Mito del moderno

Materie:Tesina
Categoria:Italiano

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Testo

Il mito del moderno
“Occorre che l’arte penetri dappertutto, che porti nel più umile oggetto il suo marchio e il suo fascino, orni tutte le forme materiali dell’esistenza, occorre che dalle cornici di un quadro a un braccialetto, dalla sedia al tappeto ogni cosa porti un’impronta e un sorriso d’arte”. Così la rivista “Arte Decorativa e Moderna” nel 1902 descriveva quel movimento artistico che si andava diffondendo - con peculiarità e caratteristiche differenti - dall’Europa fino agli Stati Uniti e che in Italia prendeva il nome di Liberty. L’amore per il Bello e per l’Eleganza ricercato attraverso le ricche decorazioni floreali e le linee morbide, curve… sono solo alcuni aspetti, quelli più evidenti, quelli più noti, di un movimento altrettanto corale quanto complesso. Il Liberty è anche fiducia nel progresso, nei nuovi materiali industriali, è concezione della creazione artistica come esperienza totale attraverso cui sublimare la quotidianità. è proprio lì infatti, nella quotidianità delle città in espansione di fine Ottocento alle prese con i nuovi sistemi di comunicazione, che il Liberty si sviluppa e diventa simbolo del passaggio verso la modernità. Nascono così alcuni noti esempi della cosiddetta architettura utilitaria - i grandi alberghi di Sommaruga e Basile, la centrale elettrica di Trezzo d’Adda -, cartelloni e manifesti pubblicitari - come quelli famosi del Bitter Campari - costeggiano i grandi viali urbani e le abitazioni si arricchiscono di oggetti d’arredamento in serie, antecedenti del design contemporaneo. Proprio questi due volti del Liberty - da un lato il preziosismo dei motivi ornamentali e dall’altro lo spirito innovatore e progressista - sono rappresentati ampiamente nella nuova pubblicazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Genova e Imperia e della Banca Carige: il Mito del Moderno. L’elegante volume, dal titolo eloquente, offre un panorama completo della cultura Liberty in Liguria analizzato con profonda attenzione e ricca documentazione fotografica. Lo sviluppo urbanistico ed architettonico che modificava, nei primi anni del Novecento, i volti di Genova, La Spezia, Savona, Imperia, viene affrontato nei testi di Pietro Millefiori; merito di Franco Sborgi - curatore anche dell'intero volume -, Maria Flora Giubilei e Caterina Olcese Spingardi è invece l’analisi dei vari aspetti delle arti figurative: dalla produzione pittorica, alla decorazione degli interni, fino alla scultura; non potevano mancare le arti decorative e industriali - così rappresentative del gusto Liberty - documentate dall’interessante excursus di Matteo Fochessati, Leo Lecci, Paola Valenti, Maurizia Migliorini e Caterina Olcese Spingardi; un ultimo sguardo alla produzione letteraria, tra poesia e romanzo, è infine offerto dagli studi di Stefano Verdino. Gli autori, insieme alla grafica di Marco Vimercati e all’artificio di stampa della Microart’s di Recco, hanno reso Il Mito del Moderno un piacevole volume da sfogliare ed ammirare ma anche un testo scientifico per cultori della materia. Mancava infatti, nel panorama nazionale ed internazionale, uno studio sistematico delle vicende del Liberty in Liguria, nonostante la regione conservi importanti esempi dello spirito del tempo, basti citare il Palazzo della Borsa di Carbone e Coppedè, i gioielli monumentali del cimitero di Staglieno o ancora lo stabilimento balneare “Spiaggia d’Oro” a Imperia. La Fondazione e la Banca Carige, attraverso il volume Il Mito del Moderno, vanno così a colmare un vuoto nel panorama della critica d’arte valorizzando e diffondendo insieme la conoscenza del patrimonio artistico locale. Lo sviluppo del sapere e della ricerca sono infatti da sempre gli obiettivi di entrambi gli Istituti genovesi che li riconoscono quali strumenti di sicura crescita e competitività.

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