Il tempo di Ariosto

Materie:Tema
Categoria:Italiano

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Data:17.03.2009
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Testo

TEMA SU ARIOSTO
1500. Un’epoca caratterizzata dalle corti rinascimentali, dai valori cortigiani di decoro, fedeltà e bellezza, ma allo stesso tempo dalla consapevolezza di un equilibrio turbato, di una condizione di crisi e precarietà causati dall’intervento militare straniero. Tutti i pilastri della vita cinquecentesca sono in decadenza: l’aspetto sociale, la politica, la religione e il benessere. In questo momento storico in cui Ariosto compone l’orlando furioso, i valori feudali sono ormai da tempo in crisi e quasi decisamente tramontati. L’autore scegliendo di narrare della cavalleria, da una parte guarda con nostalgia alla nobiltà di quella cultura, ma da un’altra parte è fortemente deciso a rinnovare i vecchi valori. Lo stesso eroe protagonista, orlando, non ha più l’integrità dei cavalieri medievali, ma è percorso da una follia che ne rende inspiegabili le azioni. Il filone centrale dell’opera ariostesca narra dell’amore provato da orlando nei confronti di angelica, al punto tale di abbandonare la guerra tra cristiani e saraceni per partire alla ricerca dell’amata. Dopo numerose vicende giunge in un bosco dove scopre che, leggendo i nomi intagliati sugli alberi, angelica ha sposato medoro, un soldato saraceno. È qui che inizia la pazzia di orlando, che comincia a vagare distruggendo tutto ciò che gli si presenta durante il cammino. Attraversato lo stretto di Gibilterra a nuoto arriva in africa dove viene riconosciuto dall’amico astolfo. Quest’ultimo con l’aiuto di un ippogrifo giunge Sulla luna dove è radunato tutto ciò che si perde nel mondo per colpa degli uomini o della fortuna: la fama, le preghiere, le lacrime e i sospiri degli amanti, i progetti e i desideri. Trova le corone degli antichi re e i doni che venivano lori elargiti sperando che fossero ricambiati con favori, ma in mezzo a tutto ciò non trova la pazzia perché è tutta sulla terra. C’è un monte più grande degli altri con il senno delle persone e qui oltre a quello di Orlando trova anche il suo e quello di tante persone di cui non sospettava che lo avessero perso. La terra è per questo il regno della pazzia, e pazzia è tutto quello che l’uomo vi compie. Forse proprio questa ricerca con l’approfondimento dell’animo umano portano quest’opera ad essere molto più vicino a noi più di quanto possiamo immaginare. Per Ariosto la condizione umana appare dominata da forze oscure e misteriose che ne minacciano l’equilibrio in assenza di un sistema di valori stabili e certi. I personaggi dell’orlando rappresentano l'immensa varietà degli atteggiamenti dell'uomo investito dall'infinita gamma dei sentimenti. Ariosto presenta la donna come un’opportunista che sa usare gli uomini per i suoi scopi come fa Angelica, rendendola molto vicina al modello di donna moderna, ma anche le altre protagoniste femminili dell’opera possono essere considerate personaggi a noi contemporanei. Un esempio è brandimarte che fa di tutto per il suo amore. Dall’opera si evince anche l’inutilità dei valori terreni quali la fama, la ricchezza e la bellezza perché come ben sapeva Ariosto, una volta morti, tutti tornano a pari livello sociale e i beni accumulati in vita rimangono sulla terra. Sull’opportunismo Ariosto descrive la situazione della corte in cui viveva, parlando dei comportamenti dei cortigiani sempre alla ricerca di favori da parte dei potenti. Questo caratterizza fortemente la sua vita, infatti rifiuta di seguire il cardinale Ippolito d’Este, alle cui dipendenza aveva lavorato sin dalla morte del padre, in Ungheria sia a causa delle sue condizioni precarie di salute, sia alla prostrazione di essere trattato da servitore e vedere ogni giorno davanti ai propri occhi la corruzione della corte. Per questo decide di accettare l’invito del fratello di Ippolito, Alfonso d’Este, dove finalmente può dedicarsi alla sua vera passione, la scrittura. Nell’orlando, oltretutto, vengono raccontate delle verità che ancora oggi tutti noi viviamo: l’amore non apprezzato e non corrisposto, i desideri perseguiti con affannosa tensione e mai appagati, l’inutile correre degli uomini dietro le proprie illusioni. La pazzia, la vanità, le illusioni dimorano stabilmente sulla Terra, mentre il senno e il raziocinio sono sulla luna che simboleggia qualcosa di alieno e irraggiungibile. La follia resta tuttora un evento perturbante e misterioso che scatena quegli istinti elementari dell’animalità. È con questa animalità non mai del tutto redimibile dalle convenzioni sociali e dai valori civili cha siamo chiamati a fare i conti in ogni occasione della vita individuale e a volte in duri momenti della storia collettiva. Per questo essa che ci spaventa allo stesso tempo ci affascina.

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