movimento romantico

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Romanticismo: definizioni e interpretazioni
Il termine "romanticismo" venne applicato per primo da Friederich von Schlegel (1178) alla letteratura da lui considerata "moderna" e contrapposta a quella "classica".
Il termine, utilizzato in modo sempre più ampio ed esteso, venne applicato, già nell'Ottocento, dapprima ad una nuova tendenza della sensibilità basata sull'immaginazione e in seguito a un orientamento più diffuso del pensiero filosofico, parlando, via via, non solamente più di arte romantica, ma anche di scienza o filosofia romantiche.
Gli atteggiamenti interpretativi degli studiosi riguardo al termine romantico sono stati molto vari e ciò crea problemi a chi voglia definire con maggior precisione questo termine.
Il Wellek restringe il Romanticismo solamente a quei movimenti letterari europei che nella prima metà dell'Ottocento si rifecero a questo nome.
Il Praz collega il romanticismo ad un cambiamento della sensibilità avvenuto nel Settecento e vivo ancora oggi.
Filosofi come Schlegel e Nietzsche considerano il romanticismo come uno dei due cardini sul quale ruota continuamente la spiritualità dell'uomo, distinguendo il primo fra classico e romantico, il secondo tra apollineo e dionisiaco.
Le opinioni divergono non solo sul termine ma anche sulla omogeneità europea del fenomeno sostenendo una sostanziale omogeneità come Wellek o sulla diversità delle sue manifestazioni nazionali come il Lovejoy.
Ancor oggi nel linguaggio comune le differenze sono molteplici, infatti mentre in tedesco romantisch evoca immagini letterarie di paesaggi e di ricordi medievali, in inglese romantic si collega con il sentimento e l'amore.
Nel considerare il termine solo per indicare alcuni precisi fenomeni letterari bisogna in ogni caso tener presente che essi si svilupparono in date differenti (tra il 1800 e il 1830) nei diversi paesi europei. Il romanticismo nacque infatti dapprima in Germania, poi in Italia e in Inghilterra e infine in Francia.
I tratti comuni dei diversi movimenti romantici sono stati comunque molti: l'ideale della libertà creativa e della spontaneità; la concezione di una letteratura e di una poesia come espressione del sentimento; una polemica vivace contro i generi, le regole; una esaltazione della fantasia; uno spiccato interesse per il mito e i simboli; l'esplorazione del sogno e di altre manifestazioni dell'inconscio; la tendenza ad abolire le distinzioni tra poesia e prosa.
Il vocabolo "Romanticismo" deriva dal francese "roman" designante un racconto di avventure, in prosa o in versi. Nella seconda metà del '700, in Inghilterra, l'aggettivo "romantic" ebbe una connotazione negativa e fu adoperato per indicare cose fantastiche ed irreali evocanti motivi ed ambienti medievali.
Rousseau usò l'aggettivo "romantique" privato di ogni intendimento negativo, per indicare uno stato dì abbandono sognante dell'anima.
Anche in Germania il termine "romantisch", indicante il romanzesco ed il patetico della letteratura medioevale, perse, gradatamente, l’accezione negativa, senza però acquisire un preciso significato semantico. Solo nel 1798 Schlegel, nella rivista Atheneum, definì lo "stato d'animo romantico" e la poesia che ne era emanazione: essa doveva combinare poesia e prosa, critica e genialità, arte e spontaneità, doveva essere sociale, viva, pregna delle istanze contemporanee e l’arbitrio del poeta non doveva subire costrizioni. Nella stessa rivista Novalis e Schleiermacher chiarirono tali concetti, contrapponendo Romanticismo e Classicismo.
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Il romanticismo tedesco
Il movimento romantico europeo ebbe origine nell'opera di alcuni letterati e ideologici tedeschi della fine del Settecento tra i quali Hamann (1730-1788) e Herder (1744-1803) studiosi della poesia popolare e dell'arte primitiva.
Harder faceva una netta distinzione tra la poesia naturale, "Naturpoesie", quella che esprime subito, con il sentimento, le caratteristiche di una nazione, e la poesia riflessa o d'arte che è quella che non nasce spontanea, ma nasce dalla imitazione dei modelli stranieri.
Per Harder la sola vera poesia è la prima e gli esempi sono da ricercare nella Bibbia, in Omero, in Sofocle, in Shakespeare, in Ossian, nei canti popolari.
Egli sostiene che ogni nazione ha la sua poesia, diversa per forma e lingua dalle altre, pertanto è assurdo che la poesia tedesca voglia rifarsi a quella dei greci o dei romani. Essa deve trovare una poesia nuova e spontanea che sia conforme alla sua storia e alla sua natura.
Queste idee, esposte da Harder nei Frammenti sulla letteratura tedesca, nelle Selve critiche e nelle Idee sulla filosofia della storia, trovarono largo consenso ed ebbero una prima manifestazione programmatica nell'opera di alcuni poeti che formarono il gruppo chiamato "Sturm und Drang" (Tempesta ed assalto) dal nome di un dramma di Max Klinger.
Le caratteristiche degli scrittori di questo gruppo furono il disprezzo per tutte le forme dell'arte classica, l'idea di una poesia intesa come immediata adesione alla natura, l'ammirazione verso le fonti primitive dell'arte germanica, l'esaltazione di un tipo di eroe appassionato e ribelle ad ogni legge.
Da costoro prenderanno lo spunto i romantici veri e propri, cioè i redattori della rivista berlinese dell'Athenaeum fondata nel 1799, i critici e filologi August Wilhelm von Schlegel e Friedrich von Schlegel, i poeti Guglielmo Wackenroder, Novalis, Ludovico Tieck.
Gli Schlegel, nella loro opera Storia della letteratura antica e moderna (1815) illustrano la differenza tra il mondo poetico dei classici e quello delle moderne nazioni europee e dopo un profondo studio sostengono che la poesia moderna non può essere che romantica, cioè romanza, sorta dalla sensibilità medievale e cristiana.
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Il romanticismo inglese
Contemporaneamente, in Inghilterra, si manifestò un analogo movimento letterario e poetico di cui i primi esponenti furono: Wordsworth e Coleridge.
La prefazione di Wordsworth alle Ballate liriche costituì uno dei rari testi teorici del Romanticismo inglese (1798-1830), nel quale dominarono immaginazione e sensibilità, interesse per il medioevo e per i paesaggi esotici.
I romantici inglesi crearono opere di grande valore nelle quali, implicitamente, erano presupposte le nuove concezioni letterarie basate sugli ideali di libertà politiche e morali conseguenti alla Rivoluzione Francese.
Byron fu assai apprezzato in Italia per il suo Romanticismo morale, come anche Scott per i suoi romanzi di ambientazione medievale.
Meno conosciuti nel nostro Paese furono Keats e Schelley.
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Il romanticismo francese
Il Romanticismo francese si distinse dagli altri per essere essenzialmente e consapevolmente anticlassico, rinnovando profondamente temi, forme ed estetica della letteratura.
Rousseau fu il precursore dei romantici francesi come Madame de Stäel e Chateaubriand ne furono gli apostoli.
Grande importanza ebbero, per lo stabilirsi delle nuove idee, la Rivoluzione Francese e l'impero napoleonico e non fu mera coincidenza che i testi fondamentali del romanticismo teorico, il De l'Allemagne della de Stäel e la traduzione Del corso di letteratura drammatica dello Schlegerl, siano stati pubblicati quando l'astro napoleonico era ormai al tramonto (1813).
I romantici si opposero ai classicisti e tale contrasto fu indice di una profonda crisi della letteratura e dell'arte in genere.
Madame de Stäel aveva affermato che l'arte deve educare l'uomo, esprimendone le esigenze e facendolo partecipe della vita sociale. Tale concezione della letteratura come creazione originale e nazionale, popolare e moderna, espressione della società, fu fondamentale e tipica dei romantici francesi.
In Francia la fioritura di opere romantiche fu successiva alla formulazione teorica del nuovo indirizzo letterario e si sviluppò tra il 1820 ed il 1840. In tale periodo Hugo espose la teoria del dramma romantico. Il romanticismo francese ebbe un carattere eminentemente letterario, scevro da fattori filosofici, morali, sociali e senza un preciso indirizzo estetico.
La pittura di paesaggio francese
La pittura di paesaggio francese, codificata da Valenciennes e rinnovatasi nel Romanticismo, si avvale da un lato della rappresentazione "en plein air" (dal vero) e dall'altro di paesaggi di composizione o storici. A queto movimento appartengono Corot e la scuola di Barbizon. Il primo cerca il "vero" fotografico per mezzo di pennellate sintetiche, tinte argentee, forme sfocate e fuggenti (come accade in "Le Cop De Vent") e accordi tonali armonici. La scuola di Barbizon cerca nella rappresentazione sincera del vero, l'espressione del sentimento e di valori etici arrivando, come risultato, alla raffigurazione di paesaggi lirici, più profondi ed inquieti, spinti da un irrefrenabile desiderio di conoscere i meandri della natura in T.Rousseau o più drammatici ed indefiniti come nelle pitture di Duprè, dove è così facile "naufragar" e perdersi nell'infinita piccolezza e differenza tra l'orizzonte terrestre e la parte di cielo che lo accarezza
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Il romanticismo italiano
In Italia, invece, uno stato d'animo vagamente romantico precedette il romanticismo teorico. Nel nostro paese il romanticismo fu accolto come aspirazione alla libertà in ogni sua forma, non solo letteraria, ma anche morale e politica.
Il movimento nacque in Lombardia (1816) subito dopo il Congresso di Vienna (1815) come reazione alla Restaurazione e all'accademismo letterario.
Il nostro Romanticismo, che ebbe le sue radici nel preromanticismo di fine '700, non fu estraneo all'Illuminismo e, d’altra parte, questo riferimento fu un fattore costante di tutte le scuole romantiche europee.
Infatti l'illuminismo fu bruscamente interrotto dalla Rivoluzione Francese, senza aver potuto portare a compimento i suoi ideali. Passata la bufera, un nuovo tipo di uomo emerse per realizzare quelle esperienze lasciate incompiute, quindi romantico non fu solo chi reagiva con nuovi canoni estetici e religiosi alle teorie illuministe, ma anche l’illuminista che, pur mantenendo un atteggiamento polemico verso alcuni valori tradizionali, riesaminava le proprie posizioni.
Il Romanticismo italiano si ricollegò al moto dì rinnovamento della seconda metà del secolo. Il suo orizzonte spirituale e filosofico fu indubbiamente più ristretto di quello del Romanticismo tedesco, ma ebbe una fisionomia ben precisa di fervore e di ideale patriottico ed una ben definita coscienza dei propri scopi e dei mezzi per perseguirli.
Il Romanticismo italiano va quindi considerato come fenomeno nazionale; suo testo fondamentale fu la Lettera semiseria di Grisostomo del Berchet (1816), nella quale si ha la riaffermazione del concetto di letteratura come fattore storico, che deve esprimere le tradizioni cristiane e nazionali, abbandonando l'imitazione degli antichi e la ricerca delle belle forme e che deve essere mezzo di rinnovamento sociale e morale. Tutti i nostri primi romantici subordinarono la pura letteratura alle ragioni educative ed incivilitrici, facendo delle loro opere un’espressione di libertà e di propaganda per l’indipendenza nazionale.
Alle origini del Romanticismo italiano ci fu la coscienza risorgimentale, tale esigenza fu accolta dalla rivista Il Conciliatore il cui fine era di scuotere il Paese dal suo torpore mentale.
Al Conciliatore collaborarono Tommaseo e Mazzini.
Manzoni stesso, pur non collaborandovi, ne abbracciò le tesi, considerando anch'egli che la letteratura dovesse essere mezzo di incivilimento, espressione nazionale e popolare e schietta nella lingua e nello stile.
Del Romanticismo il Manzoni accolse il rifiuto della mitologia pagana, come espressione di una moralità e di una mentalità aliene da quelle cristiane.
La poesia, secondo Manzoni, deve avere per oggetto il vero della storia e delle vicende umane, senza contaminazioni tra storia e fantasia. Per tale ragione il Realismo, apparentemente in antitesi con il Romanticismo, ne fu in realtà uno sviluppo.
Infatti l'esigenza di realismo sostenuta dal Manzoni fu presente in tutta la migliore letteratura romantica nei propositi di adesione all'attualità dei fatti e nell'esigenza di renderla popolare ed interprete delle aspirazioni nazionali, nonché nella negazione della normativa classicistica. Il realismo romantico trovò voce nella poesia dialettale del Porta e del Belli.
Il vigore poetico del primo Romanticismo si stemperò in una vena malinconica e sentimentale, della quale i maggiori esponenti furono il Prati e l'Aleardi.
La spiritualità romantica, già viva nel Foscolo, fu "situazione sentimentale" nel Leopardi, pur dichiaratamente antiromantico, tanto che tali poeti possono essere, a ragione, considerati esponenti del nostro Romanticismo neoclassico, avendo essi ammantato di classicità "pensieri nuovi con versi antichi" secondo la tesi di Chénier. Con il Tommaseo ebbe inizio quella linea del pensiero romantico che si dissolse nel Decadentismo e nel Verismo.
Lo svilupparsi del Romanticismo
Il processo di industrializzazione creò una nuova realtà ambientale che spinse molti a rimpiangere il passato. Con tali premesse e con l'idea di Nazione che permeò tutto l'800, si sviluppò il Romanticismo nei differenti Paesi europei che ispirò non solo la letteratura, ma anche l’arte figurativa e quella musicale, la filosofia e tutti ebbero come motivi fondamentali il rifiuto della mitologia classica e della codificazione dell’arte e ricercarono la spontaneità delle componenti sentimentali ed una poesia moderna, capace di rispondere alle esigenze ed ai problemi contemporanei.
La nuova arte fu teorizzata in Germania ed in Inghilterra dal 1798 al 1804 e si sviluppò dapprima dove meno era radicata la tradizione classica, mentre fu più moderata in quei Paesi nei quali l'evoluzione della letteratura nazionale era strettamente legata al classicismo come l'Italia e la Francia).
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Il romanticismo italiano
In Italia la polemica anticlassica fu moderata, rifiutando la mitologia e ritrovando le motivazioni religiose, storiche e sociali, ma senza rifiutare l'equilibrio formale e l’eleganza lessicale dei classici. D'altra parte, nello stesso periodo, il Neoclassicismo fu permeato dalla sensibilità romantica.
L'ideale di arte nazionale e contemporanea fece sì che il Romanticismo fosse voce del Risorgimento, dando origine ad una produzione letteraria legata agli interessi politici e che prese la forma del romanzo storico a tesi risorgimentale.
Da Nievo a Leopardi
Nievo in questo ambito orientò la propria opera verso il romanzo psicologico.Il primo vero romanzo della letteratura italiana fu “le ultime lettere di Jacopo Ortis" del Foscolo.In tale romanzo il poeta delineò la figura dell'eroe romantico, lacerato dai conflitti interiori e destinato alla sconfitta.La voce più importante del Romanticismo italiano fu quella del Manzoni, il cui interesse storico diviene interesse cristiano per l'uomo e per i suoi conflitti interiori.
Il Manzoni portò nel Romanticismo la lucidità del razionalismo illuministico e le caratteristiche di equilibrio e di cultura classicamente italiane, proprie del nostro Romanticismo.Accanto al Foscolo ed al Manzoni emerge la figura di Leopardi, razionalmente pessimista per ciò che concerne la condizione dell'uomo e dell'universo. Tale irrequietezza spirituale fa sì che il Leopardi sia spiritualmente e, quasi a suo dispetto, un romantico.

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