fortunatamente tutti vengono distratti dall'arrivo di Ferrer, il quale viene accolto a gran voce per il suo vecchio provvedimento di abbassare il prezzo del pane che era tanto piaciuto al popolo ignorante e ignaro delle conseguenze che avrebbe avuto. Ferrer riesce a passare con la sua carrozza tra la folla ingannandola con le sue parole, promettendo cose non vere come l'abbondanza del pane o l’arresto del vicario, e molte persone, tra cui Renzo, rimangono colpite e lo aiutano a passare creando una corsia tra la gente fino alla porta del palazzo. Ferrer esprime anche i suoi veri pensieri sottovoce e in spagnolo, dopo le menzogne gridate in italiano alla folla. Una volta raggiunto il palazzo fa salire il vicario sulla carrozza e si dirige verso il castello. Scampato il pericolo Ferrer comincia a temere per le reazioni dei suoi superiori, mentre il vicario, ancora molto spaventato, annuncia di volersi ritirare in un grotta.

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