L'OCCIDENTE E I VALORI IRRINUNCIABILI

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L’OCCIDENTE E I VALORI IRRINUNCIABILI
di Giulia Chiarioni
Dall’undici settembre, momento che segna la rinascita dei più vecchi rancori tra religione cattolica e islamica, quindi tra occidente e oriente, si sono riscontrati vari episodi di scontro tra queste due realtà, in cui sembra che gli Islamici vogliano imporre ad ogni costo le loro opinioni, utilizzando anche la violenza senza porsi scrupolo alcuno. Credo che sia ingiusto il fatto che l’Islam si prenda la libertà di criticare ogni azione o opinione dell’occidente, mentre quest’ultimo sia obbligato al silenzio a causa della non tolleranza islamica, per quanto riguarda le osservazioni e le opinioni che secondo loro non si adattano alla religione musulmana. Quindi lo domanderò anche a voi: è giusto? In una realtà come la nostra, fondata su anni e anni di cultura, non è pensabile che alcuno – anche se in nome di una cultura millenaria - si arroghi il diritto di limitare la nostra libertà, impedendoci di portare a termine le nostre scelte. Questo fatto, si è ormai verificato parecchie volte, tra le quali ricordiamo la vicenda delle vignette satiriche su Maometto e le violente reazioni seguite al discorso del Papa, tenuto presso l’università di Ratisbona. In entrambi i casi, gli Islamici hanno fatto fronte comune, chiedendoci (in quanto occidentali) di ritrattare le nostre idee; ma ne avevano il diritto? Hanno tenuto conto che in Europa e nei paesi occidentali in generale, sono riconosciuti ad ogni cittadino la libertà di stampa, la libertà di parola e di opinione? Questi secondo me sono i valori a cui l’occidente non può rinunciare, questi sono i valori a cui tutti noi dovremmo ispirarci per impedire questa specie di sottomissione. Proprio per questo mio punto di vista, penso che sia giusto che il Papa non chieda scusa al “mondo islamico” ritrattando così le proprie idee, anche perché, avendo riletto più volte il suo discorso, non sono riuscita a trovare nessuna frase che avrebbe potuto offendere i musulmani in alcun modo; il Papa si è limitato soltanto a riportare un discorso, un dialogo, avvenuto tra l’imperatore bizantino ed un ricco musulmano dell’epoca. Anche ammettendo che, mentre parlava, il Papa non abbia espresso con chiarezza la sua presa di distanza dall’argomento trattato, ad ogni modo, le sue successive dichiarazioni sono state improntate ad un’assoluta volontà di riconciliazione; che a questa apertura debba poi seguire quasi un abbandono di quelle che sono state e che sono tuttora le nostre origini, non lo trovo affatto giusto. Difficile è separare l’attacco religioso dal resto, visto che tanto forte sembra il legame tra religione e pensiero islamico: la minaccia per noi al di là della religione, è portata al nostro modo di pensare al momento in cui viene meno quel dialogo che garantisce il rispetto e la tolleranza e tutte quelle libertà cui noi siamo abituati e su cui si fondano il modo di pensare e la nostra organizzazione sociale; in fondo una tra le frasi più significative resta l’affermazione di Voltaire: “non sono d’accordo su quello che dici ma darei la vita perché tu lo possa dire”. I valori di uguaglianza e libertà (anche se non sempre messi in pratica nella nostra società), su cui si fonda il nostro modo di essere vengono pesantemente messi in discussione di fronte alla rigidità e all’intransigenza mostrate dai movimenti radicali islamici. Anche l’integrazione tra i popoli, e quindi la soluzione dei problemi legati all’immigrazione, sono fortemente compromesse quando non c’è volontà di superare la differenza tra le culture: se da una parte spesso purtroppo l’immigrato è oggetto di sfruttamento e razzismo assolutamente ingiustificabili, deve esistere la disponibilità da parte sua di aprirsi alla nostra cultura e rispettare anche il nostro modo di essere. E’ però difficile accettare anche che, per la difesa dei nostri principi, si possa pensare di esportare la nostra democrazia nel mondo e quindi di farsi “portatori di civiltà” in esso, come avvenuto con la guerra in Afghanistan e soprattutto in Iraq con la volontà di riaffermare la propria autorità e, all’estremo, di imporre una propria visione del mondo.
Concludendo, a mio parere l’occidente non dovrebbe sacrificare i propri valori con lo scopo, o meglio, con la speranza che il rapporto con il “mondo islamico” venga recuperato; io penso che sia improbabile che una realtà come quella islamica, così rigidamente impostata sulla religione, possa arrivare a tollerare idee diverse dalla propria; se anche l’occidente ritrattasse le proprie idee, i problemi si risolverebbero solo momentaneamente, fino a che gli Islamici non si sentiranno chiamati in causa un’altra volta.

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