Melissa P: due articoli sul film

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Testo

Dopo i primi ciak è già polemica sulla pellicola finanziata dall'attrice
Melissa P.: il film della Neri mi offende
La giovane scrittrice: «Cacciata dal progetto, il mio libro stravolto dalla produzione». Replica: parole insensate
Sono appena iniziate le riprese ed è già polemica. Melissa P. , il film tratto dal romanzo della diciannovenne Melissa Panarello (intitolato 100 colpi di spazzola prima di andare a dormire ), prodotto dalla Sony Pictures con la collaborazione della Bess Movie Italia di Francesca Neri e Claudio Amendola, al secondo giorno di ciak scatena l’ira dell’autrice: «So che hanno cambiato il titolo, ma ci tengo a sottolineare che è stato stravolto anche il personaggio e che con questo film non ho niente a che fare anche se tutti lo associano a me».
Bocche cucite sul set a Lecce, nessuno del cast intende replicare alle accuse, anche se qualcuno della produzione si lascia sfuggire uno stizzito: «Quelle della Panarello sono parole insensate». E intanto, la giovane catanese che, con il suo best seller di argomento erotico, ha venduto in Italia un milione di copie, minaccia di adire le vie legali. Il film è diretto dal quasi esordiente Luca Guadagnino ( The Protagonists ) e ha per protagonista la diciottenne spagnola Maria Valverde, con Primo Reggiani, Claudio Santamaria, Elio Germano, Fabrizia Sacchi e Geraldine Chaplin nel ruolo della nonna di Melissa. Francesca Neri, stavolta in veste di produttrice, segue da vicino il set a Lecce ma, nonostante la sua premurosa attenzione, viene direttamente attaccata dall’autrice: «In un primo tempo, prima che nel progetto entrasse il regista Guadagnino, io ero dentro il film. La stessa Neri, che ora non mi risponde al telefono, mi aveva tirato dentro. Ho collaborato a una prima stesura della sceneggiatura, con Cristiana Farina, poi mi ha chiesto di interpretare il film: all’inizio avevo declinato l’invito, poi ho preso in considerazione la proposta. Ma quando è arrivato Guadagnino - prosegue la vera Melissa - la storia è cambiata. Mi hanno dato un trattamento, firmato dallo stesso regista con la Farina e Barbara Alberti, che era un liberissimo adattamento del libro. Anzi, diciamo che per situazioni, dettagli, personaggi, esperienze della protagonista non c’entrava più niente. Ho allora sottolineato queste differenze e il risultato è che sono stata cacciata dal progetto e da tre mesi fanno addirittura finta di non conoscermi».
L’altro giorno Paulo Simoes, amministratore delegato della Sony Pictures che, dopo la Warner Bros e la 20th Century Fox, inizia a produrre cinema italiano, aveva commentato orgoglioso l’operazione definendola «una grande sfida». Gli aveva fatto eco l’attrice spagnola Valverde, anche per lei «una sfida recitare in Italia». E la sfida, non c’è che dire, è cominciata subito, prima ancora del confronto col pubblico italiano nelle sale, previsto per il prossimo autunno. Continua imperterrita nel suo attacco l’autrice del romanzo: «Posso fornire molti esempi delle incongruenze e di come è stato travisato il mio testo nella sceneggiatura: mio padre è un venditore ambulante, mentre nel film diventa un ingegnere; mia madre non vende abiti da sposa; non ho nessuna nonna confidente; non sono una ragazzina impacciata che vive come un alieno nel mondo».
Ma la stessa Panarello è stata a sua volta oggetto di un’altra invettiva: Anna K. Valerio, già esperta di testi erotici, ha scritto un pamphlet intitolato proprio Contro la Melissa P. , edito da AR di Franco Freda, sottolineando che nel romanzo della catanese «c’è sempre un moralismo piagnucoloso, un tono dolente, pieno di rimorsi, una sorta di erotismo confessionale che non si esaurisce nell’appagamento dei sensi: nel suo libro, insomma, si vive l’erotismo come una colpa». Tant’è, ma la Panarello che, pur consapevole di aver ceduto i diritti per il film, pretende di essere ascoltata dagli sceneggiatori, ha già scritto una lettera all’avvocato della produzione, dove scrive: «Se volete raccontare la vita di Melissa a modo vostro, fate pure. Ma che sia la vita di "Melissa" e non quella di "Melissa P.", cioè la mia: la mia vita la tratto bene e esigo che anche gli altri facciano altrettanto. Se non lo fanno sono calunniatori».
Emilia Costantini
09 marzo 2005
Intervista a Melissa P. : " Sono determinata a realizzare i miei progetti"
La scrittrice catanese Melissa P è stata duramente contestata durante il dibattito con gli studenti avvenuto nell’auditorinum del Monastero dei Benedettini
di Antonio Bugliarello, pubblicato il 25 febbraio 2004 - 5974 letture
La presenza di Melissa P., la scrittrice catanese autrice di «Cento colpi di spazzola prima di andare a dormire" ha catalizzato tutta l’attenzione di una serata che pure vedeva la presenza di uno scrittore come Sergej Bolmat, autore di "I ragazzi di San Pietroburgo", libro cult in europa e non solo in Russia. L’incontro, organizzato al Monastero dei Benedettini da Antonio Presti, ideatore del progetto "Viaggio in Sicilia verso Librino", e dalla Facoltà di Lingue e Letterature straniere di Catania, ha visto una presenza numerosa di studenti e curiosi. Gli studenti intervenuti al dibattito che ha seguito la presentazione degli autori hanno contestato duramente l’incontro e in particolar modo il libro di Melissa, negandone ogni possibile valore letterario, giudicandolo frutto di una mera operazione commerciale.
Una ragazza, aprendo il dibattito, ha dichiarato: "Librino non aveva bisogno di poesia ma di strutture... Sono scandalizzata dal fatto che il Preside Pioletti e l’Università non hanno appoggiato altre iniziative, assemblee studentesche più importanti di questo incontro e che il libro di Melissa sia stato presentato come un’opera di un qualche valore letterario".
Melissa P. Non si è lasciata intimidire: "Il libro ha toccato delle corde quali paure, angosce, che riguardano tutti - ha detto - « E’ questo, che accompagnato da un interesse morboso alla mia vicenda spiega il suo successo e l’enorme numero di copie vendute... Ricevo molte e-mail ogni giorno in cui i ragazzi dicono che vivono le stesse emozioni, si identificano in me"
Al termine dell’incontro abbiamo avvicinato Melissa per farle alcune domande.
Quando ti trovi a parlare del tuo libro, i tuoi lettori ne danno un’interpretazione critica che coinvolge anche il tuo vissuto. Qual è il tuo rapporto con le critiche e con le interpretazioni della tua storia?
«Il processo di scrittura è istintivo e creativo. Quando ho iniziato a scrivere le pagine del mio diario io non interpretavo me stessa, la scrittura era il frutto di una mia esigenza liberatoria .Ma il confronto con le interpretazioni scaturite dalla lettura del libro mi ha aiutato ad analizzare più approfonditamente quello che mi è successo e quindi a capirmi meglio».
La tua è una storia autobiografica. Le ferite legate ad un vissuto come il tuo possono graffiare l’anima per sempre. Qual è il rapporto con il tuo passato, con la Melissa del libro?
«Ho scritto il libro per una esigenza interiore di affrontare la mia storia, ma ora è superata, occorre andare avanti. Sono determinata a realizzare i miei progetti. Le pagine del mio libro rappresentano il passato e scriverle ha avuto una parte importante nell’affrontarlo».
Un piccante caso letterario costruito in laboratorio o un caso umano riciclato in un pruriginoso bestseller a sorpresa? Il dubbio, l’avrete capito, si riferisce ai Cento colpi di spazzola prima di andare a dormire della diciassettenne liceale catanese Melissa P., autrice esordiente di un diario romanzesco cucinato in salsa autobiografica o sedicente tale. Ma cominciamo dalla storia: la sedicenne protagonista, Melissa, dopo aver cominciato ad esplorare la propria sessualità, si concede per la prima volta ad un ragazzo di poco più grande di lei, ben conscia di essere per lui un mero oggetto erotico da consumare fugacemente. Non è che l’inizio di un tunnel di degradazioni sessuali apparentemente privo di via d’uscita: Melissa, alla sconsolata ricerca del vero amore, si alterna tra un letto e l’altro, concedendosi ad una turba di sconosciuti senza alcun ritegno, incapace di controllarsi, passando tra orge, rapporti omosessuali, relazioni sadomaso e giochi erotici in serie, per poi tornare a casa e ripulire i propri indecifrabili affanni con i consueti cento colpi di spazzola prima di andare a dormire davanti al fido specchio della sua camera, con i genitori che dormono ignari dei turbamenti della figlia irrequieta nella stanza accanto. Dulcis in fundo, neanche a dirlo, il romanzo va a chiudersi con un insperato happy ending su cui nessun lettore sano di mente avrebbe osato scommettere un penny dopo le prime pagine. Nel complesso la sensazione offerta da Cento colpi di spazzola è quella di una versione tascabile, contemporaneizzante e defilosofizzata della Justine di De Sade annacquata nell’adolescenza torbida stigmatizzata nella Lolita di Vladimir Nabokov, romanzi che probabilmente Melissa P. neppure ha letto. La prosa del romanzo, contenuta e volutamente ingenua, cattura comunque non pochi stilemi delle inquiete adolescenti italiane dei giorni nostri.
Melissa P., Cento colpi di spazzola prima di andare a dormire, Roma, Fazi, 2003; pp. 143
Voto 5

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