Il trattato nella civiltà rinascimentale

Materie:Riassunto
Categoria:Italiano
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Testo

Il trattato nella civiltà rinascimentale, Macchiavelli e Guicciardini
Il trattato nella civiltà rinascimentale
I trattati sono di fondamentale importanza nel ‘500, la funzione del trattato è di creare nuovi costumi e nuovi modelli di vita come “Il cortigiano”. Il trattato serve anche a coniare nuovi termini e a rafforzare la lingua emergente volgare, la maggior parte dei testi è scritta con questo linguaggio. Il trattato scritto in lingua latina, sempre meno presente, rimane legato alla filosofia e alla scienza.
Il trattato in volgare rimane legato ad amore, costumi, linguaggio letterario e politica (semplifica argomenti complessi in modo che il popolo possa comprenderli); il trattato assume quindi una funzione pedagogica.
Tipi di trattati:
➢ Modelli di comportamento: - Vita politica ==> “Principe” di Macchiavelli.
- Vita cortigiana ==> “Il cortegiano”.
- Vita amorosa ==> es. tecniche di corteggiamento.
- Comportamento ==> “Galateo”.
- Parodie ==> es. insegnare a fare la prostituta.
➢ Modelli artistici: - Pittura.
- Scultura.
- Architettura.
➢ Modelli letterari: - “Prose della volgar lingua” di Pietro Bembo
il quale analizza il linguaggio letterario (lessico e grammatica) da Petrarca nella poesia e da Boccaccio nella prosa.
Discussione sulla lingua italiana con tre proposte:
➢ Castiglione ==> propone la lingua cortigiana (insieme delle parlate volgari colte).
➢ Macchiavelli ==> propone come lingua il fiorentino contemporaneo.
➢ Bembo ==> propone il fiorentino trecentesco ma fa una distinzione tra lingua
parlata e scritta dove prende come modelli Petrarca nella poesia e
Boccaccio nella prosa.
Pietro Bembo
Il “Prose della volgar lingua” è un trattato scritto in fiorentino trecentesco (Bembo era contrario al fiorentino contemporaneo). È composto da tre libri dove affronta i seguenti problemi: nel primo libro è presente un dibattito su quale lingua sia migliore tra il latino e il volgare, nel secondo si fissano le qualità che rendono bella una lingua e il terzo è un vero e proprio libro di grammatica toscana trecentesca do ve si descrivono il nome, l’aggettivo, il pronome, il verbo e il participio.
Gli argomenti presi in considerazione sono:
➢ La gloria legata ai posteri.
➢ L’arte letteraria è destinata ad un pubblico colto con linguaggio altolocato.
➢ L’imitazione dei grandi modelli come Cicerone e Virgilio (per il latino), Petrarca e Boccaccio (per il volgare).
➢ L’imitazione dei grandi del passato per aspirare all’eternità.
L’ideologia: La letteratura è di tipo elitario e non ha nessuna funzione sociale, è molto curata nella forma (priva di contenuti) che è perfetta e porta alla gloria.
Ariosto critica la ricerca della gloria sia verso i signori che verso i letterati.

Baldassar Castiglione
La trattatistica sul comportamento è composta da due modelli principali:
➢ Idealismo ==> modello di comportamento che tende alla formazione.
➢ Realismo ==> modello di comportamento che tende alla realtà.
Il “Cortegiano” è composto da quattro libri (trattato per modelli di comportamento maschili e femminili):
➢ 1° Libro ==> Grazia (disinvolto).
➢ 2° Libro ==> Altre qualità : - abilità nei tornei, nel cantare e ballare.
- ideale della mediocritas.
- atteggiamento sobrio (non eccedere nel vestirsi e nell’atteggiarsi).
➢ 3° Libro ==> La Donna deve essere aggraziata, elegante ma sempre casta.
➢ 4° Libro ==> Rapporto tra cortigiano e signore (il cortigiano deve essere un buon consigliere e non un adulatore).
Trattatistica politica:
Nell’opera Utopia, parola coniata dal filosofo inglese Tommaso Moro, delineò il modello di una società fondata sul principio di uguaglianza.
Pietro Arentino
Pietro Arentino si schiera dalla parte opposta rispetto a Bembo e Castiglione, ha come oggetto delle sue scritture l’uomo libero (opposto al cortigiano) e scrive testi come la “Cortigiana” in stile comico. Le opere di Arentino sono in gran parte parodie come “L’arte puttanesca” in stile popolare e comico di argomento osceno che creano degli antimodelli (in contrasto con le opere di Bembo e Castiglione che seguivano dei modelli e trattavano argomenti elevati).

Macchiavelli e Guicciardini
La situazione a Firenze dalla fine del 1400 a metà del 1500:
fine 1400|-------|1498|------------|1512|-------|1527|------------|1530|-------|metà 1500
Medici Repubblica Medici Repubblica Medici
Macchiavelli e Guicciardini avevano un impegno politico e civile (umanesimo civile) ed erano personalità di livello internazionale (avevano contatti con sovrani e papi).
Tra il 1498 e il 1512 nel periodo dalla Repubblica ==> Macchiavelli (contro i Medici) si occupa di attività politiche e ha un incarico di segretario della Repubblica con incarichi amministrativi e diplomatici.
Tra il 1512 e il 1527 nel periodo dei Medici ==> Macchiavelli si occupa di attività letterarie, è escluso da attività politiche ed è costretto ad un ozio forzato.
Macchiavelli muore nel 1527.
Tra il 1498 1530 nel periodo della Repubblica e nel periodo dei Medici ==> Guicciardini svolge sia l’attività politica che letteraria. Nell’attività politica collabora con la prima repubblica, con i Medici e i suoi papi (lega di Cognac del governatore di Romagna con Clemente VII contro Carlo V). Per quanto riguarda l’attività letteraria scrive contemporaneamente ai suoi impegni politici.
Macchiavelli
Trattato di politica ==> Il “Principe”
Il “Principe” è un programma politico basato sul principe che punta a risolvere la crisi degli stati italiani e a creare una teoria generale per la risoluzione. Ci sono due aspetti per il modello del principe:
➢ Virtù contro fortuna: - Essere un uomo d’ingegno.
- Saper adeguarsi alle circostanze (essere prudente e audace).
- Avere la capacità di dominare il caso.
➢ Autonomia della politica rispetto alla morale:
- La condotta del principe non deve essere condizionata dalla morale comune.
- La condotta del principe deve essere determinata dal bene dello stato (ragion di stato).
Le caratteristiche dell’opera di Macchiavelli il “Principe” sono:
➢ Trattato ==> è un saggio nel quale l’autore espone e dimostra le proprie idee e teorie che si basano su un ragionamento.
➢ Realismo ==> viene analizzata una situazione concreta, si propone un nuovo modello concreto a sostituzione di quello esistente.
➢ Linguaggio ==> viene utilizzato il latino, il volgare fiorentino quotidiano e un linguaggio tecnico.
➢ Figure retoriche ==> similitudini e metafore (vengono usate solo le più semplici).
Stato della chiesa ==> la chiesa non è vista di buon occhio da Macchiavelli in quanto impediva l’unità d’Italia e rivendica il patriottismo.
Ci sono diversi tipi di principato: - Nuovo. - Ereditario. – Misto.
Il “Principe” è un’opera suddivisa in ventisei capitoli:
➢ Capitoli da 1 a 11 ==> Riguarda diversi tipi di principato.
➢ Capitoli da 12 a 14 ==> Affronta il problema delle milizie mercenarie e delle milizie proprie.
➢ Capitoli da 15 a 23 ==> È centrata sui comportamenti e sulle virtù che si addicono ad un principe.
➢ Capitoli da 24 a 26 ==> Esamina la situazione italiana e il problema della fortuna e del suo potere sulla vita degli uomini.
➢ Capitolo 26 ==> È dedicato all’esortazione finale rivolta ai Medici (sprona i Medici a creare l’unità d’Italia).
I “Discorsi”
È un’opera che commenta i lavori storici di Tito Livio. Macchiavelli ha iniziato a scrivere quest’opera, la ha interrotta per scrivere il “Principe” e la ha terminata successivamente. Questa opera è divisa in due libri che hanno come oggetto la repubblica:
➢ Libro I, politica interna ==> religione (critica la religione cristiane e porta come esempio da seguire quella dell’antica Roma dove l’imperatore è un Dio).
➢ Libro II, politica estera ==> milizie (critica i soldati mercenari o compagnie di ventura che combattono per chi paga di più ed esalta le milizie).
Il “Principe” è una forma di governo che serve a dare le basi ad uno stato, per mantenere lo stato fiorente bisogna però creare una repubblica costituzionale (se si mantenesse la dittatura o il principato si perderebbero dei consensi).

Possibili forme di governo:
➢ Monarchia limitata ==> come può essere la monarchia costituzionale d’Inghilterra.
➢ Oligarchia ==> poche persone al comando, può essere di aristocratici o classi basse.
➢ Repubblica mista ==> crea una conflittualità tra classi sociali (è la preferita da Macchiavelli).
Teoria dell’anaciclosi:
➢ Un monarca tende alla dittatura.
➢ L’aristocrazia tende a diventare oligarchia.
➢ La repubblica tende all’anarchia.
Guicciardini
Macchiavelli nelle sue opere ricerca una forma di governo sempre valida nel tempo (principe e repubblica), una legge generale. Guicciardini invece ritiene impossibile trovare una forma di governo sempre valida e si affida all’analisi singolare di ogni caso, analisi dell’esperienza. Macchiavelli sintetizza la situazione mentre Guicciardini la analizza.
Guicciardini è contro la democrazia (ritiene il popolo un animale pazzo), è contro la tirannia (il potere del singolo tende ad essere bestiale e crudele) mentre è a favore dell’aristocrazia cittadina (impedisce al popolo di governare e impedisce la salita al trono di un tiranno).
L’aristocrazia cittadina era composta da:
➢ 150 aristocratici che formavano il consiglio
➢ 10 aristocratici (consiglio ristretto)
➢ 1 confaloniere (organizzatore).
Il concetto fondamentale di questa aristocrazia cittadina è il relativismo, ogni caso va analizzato singolarmente (osservato e fatte delle esperienze). L’analisi e l’ipotesi devono essere sempre fatte utilizzando la ragione che è l’unico modo attraverso il quale si può considerare un problema nella sua pienezza e complessità.
I “Ricordi” di Guicciardini
Le due parole chiave di quest’opera sono “discrezione” e “particulare”. “Discrezione” deriva da discernere e implica la capacità a distinguere caso da caso. Il “particulare” ha un significato teorico che riconduce all’arte logica della “discrezione”.
➢ Ricordi numero 6, sulla discrezione ==> esprime la sua opinione sul modo in cui parlare delle cose del mondo che deve essere singolare in base al variare delle circostanze, questa è considerata da Giucciardini come una regola.
➢ Ricordi numero 30, sul futuro (fortuna) ==> Guicciardini dice che la fortuna non si può controllare mentre Macchiavelli dice che il principe forte e virtuoso era in grado di dominare la fortuna o il caso.

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