I Sonetti di Foscolo

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Categoria:Italiano

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Testo

Foscolo, Sonetti
A Zacinto
Questo sonetto ha un’insolita struttura che inizia e termina con dei versi che mettono in primo piano la condizione del poeta; i primi due versi enunciano la condizione che il poeta sente incombere su di sé, gli ultimi due la sottolineano, creando una circolarità ribadita anche dai due vocativi ai versi 3 e 13, che sviluppano inoltre il tema della terra natia come luogo di nostalgica completezza. Dal verso 4 al verso 12 si dipana la tematica mitologico-classica con un procedimento a scatole cinesi: Zacinto evoca Venere che suggerisce Omero il quale ricorda Ulisse che porta ad Itaca che si riconnette a Zacinto. Questa sequenza di richiami ha un significato complesso (non si pensi all’Adone del Marini):Foscolo si paragona ad Ulisse,con la differenza che lui non può fare ritorno. In certa misura Foscolo si paragona anche ad Omero; lui canta il non ritorno a differenza di omero che invece canta il ritorno di Ulisse nell’Odissea. La poesia si sostituisce al ritorno. Il discorso si sviluppa come appassionato ed ininterrotto grazie ai continui enjambements ed alla catena di congiungimenti sintattici. La sintassi tortuosa riprende i percorsi difficili dei due eroi. Questi viaggi errabondi degli eroi romantici denotano una situazione di incertezza e di mancata identificazione con un sistema sociale ed i suoi valori; rappresenta le difficoltà del ceto medio italiano a passare alla civiltà borghese ottocentesca.

In morte del fratello Giovanni
Del sonetto va sottolineata la tensione drammatica; la prima quartina è incentrata sul poeta, che voce narrante si immagina piangente sulla tomba del fratello ma nel contempo sottolinea la sua vicenda biografica di fuggitivo. Nella seconda strofa si aggiunge la madre, che viene drammatizzata dal nome in incipit e dal gerundio che dilata il tempo del verso; la madre unisce i due figli, parlando di uno al cenere muto dell’altro cui è messo in contrapposizione il vano salutare dai tetti milanesi di Foscolo. Foscolo prende spunto da Catullo (carme 101). Vi sono due motivi fondamentali: da una parte l’esilio, dall’altra la tomba, attorno cui si raccoglie il nucleo famigliare. L’esilio rappresenta lo sradicamento e la precarietà, storici ed esistenziali assieme. La tomba è il punto fermo, è l’approdo, così come lo sono le “sacre sponde” di “A Zacinto”, impossibile da raggiungere. Il motivo negativo dell’esilio posto all’inizio e nella terza strofa del componimento, annulla il tema positivo del ricongiungimento, ma la morte riesce a spezzare persino il tema dell’esilio, dando quiete grazie ad una lacrimata sepoltura.

Alla sera
Il sonetto è dominato dal forse iniziale che il poeta non sa ne vuole guarire,lo sguardo contempla, il cuore si appaga e la ragione scopre il fine di ogni forma di vita. Il senso di mistero della sera assume un valore più profondo: le tenebre spengono le preoccupazioni terrene e consentono una contemplazione delle cose celesti. La forza generatrice del creato diviene qualche cosa di familiare (versi 3 e 4). La pace dall’eterno penetra la sua mente (versi 13 e 14). Il Foscolo non aspira al dolce oblio di sé medesimo, ma alla purificazione delle sue passioni, non vagheggia il venir meno della coscienza, ma quei momenti è fatta più chiara dalla contemplazione dell’universo. Il senso di mistero non è quello dell’uomo alla ricerca di un Dio ignoto, bensì quello che accompagna la meditazione che libera il Foscolo della sua individualità.

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