Produzione scritta sul problema della deforestazione

Materie:Tema
Categoria:Italiano

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Testo

L’immagine che ho scelto rappresenta un ambiente al quale l’intervento dell’uomo ha apportato notevoli cambiamenti tramite la deforestazione.Ho scelto questa immagine perché ritraendo la desolazione di due indigeni che camminano sui resti bruciati di una foresta che una volta,verde e rigogliosa,era il loro ambiente mi ha trasmesso tristezza,perché rischiamo,in futuro,di non avere più foreste e rabbia, perché nessuna istituzione fa nulla per fermare questa ondata di distruzione.Infatti a causa dell’azione distruttiva dell’uomo le foreste stanno sparendo ad una velocità impressionante. Ciò oltre a causare l’estinzione di migliaia di piante ed insetti comporta modificazioni del clima,
dell’atmosfera e uno squilibrio ecologico di portata catastrofica.Le cause della deforestazione sono molteplici e variano da zona a zona.Ma la più significativa è senza ombra di dubbio l’abbattimento degli alberi per far spazio ai campi da coltivare o agli allevamenti di bestiame e ottenere legni adatti a pavimentazioni di pregio o ad imbarcazioni da diporto.L’esportazione del legname pregiato, ottenuto tramite il disboscamento d’intere foreste,porta grandi guadagni alle nazioni esportatrici;ed è per questo che bisogna rendersi conto che la scelta della deforestazione è spesso dettata dalla necessità di sostenere l’economia di paesi che ancor oggi non hanno alternative.Io penso che un maggiore aiuto da parte delle altre nazioni potrebbe arrestare la decimazione delle foreste,tutelare patrimoni utili a tutta l’umanità come l’Amazzonia e non privare la terra del suo polmone verde.

Produzione scritta:Lettera sulla deforestazione
Caro amico,tu saprai di certo che le foreste sono indispensabili alla vita della Terra perché originano fiumi,conservano la varietà ecologica d'animali e vegetali,producono ossigeno,eliminano l'anidride carbonica e costituiscono un insostituibile patrimonio economico.Ma a causa dell'azione distruttiva dell'uomo,ogni minuto scompaiono 40 ettari di foreste;al ritmo attuale,tra 80 anni le foreste tropicali saranno solo un ricordo e questo causerà modificazioni del clima,dell'atmosfera e uno squilibrio ecologico di portata catastrofica.Le cause della deforestazione sono molteplici e variano da zona a zona.Oggi la superficie forestale mondiale si estende per circa 4,2 miliardi d'ettari.Ogni anno scompaiono 200.000 kmq di foresta,un territorio paragonabile alla Gran Bretagna.Il disboscamento più massiccio è stato subito dalle foreste tropicali che,nel 1950,occupavano il 30% delle terre emerse,mentre oggi sono state ridotte al 7%.Anche nell'emisfero settentrionale le foreste sono in diminuzione,soprattutto a causa dell'inquinamento e del massiccio disboscamento avvenuto in Siberia.Queste foreste dagli alberi immensi e centenari sorgono su terreni che si sono rivelati poverissimi passando all’uso agricolo.Ciononostante il loro disboscamento procede con ritmi sempre più rapidi,rendendoli tra gli ambienti più minacciati del globo.Inoltre il taglio indiscriminato della vegetazione comporta numerosi effetti negativi negli equilibri della biosfera.In primo luogo,si riscontra riduzione della fertilità del suolo e l’incremento dei processi di erosione. L'acqua piovana che dilava il suolo, erodendolo, trascina il relativo materiale in direzione dei corsi d'acqua; la sedimentazione e l’accumulo dei detriti ha effetti negativi sugli ecosistemi acquatici.Dove il clima è più secco, la deforestazione può innescare il processo di desertificazione.Le piante tendono a mantenere stabile la concentrazione in anidride carbonica nell’atmosfera; l’aumento incontrollato del consumo di combustibili fossili, sommato alla ridotta capacità della fascia verde di rimuovere questi elementi, sta portando all’aumento della concentrazione atmosferica di CO2.Tale incremento potrebbe portare al progressivo aumento della temperatura del pianeta (effetto serra e riscaldamento globale).Se l’ecosistema forestale viene sostituito da colture, il ciclo della materia dell’ecosistema viene alterato. Il prelievo dei raccolti rappresenta un’asportazione dei nutrienti senza che la materia possa tornare a circolare, come avviene nell’ecosistema.Molto importante è rendersi conto che il suolo della foresta tropicale, attualmente soggetta a intenso disboscamento, è, per le sue caratteristiche chimico-fisiche, fisiologicamente poco fertile.Lo sfruttamento agricolo conseguente alla deforestazione e i sistemi di coltivazione adottati risultano perciò particolarmente dannosi perché poco adatti a quel clima e a quelle condizioni ambientali, e conducono rapidamente il suolo alla sterilità.Brasile,Indonesia,Repubblica Democratica del Congo,Myanmar,Colombia,India, Malaysia,Messico,Nigeria e Thailandia stanno attualmente operando il 76% della deforestazione mondiale.In particolare,dal 1950 il tasso di ricambio delle foreste pluviali,ossia il ritmo con cui muoiono e crescono gli alberi,è costantemente aumentato;ciò indica che le foreste osservate stanno diventando più giovani mentre d’altra parte si affermano alberi e rampicanti a crescita veloce e dalla vita breve,ovvero i tipi di piante che prosperano in habitat ricchi di anidride carbonica e sottoposti a eventi atmosferici estremi.Le foreste pluviali,inoltre,sono tra i biomi più ricchi per numero di specie e quindi per varietà biologica (ospitano almeno la metà delle specie terrestri esistenti per un totale di 5 milioni,benché ricoprano solo il 6% delle terre emerse).Alla distruzione di questi ambienti vergini si accompagna l’estinzione di numerose piante e animali, a un ritmo che è aumentato vertiginosamente negli ultimi decenni. L’esistenza di piante e animali, invece, è preziosa per motivi non soltanto estetici e morali, ma anche economici e scientifici,cioè per il loro contributo all’agricoltura,all’industria,alla medicina,alla biologia e alla conoscenza in generale.La salvaguardia delle specie selvatiche fa oggi parte dei programmi di quasi tutti i governi: circa il 4 % delle terre emerse sono protette e ben pochi paesi sono privi di parchi naturali.Tuttavia l’aumento della popolazione costituisce una grave minaccia per la politica di conservazione perseguita da molti paesi in via di sviluppo:in Kenia il 6% del territorio è tutelato,con vantaggio anche economico per via del turismo,ma i parchi sono minacciati dalla crescita degli abitanti,che invadono i terreni protetti per coltivarli;anche il turismo contribuisce a distruggere il territorio.Lo stesso accade in Uganda,Etiopia e Zimbabwe.Anche in altri paesi con una popolazione contadina in espansione(Brasile,Colombia,Perù,Costa d’Avorio, Madagascar,Indonesia,Filippine e Thailandia)le terre vergini vengono distrutte dagli agricoltori.Ancora più dannoso delle coltivazioni è l’allevamento,soprattutto ovino e caprino, che trasforma i boschi in veri e propri deserti.A Rio de Janeiro, nel 1992,attraverso la Conferenza delle Nazioni Unite per l'Ambiente e lo Sviluppo (UNCED)si è cercato di rendere attuabile e controllabile il concetto di gestione forestale sostenibile (GFS). Si è cercato cioè di promuovere un equilibrio, sia a livello locale che globale, tra le funzioni economico-produttive, ecologico-ambientali e socio-culturali degli ecosistemi forestali, in maniera che questi continuino a fornire i loro benefici. Tale gestione forestale ecocompatibile ha portato alla formazione di organizzazioni quali il Forest Stewardship Council, che inizialmente si è interessato alla salvaguardia delle foreste tropicali ma che ha visto una rapida diffusione in Nord-America ed Europa.Quindi le cause principali della deforestazione sono le attività commerciali di sfruttamento del legname e di allevamento degli animali da pascolo,l’agricoltura su piccola scala,la coltivazione, basata sulla tecnica dell’abbattimento e dell’incendio.Ad esempio gli incendi appiccati nell’Amazzonia per ripulire il terreno dagli alberi morti e dagli arbusti hanno determinato un inquinamento a livello planetario.Questi incendi brasiliani hanno generato anidride carbonica per un totale di 500 milioni di tonnellate di carbonio,44 milioni di tonnellate di monossido di carbonio,più di 6 milioni di tonnellate di particelle sospese e 1 milione di tonnellate tra ossidi d’azoto e altri inquinanti. Molto di quel materiale ha raggiunto gli strati superiori dell’atmosfera e si è trasferito verso est attraverso l’Atlantico.Oltre all’incendio il terreno deve sopportare anche l’agricoltura, basta sulla tecnica della monocoltura,che determinerà la sterilità di quel terreno.L’agricoltura distrugge molti componenti di una catena alimentare quando si coltivano prodotti che debbono soddisfare le esigenze umane.Per fornire gli alimenti necessari alla popolazione umana,si coltivano grandi appezzamenti di terreno,i quali,per utilizzare in modo efficiente le macchine agricole, vengono adibiti ad una stesso prodotto (monocultura).Un solo campo di grano può misurare 16 ettari;esso contiene 76000 piante e produce 7258m3 di grano.In una normale rete alimentare queste piante di grano fornirebbero energia ad un grande numero di consumatori:uccelli,insetti ed animali che si nutrono di uccelli e di insetti.Uccelli ed insetti che si nutrono di grano e competono con gli esseri umani per nutrirsene, vengono eliminati assieme alle piante che competono con il grano per luce,acqua e sostanze nutritive.Un così gran numero di piante di grano fa aumentare il rischio di diffusione di malattie come la parassitosi.Se l’agricoltore coltiva grano con criteri di economicità,per fornire cibo alla popolazione umana,deve controllare la rete alimentare ed eliminare animali nocivi e malattie.Spesso questo controllo implica l’irrorazione,su larga scala,delle colture,con sostanze di sintesi che possono avere effetti collaterali imprevedibili.Gli esseri umani soffrono di malattie causate da parassiti,come la malaria e la malattia del sonno.Poiché queste malattie possono causare molti morti e perdita di ore lavorative,si è cercato di eliminare gli insetti che le causano.Un sistema per controllare gli insetti dannosi è quello di usare delle sostanze velenose per eliminarli.Queste sostanze sono chiamate insetticidi,erbicidi e fungicidi.Tutte possono essere incluse nel termine biocdi.Gli Stati Uniti,producono più di 636 milioni di Kg di biocidi all’anno.In Europa,ove la cultura della gestione forestale possiede una lunga tradizione, la superficie forestale è in espansione.Le norme per la conservazione del patrimonio forestale e i "piani economici"previsti dalla legge nazionale(R.D. n° 3267 del 1923)per la gestione dei boschi pubblici, sono stati stabiliti con lo scopo di valorizzare le funzioni di produzione e protezione idrogeologica del territorio.Il concetto di sostenibilità è presente nella più recente legislazione nazionale e negli impegni intergovernativi sottoscritti dal nostro Paese;in ambito montano,le produzioni del bosco diverse dalla produzione legnosa sono diventate prioritarie, l'industria di trasformazione si è rivolta anche al legname prodotto in impianti specializzati, che determinano una minor pressione sui popolamenti forestali offrendo materiale legnoso più omogeneo di quello di origine naturale.Infatti da uno studio della Coldiretti effettuato sul territorio italiano tra il 1990 e il 2000 emerge che le superfici a bosco rivestono il 34% della superficie nazionale, contro una percentuale media,a livello mondiale, pari al 29%.Mentre nel pianeta,nell'ultimo decennio,sono andati perduti 9 milioni di ettari di foreste ogni anno,in Italia le superfici boschive sono aumentate del 30%.Bisogna però tener conto che le nazioni appartenenti alla comunità europea sono comunque nazioni ricche e per esse i le foreste non rappresentano l’unica prospettiva di guadagno ma una delle tante.Quindi per far cessare la deforestazione le nazioni più ricche dovrebbero aiutare economicamente le nazioni,con grandi patrimoni forestali,in modo di consentirgli di convertire la loro economia verso qualcosa di meno dannoso per il pianeta.

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