Il dottorino - Ciao, don Camillo - Guareschi

Materie:Riassunto
Categoria:Italiano

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Testo

Ciao, don Camillo – Guareschi
Il dottorino (pg 185)

Questo mese abbiamo dovuto leggere “Ciao, don Camillo” di Giovanni Guareschi, uno dei più importanti intellettuali civili italiani del Novecento. Nato nel 1908 a Parma iniziò giovanissimo a fare il giornalista nella città emiliana, ma presto si trasferì a Milano. Guareschi era povero, ma dall'animo forte, perciò si mise a scrivere per la rivista umoristica dell'epoca, il "Bertoldo" non curandosi affatto delle possibili reazioni del dominante regime fascista. Ma, quando scoppiò la seconda guerra mondiale lo scrittore venne catturato e incarcerato, nel 1943 venne deportato in Germania e poi in Polonia. Dopo due anni di Lager tornò in Italia e fondò "Il Candido", un altro settimanale di satira. Pur avendo già provato la brutta esperienza del campo di concentramento, Guareschi non frenò la propria lingua, ma sul Candido condusse battaglie antigovernative e "antipolitiche", senza risparmiare però neanche la fazione comunista e di sinistra. Nel 1954 fu di nuovo agli arresti. Nel frattempo aveva creato con "Mondo Piccolo" Don Camillo e Peppone, due figure molto diverse, ma con personalità tipiche della gente dell'Italia dopo la guerra. Don Camillo, infatti, rappresenta la figura dell'antifascista furbo e rispettoso dello "status quo", mentre Peppone è un sindaco comunista ortodosso, arrogante, ma sostanzialmente buono.
Tra le storie di “Ciao, don Camillo” io ho scelto la storia “Il dottorino”, che racconta di quando arrivò alla Bassa un nuovo dottore, molto giovane, che venne chiamato dottorino per la poca esperienza. I cittadini non si fidavano molto di lui, ma venne il momento che il primo malato si dovette presentare da lui. Il dottorino era molto preciso, richiedeva tutti i dati del paziente e malattie precedenti, cosa a cui non erano abituati i cittadini della Bassa. Inoltre il dottorino chiese a Peppone, il sindaco, una migliore apparecchiatura, perché per lui quella già provvista non era sufficiente. Il dottorino e Peppone ebbero accese discussioni riguardo la necessità o meno di comprare nuove apparecchiature, ma alla fine il dottorino l’ebbe vinta. Un giorno il dottorino venne chiamato dal figlio della vedova Delpiò, perché sua madre stava male. Il dottorino la visitò e constatò che doveva essere operata al più presto da un esperto specialista altrimenti sarebbe morta. Il vecchio Delpiò, però, non voleva, perché riteneva che costasse troppo e si inventò di non poterselo permettere. Il dottorino, però parlando con Peppone, scoprì che invece poteva permetterselo benissimo. Così, il dottorino entrò in lotta con il vecchio Delpiò, che arrivò addirittura a minacciare la malata che non avrebbe lasciato nulla in eredità al figlio, se non avesse detto che non voleva essere operata. Così, il vecchio Delpiò l’ebbe vinta e la donna non venne portata in ospedale. Un giorno, però, il figlio della vedova Delpiò venne a chiamare il dottorino dicendo che la madre si sentiva molto male, peggio del solito, così il dottorino andò di corsa a visitarla. Quando arrivò, la trovò sul punto di vita o di morte; doveva essere operata immediatamente, non sarebbe riuscita ad arrivare all’ospedale della città. Il dottorino allora chiamò lo specialista in città e gli chiese di assisterlo per telefono durante l’operazione. Così il dottorino fece questo durissimo intervento sotto le istruzioni telefoniche dello specialista. Grazie al Signore l’intervento riuscì e la donna si ristabilì, però il vecchio Delpiò non fu fortunato, perché dovette pagare di più che se non l’avesse portata subito all’ospedale. Questo insegna che non bisogna essere troppo avari.
Personalmente ho trovato questa storia molto carina e spiritosa. Mi è piaciuto molto come personaggio il dottorino, che pur avendo tutti contro, procedeva dritto per la sua strada, facendo ciò che riteneva più giusto. Mi è anche piaciuto come il dottorino avesse come primo obbiettivo curare tutti i suoi pazienti alla meglio, provando anche cose oltre le sue capacità. Il dottorino ha veramente molta forza di andare avanti, senza arrendersi alla prima difficoltà; virtù che trovo importantissima nella vita.
In generale mi è piaciuto il libro “Ciao, don Camillo” perché è di lettura facile e veloce, non troppo impegnativo; anche se io preferisco i libri non suddivisi in tante storielle ma un'unica storia. L’ho trovato un libro molto allegro, che in certi passi ti fa sorridere. In certi passi si nota veramente la presa in giro della politica. Consiglio questo libro o agli appassionati di satira politica o ai ragazzi intorno alla nostra età.

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