L'effetto serra

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Testo

Cos’è l’effetto serra
Alcuni dei gas presenti nell'aria, detti "gas serra", hanno la capacità di assorbire il calore di quella quota di radiazioni solari che una volta "rimbalzate" sulla superficie terrestre sfuggirebbero poi verso lo spazio: più cresce la loro concentrazione, e più aumenta la quantità di calore intrappolata nell'atmosfera e dunque, tendenzialmente, la temperatura sul nostro pianeta. Sono "gas serra' l'anidride carbonica (CO2), i clorofluorocarburi (CFC), il metano (CH4), l'ossido di azoto (N20), l'ozono troposferico (03). La concentrazione dei 'gas serra" nell'atmosfera cresce sia per l'aumento delle emissioni sia, nel caso dell'anidride carbonica, per la sistematica distruzione di milioni di ettari di foresta: gli alberi, infatti, agiscono da veri e propri "accumulatori" di carbonio, e per ogni ettaro di foresta bruciato cresce quindi di un po' la quantità di anidride carbonica liberata nell'aria, e con essa l'effetto serra.

A partire dalla rivoluzione industriale, la concentrazione dei "gas serra" nell'atmosfera è progressivamente aumentata: era di 280 parti per milione alla metà dell'Ottocento, è oggi di 370 parti per milione. Parallelamente, si è verificato anche un graduale aumento della temperatura media, che negli ultimi anni ha subìto un'accelerazione: gli anni '90 sono stati il decennio più caldo a memoria d'uomo, e al '98 è toccato il record di anno più caldo mai registrato.
Le cause
A provocare l'effetto serra sono l'anidride carbonica, i clorofluorocarburi, il metano, l'ossido di azoto, l'ozono troposferico: gas la cui concentrazione aumenta sempre di più per una serie di cause tutte legate ad attività umane. Gran parte della responsabilità per il progressivo riscaldamento del nostro pianeta va addebitata al modello energetico dominante: l'80% delle emissioni di anidride carbonica, il principale "gas serra", proviene dalla combustione del carbone, del petrolio e del metano, dunque dall'attività delle centrali termoelettriche, dai fumi delle industrie, dagli scarichi delle automobili. Ma sotto accusa ci sono anche i fertilizzanti azotati usati in agricoltura, che oltre ad alimentare il fenomeno dell'eutrofizzazione che sta uccidendo decine di laghi e mari, tra cui l'Adriatico, sono anche responsabili di buona parte delle emissioni di ossido di azoto.
Infine altri due "imputati" di primo piano sono i clorofluorocarburi responsabili della distruzione della fascia di ozono, la cui produzione per fortuna è in rapida diminuzione, e la deforestazione, che nelle foreste tropicali procede al ritmo di un campo di calcio al secondo.
Quanto alla parte di "colpa" delle varie aree geo-politiche del mondo, il dato che salta subito agli occhi e che oltre la metà delle emissioni di anidride carbonica e degli altri "gas serra" viene dai Paesi industrializzati - Stati Uniti, Unione europea, Canada, Giappone, Australia - dove vive appena un quinto della popolazione mondiale.
Gli effetti
Se le emissioni dei "gas di serra" in atmosfera proseguiranno ai ritmi attuali, dovremo attenderci nei prossimi decenni un riscaldamento globale del pianeta compreso tra 1 e 3,5 gradi centigradi. Le conseguenze di questo aumento della temperatura sarebbero catastrofiche a vari livelli.
Innalzamento del livello dei mari
Il riscaldamento provocherebbe il parziale scioglimento dei ghiacci e un'espansione termica degli oceani, con un innalzamento prevedibile del livello dei mari di 15-95 centimetri. Regioni come la Florida, la Louisiana, la zona costiera giapponese o il Delta del Po, Paesi come il Bangladesh o l'Egitto, arcipelaghi come le Isole Marshall, città come Atene, Boston, Tokyo, Nuova Delhi, Amsterdam, Londra, Leningrado, Venezia o Trieste potrebbero venire parzialmente sommerse.

Alterazioni climatiche
I periodi di siccità, che già in questi anni si sono estesi dalle latitudini equatoriali a molte regioni temperate in Europa e negli Stati Uniti, si moltiplicherebbero, e vaste aree intensamente coltivate che oggi forniscono grano e cibo a tutto il mondo, come le grandi pianure nordamericane ma anche in parte la Pianura Padana, potrebbero diventare zone aride non adatte all'agricoltura. Al tempo stesso, l'aumento della temperatura produrrebbe un'intensificazione e una maggiore estensione di eventi meteorologici estremi come alluvioni, inondazioni, cicloni tropicali.
Effetti sanitari
Quanto più crescerà la temperatura sulla Terra, tanto più aumenterà anche l'incidenza e la diffusione di malattie tropicali. Secondo alcune stime, per esempio, se non verrà fermato l'effetto serra la parte della superficie terrestre a rischio-malaria passerà dal 45% al 60%.
Distruzione delle specie animali
La febbre del pianeta accelererebbe l'estinzione di migliaia di specie animali e vegetali, non più in grado di sopravvivere nelle mutate condizioni climatiche. Lo scioglimento dei ghiacci potrebbe compromettere irrimediabilmente interi ecosistemi. Tra le specie più a rischio orsi polari e pinguini, salmoni e trichechi, foche e tigri, e poi ambienti già oggi fortemente minacciati come le barriere coralline. Infine, si assisterebbe alla crescente tropicalizzazione di mari "temperati" come il Mediterraneo, dove la fauna e la flora autoctone verrebbero progressivamente soppiantate da specie provenienti dai mari del sud.
I rimedi
La minaccia dell'effetto serra è conosciuta da molti anni, ma i governi faticano maledettamente a compiere gli atti necessari per fermarla. Il petrolio e gli altri combustibili fossili, cui si deve gran parte delle emissioni, continuano a farla da padroni nei sistemi energetici dei Paesi più ricchi, mentre restano al palo le fonti "pulite" e si fa pochissimo per promuovere il risparmio energetico. In base al Protocollo di Kyoto firmato nel 1997, le nazioni industrializzate hanno preso l'impegno di ridurre le emissioni di anidride carbonica di almeno il 5% entro il 2008-2012 rispetto ai livelli del '90: un obiettivo troppo timido, visto che molte delle conseguenze previste in caso di riscaldamento del pianeta sono già in parte una realtà, e in ogni caso un obiettivo che rimane lontanissimo. In particolare l'Italia, che si è impegnata a ridurre del 6,5% entro il 2010 rispetto al '90 le emissioni di CO2, finora ha fatto assai poco per centrare l'obiettivo, tanto che oggi le nostre emissioni sono addirittura cresciute di oltre il 7%. Un ritardo, oltretutto, doppiamente autolesionista, perché quasi tutte le misure utili ad abbattere le emissioni di CO2 servirebbero anche a combattere l'inquinamento atmosferico e a ridurre la dipendenza energetica del nostro Paese dal petrolio.
Consigli pratici per tutti coloro che nella vita di ogni giorno vogliono dare una mano a fermare l'effetto serra:
Pianta e fai piantare nuovi alberi
L'albero è una delle risposte della natura al riscaldamento del pianeta. Come la deforestazione fa crescere di continuo l'anidride carbonica presente nell'aria, così ogni nuovo albero "cattura" in media, quando è in fase di crescita, circa 6 chili di anidride carbonica all'anno.
Scegli ogni volta che puoi il mezzo pubblico
Quando guidi un'automobile contribuisci alle emissioni dei gas serra, che nei paesi sviluppati sono causate per circa un terzo dal sistema dei trasporti. Meno automobili, più mezzi pubblici: è la ricetta per arrestare l'effetto serra e vivere in città meno inquinate.
Scegli elettrodomestici e lampade meno energivori
Più è alta l'efficienza energetica del tuo frigorifero, della tua lavatrice o lavastoviglie, delle tue lampadine, e più risparmi denaro e contribuisci a diminuire il fabbisogno di centrali termoelettriche. Esistono in commercio elettrodomestici che consumano il 30-40% di energia in meno di quelli tradizionali, e lampade fluorescenti che costano un po' di più ma consumano un quarto dell'energia e durano molto più a lungo delle altre.
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