Relazione Libro "Arrivederci Ragazzi"

Materie:Scheda libro
Categoria:Italiano

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Data:14.03.2006
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Testo

Relazione di un libro di narrativa

Titolo:
Arrivederci ragazzi

Editore:
Archimede

Autore:
Il libro è stato scritto da Luis Malle; egli è nato in Francia nel 1932, e dopo aver lavorato per diversi anni in Europa e America, producendo molti film di successo, ha girato, nel 1987, “Arrivederci ragazzi”, in cui narra i ricordi della propria infanzia: da esso è poi stato tratto il libro.

Periodo storico in cui si sono svolti i fatti:
I fatti si svolgono durante la seconda guerra mondiale, e più precisamente nel gennaio del 1944, il periodo più freddo e duro.

Ambiente geografico:
Gli avvenimenti, si svolgono soprattutto in un collegio di frati vicino a Parigi, nella Francia occupata dai nazisti, del quale è ospite Julien il protagonista del racconto; nel testo però sono presenti anche le descrizioni di alcuni locali della città in cui vengono trascorse alcune serate, e dei boschi attorno al collegio.

Contenuto dell’opera in sintesi:
Nel gennaio del 1944, durante il secondo conflitto mondiale, un ragazzo di nome Julien, è ospite di un collegio religioso vicino a Parigi, nella Francia occupata dai nazisti; qui, assieme ad altri ragazzi, trascorre la sua giovinezza tra giochi, litigi e studi.
I genitori avevano deciso di mandarlo dai frati assieme al fratello François per proteggerli dalla guerra e dagli scontri che animavano la zona.
La vita al collegio è dura, non c’è l’acqua calda, né il riscaldamento, ed i ragazzi trascorrono molte delle loro ore giornaliere tra scuola, compiti e religione, anche se il tempo per divertirsi non manca mai.
Un giorno, arriva al collegio un nuovo studente di nome Jean Bonnet, che dice di essere originario di Marsiglia, anche se di lui nessuno sa niente: il neo arrivato, a causa dei comportamenti particolari, richiama l’attenzione degli altri giovani, che non perdono tempo a deriderlo, prenderlo in giro e fargli degli scherzi.
Jean però, si dimostra sempre gentile e tranquillo con tutti, nonostante il modo con cui viene trattato; anche Julien inizialmente non sopporta il nuovo arrivato, e si comporta da duro con lui; si insospettisce però ed inizia ad indagare sul suo passato,ed un giorno, trova una vecchia foto nell’armadietto di Jean ed un libro a lui regalato su cui è scritto il nome del destinatario… legge quelle frasi, e scopre che il suo cognome, Kippelstein, era tutt’altro che francese, bensì ebraico.
Il giovane, che continuava a mentire sulle sue origini, si era rifugiato dai frati per evitare le persecuzioni razziali fatte dai nazisti tedeschi e dai loro collaboratori.
La scoperta inizialmente turba Julien e modifica il suo comportamento nei confronti del neo arrivato.
Ogni volta che parlava con lui cercava di strappargli di bocca qualche pezzo di verità, ed ogni volta faceva dei commenti sugli ebrei per vedere se il ragazzo si decideva a confessargli il suo segreto e svelare la realtà che invece celava ai compagni.
Jean Kippelstein, reagiva spesso in malo modo alle provocazioni di Julien, e col passare del tempo, seccato dalla sua insistenza, gli disse la verità e lo invitò a non far parola con gli amici.
I due giovani erano legati dalla passione per la musica, ma soprattutto per i romanzi, che spesso leggevano anche insieme, e col passare dei giorni diventarono amici inseparabili, isolandosi anche dal resto del gruppo: ognuno poteva comportarsi sinceramente con l’altro, senza dover nascondere la propria identità né il proprio vero carattere e le sue debolezze.
I due studenti stavano sempre assieme, anche durante i bombardamenti che imperversavano nella zona.
Passano le settimane, e il loro legame è sempre più forte, consapevoli anche però che un giorno la loro origine diversa li avrebbe divisi per sempre; e quel giorno arrivò… dei soldati della gestapo fecero irruzione nel collegio religioso, intenti a scoprire chi sia l’ebreo che studiava dai frati che gli era stato segnalato ed a portarlo via.
Dopo alcune perquisizioni, Jean viene arrestato e portato ad Auschwitz, dove morì un anno dopo; la stessa sorte toccò anche ad altri due suoi compagni, ed a padre Jean, il frate del collegio che morì al campo di concentramento di Mauthausen.
A Julien rimase negli occhi l’ultimo saluto dell’amico che la guerra gli aveva strappato: lo aveva cercato tra i tanti studenti, per l’ultimo fugace incrocio dei loro sguardi.

Analisi dei personaggi:
Il protagonista del racconto è Julien, un ragazzo francese figlio di una famiglia borghese che insieme al fratello maggiore François alloggia e studia in un collegio religioso: sono stati genitori a decidere di mandarli dai frati per proteggerli dalla guerra.
Il distacco dalla madre alla stazione per lui è stato molto doloro, e sarebbe voluto rimanere con lei.
Al collegio, per rimanere con i più grandi, si comporta da tale, e nasconde il suo vero carattere, che potrà invece venire fuori solo quando incontrerà e prenderà fiducia con Jean.
Ama moltissimo i racconti e durante il soggiorno dai frati spesso legge quelli che si era portato da casa, e molte volte lo fa assieme al suo amico ebreo; il giovane è però anche curioso, infatti per scoprire la verità sul nuovo arrivato in collegio cerca nel suo armadietto e legge le sue cose senza permesso.
Suo fratello maggiore, si chiama François, e lo considera uno “stronzetto”, è un grande ammiratore della prof. di musica, e cerca sempre di starle vicino e parlarle: per questo Julien lo considera uno stupido.
Jean Kippelstein è un ragazzo ebreo che si presenta al collegio di frati sotto falso nome per non essere riconosciuto e per evitare le persecuzioni razziali: dice di chiamarsi Jean Bonnet, e di essere originario di Marsiglia.
Il ragazzo è nella stessa classe di Julien, ed ama molto la musica ed in particolare il pianoforte, è inoltre appassionato di romanzi e spesso, proprio con l’amico ne legge alcuni insieme.
Ha un carattere particolare, che subito attira gli studenti più grandi per prenderlo in giro e fargli degli scherzi; è molto tranquillo e pronto a porgere l’altra guancia a tutti, anche se a volte reagiva in una brutta maniera alle provocazioni di Julien; alla fine del racconto, i nazisti tedeschi scoprono che alloggia nel collegio, e fanno irruzione per portarlo via, Jean muore un anno dopo ad Auschwitz.
Padre Jean è il frate più importante del collegio: è gentile ed educato coi ragazzi, e li accudisce affettuosamente fino al giorno della sua deportazione al campo di concentramento di Mauthausen.

Tematica:
Il tema predominante del racconto è indubbiamente l’amicizia tra Jean e Julien, nata nel periodo molto difficile della seconda guerra mondiale; i due giovani si sono legati nonostante le origini diverse, e sono rimasti sempre insieme fino all’irruzione della gestapo nel collegio che li ha divisi per sempre.

Visione del mondo dell’autore:
L’autore è convinto che tra due ragazzi di origini diverse, possa sbocciare una bellissima e profonda amicizia nonostante il difficile periodo storico in cui vivono.

Sintesi di un episodio particolarmente significativo:
L’episodio del libro che più mi è piaciuto e rimasto in mente, è la parte finale della storia in cui Jean viene portato via dalla gestapo.
In quella scena, gli studenti vengono messi in fila nel cortile, mentre il comandante delle guardie tedesche cerca di scoprire se nel collegio ci sono altri ebrei: i giovani sono terrorizzati e molti non riescono nemmeno a rispondere dalla paura.
Jean Kippelstein viene portato via e con lo sguardo cerca l’amico Julien tra i tanti compagni, per l’ultima fugace occhiata della loro vita: uno sguardo pieno d’affetto e di amicizia, che secondo me è uno dei momenti più belli del racconto.
Anche padre Jean viene deportato, e saluta con affetto i ragazzi del collegio per l’ultima volta.

Commento e riflessioni personali:
Questo libro, è una delle tante opere che ci fa capire come la guerra lasci dietro di sé solo morte e dispiaceri, ma soprattutto come il mondo adulto sia ipocrita ed ambiguo, e l’orrore delle persecuzioni razziali che come in questo caso, uccidono oltre alle persone anche amicizie e legami profondi.
A me il libro è piaciuto, poiché mi ha saputo coinvolgere nelle vicende e soprattutto perché è una storia vera, con riferimenti ad avvenimenti accaduti realmente, non fantascienza irrealizzabile.

Esempio



  


  1. Al

    La relazione del film Arivederci Ragazi