Le Guerre Civili

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Testo

Guerra Civile

Il termine di guerra civile indica genericamente un conflitto combattuto all'interno di uno stato tra opposte fazioni o formazioni armate ribelli e forze governative in lotta tra loro per il potere politico o il controllo di un'area. Alcune guerre civili sono anche chiamate rivoluzioni quando si prospetta una grande ristrutturazione della società al termine del conflitto. Un'insurrezione, che abbia successo o meno, è spesso classificata come guerra civile dagli storici solo se eserciti organizzati combattono vere e proprie battaglie. Altri storici, invece, parlano di guerra civile quando si verificano violenze prolungate tra fazioni organizzate o regioni di un paese (indipendentemente se si tratti di battaglie convenzionali o no). Si utilizzerà invece il termine di guerra di secessione nel caso in cui l'obiettivo finale è quello della scissione di una parte di territorio dallo stato e la formazione di un nuovo stato indipendente. Il confine fra il concetto di guerra civile e altre forme di conflitti interni ad uno stato è estremamente arbitrario e labile, anche se con conseguenze importanti a livello internazionale (per esempio l'ONU ha competenza limitata nel caso di guerre civili, non ne ha alcuna nel caso di insurrezioni, mentre ha poteri attivi nel caso di guerre di secessione).
Quasi tutte le nazioni hanno al loro interno minoranze etniche, diverse religioni e divisioni ideologiche, ma non tutte conoscono la guerra civile. I moderni sociologi hanno discusso e cercato le ragioni di queste conflitti. Oggi molti conflitti civili scoppiano nelle nazioni povere, autocratiche, regionalmente divise. Tuttavia, anche i democratici e ricchi Stati Uniti hanno fatto l'esperienza della guerra civile, che secondo alcuni sarebbe stata originata dal crescente potere economico del Nord rispetto a quello del Sud. Secondo alcuni sarebbero quindi i periodi di transizione a favorire la scoppio di guerre civili. Così ad esempio anche in Inghilterra, dove i conflitti civili del XVII secolo si spiegherebbero con il crescente potere della borghesia mercantile. E gli esempi potrebbero continuare. Alcune ricerche hanno affermato che le guerre civili aumentano in stati che conoscono molti regimi di transizione e cambiamenti politici.

In una guerra civile le due fazioni in lotta all'interno della stessa nazione hanno come obiettivo la distruzione totale dell'avversario, distruzione fisica e ideologica. Questa è la caratteristica principale della guerra civile: una fazione non si arresta fino a che non ha eliminato l'altra.

IRAQ : Guerra nella guerra

Un esempio di guerra civile e’ quella che sta accadendo in Iraq dove le fazioni religiose di diversa estrazione alimentatte da un terrorismo dilagante rende invivibile il paese. Ogni giorno sentiamo attarverso i media notizie di crescenti attentati alle istituzioni pubbliche Irachene.
Ma il termine 'guerra civile' non fotografa adeguatamente la complessità del conflitto in Iraq", si legge nello studio dell'intelligence nazionale. "Nondimeno, il termine 'guerra civile' descrive accuratamente gli elementi chiave del conflitto iracheno".Il rapporto dell'intelligence statunitense descrive la situazione in Iraq, dove la violenza interconfessionale è largamente diffusa ed in progressivo peggioramento e dice che la violenza tra iracheni ha superato le attività di al Qaeda. "A meno che gli sforzi per capovolgere queste condizioni non mostrino un progresso misurabile tra i prossimi 12 e 18 mesi, riteniamo che la sicurezza complessiva della situazione continuerà a peggiorare", secondo una parte del rapporto ottenuta dalla Reuters.Lo studio afferma anche che le attività iraniane in Iraq aggravano la violenza, sebbene non ne siano la causa scatenante.

Per molti inoltre si tratta di uno scontro di civilta’ . La nuova guerra civile è interna al mondo islamico, che pur non essendo la civiltà dominante è abbastanza grande dal punto di vista demografico (oltre un miliardo di persone) e del controllo delle risorse (il petrolio) per esportarla in tutto il mondo.

Lo scontro non è tra musulmani «moderati» (una categoria estranea all'islam) e «fondamentalisti», ma una guerra civile assai più complessa tra nazionalisti, tradizionalisti, conservatori, fondamentalisti e ultra-fondamentalisti, dove le alleanze si fanno e si disfano rapidamente. Per esempio, i tradizionalisti cosiddetti «wahhabiti» dell'Arabia Saudita sembravano alleati degli ultra-fondamentalisti, che però hanno cominciato ad attaccare con il terrorismo le istituzioni saudite (e non più solo obiettivi stranieri in Arabia
Uno spaccato di guerra civile in Italia : BRIGATE ROSSE
Milano, quartiere del Lorenteggio. Nella primavera del 1970 appaiono dei volantini firmati Brigate rosse. Vi è disegnata una asimmetrica stella a cinque punte. E' nato un progetto di guerra civile, ma l'opinione pubblica non se ne accorge. Lo Stato stesso lo sottovaluta. Non ci si allarma neppure nell'ultima settimana di agosto quando, all'interno dello stabilimento Sit-Siemens di piazza Zavattari, a Milano, viene rinvenuto un pacco di ciclostilati. Il testo, in cui ci si riferisce soprattutto a situazioni aziendali, contiene pesanti insulti a "dirigenti bastardi" e a "capi reparto aguzzini" da mettere - cosi' è scritto - fuori gioco. Ma quella sigla, Br, è pressoché sconosciuta alla direzione di fabbrica e molto di più non ne sa neppure la questura di Milano.
Le Brigate Rosse (spesso abbreviato in BR) sono una organizzazione eversiva comunista fondata da Alberto Franceschini e Renato Curcio nel 1970, considerata il maggiore gruppo terroristico del secondo dopoguerra in Italia.
Hanno operato in Italia a partire dall'inizio degli anni '70, attraverso una struttura paramilitare, compartimentata e organizzata per cellule, compiendo atti di criminale guerriglia contro persone ritenute rappresentanti del potere politico, economico e sociale (uccisione, feritimento o sequestro di numerosi uomini politici, magistrati e giornalisti). Lo scopo ultimo del piano brigatista era l'abbattimento dello Stato Imperialista delle Multinazionali (S.I.M.).
L'organizzazione fu sradicata sia per l'azione di alcuni infiltrati, sia grazie a una legge che concedeva benefici penali ai membri che, arrestati, si fossero pentiti e avessero collaborato alla cattura di altri membri, ricusando la propria fede e denunciando i compagni. Un'altra ragione dello sfaldarsi delle BR fu il venir meno della loro attrattiva nei confronti delle aree movimentiste e del disagio sociale, e del loro progressivo isolamento ideologico durante la seconda metà degli anni '70, a causa delle trasformazioni sociali in atto.
In Italia si discute ancora intorno alla sopravvivenza di questa organizzazione o a una sua possibile ricostituzione, dal momento che negli ultimi anni sono stati compiuti atti terroristici da parte di persone che si sono richiamate alle BR e ne hanno assunto il nome e le insegne.
Guerra civile Spagnola
La Guerra Civile Spagnola fu una guerra civile che scoppiò in Spagna tra i ribelli (noti come Nacionales) e la Repubblica Spagnola con i suoi Republicanos (governo e suoi sostenitori). Si svolse tra il luglio 1936 e l'aprile 1939, e terminò con la sconfitta della causa repubblicana, seguita dalla dittatura di Francisco Franco. Il numero delle vittime è stato a lungo dibattuto, con stime che vanno dalle 500.000 ad un milione di persone uccise dalla guerra. Molti artisti ed intellettuali spagnoli (compresa gran parte della Generazione spagnola del 1927) vennero uccisi o costretti all'esilio. L'economia spagnola ebbe bisogno di decenni per recuperare (vedi Miracolo spagnolo).
Le ripercussioni politiche ed emotive della guerra andarono ben oltre i confini della nazione. A seconda dei punti di vista è stata considerata una guerra tra tirannia e democrazia, fascismo e libertà o comunismo e civiltà. È stata in seguito guardata come un'anteprima della seconda guerra mondiale. Dal regime fascista italiano fu vista come una "cruzada" per la civiltà europea e per la civiltà cristiana contro la barbarie dei "rossi", la cui sconfitta rinforzò la posizione del Duce italiano sia sul piano nazionale che internazionale
Riflessioni personali
Le mie riflessioni, partono innanzitutto dal problema della guerra, che secondo me è una cosa sbagliata sempre, anche se in alcuni casi inevitabile .
Si è soliti dire che: "non si risponde alla violenza con la violenza" ed io sono perfettamente d' accordo. Però quando penso a quei ''personaggi'' che non riesco a definire persone , per la crudeltà dei loro gesti che hanno ucciso senza pietà e ripensamenti moltissime persone innocenti , non riesco più a pensare e a riflettere con calma ma riesco solo ad auguragli che tutto il male che hanno fatto, possa un giorno ritorcersi contro.
Ancora peggiore e’ una guerra civile : trovarsi di fronte un proprio connazionale e’ l’aspetto piu’ aberrante piu’ estremo della guerra.
Sono contro la guerra in genre perchè so che inevitabilmente ad andarci di mezzo sono sempre gli innocenti, le persone del popolo, la cui vita è rovinata non solo dalla paura per la guerra, ma anche dalle sostanze contenute nelle armi, per esempio l'uranio impoverito, contenuto nelle bombe, provoca malattie molto gravi, spesso letali, alle persone che ci si trovano a contatto.
Le guerre in atto hanno fatto crollare l' economia ed hanno cambiato il modo di vivere di tutti: Basti solo pensare al dopo 11 settembre. La nostra vita non e’ piu’ la stessa i nostri comportamenti sono stati stravolti dalla paura di un terrorismo dilagante,
Sono un fautore della pace in tutte le sue forme e in tutte le salse.
Se le spese per gli armamenti fossero dirottate verso la pace ed investiti nello sviluppo di nuove tecnologie utili al mondo civile avremmo un mondo di estrema propserita’ e benessere.
Mi piace riprende e fare mio il discorso di Martin Luther King “ I have a dream” : la visione del grande King e’ la mia visione e faro’ di tutto nel mio piccolo per perseguirla.
Una visione non limitata alla sola America ma a tutto il mondo dove i bambini Islamici, occidentali, cinesi, di tutte le razze e religioni siano uniti in un abbraccio di pace e prosperita’.

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