la coscienza di Zeno

Materie:Scheda libro
Categoria:Italiano

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Testo

Istituto Professionale “Leonardo Da Vinci”
Anno scolastico 2005-2006
Alunna: Leoni Marta
La coscienza di Zeno – Italo Svevo
La coscienza di Zeno è un romanzo dello scrittore italiano Italo Svevo, pseudonimo di Hector Schmitz,vissuto tra la seconda metà dell’Ottocento ed i primi decenni del Novecento. Il romanzo fu scritto tra il 1919 ed il 1922, pubblicato nel 1923 non riscosse molto successo, infatti,saranno poi i più famosi scrittori Joyce e Montale a “lanciarlo” verso la fortuna. Il romanzo è intitolato “la coscienza di Zeno” perché il protagonista non è capace di abbandonarsi passivamente, come dovrebbe, al flusso dei ricordi, ma vuole invece organizzarli, scrivendo, “secondo coscienza”. Il romanzo è in sostanza senza trama. E’ suddiviso in vari capitoli, corrispondenti al resoconto di diversi episodi e situazioni della vita del protagonista: Zeno Cosmi. Xeno è un anziano ed agiato borghese, che vive coi proventi di un’azienda commerciale, avuta in eredità dal padre, ma vincolata dal padre stesso, per la poca stima che aveva nel figlio, alla tutela dell’amministratore Olivi. I capitoli riguardano il vizio del fumo, la morte del padre, la storia del suo matrimonio, la moglie e l’amante e la storia di un’associazione commerciale, ed infine il capitolo finale Psico-analisi che si ricollega strutturalmente alla Prefazione ed al Preambolo. Il romanzo non è altro che una serie di racconti fatti da Zeno sul proprio passato e scritti per il suo psicanalista, vagamente indicato con la sigla Dottor S. e pubblicati dallo stesso medico per dispetto, quindi Zeno decide di liberarsi di lui, interrompendo la cura, con in più una specie di ricatto sui diritti d’autore. I diversi capitoli rappresentano narrazioni di trame a sé stanti:
* Il fumo: Zeno pensa che la causa della sua malattia sia il vizio del fumo. Decide di liberarsene, prima con propositi precisi fatti a se stesso e vincolati a date scritte un po’ ovunque, sottolineate da un solenne U. S. (ultima sigaretta) e poi facendosi ricoverare in una casa di cura, dove però non passa nemmeno una notte, perché, preso dalla sua solita irragionevole gelosia per la moglie, corrompe l’infermiera e se ne torna bellamente a casa, dove la moglie, fedelissima, lo accoglie con un sorriso.
* La morte del padre: si narra delle civili incomprensioni che dividono padre e figlio. Il padre ha difficoltà a convincersi che il figlio, sempre pronto a ridere a sproposito, sia effettivamente pazzo. Il figlio da parte sua è piuttosto ribelle, ma solo in teoria, dentro di sé insomma, perché oggettivamente si può dire che sia un ragazzo abbastanza tranquillo ed ubbidiente. Ma il padre si ammala di edema cerebrale, e si mette a letto. Il figlio lo vuole curare, lo costringe, anche perché il medico gli ha consigliato di farlo stare a letto, e quando il padre vuole a tutti i costi alzarsi egli usa la forza. Il padre con un ultimo sforzo alza il braccio e muore. La mano ricadendo colpisce il volto del figlio. Uno schiaffo, forse volontario. Questo dubbio Zeno se lo porterà dentro per tutta la vita.
* La storia del matrimonio: Zeno incontra in Borsa Giovanni Malfenti, furbo commerciante, che diventa suo maestro d’affari, amico e suocero, nonché suo secondo padre. Giovanni ha una moglie e quattro figlie: Ada, la bella e la seria, Alberta, la più vicina allo spirito di Zeno, Augusta, la strabica, ed Anna la più piccola, una bimba. Zeno diventa abituale frequentatore del loro salotto e le intrattiene con storielle, che però non piacciono ad Ada, la sorella a cui Zeno le raccontava. La sua corte ad Ada si complica poi per l’arrivo di un rivale, Guido Speier, giovane bello ed elegante e come Zeno suonatore di violino, ma molto più abile. Ada ne è veramente incantata e Zeno è decisamente destinato alla sconfitta, tanto che, attraverso una serie di vicende alquanto comiche, come la proposta di matrimonio fatta in successione e per sbaglio a ciascuna delle tre sorelle maggiori, arriverà a fidanzarsi con Augusta, l’unica che Zeno non avrebbe mai pensato di sposare. Il matrimonio invece si mostrerà molto azzeccato: Augusta sarà veramente la moglie ideale.
* La moglie e l’amante: l’amante si chiama Carla, è una giovane del popolo, che, per continuare i suoi studi musicali, s’affida prima alla beneficenza d’Enrico Copler, amico di Zeno e poi a quella di Zeno stesso. La relazione non turba i rapporti con Augusta, anche perché ovviamente non ne è a conoscenza. Crea solo problemi e contraddizioni dentro la coscienza di Zeno, ma il modo in cui Zeno li supera dà un esempio della sua natura, nonché della sua malattia. Carla poi vuole vedere Augusta, e quando la conosce, ne resta affascinata, sentendo rimorso a tradirla. Carla quindi lascia Zeno e decide di sposare il maestro di musica, che Zeno stesso le aveva procurato. A Zeno, nel frattempo, nasce una figlia.
* Storia di un’ associazione commerciale: racconta della fondazione di una casa commerciale da parte di Guido Speier, e di come viene condotta in malissimo modo. Zeno si offre di aiutarlo nell’amministrazione, ma Guido è veramente un incapace e l’azienda ha i giorni contati. Un affare sbagliato rende la situazione insostenibile. Guido simula un primo tentativo di suicidio ed ottiene dalla moglie un prestito per risollevare la ditta. Ma gli errori da parte sua continuano, aggravati anche dalle perdite in Borsa, e così non gli resta che inscenare un secondo suicidio, ma questa volta per una serie di circostanze imprevedibili, gli va male e muore. Zeno si rivela a questo punto abilissimo: giocando in Borsa riesce a dimezzare il debito del cognato e si conquista in parte la stima di Ada. Ada inoltre è anche molto delusa e triste a perché Zeno non è andato al funerale di Guido. Zeno, infatti, non è giunto in tempo, perché, a causa degli impegni in Borsa, è arrivato all’ultimo momento e, inconsapevolmente, ha anche sbagliato funerale. Ada lascia così Trieste e con i figli si reca in Argentina dai due suoceri.
* Psico-analisi: Svevo mette a fuoco il momento in cui il paziente si ribella alla terapia in cui non crede più. Il medico gli sembra ridicolo, la sincerità impossibile, e la psicoanalisi una serie di soluzioni scontate e prive di novità. Sotto questa forma Svevo prova ad affermare le ragioni della superiorità della letteratura sulla pratica psicoanalitica. Il suo atteggiamento nei confronti della psicanalisi è molto ironico.
I personaggi principali del romanzo sono: il dottor S., Zeno, Augusta, Ada, Giovanni Malfenti, Guido, Carla.
* Il dottor S. anche se passivo nella storia, è importante per il libro giacché è proprio lui ad ordinare la stesura la stesura della biografia a Zeno.
* Zeno Cosmi è il protagonista-narratore del libro, che crede malato,e il testo è la storia della sua vita e delle sue cure. C’è uno sdoppiamento nel personaggio: Zeno che racconta è vecchio, ricco e sano, mentre Zeno del romanzo è malato ed incapace di inserirsi nell’ambiente sociale. È per questo che distingue tutte le persone che incontra in sane o malate. Il nome Zeno deriva dal greco “Xénos” e significa “straniero”: egli è caratterizzato da un’estraneità che lo separa dalle cose, da se stesso e da ciò che gli accade.
* Augusta, moglie del protagonista, fa parte del mondo dei sani, è ingenua, non affascinante, credente, priva di fantasia e molto schematica nel “progettare” la sua giornata, sa essere anche amorevole ed amabile nei confronti del marito.
* Ada, sorella di Augusta, rappresentava la donna ideale per Zeno perché è bella, gentile e con un portamento divino, ma diventa la moglie di Guido.
* Giovanni Malfenti, padre di Ada e di Augusta, era stato sempre per Zeno un esempio: un uomo deciso, robusto e sano aveva rappresentato per il protagonista il padre ideale.
* Guido: il marito di Ada.
* Carla, amante del protagonista, dolce e buona, giovane e molto carina dà tutta se stessa per l’amore di Zeno che troppo tardi si accorgerà del suo affetto.
Il narratore è interno ed assume il punto di vista di Zeno.
L’epoca in cui è ambientato il romanzo coincide con quella dell’autore, cioè dalla seconda metà dell’Ottocento alla Prima Guerra Mondiale.
Il personaggio è unico e non vi sono altri personaggi principali se non sdoppiamenti del protagonista; il lessico non è ricercato ma lasciato al caso; i fatti non seguono un ordine cronologico ma si affidano alla capacità di ricordare del narratore; la fabula quindi non corrisponde all’intreccio: il contenuto non è più la storia, ma le memorie del personaggio che permettono all’autore di analizzarne l’analisi.
Nel romanzo la divisione tra autobiografia e racconto distrugge la struttura del romanzo classico. La coscienza di Zeno fonda un modello di letteratura diverso, ma l’autore non ne è consapevole fino in fondo. Nel romanzo sono presenti l’imprevedibilità, l’ambiguità e anche la falsità, visto che i racconti stesi da Zeno sono sicuramente parziali e sviluppano solo i fatti utili alla sua cura.
Il romanzo è costruito sulla rimozione della verità. La verità è, per Svevo, l’equivalente della salute: due valori assolutamente privi di valore assoluto, sottoposti allo svolgersi della vita. Alla verità lo scrittore contrappone la parodia, cioè il suo contrario. La verità implica l’immobilità, la parodia il movimento.
La dialettica tra malattia e salute è un altro dei motivi centrali del romanzo. La “salute” non può essere assenza di coscienza. Una salute come quella della moglie è una malattia e la malattia ,intesa come acquisizione di una maggiore consapevolezza di sé e del proprio rapporto con la realtà, è invece la rischiosa “salute. Svevo vuole dire che per vivere in pieno la propria vita è necessario avere coscienza della propria coscienza. Scrivere diventa quindi un vero esercizio della salute, perché necessita la riflessione, che conduce alla verità di sé e al proprio rapporto con la realtà.

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