Il romanzo

Materie:Riassunto
Categoria:Italiano

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Testo

IL ROMANZO
Il romanzo moderno nasce in Inghilterra nell’700. Si posso distinguere 3 tipi fondamentali di impianto narrativo:
-ROMANZO EPISTOLARE, inaugurato da Richardson con Pamela e Clarissa:
-ROMANZO PSEUDO-AUTOBIOGRAFICO, inaugurato da Defoe con Robinson Crusoe;
-ROMANZO IN FORMA EPICA, il cui esponente principale è Fielding, con Tom Jones, dove, a differenza dei primi due tipi in cui la narrazione avviene in prima persona dal protagonista stesso, la storia è raccontata dalla voce fuoricampo di un narratore anonimo, esterno ai fatti narrati, onnisciente. Per quanto riguarda il romanzo epistolare, nell’800 in Italia si ha ancora l’Ortis di Foscolo e Storia di una capinera di Verga, ma, la forma destinata a dominare è quella del romanzo in forma epica. È quella che il Manzoni adotta nei Promessi Sposi. Sino alla metà dell’800, il romanzo in Italia è quasi esclusivamente storico e segue il modello scottiano-manzoniano. Forme simili vengono anche adottate da due grandi romanzieri francesi del primo ‘800, Balzac e Stendhal. In Inghilterra appartiene a questo tipo La fiera della vanità di Tackeray. Non mancano però, in Italia, esempi di romanzi nella forma pseudo-autobiografica, in cui sono i protagonisti a raccontare la propria storia: il più notevole è Le confessioni di un Italiano, di Ippolito Nevio. Nella narrativa inglese, l’esempio più famoso in questa forma è David Copperfield e Charles Dickens.
Lo sfondo è storico, così come i personaggi. Scott fa parlare i contadini con la lingua colta. Manzoni, invece, fa corrispondere la lingua allo status sociale del personaggio. Anche gli anacoluti (=errori), servono a caratterizzare meglio i personaggi. Nella seconda metà dell’800 si affaccia il Realismo.
IL ROMANZO REALISTICO
Il romanzo realistico si caratterizza per:
1 - la vita quotidiana di persone dalle mediocre condizione sociale è rappresentato in forma seria, tragica, mentre ancora nell’700 era offerta in luce comica o satirica (Fielding), oppure in forma didattico-moralistica o poetica (Richarson).
2 – il romanzo realista non colloca più i personaggi su uno sfondo generico, ma stabilisce una connessione organica tra l’individuo, le caratteristiche psicologiche, il suo comportamento e le caratteristiche di un particolare ambiente sociale, in un particolare momento storico.
3 – della società contemporanea non vengono dati singoli quadri parziali, ma è offerta una rappresentazione totale.
4 – l’individuo rappresenta le caratteristiche di un determinato tipo sociale (giovane-piccolo borghese di provincia che aspira al successo, finanziere privo di scrupoli, ecc), però non di riduce ad un’astrazione: il personaggio pur nella propria tipicità che esemplifica le caratteristiche di una categoria, evidenzia anche una individualità completa, inconfondibile.
5 – questa rappresentazione così approfondita della realtà sociale diviene necessariamente anche critica. Il romanzo realistico non dà un rappresentazione “fotograficamente” neutra della realtà sociale, ma porta alla luce in modo critico, le tendenze di fondo.
6 – sul piano dei procedimenti narrativi, il romanzo realistico adotta il modulo della narrativa del primo ‘800: la voce narrante esterna è onnisciente, descrive ambienti, si introduce nella coscienza di tutti i personaggi, formando le motivazioni dei loro atti, ecc.. Questo modulo narrativo rivela una fiducia nella possibilità di dominare intellettualmente la complessità del reale. Nel romanzo del secondo ‘800 questa visione organica e totale entrerà in crisi. Lo scrittore adotterà un punto di vista narrativo ristretto e parziale, che coincide con la coscienza di un personaggio oppure, come avviene in Verga, soluzioni molto particolare che mettono in crisi il ruolo del narratore onnisciente.
IL ROMANZO NATURALISTA
Il romanzo naturalista ha come principale caratteristica l’impersonalità del narratore, oltre che una grande fiducia nel progresso. Si diffonde l’idea che si può indagare la società come di indaga il corpo umano. Quando si parla di romanzo naturalista non si può tralasciare la figura di Zola.
IL ROMANZO SPERIMENTALE
L’autore osserva la realtà come se l’osservasse con un microscopio. Zola rivendica la figura dello scrittore come scienziato. I personaggi di Zola appartengono a tutte le classi sociali, sono preferiti quelli appartenenti ai ceti più poveri.
Nella vicenda del romanzo italiano del primo ‘900, si possono distinguere due filoni essenziali:
il romanzo decadente e il romanzo verista.
IL ROMANZO DECADENTE
Il romanzo decadente con Malombra di Fogazzaro si afferma un nuovo tipo di personaggio che attraverso D’annunzio, Pirandello, Svevo, Bergese, caratterizzerà gli scritti di Pavese e Moravia. È i personaggio delle inquietudini continue, dei laceranti traumi interiori, un uomo che è sempre sotto l’assillo di voci opposte, di contrasti cupi anche se diversi nelle loro sorgenti recondite e personali: aspirazioni religiose e richiami sensuali, ideali sociali e interessi egoistici, fiacchezza di volontà e segni di affermazione. Con Fogazzaro il romanzo verista viene scardinato, l’accento batte su impressioni animistiche della natura, su grandi personaggi ricchi di fascino patetico, sull’indagine di forze oscure dell’animo umano, su incontri e corrispondenze segrete tra anime e cose (Petronio). Per capire il romanzo decadente, bisogna rifarsi alla cultura l’oltralpe di fine ‘800 e in particolare a Baudeleire che , in verso costruiti in forma raffinatissima, riversa tutta l’angoscia dell’uomo che, in un succedersi di analisi documentose di noia esistenziale, è attratto dalle passioni e insieme si sente oppresso dal disgusto di sé, aspirando invano ad un mondo ideale fatto di bellezza e di sublimità. Il romanzo decadente arriva fino a Moravia.
IL ROMANZO VERISTA
Tra la fine dell’800 e i primi decenni del ‘900, esiste un filone narrativo autoctono, intento a proseguire la tradizione verghiana di un realismo concreto, nell’osservazione attenta ai problemi della nostra terra, alle pene degli umili e dei poveri, alla passioni e ai contrasti che affondano le radici in situazioni secolari della nostra gente. La maggiore rappresentante è Grazia Deledda, che ricollegandosi almeno in parte al romanzo di Dostojesky, tende non tanto alla ricostruzione realistica di certe forme di vita, ma ad indagare il senso del peccato, il desiderio dell’aspiazione, la fragilità dell’uomo e la forza del destino. Autori veristi sono: Capuana, Federico De Roberto, Matilde Serao, ecc).
IL ROMANZO FUTURISTA
Esso si caratterizza non tanto per l’esaltazione della macchina, della velocità, della violenza, della guerra, quanto per la canzonatura condotta in maniera fabiesca e scherzosa, regola gli aspetti del vivere comune, di valori tradizionalmente accettati di gusti e di passioni.
IL ROMANZO PSICOLOGICO
I “rondisti” si rivolsero alla realizzazione di una buona letteratura, con la ricerca di uno stile pulito ed armonico, che, sotto la lezione dei classici, restaurasse l’impostazione logica e la struttura sintattica, dando ordine ed equilibrio a tutta la composizione. Ricordiamo: Federico Tozzi (3 Croci), in cui compaiono personaggi capaci di affrontare la vita, uomini malati nella volontà, privi di ideali, inetti.
IL ROMANZO DI OPPOSIZIONE
Intorno alla rivista Solaria, nel corso degli anni ’30, si sviluppano due tipi di scrittori. Il primo gruppo (Gianna Mancini, Alessandro Bonsanti, Tommaso Landolfi, Arturo Loria) è costituito da scrittori che tendono alla squisitezza stilistica e ad un pubblico colto e le loro pagine sono altamente evocative, gli scorci appassionati della memoria si trasfigurano in raffinate atmosfere, in note liriche e magiche (Gorizio Viti). Il secondo gruppo, pur conservando il gusto e la tecnica della rievocazione lirica dei dati della memoria, si impongono soprattutto per l’accentuazione dell’elemento realistico e dell’atteggiamento di opposizione al regime. Criticamente mettono in evidenza l’arretratezza secolare e i soprusi delle popolazioni del nostro Mezzogiorno (Alvaro, Iovine, Vittoriani, Brancati).
IL ROMANZO NATURALISTA
Nella raccolta dei saggi “Il romanzo sperimentale”, Zola sottolinea la caratteristiche che distinguono il nuovo movimento del realismo della narrativa precedente: il narratore naturalista prosegue il lavoro dello scienziato, e il suo compito è quello di far “intraprendere al romanzo il cammino della scienza, in conformità con l’evoluzione del secolo” (Zola). Zola afferma l’omologia arte-scienza, prendendo a modello quest’ultima nei termini in cui la concepiva il positivismo, che pretendeva di applicare allo studio dell’uomo le modalità di indagine tipiche delle scienze della natura: la realtà, anche quella sociale o psicologica, è sottoposta a leggi naturali che presiedono a quanto accade e può accadere; pertanto, individuando tali leggi, è possibile pervenire alla conoscenza oggettiva della realtà. Queste concezioni stanno alla base del determinismo naturalista, secondo cui, i fatti narrati sono gli effetti di cause materiali, precisi e verificabili, che lo scrittore mette in luce e analizza nella sua opera. La narrativa per Zola è quindi opera di sociologia e di fisiologia, e contribuisce (differenza con Verga), a migliorare la conoscenza della società, giungendo ad esplorare i lati oscuri dei sentimenti. Una simile teoria si basa sull’ingenuo presupposto che lo scrittore sia un osservatore neutrale in grado di “fotografare” la realtà e giungere alla verità. Zola si propone di offrire attraverso il romanzo un’analisi dettagliata dei drammatici problemi tipici della moderna società industriale, con intenti riformisti. Le caratteristiche del nuovo modello di romanzo sono: scelta di un soggetto rigorosamente contemporaneo, o comunque ambientato in periodi storici molto vicini al presente; assoluta verosimiglianza del materiale narrativo grezzo tale da dare l’impressione al lettore di leggere un articolo di cronaca; predilezione per le vicende drammatiche e passionali che affondano le loro radici in qualche problema sociale o in qualche patologia dei personaggi; tendenza ad inserire la vicenda in un quadro ambientale tanto precisamente rappresentato da offrire lo spaccato di una società; l’assunzione (teorica) del canone dell’impersonalità secondo cui dal romanzo vengono esclusi commenti e giudizi da parte del narratore, lasciando che i fatti riferiti parlino da se, in realtà il punto di vista mutevole (interno ed esterno) porta l’autore a manifestare la propria opinione in maniera indiretta (punto di vista interno). Dal punto di vista linguistico, Zola ricorre al discorso indiretto libero, ad una serie di frasi fatte e luoghi comuni, banalità spesso al limite della volgarità.
ROMANZO VERISTA
La tecnica narrativa verghiana tende a fare scomparire la prospettiva dell’autore, ad assumere quella dei personaggi (regressione) una fitta rete di voci narranti popolari viene così riportata attraverso il ricorso al discorso diretto o soprattutto indiretto libero. Le metafore, le similitudini, la lingua stessa sono coerenti con questa impostazione e riflettono lo sforzo di adottare l’ottica di un narratore popolare. In tal modo può il punto di vista della voce narrante non coincide con quella dell’autore, che sparisce “regredendo” in un narratore incolto e primitivo (cosa che non accade in Zola): è questo l’artificio di regressione. Lo scarto tra il punto di vista della voce narrante e il punto di vista dell’autore è poi alla base dell’artificio di straniamento, per cui viene rappresentato come strano ciò che è normale e viceversa.

Esempio



  


  1. Enrica

    Salve! Sto cercando romanzi autobiografici o vere e proprie autobiografie. Periodo (non è necessario che sia coperto per esteso) dall'unità d'Italia alla fine della II guerra mondiale. Ambientazione: Italia del nord (in particolare Liguria). Temi: vita in famiglia, lavoro, disoccupazione, emigrazione, sessualità, barriere sociali [email protected]

  2. claudia

    mi serve per l'esame, è importante