parlano del medio oriente

Materie:Tema
Categoria:Italiano
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Data:13.06.2005
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Testo

TEMA
Parlano della situazione in Medio Oriente:
a) soldato riservista israeliano;
b) donna palestinese la cui casa è stata abbattuta dai bulldozer e dai carri armati israeliani;
c) studente italiano che segue le informazioni fornite dalla televisione .

a) Oggi con una lettera sono stato convocato al comando militare; credo che si tratti del mio richiamo in servizio nell’esercito israeliano. Speravo che ciò non sarebbe accaduto, tuttavia a trentacinque anni, con la responsabilità di una famiglia, voglio assicurare un futuro più tranquillo ai miei figli. Anche molti altri riservisti, come me, sono stati richiamati.
E’ dall’inizio della storia dello stato di Israele che il conflitto continua. Fino ad oggi ha provocato innumerevoli morti.
Ricordo perfettamente l’intifada e quel mio vicino di casa ucciso. Io ero lì, lo raccolsi da terra, era accasciato su di un marciapiede, coperto di sangue, una pallottola lo aveva colpito al collo. Era ancora vivo quando cercai di portarlo in salvo, ma si spense in braccio a me.
Tuttora, il suo ricordo mi affligge e passo certe notti insonni.
Anche mio fratello Isaac è morto, coinvolto in un attentato terroristico causato da uno di quei kamikaze palestinesi. Credo che un accordo tra i nostri due popoli sia ancora lontano.

b) Ed ecco passata un’altra giornata di terrore. Si può ancora sentire in lontananza lo scoppio delle bombe. Che futuro mai avranno i miei bambini?
Non so ancora per quanto potremo farcela, i soldati israeliani demolito la nostra umile abitazione ed è difficile vivere in dieci nella casa di mio fratello. La scusa che mi hanno dato quando si sono presentati con le ruspe era che la nostra casa era abusiva.
Il mio povero marito fa quello che può, anch’io lavoro al mercato ma chi bada ai miei figli? Non ho idea di quanto riusciremo ad andare avanti. Ho paura, ho veramente paura. Certi giorni non c’è neanche il cibo per tutti! L’altro giorno, tornando dal centro di Ramallah, ho incrociato una truppa di soldati israeliani; per fortuna sono riuscita a nascondermi tra le macerie di una casa crollata, altrimenti non so cosa avrebbero potuto farmi.
E pensare che è tutta colpa del governo israeliano!

c) I telegiornali non parlano d’altro, le prime pagine dei quotidiani annunciano solo questo argomento: la guerra in Palestina.
Io, come giovane, considero la guerra un gesto inutile e distruttivo. Nel conflitto oggi più trattato dai media ci sono ogni giorno scontri, morti, che servono solo ad accendere sempre più gli odi tra le fazioni.
Anche il mondo era diviso, fino a poco tempo fa, in filoisraeliani e filopalestinesi. Però in questo ultimo periodo stiamo assistendo ad un avvicinamento delle parti, che reclamano entrambe la pace. Infatti la conclusione di questa guerra porterebbe ad un enorme passo avanti nella convivenza tra le due civiltà, l’occidentale e l’orientale, che da sempre le tensioni tra Palestina e Israele mettono in crisi. Considero un fatto positivo la recente mediazione da parte dei paesi arabi, ciò significa che si è deciso di avviare un dialogo più aperto e risolutivo.
Vedere in televisione l’immagine di un ragazzo che cammina per le strade delle città in cui fino a due giorni fa si combatteva, ai cui lati ci sono auto esplose, palazzi ancora fumanti dall’incendio provocato dall’ultimo bombardamento, qualche truppa di soldati che vigila sempre pronta allo scontro, aiuta a capire che solo l’arrivo della pace può garantirgli un futuro. Così probabilmente, dopo cinquant’anni di odio reciproco, le nuove generazioni, sia di palestinesi che di israeliani, potranno vivere in armonia.

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