Il cacciatore di aquiloni

Materie:Tema
Categoria:Italiano

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Testo

IL CACCIATORE DI AQUILONI

TITOLO: ”Il cacciatore di aquiloni”

AUTORE: Khaled Housseini

EDITORE: Oscar Mondadori

RIASSUNTO:

Il cacciatore di aquiloni racconta di una forte amicizia tra due adolescenti nati a Kabul. E’ nel Medio Oriente infatti, che si svolge gran parte della storia, in un arco di tempo che va dagli anni ’70 ai nostri giorni. I due protagonisti sono appunto due ragazzi, Amir, figlio di Baba, uno degli uomini più ricchi di Kabul e Hassan, per tutti figlio del loro servo Ali ma, con il trascorrere degli anni Amir scoprirà che lui e Hassan erano in realtà fratellastri.
I due ragazzi crescono insieme, sono amici inseparabili, fino al giorno in cui, durante la gara di Aquiloni che si svolgeva nel quartiere, Hassan, per recuperare l’aquilone di Amir, viene violentato da un coetaneo, Assef, sotto gli occhi dell’amico che però non fa nulla per aiutarlo ma decide di scappare a casa.
Da quel giorno il loro rapporto è cambiato per sempre: Assan racconta al padre che cosa gli è accaduto e Ali decide di lasciare la casa di Baba e Amir decidendo di andare a vivere fuori Kabul.
Passa del tempo e, con l’arrivo dei Russi a Kabul anche Baba e Amir lasciano la città per trasferirsi in America, a San Francisco dove Baba muore di malattia mentre Amir si sposa. Non ha più ricevuto notizie di Hassan dal giorno in cui lui e suo padre lasciarono la sua casa. Per tutti gli anni trascorsi Amir convive con un profondo dolore e un enorme rimorso fino al giorno in cui riceve una telefonata nella sua casa di San Francisco che potrebbe dargli una seconda possibilità, potrebbe essere il modo per espiare il senso di colpa che ha nel cuore. Al telefono è un amico del padre che gli chiede di tornare a Kabul per Hassan.
Amir sa di non avere scelta, decide di partire per la sua terra d’origine. La città che trova non è però quella che lui ricordava: povertà, degrado e violenza sono ovunque. Al suo arrivo non trova neanche Hassan, lui e sua moglie sono stati uccisi dai talebani; da salvare c’è però Sohrab, loro figlio, un ragazzino che, dopo la scomparsa dei genitori, è stato mandato in un orfanotrofio e da li portato via dal capo dei talebani, Assef, la stessa persona che, ormai adulta, abusa di lui nello stesso modo in cui da ragazzo aveva abusato di suo padre.
Amir riesce a trovarli e, dopo una furibonda lotta con Assef, dove rischia la vita venendo salvato da Sahrab decide di portare Sahrab con se in America dove, forse un giorno, riuscirà a ritrovare un po’ della serenità perduta troppo presto.

COMMENTO:

Questo libro è molto interessante perché partendo da un sentimento puro, forte e sincero come l’amicizia che lega i due protagonisti, lo scrittore riesce a raccontare trent’anni di storia dell’Afganistan in un romanzo dove il destino assume un ruolo principale. Questo è un altro aspetto che mi ha colpito molto perché, quando sembra che gli eventi siano ormai andati in una determinata maniera, avviene il colpo di scena, dettato appunto dal destino. Non necessariamente è positiva la via che il destino disegna per i protagonisti, ad esempio quando Amir viene a scoprire che Hassan non c’è più e che Saharab è “prigioniero” di Assef, però penso che questo riesca a far vivere al lettore il racconto con un coinvolgimento maggiore, quasi come se gli eventi, siano essi positivamente o negativamente inaspettati, si vivessero in prima persona. Questa sensazione penso sia data anche dal modo in cui Housseini scrive che è un altro aspetto che mi è piaciuto molto perché, con la sua descrizione attenta, non solo dei personaggi ma anche dei paesaggi, dei luoghi e dei profumi dove il romanzo è ambientato è capace di trasportare il lettore in quei posti e vicino a quelle persone. Riesce a far arrivare a chi legge tutta la felicità iniziale in cui vivevano i due ragazzi, trasformata in angoscia silenziosa dopo la violenza subita da Hassan, in dolore acuto causato dal distacco forzato prima quando Ali e Hassan lasciano la casa di Baba e poi quando anche Baba e Amir sono costretti a lasciare tutto quello che hanno a causa dell’arrivo dei Russi.
Un ulteriore aspetto che mi ha colpito è che dopo aver raccontato della guerra, della violenza, e della sofferenza che ne sono derivate, lo scrittore termina la storia con il lieto fine, il ritorno del sorriso sul volto di Sahrab.

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