Giovanni Pascoli

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Testo

Giovanni Pascoli
La vita
Nacque a San Mauro di Romagna il 31 Dicembre 1855. I suoi studi si svolsero dapprima ad Urbino al Collegio Raffaello ed in seguito a Firenze.
Mentre era in collegio (a 7 anni) a Urbino, lo raggiunse la notizia della tragica morte del padre, ucciso in un imboscata. Il delitto incise profondamente sullo spirito del ragazzo e modificò radicalmente le condizioni e la vita della famiglia; poco dopo muore la madre e Giovanni appena ventenne dovette guidare la famiglia ormai distrutta dalle difficoltà economiche.
Poi si iscrisse alla facoltà di lettere di Bologna dopo aver vinto una borsa di studio sostenendo l’esame con Carducci, di cui sarà allievo.
La prima parte della sua giovinezza fu tormentata da una serie di lutti familiari. Amico di A. Costa si avvicinò al socialismo, ma dopo l’arresto per "grida sovversive", abbandonò la politica. Laureatosi nel 1882, fu insegnante di greco e latino nei licei di Matera, Massa e Livorno, dove si riunì alle sorelle Ida e Maria. Quando una delle sorelle si sposò, lui visse il matrimonio come un tradimento.
Dopo il 1906 subentrò al Carducci nella cattedra di letteratura italiana di Bologna che tenne fino al 1911. Morì a Bologna il 6 Aprile del 1912.

La poetica
Il carattere dominante della poesia di Pascoli è costituito dall’evasione dalla realtà per rifugiarsi nel mondo dell’infanzia, un mondo rassicurante, dove l’individuo si sente isolato ma tranquillo rispetto ad una realtà che non capisce e quindi teme.
Secondo Pascoli la poesia però deve avere anche un compito sociale e civile: deve migliorare l'uomo, renderlo buono, renderlo morale.

Il fanciullino
Questo famoso testo è il momento di maggior riflessione teorica sulla poesia compiuto da Pascoli. Secondo la sua idea, dentro ogni uomo vive un “fanciullino”, capace di guardare al mondo con intatto
stupore, con meraviglia, capace di provare emozioni e di vedere le cose come per la prima volta, scoprendo in esse somiglianze e relazioni. Il poeta è colui che riesce a dar voce al fanciullino.
In tutti si fa sentire nell’età infantile, quando confonde la sua voce con la nostra; una volta cresciuti, distratti dalle vicende della vita, non siamo più in grado di ascoltarlo. Secondo Pascoli il fanciullino dovrebbe essere presente nel cantuccio dell’animo di ognuno e, il compito del poeta appunto è quindi quello di risvegliare, attraverso i suoi componimenti e le sue opere, il fanciullino che è presente dentro ogni uomo.

- Il nido
L’uccisione del padre e il legame morboso con la famiglia, vissuta come rifugio dal male del mondo condizionano la vita del Pascoli, creando vari miti; tra questi vediamo il “nido”, un luogo caldo e protettivo, che rappresenta la famiglia e l’infanzia prima dell’uccisione del padre, la casa “come nido, caldo, segreto, raccolto in un’esistenza senza rapporti con l’esterno” e lo preserva dalla vita violenta e difficile da affrontare; solo nel nido può trovare tranquillità e serenità.
Nido significa anche poesia, intesa come scoperta della disposizione e della sensibilità infantile del poeta.

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