movimento letterario romantico

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Testo

IL ROMANTICISMO
Genesi e caratteri del Romanticismo in Italia e in Europa
Il Romanticismo è il vasto movimento spirituale che nell’Europa dell’Ottocento caratterizzò tutti gli aspetti della vita e del pensiero. La sua radice va ricercata nell’opera di rinnovamento e di liberazione civile e spirituale, iniziata nel secolo precedente dall’Illuminismo, di cui il Romanticismo deve essere considerato un momento di sviluppo e di evoluzione, malgrado l’apparente contrasto di idee e degli atteggiamenti.
Le origini del Romanticismo risalgono alla fine del ‘700, in quella Germania ricca di fermenti e di iniziative, in cui la Francia illuminista fu la maestra della rinnovata cultura tedesca. E la raggiunta maturità spirituale si estrinseca con il rifiuto del modello francese e l’elaborazione di forme autonome ed originali. Nasce infatti in Germania l’Idealismo,un orientamento filosofico, che si oppone alla mentalità razionalistica e scientifica dell’Illuminismo. Inoltre, il rifiuto del modello francese si esternò anche come rifiuto del classicismo e dei suoi canoni, a vantaggio di un’arte, capace di esprimere l’animo del poeta ed i sentimenti del suo popolo.
Le prime manifestazioni di questa nuova cultura si hanno tra il 1770 e il 1785 con il movimento chiamato Sturm und drang, mentre con il Werther goethiano nasceva il primo esemplare di eroe romantico.
Ma in tutta Europa esistevano già fermenti culturali e letterari precorritori della nuova sensibilità: il Romanticismo, pertanto, non si lega ad un’unica nazione, ma è il frutto di un maturare di esigenze, non solo letterarie, ma anche filosofiche, morali, religiose, sentimentali, in corrispondenza di una particolare situazione storico-politica: quella causata dal fallimento della rivoluzione, dalla fine dell’impresa napoleonica, e dall’avvento della restaurazione. Il Romanticismo è quindi, prima ancora di una nuova poetica, un nuovo atteggiamento dello spirito dinnanzi all’esistenza, un atteggiamento che ha in sé però non poche contraddizioni.
Propria dello spirito romantico è la coscienza del drammatico dissidio tra ideale e reale. Questa coscienza, da cui deriva la predisposizione al pessimismo, genera tre aspetti tipici dell’individualismo romantico: 1) il titanismo, ovvero l’esasperata contrapposizione della propria individualità generosa contro ogni condizionamento esterno; 2)l’egotismo, ovvero la contemplazione della propria perfetta sensibilità rinchiusa in sé stessa; 3)il vittimismo, ovvero il lamento per la propria incapacità di comunicare con gli altri e di capire l’esistenza.
La coscienza della propria solitudine spinge inoltre a cercare forme di evasione dalla realtà: il mistico contatto con la natura; l’esotismo; l’amore vissuto drammaticamente o l’arte, come unica attività attraverso cui lo spirito riesce a soddisfare la sua sete di infinito e di assoluto.
Nello spirito romantico si fa strada la consapevolezza di essere partecipe di un processo di evoluzione e di trasformazione della società umana; tale consapevolezza spinge l’uomo a scoprire alcuni valori assoluti: l’uomo romantico scopre così i legami profondi con una collettività umana con cui ha in comune una eredità di tradizioni e di sentimenti. Nasce così il moderno concetto di nazione, che diventa uno dei tipici miti romantici, accanto al valore religioso della libertà e all’anelito all’infinito, che assume spesso il significato di una vera, interiore ricerca di Dio.
Caratteri della poetica romantica in Europa e in Italia
La concezione comune a tutte le nuove estetiche romantiche è l’esigenza di considerare l’arte e la poesia come la forma più complessa e totale di espressione della spiritualità, come libera e spesso mistica intuizione dell’assoluto della storia, della natura e della vita morale. L’espressione artistica è quindi rivelazione dell’infinito che è in noi.
Affermato, per questa via, il carattere istintivo, creativo, sentimentale dell’ispirazione poetica, la conseguenza prima è l’affermazione della totale libertà dell’ispirazione da ogni condizionamento di regole esterne: viene così ribaltata così tutta la impostazione della concezione della poetica classicista attraverso il rifiuto delle regole, dei generi letterari tradizionali, dei modelli esemplari e dello stesso linguaggio.
La convinzione che l’intuizione artistica abbia un carattere assoluto sviluppa un’esigenza di universalità, che fa spesso del poeta romantico la voce della coscienza religiosa, morale, politica della comunità a cui appartiene.
Per questo il Romanticismo diviene la raffigurazione di quei sentimenti collettivi e corali, che hanno nel passato del proprio popolo la loro origine. La poesia della storia diviene la forma più consueta della nuova arte romantica, ed in particolare la poesia di quella fase della storia che è veramente il momento aurorale della coscienza delle moderne nazioni, cioè il Medioevo. A ciò si aggiunga l’intenzione di offrire al proprio popolo nuovi contenuti più vicini alle tradizioni e alle coscienze comuni.
Il carattere popolare della poesia romantica consiste anche nella ricerca di un nuovo pubblico di lettori, che deve ritrovare nell’opera poetica la presenza dei grandi temi della propria vita morale.
Anche in questo senso si avverte l’opposizione al classicismo, in quanto rivolto ad una ristretta cerchia di fruitori.
La distinzione tra classici e moderni viene chiarita dai fratelli Schlegel, i quali spiegano la differenza tra poesia classica e romantica in questi termini: la prima è oggettiva e sensuale, la seconda è interiore e meditativa. Ma la poesia classica non è più attuale, quindi essa è rifiutata, mentre da disprezzare sono coloro che, come i neoclassici, tentano di riproporla.
Il Romanticismo, in conclusione, rifiuta le regole classiche, e la mitologia, per offrire una poesia vera, viva e popolare, che è riuscita a contribuire alla formazione della coscienza nazionale e alla lotta contro l’oppressione dei potenti e la schiavitù agli stranieri. E’ attraverso il recupero del Medioevo che la poesia romantica ha espresso i suoi motivi più caratteristici: l’amore per la libertà e per la patria, accompagnati ad un certo languore sentimentale.
Dal punto di vista espressivo, si coglie un mutato atteggiamento nei riguardi dei generi letterari: cresce l’importanza del romanzo e si diffonde una letterature di confessioni intime. Si sviluppa anche un nuovo modo di intendere il linguaggio, cercando una maggiore corrispondenza ai motivi interiori o all’uso del linguaggio corrente e una certa musicalità, per piegare la parola a ciò che è vago, struggente, indefinito.
Anche il paesaggio viene ritratto in maniera nuova: ad una natura ordinata, si contrappone una natura selvaggia e primitiva.
Al centro della produzione letteraria si pone un nuovo protagonista: l’eroe romantico, raffinato e malinconico, anelante ad esperienze eccezionali ed insieme rassegnato a vedere questi aneliti frustrati e repressi, ribelle alla realtà che lo circonda con la coscienza amara della sconfitta incombente.
Nei vari paesi le singole scuole romantiche sviluppano comuni motivi di fondo secondo alcune caratteristiche proprie che le differenziano le une dalle altre; ma in ogni paese il Romanticismo porta comunque una profonda rivoluzione spirituale.

La diffusione della scuola romantica in Europa e in Italia
Il Romanticismo si diffuse, dalla Germania, in tutta l’Europa, mentre la fine della rivoluzione spegneva l’ottimismo illuminista. Ne consegue il pessimismo dei primi romantici: ma è un pessimismo non rassegnato; non sono morte le ansie di rinnovamento morale e civile, né l’aspirazione alla libertà.
Se in Germania il romanticismo era stato anticipato da Herder, da Goethe e dai poeti dello Sturm und drang, e se in Inghilterra l’ossianismo, Byron e Grey avevano svolto questa stessa funzione, in Francia bisogna attendere il De l’Alemagne(1810) di Madam de Stael.
In Italia si cominciò a parlare di Romanticismo solo dopo la caduta di Napoleone, anche se si erano già manifestate personalità dalla sensibilità e dal temperamento romantici come Alfieri e Foscolo.
Nel 1816 sulla Biblioteca Italiana, giornale letterario milanese, apparve un articolo di Madame de Stael, che invitava gli Italiani a liberarsi del culto dei classici e a leggere i contemporanei scrittori stranieri. L’articolo suscitò una violenta battaglia letteraria, in cui si scontrarono i fautori della letteratura romantica e i difensori della tradizione classicista. Questi ultimi si rivelarono conservatori anche in politica, mentre i Romantici sentivano la necessità di una letteratura che sostenesse l‘ideale di libertà. La battaglia tra classicisti e romantici insomma assunse accanto ai caratteri letterari anche un significato politico e letterario.
A questo dibattito partecipò anche Giovanni Berchet, la cui lettera semiseria di Grisostomo costituisce il manifesto del romanticismo italiano. Partendo dall’analisi di due ballate romantiche tedesche, si interroga sulla possibilità in Italia di applicare questo nuovo modo di far poesia in Italia. Ritiene però che il gusto per il notturno e per l’orrido siano poco congeniali alla nostra letteratura, che deve però liberarsi dall’imitazione dei classici, in quanto la vera poesia è sempre coeva al proprio tempo. Sono quindi presenti nella lettera del Berchet i caratteri fondamentali del romanticismo italiano: il rifiuto degli aspetti più individualistici e patetici del Romanticismo d’oltralpe, accettazione della polemica anticlassicista e antimitologica, insistenza sul motivo dell’importanza educativa e sociale della poesia.

Il maggiore strumento della polemica romantica divenne il Conciliatore( 1818-1819; fu poi soppresso dagli Austriaci), diretto da Silvio Pellico, a cui si contrappose la
Biblioteca italiana, che assunse toni filoaustriaci. In breve tempo, il termine romantico divenne sinonimo di “patriota”.
In generale, il Romanticismo italiano ha una certa debolezza filosofica: è privo della profondità e dell’originalità della meditazione sul significato della natura e della poesia, presente invece nei testi della Germania. Le uniche eccezioni sono Manzoni e Leopardi, che elaborano in maniera nuova e personale i dati della nuova teoria letteraria.
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