Parodia di don Abbondio

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Testo

Stefano Ansaloni 2a B

Parodia di un personaggio de “I
promessi sposi”

Per una stretta stradicciola ciottolata, tornava bel bello don Abbondio, curato (per così dire) d’una terra sperduta non lontana dalle sponde del lago di Como. Aveva il passo stanco e malfermo; e ondeggiava per tutta la larghezza della carreggiata come un ubriaco quando, uscendo dalla taverna, si deve avviare verso la propria abitazione.
Di tanto in tanto, il curato, si appoggiava sul basso muricciolo al lato del viottolo per riprendere fiato e controllare quanta strada mancasse alla sua abitazione. Finalmente! Aveva quasi raggiunto la biforcazione e da quel punto in poi sarebbe stata tutta una lunga discesa. Purtroppo però la fine di quella interminabile salita era ancora lontana e don Abbondio, come al solito, iniziava a domandarsi le motivazioni che, tutti i pomeriggi, gli imponevano di effettuare quella terribile passeggiata. Tutto tempo sprecato: ormai era giunto sulla cima della strada, dove era solito fermarsi per godersi il panorama della vallata.
Quel giorno, oltre alla vallata, vide anche una cosa che non s’aspettava: circa una sessantina di passi innanzi a lui, vi eran due uomini al centro della strada, uno dirimpetto all’altro, che per l’abito e il portamento si davano a conoscere per individui della specie dei “bravi”.
Giuntogli appresso e constatato ch’essi non accennavano a spostarsi dalla strada, il curato disse non finì la frase che il bravo lo zittì e incominciò a dire
rispose prontamente il curato. Allora il bravo, dopo essersi avvicinato, gli disse sottovoce all’orecchio
ribatté placidamente il curato; il secondo bravo s’intromise
A queste parole don Abbondio non riuscì più a contenersi detto questo iniziò ad avanzare, ma i due bravi gli sbarrarono la strada e il primo disse concluse il secondo bravo.
e detto ciò don Abbondio gli sferrò due portentosi pugni, facendoli cadere ai lati del viottolo. Poi, alzandosi la lunga tonaca e mostrando due enormi polpacci tondeggianti, si avviò di corsa giù per la stradina ciottolata e si fermò solo davanti alla porta della sua casa. Prima di entrare recitò un salmo tratto dal suo breviario per chiedere scusa del cattivo gesto, quindi entrò.

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