Lisabetta da Messina e Tancredi e Ghismunda

Materie:Scheda libro
Categoria:Italiano
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Testo

Scheda di analisi del testo narrativo
AUTORE: Giovanni Boccaccio
TITOLO: Tancredi e Ghismunda
NARRATORE
• Il narratore non coincide con l’autore.
• La narrazione avviene in 3a persona.
• Il narratore è straneo alla vicenda.
• Il narratore si limita a registrare sui fatti.
PUNTI DI VISTA
• Il narratore è onnisciente.
• Il narratore descrive oggettivamente I fatti.
STRUTTURA DEL TESTO
PERSONAGGI
• La descrizione dei personaggi è attraverso I loro gesti e parole.
• I protagonisti sono: Tancredi, Ghismunda.
SPAZIO E TEMPO
• La vicenda è ambientata in luoghi esterni.
• La vicenda è ambinetata in luoghi reali.
• La descrizione degli ambienti è in modo generico .
• La descrizione degli ambienti è effettuata direttamente dal narratore.
FABULA E INTRECCIO
• La novella si articola per successione cronologica.
LINGUA E STILE
• Il genere del testo è a novella.
• La tecnica narrativa usata nel testo è il discorso diretto.
• Il registro stilistico usato nel testo è drammatico.
MESSAGGIO
il messaggio è quello di far capire quanto forte possa essere l’amore e che anche sopra il diritto del padre, il loro amore vince.
TESTO E CONTESTO
Giovanni Boccaccio nacque nel 1313 a Certaldo, vicino Firenze, egli alla eta di 12 anni fu mandato a Napoli dai Baldi una potente famiglia di banchieri. Dopo un pò pero si dedica alla divertirsi senza dare un grande valore ai tormenti religiosi e morali. Dopo di che s’innamora della figlia dei Baldi, Maria, che canta come Fiammetta.
Inizia a scrivere le sue prime opere che sono: il Filocolo, il Filostrati e Teseide.
Nel 1340 fallisce la banca dei Baldi e cosi si reca a Firenze e 10 anni dopo diventa ambasciatore per la repubblica di Firenze, conosce e fa amicizia con Petrarca. E gli ultimi anni della sua vita furono segnati da problemi fisici e morali infatti Boccacccio avverte una crisi religiosa e cosi si dedica a studi di tipo morale-religioso-ascettico.
Nel 1362 ritorna a Napoli ma non riesce ad ambientarsi cosi decide di tornare a Firenze e rimanere lì per vivere, ma le sue condizioni economiche non sono buone cosi la repubblica di Firenze decide di dargli l’incarico di leggere la Divinna Commedia nella chiesa di Santo Stefano, riesce a fare un centinaio di lezioni ma nel 1375 muore.
IL DECAMERON è un completamento dell’opera di Dante un’Umana Commedia, è un’opera medievale.
Il titolo dal greco che vuol dire 10 giorni allude alle 10 giornatein cui 10 giovani raccontano una novella al giorno per un totale di 100. Durante la peste del 1348, 7 ragazze e 3 ragazzi fuggono da Firenze per 2 settimane.
Per trascorrere il tempo decidono di raccontarsi delle novelle tutti I giorni tranne venerdi e sabato dedicati alla penitenza e alla preghiera.
Ogni giorno un re o una regina assegna il tema generale e solo nella 1a e 9a giornata il tema è libero, l’unico che può sottrarsi a questa ferrea regola è il giovane Diodeno libero di trattare ciò che vuole.
Il Decameron è dedicato alle donne ma in speciale a quelle che amano. Boccaccio attribuisce alle donne la loro condizione di vita a ragioni sociali e di costumi e non le ritiene inferiori agli uomini.
TRAMA O FABULA
la novella si apre con la presentazione di Tancredi è il padre di Ghismunda ma la vicenda è centrata sulla donna Ghismunda che è una giovane gagliarda e saggia, la quale decide di assecondare il proprio desiderio.
La giovane ragazza è obbligata a sottostare alle regole del padre.
Tancredi ucccide l’amante della figlia ma allo stesso tempo uccidendo il cuore della amata figlia, lui per giustificare le sue azioni inizia accusando la figlia di aver trasgredito le sue regole dando in parte la colpa a lei, perche si era concessa a un uomo che non era il suo marito e inoltre un uomo non noile. Ma Ghismunda per diffendersi dalle accuse del padre risponde con grande forza e coraggio che la potenza del suo amore, la sua fragilità femminile non sono state quelle che hanno fatto che non rispettasse le regole imposte da lui ma la sollecitudine del padre. E la novella finisce con Ghismunda che dice al padre che se l’amore esiste anche dopo la morte allora lei lo amerà per sempre.

AUTORE: Giovanni Boccaccio
TITOLO: Lisabetta da Messina
NARRATORE
• Il narratore non coincide con l’autore.
• La narrazione avviene in 3a persona.
• Il narratore è straneo alla vicenda.
• Il narratore si limita a registrare i fatti.
PUNTI DI VISTA
• Il narratore è onnisciente.
• Il narratore descrive oggettivamente I fatti.
• Il narratore non interviene direttamente a commentare I fatti.
STRUTTURA DEL TESTO
PERSONAGGI
• Descrizione dei personaggi è basata sulle caratteristiche sia fisiche e psicologiche.
• I personaggi vengono presentati direttamente dal narratore.
• I protagonisti sono: Lisabetta, Lorenzo e i fratelli di Lisabetta
SPAZIO E TEMPO
• La vicenda è ambientata in luoghi esterni ed interni.
• La vicenda è ambinetata in luoghi reali.
• La descrizione degli ambienti è in modo generico .
• La descrizione degli ambienti è effettuata direttamente dal narratore.
FABULA E INTRECCIO
• La novella si articola per successione cronologica.
LINGUA E STILE
• Il genere del testo è a novella.
• La tecnica narrativa usata nel testo è il discorso diretto.
• Il registro stilistico usato nel testo è drammatico.
TESTO E CONTESTO
Giovanni Boccaccio nacque nel 1313 a Certaldo, vicino Firenze, egli alla eta di 12 anni fu mandato a Napoli dai Baldi una potente famiglia di banchieri. Dopo un pò pero si dedica alla divertirsi senza dare un grande valore ai tormenti religiosi e morali. Dopo di che s’innamora della figlia dei Baldi, Maria, che canta come Fiammetta.
Inizia a scrivere le sue prime opere che sono: il Filocolo, il Filostrati e Teseide.
Nel 1340 fallisce la banca dei Baldi e cosi si reca a Firenze e 10 anni dopo diventa ambasciatore per la repubblica di Firenze, conosce e fa amicizia con Petrarca. E gli ultimi anni della sua vita furono segnati da problemi fisici e morali infatti Boccacccio avverte una crisi religiosa e cosi si dedica a studi di tipo morale-religioso-ascettico.
Nel 1362 ritorna a Napoli ma non riesce ad ambientarsi cosi decide di tornare a Firenze e rimanere lì per vivere, ma le sue condizioni economiche non sono buone cosi la repubblica di Firenze decide di dargli l’incarico di leggere la Divinna Commedia nella chiesa di Santo Stefano, riesce a fare un centinaio di lezioni ma nel 1375 muore.
IL DECAMERON è un completamento dell’opera di Dante un’Umana Commedia, è un’opera medievale.
Il titolo dal greco che vuol dire 10 giorni allude alle 10 giornatein cui 10 giovani raccontano una novella al giorno per un totale di 100. Durante la peste del 1348, 7 ragazze e 3 ragazzi fuggono da Firenze per 2 settimane.
Per trascorrere il tempo decidono di raccontarsi delle novelle tutti I giorni tranne venerdi e sabato dedicati alla penitenza e alla preghiera.
Ogni giorno un re o una regina assegna il tema generale e solo nella 1a e 9a giornata il tema è libero, l’unico che può sottrarsi a questa ferrea regola è il giovane Diodeno libero di trattare ciò che vuole.
Il Decameron è dedicato alle donne ma in speciale a quelle che amano. Boccaccio attribuisce alle donne la loro condizione di vita a ragioni sociali e di costumi e non le ritiene inferiori agli uomini.
TRAMA O FABULA
Lisabetta da Messina è chiamata cosi perche abitava a messina una citta della Sicilia, abitava insieme ai suoi fratelli I quali erano ricchi mercanti ed era costretta a fare quello che le dicevano I fratelli.
Un giorno aveva conosciuto un ragazzo, un giovano pisano di bel aspetto ma con una condizione economicamente non assai buona, chiamato Lorenzo.
Lisabetta si innamora di lorenzo. La loro storia d’amore avanza anche se ostacolata da continui problemi, ma il problema più grande fu quando I fratelli di Lisabetta vennero a conoscenza della storia d’amore della sorella e così decisero di mettere fine alla loro storia perche loro facendo parte di una famiglia nobile questo era disonore per il nome della loro famiglia fino a che un giorno I fratelli di Lisabetta con l’inganno riuscirono a portare Lorenzo in un luogo solitario dove venne ucciso.
La giovane ragazza, disperata per la morte del amato piangeva e soffriva fino a che in un sogno le appare Lorenzo e le indica il luogo dove era stato ucciso e sepellito, Lisabetta per ritrovare il suo amato si fa accompagnare da un’amica al luogo detto da lorenzo, lì trova il corpo e per portarsi una parte di lui le taglia la testa e con un asciugamano la coprì e porto la testa del amato a casa senza che I fratelli se ne accorgesero.
Lisabetta piangeva di nascosto intere giornate rinchiusa in camera da letto in modo tale da non far capire ai fratelli cosa nascondeva, lei per non far scoprire la testa di Lorenzo la mise in un vaso di basilico, cosi trascorreva le sue giornate a piangere davanti al suo prezioso vaso.
Fino che I crudeli fartelli non si insospettirono e scoprirono cosa nascondeva nel vaso, così persino il vaso le fu tolto.

Esempio



  


  1. Eosvaldo

    Mi serve per degli approfondimenti