Giuseppe Parini: vita e opere

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Testo

PARINI
VITA
- nasce a Bosisio (a pochi km. Da Milano) nel 1729 e vive tutta la vita nel territorio Lombardo
- personalità : è un uomo moderato, equilibrato, coerente che dedica tutta la sua vita all’impegno poetico, morale, sociale
- formazione : a 8 anni si trasferisce a Milano da una prozia per studiare nella scuola dei Bernabiti; quando ha 11 anni muore la prozia che nel testamento gli promette una rendita annua solo se si fa sacerdote; a 25 anni diventa abate senza avere alcuna vocazione
- Parini precettore : dai 23 ai 33 anni viene assunto come precettore dai duchi Serbelloni e questa sarà il suo vero periodo formativo perché entra in contatto con l’ambiente nobiliare che sarà lo sfondo della sua opera più famosa : “il Giorno”; poi diventa precettore presso la famiglia Imbonati e pubblica le prime due parti dell’opera, ovvero “il Mattino” e “il Mezzogiorno”, attraverso i quali ottiene un’enorme notorietà. Il grande successo poetico fa sì che il governo austriaco gli offra prima la dirigenza della Gazzetta di Milano e poi una cattedra come insegnante di lettere
- Periodo storico : vive interamente quel periodo di graduali riforme attuate dai sovrani austriaci (dispotismo illuminato) e vi aderisce con molto impegno e convinzione ma negli ultimi anni della sua vita vede fallire questo sogno di cambiamento graduale e pacifico. La fine del ‘700 infatti è segnata dalla sanguinosa e violenta Rivoluzione Francese; Parini è interiormente contraddetto perché condivide gli ideali di uguaglianza, fraternità e libertà ma non le maniere violente
- Muore : il 15 Agosto del 1799 all’età di 70 anni

Il sensismo è la base della sua filosofia e del suo modo di vedere il mondo. La poesia per lui deve dare diletto, deve essere divertente ricca di variazioni e di capovolgimenti di fronte.
È caratterizzato sia dal classicismo ma sia anche dall’illuminismo, perciò dalla corrente illuminista. Infatti la base e la struttura delle sue opere trova le sue origini ancora nel periodo classico mentre per quanto riguarda l’ambito del lessico segue la corrente illuminista. Vengono introdotti nuovi vocaboli. È molto legato ancora al classicismo poiché il 1700 è ancora un secolo molto legato al canone classicista di Petrarca.

PARINI e L’ILLUMINISMO
Respinge le posizioni antireligiose ed edonistiche di pensatori come Voltaire e Rousseau; E’ ostile ad ogni forma di fanatismo religioso tuttavia crede profondamente nella religione come freno alle passioni umane e come principio di ordianta convivenza civile.
Accoglie con favore i principi egualitari: crede nell’uguaglianza originale e naturale di tutti gli uomini e nella necessità di riconoscere ad ogni individuo una pari dignità umana.
Crede nell’umanitarismo come amore nell’umanità in quanto tale (il dovere fondamentale di ogni uomo è la solidarietà per i suoi simili).
Condanna la nobiltà (Dialogo sopra la nobiltà):
1. sul piano economico poiché sperpera le ricchezze invece di adoperarsi ad accrescere la ricchezza comune;
2. sul piano intellettuale poiché i nobili non dedicano il loro ozio a coltivare studi;
3. sul piano civile poiché non si curano di ricoprire cariche e magistrature che siano utili al bene pubblico.
Non è ostile alla nobiltà in se ma solo alla sua degenerazione e propone una forma di rieducazione per riportarla ad assumere il ruolo sociale che un tempo possedeva.
È un moderato riformista

PARINI e GLI INTELLETTUALI DEL CAFFÈ
INTELLETTUALI DEL CAFFÈ
PARINI
-hanno la tendenza a considerare tutti gli uomini cittadini di una stessa patria (cosmopolitismo)
* Non condivideva il cosmopolitismo (aveva il timore che la purezza della lingua italiana venisse compromessa dall’introduzione dei francesismi)
* Respingevano il classicismo tradizionale a favore di una letteratura asservita all’utile
* Era rigorosamente fedele alla dignità formale della letteratura classica
* Culto della scienza: la letteratura ha il fine di divulgare le nuove dottrine
* È ostile ad una riduzione totale della letteratura per soli fini pratici
* Ritenevano che solo lo sviluppo del commercio e dell’industria potesse garantire il progresso
* Vedeva nell’agricoltura l’origine della ricchezza delle nazionie della moralità pubblica in quanto fonte di una vita semplice
OPERE
IL GIORNO
Il Giorno è l’opera più importante di Parini, alla quale lavorò per circa 40 anni senza peraltro riuscire a portarla a compimento. E’ un poema in endecasillabi sciolti che mira a rappresentare satiricamente l’aristocrazia del tempo.
Inizialmente il progetto del poeta era quello di un’unica opera divisa in tre sezioni, appunto il Mattino, il Mezzogiorno e la Sera. Successivamente l’autore modificò tale progetto dividendo l’opera in quattro parti: il Mattino, il Mezzogiorno (poi ribattezzato Meriggio), il Vespro e la Notte. Il poema aveva per argomento la descrizione, in ordine cronologico, della giornata di un giovane nobile milanese di quei tempi, fatta in prima persona dal suo istitutore. L’autore, dunque, si presenta in veste di “precettor d’amabil rito”, ossia maestro della moda. La principale attività del giovin signore, descritta quasi come un’impresa eroica, consiste dunque nell’obbedire ai capricci della moda, compito del precettore è quello di guidare il nobile in questa ardua e faticosa impresa, al fine di farlo figurare meglio nella vacua società di cui fa parte.
Non dunque dal filo narrativo deriva l’indubbia complessità dell’opera, bensì dalla sovrapposizione di due modelli letterari diversi, quello didascalico e quello satirico. Il primo aspetto consiste nel fatto che viene narrata una storia-non storia, una giornata cioè totalmente vuota di accadimenti, riempita soltanto di occupazioni fisse, che scandiscono formalmente le ore, e da personaggi stereotipati che le popolano. La satira, invece, nasce dall’utilizzo della figura retorica dell’ironia, da quel modo cioè di dire ciò che si pensa affermando il contrario.
Nel Mattino il nobile viene colto nel momento in cui si corica, all’alba, dopo una notte trascorsa a teatro o al tavolo da gioco; vengono quindi descritti il suo risveglio a mattina inoltrata, la colazione, la lunga e laboriosa toeletta. Alla fine il giovin signore è pronto per uscire e recarsi a trovare la sua dama. Uno dei motivi centrali della rappresentazione pariniana è infatti il fenomeno del cicisbeismo, per cui ogni donna sposata aveva diritto ad un cavalier servente, che l’accompagnasse costantemente al posto del marito, una sorta di adulterio socialmente legittimato.
Nel Mezzogiorno il giovin signore viene seguito in visita alla dama, pranzano insieme e nel pomeriggio si recano al corso, cioè al passaggio delle carrozze, dove si ritrova tutta la nobiltà cittadina.
L’impianto didascalico è più sensibile nella prima parte e sfuma nella seconda, alla tavola della dama, dove compaiono altre figure e l’andamento si fa più descrittivo. Tale struttura didascalico-descrittiva non è che un pretesto per veicolare la satira dell’aristocrazia. Infatti tutto il discorso del precettore è impostato in chiave ironica e si fonda sull’antifrasi (affermare il contrario di ciò che si vuole fare intendere). Il precettore finge di accettare il punto di vista, i gusti e i giudizi aristocratici ma lo fa tramite celebrazioni in termini iperbolici di vite futili e vuote, descrivendoli come veri e propri “semidei terreni”, esaltando gesti banali come fossero sublimi. In realtà la vera essenza di quel mondo, vacua e insulsa, traspare dietro tale ironica enfasi celebrativa e alle spalle della figura del precettore si delinea chiaramente quella del poeta, con il suo atteggiamento di ferma, sdegnata condanna.
La critica pariniana si avvale anche di altri strumenti, come ad esempio di un particolare trattamento del tempo e dello spazio. Innanzitutto non viene scelta una giornata particolare, che si segnali per qualche accadimento di rilievo, degno di essere ricordato, ma una giornata tipo, uguale a infinite altre, sufficiente per dare il senso di una vita vuota e banale. Inoltre il tempo in cui si collocano gli eventi è molto breve ma alla lettura si ha l’impressione di un tempo lunghissimo; tale effetto è creato dall’indugio che dilata a dismisura il tempo reale, in cui si ripetono meccanicamente gesti e parole. La noia, dunque, è uno dei temi centrali dell’opera. Stesso effetto si ottiene con lo spazio, ristretto, chiuso, in cui si ha l’impressione di una chiusura asfittica e insieme al tempo rende l’idea di un mondo morto, privo di energia vitale.

La vergine cuccia
Questa cagnetta conta di più delle persone al servizio del palazzo nobiliare. L'episodio è uno dei momenti poetici più significativi, alti e commossi del "Giorno". Dapprima l'episodio è narrato nel modo in cui apparve alla dama, poi subentra, con tono sempre più fermo, il poeta con la sua ironia che ben presto trapassa, in un crescendo poetico sempre più intenso, nel sarcasmo, nello sdegno e nella indignazione morale: è questo il momento culminante della tensione morale e ugualitaria del "Giorno". L'episodio è introdotto durante il banchetto della dama dal vegetariano che superficialmente della cultura illuministica accoglie solo la pietà per gli animali e non quella per "i bisogni e le piaghe" degli uomini. La commiserazione del vegetariano per le povere bestie, vittime dell'ingordigia umana, desta così nella dama il ricordo della sua tenera cagnolina, la quale, colpita dal piede "sacrilego" del servo, che essa aveva morsicato con i suoi candidi dentini d'avorio, fu severamente vendicata dalla sua padrona che cacciò “l'empio servo", il quale, non trovò più casa nobiliare che lo assumesse, e fu così costretto, con la moglie e i figli, a chiedere per la strada l'elemosina.
La scienza e l’illuminismo vengono svuotati dei loro significati propri.
Si gioca molto con il lessico in questa poesia. In particolare si gioca molto sul lessico della donna. Si schernisce la donna. La cagnetta viene paragonata quasi ad una dea mentre il servo che è al suo servizio da ben 20 anni viene ripreso senza problemi.
Tensioni e fattori contraddittori messi in evidenza tra io mondo dell’aristocrazia e quello della servitù.
LE ODI
L’ode è un componimento lirico della poesia classica e moderna , di vario argomento, sempre però tenendo un tono alto e ispirato. È simile alla canzonetta per quanto riguarda la forma metrica (versi brevi, settenari).
- esordio : molto giovane, mentre ancora frequenta la scuola dei Barnabiti, compone una serie di versi che nel 1752 (a 23 anni) raccoglie nelle “Poesie di Ripano Eupilino” (nome latino di un lago del suo paese) ; sono poesie che non hanno un gran valore se non quello di esercitazione
- Odi illuministiche : tra il 1758 e il 1766 compone numerose odi di stampo illuministico, nelle quali sono contenuti argomenti di interesse civile (es.: l’educazione, la salute, la politica pacifista e riformista)
- Ultime Odi : negli ultimi anni della sua vita vede cadere i suoi sogni e le sue speranze relative a un miglioramento pacifico, graduale, riformista ; deluso compone non più odi apertamente illuministiche ma più strettamente personali
- Stile : classicista = puro, armonioso, equilibrato, semplice, ovvero uno stile che rispecchia il suo carattere e i suoi valori più profondi = purezza, semplicità, moderazione

Le odi del Parini si possono classificare in tre gruppi:
1. (1756-1769) comprende i testi maggiormente legati alla battaglia illuministica:
* La vita rustica: visione idillica della campagna come sede di una vita quieta e serena accompagnata da una visione nuova del lavoro del contadino come attività produttiva e socialmente utile.
* La salubrità dell’Aria: È una ode/canzonetta. I ritmi e la metrica sono diverse dalla tradizione, c’è l’utilizzo di sestine.
Il Parini/poeta ritorna dalla città al suo paesello d’origine ed è subito colpito dall’emozione nel vedere e ritrovare la sua terra (la descrizione avviene tramite l’utilizzo di parti anatomiche che fisiologicamente sono stati oggetto di studi recenti: studiò il polmone), e l’utilizzo di parole scientifiche e di parole di origine e derivazione classica. Da ricordarsi che Parini comunque tende sempre ad usare e preferire le parole con più latinismi. Per spiegare i benefici che caratterizzano quest’ambiente utilizza parole classiche. C’è una visione della campagna come mondo laborioso e sano in contrapposizione al mondo cittadino malsano e corrotto dall’avidità del lucro (problema ecologico).
* Impostura: il poeta si scaglia contro ogni forma di ipocrisia e di finzione.
* Educazione: viene affrontato il problema dell’istruzione intesa soprattutto come rieducazione dei ceti nobili. L’idea di formazione presenta concetti illuministici come: l’idea che la vera nobiltà non è quella della nascita ma quella interiore dell’individuo; la ragione deve regolare e guidare i sensi; la fiducia che il mondo possa essere cambiato.
* L’innesto del vaiuolo: esalta la scienza moderna.
* Bisogno: afferma che sono il bisogno e la miseria a determinare la maggior parte dei delitti, e quindi occorre non tanto punirli, quanto prevenirli ( Cesare Beccaria “dei delitti e delle pene”).
* L’evirazione: Parini si scaglia contro il costume di evirare i giovani cantori per mantenere le loro voci di soprano.
Per conciliare argomenti di attualità con la dignità formale che doveva competere alla poesia, Parini attua LA POETICA DEL SENSISMO (Locke-tutta la vita spirituale dell’uomo ha origine dalle sensazioni fisiche attraverso cui egli entra in contatto con la realtà esterna: il piacere deriva dai sensi). Rimane tuttavia in lui il legame alla tradizione classica per quanto riguarda: PERIFRASI, SINNEDDOCHI, PERSONIFICAZIONI, INVERSIONI E ENJAMBEMENTS.
2. La laurea: celebra una giovane che si era laureata in legge.
3. Ci sono poi odi ispirate ad un composto ed armonico classicismo:
* La recita dei versi: il poeta si scaglia contro l’uso di leggere versi a mensa, tra la disattenzione generale.
* Il pericolo, il dono, il messaggio: sono odi galanti dove sono presentate immagini della bellezza femminile.
* A silva, o del vestire la ghigliottina: esprime lo sdegno del poeta per la ferocia della rivoluzione francese e il suo timore che si diffonda la corruzione tra le donne, che devono essere le custodi dei più alti valori morali.
* Alla musa: è una definizione della poesia (deve nascere da un animo sereno e con forti idealità).

Esempio



  


  1. giada

    la parafrasi di "alla musa" di parini