Gertrude

Materie:Tema
Categoria:Italiano
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Testo

Tema
La storia di Gertrude è una vicenda di prepotenze e di devastanti responsabilità nei suoi confronti. Quali ritieni siano state le responsabilità individuali( del padre, delle suore, della famiglia) e quali quelle della società con i suoi pregiudizi.
Gerturde è uno dei personaggi più oppressi del romanzo; lei già prima di essere nata, era stata destinata al convento, per mantenere intatto il suo patrimonio in favore del suo primogenito.
Sin da piccola era stata educata all’idea di diventare una monaca ricca e potente. Messa nel convento di Monza, città feudo del padre, crebbe con i privilegi dovuti ad una persona della sua condizione sociale; ma quando, giovane, si ribellò all’idea di chiudersi in un convento, fu sottoposta a ricatti e ad umiliazioni che la costrinsero a chinare il capo di fronte alla volontà paterna e a scrivere una lettera al padre in cui prometteva di ubbidire al suo volere.
Tutta una società congiura contro di lei per imporle quel destino: la famiglia, i servi, le monache del convento. Il padre è il vero responsabile della sua crisi e della sua vocazione, egli educò la figlia sin da bambina a diventare monaca, dandole il nome di Gertrude, che desse già l’idea del convento (anche perché esistevano due sante monache di questo nome e di nobili natali), regalandole bambole vestite da monaca, santini che rappresentavano monache. Fu educata con raccomandazioni come farsi prevalere sugli altri, per poi così ricevere rispetto. A sei anni fu mandata per educazione, imposta dal padre, al Monastero, dove le monache false e ingannevoli, favoriranno maggiormente le volontà dei parenti, ma soprattutto del padre, entusiaste nell’attuare le sue intenzioni, chiamandola “la signorina” e trattandola con carezze e con atteggiamenti di superiorità. Lei però contrapponeva ai desideri di diventare la superiora delle monache e sentirsi invidiata a quelli di nozze, pranzi e festini che la tentavano moltissimo e che la fecero pensare moltissimo, che però si contrapponevano al volere del padre; allora si paragonava con le sue compagne abbastanza sicure, provando così un sentimento d’invidia, ingrandito a dispetti.
Ecco però che Gertrude prende coscienza del suo stato, le compagnie di collegio risvegliano in lei i desideri della vita mondana, che la portano al contrasto tra la sua non voglia di frequentare il convento e le monache che cercano di inculcargliela in tutti i modi, lei che protesta e il padre che minaccia, sentendo il bisogno di superare i pregiudizi ( che le avevano tormentato l’anima) e sentirsi libera di amare. Ad una certa età viene dimessa dal collegio e rientra in famiglia dov’è costretta a un’esistenza di umiliazioni, che esasperano il suo dramma, i parenti sono seri, tristi e scortesi; tutti si rivolgono a lei con sguardi sprezzanti, distratti, severi, che accentuano la sua solitudine spirituale ed esistenziale, decidendo così di andare a vivere nella casa paterna, pensando di trovare un maggiore affetto, ma non fu così. Dopo del tempo si accorse che un ragazzo la stava guardando da vari giorni e che pure lei se ne stava innamorando, così un giorno decide di scrivergli una lettera, ma una cameriera la scopre mentre la stava piegando e gliela strappa dalle mani per poi consegnarla al padre. Egli così, infuriato, la rinchiude nella sua stanza insieme alla serva che le farà da guardia, schiaffeggiando e allontanando il ragazzo invaghitosi di Gertrude. Tra le due donne, si instaura subito un rapporto di rivalità e di antipatia e Gertrude, piena di noia, rabbia, solitudine e oppressa dai sensi di colpa, scrive una lettera al padre implorandogli perdono e dichiarandosi pronta a tutto per ottenerlo, dando quindi, il suo consenso a farsi monaca.

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