Foscolo - poeta e opere -

Materie:Appunti
Categoria:Italiano

Voto:

2 (2)
Download:1560
Data:21.11.2005
Numero di pagine:15
Formato di file:.doc (Microsoft Word)
Download   Anteprima
foscolo-poeta-opere_1.zip (Dimensione: 17.1 Kb)
trucheck.it_foscolo--poeta-e-opere-.doc     58.5 Kb
readme.txt     59 Bytes


Testo

- LE ULTIME LETTERE DI JACOPO ORTIS -

La prima importante opera di Foscolo fu il romanzo intitolato “Le ultime lettere di Jacopo Ortis”,che il poeta iniziò a scrivere nel 1798 a Bologna. L’opera sfortunatamente rimase incompiuta,poiché l’autore dovette andare in guerra contro gli Austro-Russi,quindi affidò il compito di pubblicarla ad un certo Angelo Sassoli,che però la pubblicò con il titolo di “Vera storia di 2 amanti infelici”. Quando poi Foscolo tornò disconobbe la pubblicazione,e con profondi mutamenti,nella fine di ottobre del 1802 redisse la vera opera con il titolo originale. Sulla stessa opera il poeta ritornò nel 1816,durante il periodo dell’esilio in Svizzera,dando perciò vita all’Edizione zurighese,la quale presentava una revisione linguistica,l’aggiunta di una lettera antinapoleonica che denunciava la trasformazione di Napoleone in un negatore di ideali e una sintesi bibliografica delle vicende dell’Ortis.
L’opera di Foscolo è un romanzo epistolare caratterizzato da 62 lettere in cui Jacopo Ortis scrive all’amico Lorenzo Alderani,ma l’opera del 1802 presenta alcune differenze dai manoscritti iniziali degli inizi di ottobre:
1) se nei manoscritti infatti la figura di Teresa era vista dal poeta come quella di una giovane vedova col bambino,nel testo originale la medesima donna si trasforma in una giovane ragazza con una sorellina piccola(Isabellina),la quale sembra essere la trasposizione letteraria di Isabella Concioni,di cui si era perdutamente innamorato.
2) inoltre se nei manoscritti Jacopo era un borghese,nell’opera del 1802 il protagonista diventa un aristocratico,a sottolineare come nell’aristocrazia ci fosse un riferimento agli ideali repubblicani e patriottici.
3) infine se nei testi iniziali il protagonista riesce persino a fare amicizia con Odoardo,un ricco aristocratico a cui era stata promessa in moglie Teresa,nell’opera originale ciò non accade,anzi:Odoardo viene descritto come l’esatta antitesi di Jacopo,un uomo scialbo,freddo,razionale,gretto,ma allo stesso tempo onesto
- Il modello su cui sostanzialmente l’autore si basa è “I dolori del giovane Werter”di Goethe:tra il testo di Goethe e quello di Foscolo l’intreccio fondamentale è molto simile,un giovane che si suicida per amore di una donna già destinata come sposa ad un altro;vicino all’autore tedesco è anche la tematica profonda,ossia la figura di un giovane intellettuale in conflitto con un contesto sociale nel quale non può inserirsi,dal quale si sente estraneo,ma nonostante questo le divergenze tra i due poemi sono tante:
1) nell’opera di Foscolo l’editore interviene spesso:nell’introduzione infatti cerca di attrarre il lettore rendendolo sensibile alle vicende del romanzo,ma interviene anche tra una lettera e l’altra,alla fine dell’opera e dopo il suicidio. Invece nell’opera di Goethe l’editore interviene solo alla fine del romanzo per commentare gli ultimi attimi di vita del Werter,ossia prima e dopo il suo suicidio.
2) nell’opera di Foscolo il suicidio avviene con un pugnale,in un modo più plutarchiano(da Plutarco,il poeta delle vite parallele)rispetto al suicidio del Werter che si uccide con una pistola.
3) Goethe scrisse la sua opera prima della Rivoluzione francese,mentre Foscolo dopo.
4) L’opera di Foscolo ha un forte carattere autobiografico e venne scritta mese dopo mese,giorno dopo giorno,ora dopo ora;l’opera di Goethe invece fu più pensata e ragionata.
5) Nell’opera di Goethe inoltre c’è solo passione amorosa,mentre in quella di Foscolo c’è anche quella politica,forse anche in maniera più grande rispetto a quella amorosa.
- TRAMA :

Jacopo è uno studente veneziano che,a causa della firma del trattato di Campoformio il quale sancì la cessione di Venezia all’Austria,fu costretto a lasciare la sua città e ad andare sui colli Euganei. Li conobbe l’amore della sua vita,ossia Teresa,ma questo amore tra i due è impossibile in quanto lei è promessa in sposa ad Odoardo,un ricco aristocratico imposto come suo marito dal padre per risolvere i problemi economici che affliggevano la sua famiglia.
Jacopo quindi,per non soffrire ulteriormente,va a Padova dove frequenta l’università e partecipa attivamente alla vita politica;qui però si trova ugualmente male,tant’è che denuncia la classe dirigente di essere soggetta ad interessi napoleonici e critica fortemente la situazione politica,morale e culturale della città.
Disgustato quindi torna sui colli Euganei e li si bacia con Teresa. Questo però gli fa capire che non può trascinarla nella sua vita errabonda di esule. Perciò se ne va e inizia un lungo pellegrinaggio per l’Italia,andando a Firenze per vedere le tombe di Santa Croce,a Milano dove incontra Parini e con il quale discute della situazione italiana(Parini viene visto un po’come romantico,invece è totalmente un personaggio del ‘700),in Francia dove conosce un altro esule con la famiglia e nel quale rispecchia il suo futuro,e infine sulle Alpi:qui,dinanzi ad un paesaggio meraviglioso,incantato,si immerge in una lunga riflessione sul mondo e sugli uomini,e capisce che la malvagità è insita nell’uomo,che la violenza domina la vita,arrivando ad una fortissima sintonia con Machiavelli,secondo cui “il mondo è una foresta di belve”;di conseguenza arriva alla conclusione che il suicidio è l’unica soluzione possibile.
La notizia del matrimonio di Teresa con Odoardo lo riporta in Veneto e,dopo un breve incontro con la donna amata,si suicida. Il suicidio,la morte era considerata un gesto eroico perché atto di protesta contro la società che nega la libertà e la giustizia,valori in cui Jacopo crede;Jacopo quindi denunciando questo viene visto come un nuovo Catone Uticense.

- JACOPO ORTIS:

In quest’opera,Jacopo Ortis è l’estremizzazione di ciò che in parte era Foscolo,un uomo esule,appassionato,ricco di ideali delusi,in contrasto con la società del suo tempo,che rappresentava la classica figura dell’eroe romantico. Questa è la prima “maschera”dello scrittore,mentre la seconda risulta essere quella di Didimo Chierico,un personaggio fittizio introdotto dall’autore nella sua opera “Notizia intorno a Didimo Chierico”a cui gli attribuì la traduzione del “Viaggio sentimentale”di Laurence Sterne. Didimo non è che l’alter-ego di Foscolo,che si rivela però anche un anti Ortis:infatti se Jacopo è passionale con continui alti e bassi,Didimo è controllato,distaccato dalle passioni;se Jacopo è un idealista,Didimo è disincantato e disilluso.

- LETTURA DEL ROMANZO:

I temi del romanzo sono:
- l’esilio
- le illusoni
- le delusioni
- l’amore
- la bellezza
- la solitudine
- la morte
- S.Croce

Nell’opera De Santis evidenzia una incapacità di integrazione tra linea politica e linea amorosa. Secondo lui infatti la figura di Jacopo amante e patriota non possono legarsi assieme.
Con una lettura psicoanalitica invece notiamo che il romanzo acquista unità in quanto la situazione di Jacopo è analoga: infatti i due ruoli trovano legame nelle profonde strutture del suo io,poiché si comporta seguendo gli stessi meccanismi interiori,lo stesso processo edipico,che è una cosa inconsapevole e che se non viene risolta genera complessi e problemi.
Sul piano politico,Jacopo ha una patria la quale però gli viene tolta da Napoleone tramite il trattato di Campoformio.
Sul piano amoroso,Jacopo ha una donna,Teresa,la quale però gli viene tolta dal padre per soddisfare i suoi interessi economici.
I due piani quindi trovano un punto di incontro quando Jacopo non riesce a reagire dalla situazione:infatti Jacopo odia,sul piano politico,Napoleone perché l’ha tradito ma allo stesso tempo ama gli ideali promossi dalla Rivoluzione francese;inoltre,sul piano amoroso,odia il padre di Teresa perché lo ha privato del suo grande amore,ma allo stesso tempo ama la figlia.
Questi suoi istinti quindi si ripiegano su se stesso portandolo ad un blocco,e di conseguenza,come unica via d’uscita il suicidio. Perciò il suicidio diventa un atto di debolezza e impotenza.

- FU IL PRIMO ROMANZO ROMANTICO ITALIANO?
Si e No.
Si per i contenuti in quanto c’è una forte passionalità,dalla storia non si deducono ambienti e vicende,ma ci sono i riflessi di questi sull’animo di Jacopo;
No perché Jacopo è un aristocratico e la figura dell’aristocratico sembra più adatta alla tragedia che non al romanzo;inoltre perché lo stile è uno stile aulico,enfatico,che tende all’oratoria,uno stile più da tragedia.

Il 1 vero romanzo romantico furono “I Promessi Sposi” in quanto i protagonisti appartengono al popolo e il linguaggio è aulico,adatto ad un pubblico più vasto.
- FOSCOLO:CONCEZIONE -

Modigliano ha detto che “se Monti è lo specchio dell’Italia tra 2 secoli,Foscolo ne è la coscienza”. Foscolo era considerato :
- dagli uomini del Risorgimento come la classica figura del poeta vate,che trattava impegnati argomenti di carattere patriottico
- da Mazzini come un modello da seguire
- da Cattaneo come una nuova istituzione
L’unica aspra critica che fu mossa nei confronti di Foscolo fu quella di Emilio Gadda,il quale derise la sua poesia,evidenziando l’irascibilità e l’irrequietezza del suo carattere e parlando della sua vita con continui debiti.
Foscolo era un pessimista che accettava le brutalità della ragione 700esca,costantemente in oscillazione tra la crudele accettazione della realtà e la confortante illusione del sentimento:lui infatti aderì al movimento Illuminista,accettando la sua concezione meccanicistico – materialistica della vita,secondo cui tutto è formato da atomi che si aggregano e disgregano,basata sul ciclo ateleologico,ossia il movimento continuo tra nascita,morte e riproduzione,ma sentiva dentro di se il bisogno di qualcos’altro,di andare al di la della nuda e cruda realtà,per dare un senso alla vita;ecco quindi perché sono necessarie le illusioni,ossia dei valori dettati dalla volontà:per dare un senso all’esistenza dell’uomo.
Foscolo,in giovinezza,condivise la concezione di Rousseau secondo cui l’uomo è felice nello stato di natura,ma poi cambiò idea arrivando a generare una concezione molto prossima a quella di Machiavelli,secondo cui la violenza,insita in ogni uomo,è un dato naturale.

- POETICA -

La poetica di Foscolo è fondamentalmente divisa in 2 linee,quella 1)romantica e quella 2)neoclassica.
1) La linea romantica comprende “Le ultime lettere di Jacopo Ortis”,i Sonetti e i Sepolcri. Essa è caratterizzata da una disposizione più aperta alla storia,che nonostante tutto è fortemente dolorosa per il poeta,in quanto fu per lui grande la delusione quando Napoleone firmò il trattato di Campoformio e fece crollare i suoi ideali patriottici e libertini. Perciò è evidente in tutte queste opere il contrasto tra presente e passato,dove quest’ultimo è visto come un mondo al quale ispirarsi,protendersi.
2) La linea neoclassica comprende invece le Odi e le Grazie;in essa è molto forte la fuga dalla realtà,il volersi estraniare da ciò che lo circonda,ricercando un armonia e una felicità interiore.
- Queste 2 linee hanno fondamentalmente una radice comune in quanto le tendenze romantiche sono l’espressione diretta della delusione storica,dei traumi e delle lacerazioni tra Foscolo stesso e la realtà;le tendenze neoclassiche sono invece il tentativo di opporre agli stessi traumi del presente un mondo alternativo di equilibrio,armonia e bellezza.

- LE ODI -

Le odi scritte da Foscolo sono 2 e si intitolano:
1) “A Luigia Pallavicini caduta da cavallo”
2) “All’amica risanata”

1) Nella prima ode il poeta tratta la figura di una donna,caduta da cavallo,che riporta ferite e deformazioni del viso;egli dedica quest’ode a Antonietta Fagnani Arese,donna di cui si era follemente innamorato nel suo soggiorno a Milano. Nel testo è forte il richiamo da parte di Foscolo ad eventi mitologici,tramite i quali augura presto alla donna di rimettersi in forma,di riacquistare la salute.
Talvolta però il brano scade in un eccessivo preziosismo,un manierismo e una cavalleria esasperati.
2) L’ode “All’amica risanata”si colloca fondamentalmente nel genere della lirica arcadica,con uno stile aulico,elaborato,pieno di latinismi e figure retoriche. Il poeta è contento che la dama sia uscita dalla malattia e ne celebra la rinnovata bellezza attraverso una lunga serie di immagini visive e plastiche,come se volesse rivaleggiare con la scultura o la pittura;ma queste immagini hanno invece lo scopo di formulare un discorso filosofico sul valore della bellezza femminile:secondo lui la bellezza serve a rasserenare l’animo inquieto,angosciato dell’uomo,riportandolo alla calma e alla serenità;allo stesso però tempo secondo Foscolo la bellezza ha una funzione eternatrice:lui ci riporta,tramite una sua lettura razionale,al mito greco di Artemide,Bellona e Venere le quali non erano donne mortali,ma che la fama e la bellezza ha reso dee immortali.
Per Foscolo però,la funzione eternatrice della bellezza è data dalla poesia,il cui canto è il solo a rendere eterne le cose. Nella parte finale dell’ode c’è una divinizzazione della donna amata.

- I SONETTI -

I sonetti di Foscolo sono 8 sonetti minori e 4 sonetti maggiori,di cui 3 sono ai vertici della letteratura:
1) Alla sera
2) A zacinto
3) In morte al fratello Giovanni

1) Questo sonetto è diviso nettamente in due parti:la prima parte è costituita dalle due quartine iniziali,mentre la seconda parte dalle due terzine finali. Nella prima parte,particolarmente descrittiva,emerge lo stato d’animo del poeta davanti la vista della sera,di questa splendida giornata che va lentamente ad imbrunirsi sino a quando le tenebre non oscurano il tutto:la sera è vista come immagine,come simbolo della morte,e questa non è una novità in quanto la stessa tematica è rintracciabile anche in alcune poesie del ‘700,ma in Foscolo c’è la percezione del nulla eterno,concetto che sarà poi il nucleo centrale della seconda parte del sonetto:nella seconda parte infatti,più dinamica,il nulla eterno ha una funzione liberatoria,perché rappresenta l’annullamento totale,in cui si cancellano conflitti,dolori e sofferenze;Foscolo ha uno sguardo dall’alto verso il nulla eterno,non vi guarda a lui con angoscia:lo sente infatti come l’unica via da percorrere,come unica soluzione al conflitto interiore che gli genera irrequitezza,infelicità,tristezza.
Si nota quindi una forte affinità con l’Infinito di Leopardi:se però Foscolo non si vuole annullare,Leopardi si,vuole annullarsi nell’Infinito.
2) In questo sonetto è evidente il confronto che il poeta ci fa dell’eroe classico e quello romantico:Foscolo infatti non toccherà mai più Zante,mentre Ulisse riuscì a ritornare alla sua amata Itaca. Sono tutte e due peregrinazioni volute dal fato solo che,se all’eroe classico gli dei concedettero il ritorno a casa,concludendo felicemente il suo viaggio,all’eroe romantico quale è Foscolo questa possibilità non gli fu concessa,e fu costretto a continuare una vita senza meta e a morire in terre lontane e sconosciute.
La vita errante dell’eroe romantico è un tema ricorrente in questo periodo e rappresenta la condizione di incertezza,di frustrazione,e di mancata identificazione con un sistema sociale nel quale non si riconosce.
Foscolo quindi,per sentirsi finalmente protetto,sogna l’isola natia per esservi sepolto;ciò lascia emergere la volontà da parte del poeta di una “regressione”al tempo dell’infanzia,di un ritorno al grembo materno,alla sicurezza originaria;è’evidente quindi la forte nostalgia,il rimpianto che il poeta prova verso la sua terra,quel paradiso ormai perduto:al sogno espresso all’inizio del sonetto si riconduce la cruda realtà della fine in cui non tornerà mai più nella sua terra.
Altra immagine importante nel sonetto è quella dell’acqua:infatti,attraverso una lettura psicoanalitica,il poeta collega Zacinto a Venere,relazione evidenziata dagli enjambement e dal fatto che sia l’isola sia Venere emergono dalle stesse acque:Venere rappresenta la fecondità mentre Zacinto la maternità. Tutto questo è quindi strettamente collegato con l’immagine dell’acqua,che è miticamente datrice di vita e che si identifica quindi con la figura materna. Al contrario,la privazione di vita è l’assenza di acqua(illacrimata sepoltura).
3) All’inizio del sonetto si sente l’incipit della poesia di Catullo:in Foscolo è fortissima la suggestione del suo carme,tant’è che inizia l’opera con “Un di…”
- Nella 1 strofa lui vuole piangere suo fratello
- Nella 2 strofa è evidente la celebrazione degli affetti familiari:si sente quindi la volontà di riunire,da parte di Foscolo,la famiglia;riunione però che sarà solo spirituale in quanto praticamente non potrà avvenire,poiché il poeta è lontano,in esilio e perché il fratello è morto. Almeno in questo modo quindi la madre riunisce la famiglia davanti la tomba del fratello.
- Nella 3 strofa vengono trattati da Foscolo i destini suo e di suo fratello
- Nella 4 strofa infine c’è una traslazione in Foscolo della poesia di Catullo:infatti,se il poeta latino vedeva l’amore di Lesbia come un fiore stroncato da una falce ai margini del prato,così Foscolo riprende questa figura per dare l’idea della giovinezza del fratello stroncata dalla morte
Il sonetto è basato fondamentalmente su due temi centrali:
1) l’esilio,che si carica di significati simbolici,rappresentando quella condizione di sradicamento,di incertezza che caratterizzò la vita di Foscolo. Ciò favorisce appunto l’immagine del poeta visto come un eroe infelice che è costretto a combattere degli “avversi numi” contro i quali è vano lottare,e dinanzi a cui l’eroe è eternamente sconfitto.
2) la tomba,che rappresenta l’unico modo di poter ricongiungere la propria famiglia,e che quindi si identifica con l’immagine del nucleo familiare.
3) la morte,che da Foscolo è vista come un rifugio,come un punto di pace,in quanto negazione della vita e delle sue vicissitudini.

- I SEPOLCRI -

I Sepolcri,il capolavoro di Foscolo,sono un carme di 295 endecasillabi sciolti,composto a Milano e pubblicato a Brescia nel 1806,scritto sotto forma di epistola poetica indirizzata al suo amico Ippolito Pindemonte.
L’occasione per la redazione dell’opera fu nel 1806 il viaggio a Venezia per dibattere riguardo l’editto napoleonico di Saint-Cloud,il quale sanciva che le tombe avrebbero dovuto trovarsi fuori città e soprattutto avrebbero dovuto essere tutte uguali,con ugual lapide. Durante il dibattito gli vennero fatte molte domande ma lui rimase distaccato,estraneo,facendo solo qualche polemica contro la Francia. In realtà rimase molto toccato dall’argomento e non prese parte in modo attivo al dibattito temendo un altro fermento interiore: sappiamo di questo in una lettera indirizzata all’amica Teutochi Abrizzi,nella quale si scusa del suo comportamento e le dice di aver appena terminato i Sepolcri.
La chimica aveva dimostrato che dalle tombe uscivano dei gas nocivi per l’uomo derivanti dai corpi in decomposizione,quindi l’editto rispondeva fondamentalmente ad esigenze igieniche e sanitarie.
In Foscolo infatti la polemica era soprattutto sul fatto che le tombe dovevano avere lapidi uguali,e secondo lui questo non era giusto perché attraverso le lapidi stesse si dovevano riconoscere i grandi uomini dagli uomini comuni,coloro che avevano segnato la storia e la letteratura.
Per la scrittura del poema influisce su Foscolo anche la poesia sepolcrale preromantica di Grey e Young ma solo per alcune suggestioni di colori e atmosfere,in quanto in questo genere di poesia il tono è malinconico,mentre nei Sepolcri c’è una tensione ideologico-argomentativa.
Per la redazione della sua opera deve molto di più al dibattito ‘700esco sulla morte e sulla tomba:con l’Illuminismo infatti c’era stata una razionalizzazione della morte in base alla concezione meccanicistico - materialistica del tempo secondo cui la morte era distruzione totale dell’individuo senza alcuna possibilità di sopravvivenza:questa era una cosa naturale e Foscolo da un lato l’accetta,ma dall’altro lato si domanda quale sia il senso,lo scopo della vita,se tutto è regolato da atomi che si aggregano e disgregano.
Allora il poeta risponde a se stesso dando una funzione precisa della tomba : egli afferma che l’uomo può sopravvivere attraverso la tomba a seconda se in vita ha avuto un buon comportamento o ha compiuto grandi gesti. Perciò possiamo vivere nel ricordo degli altri,facendo cose o gesti meritevoli.
Di conseguenza,la tomba diventa la testimonianza materiale del collegamento tra il passato e il presente fra i morti e i vivi,in una dimensione non solo familiare,ma anche nazionale per le grandi personalità.
Inoltre la tomba diventa portatrice di valori morali e civili,istituzione che ha permesso il passaggio dall’ età della barbarie umana sino all’età civile.
Molto importante poi è anche la concezione evidenziata da Foscolo nella terza parte dell’opera dove domina il motivo delle tombe di Santa Croce:infatti secondo lui le tombe dei grandi uomini li presenti stimolano gli animi generosi e puri a compiere anch’essi grandi azioni e gesti eroici.
Altro concetto molto importante infine è quello evidenziato nella quarta parte del carme:qui,alla funzione eternatrice e civile della tomba,Foscolo vi collega anche la poesia : infatti se le tombe hanno il compito di sconfiggere la morte,il tempo a sua volta sconfigge le tombe perché le fa dimenticare;quindi per vincere il tempo,c’è la poesia,basti pensare ad Omero che è riuscito a non far dimenticare i grandi eroi di millenni fa.
Foscolo infatti chiama la poesia “l’armonia che vince di 1000 secoli il silenzio”.
- Nel giugno del 1807 Aimé Guillon,un letterato francese,accusò Foscolo di scarsa originalità,di oscurità e di incoerenza costruttiva.
Foscolo rispose alla critica di questo letterato tramite la “Lettera a monsieur Guillon”dicendo che nessuna opera è veramente originale in quanto tutti i temi sono stati già trattati;l’originalità consiste nel modo di trattare i medesimi temi. Inoltre afferma che lui ha analizzato le idee centrali e ha lasciato al lettore il compito di comprendere i nessi tra un argomento ed un altro(i cosiddetti voli pindarici). Infine nella stessa lettera lasciò uno scheletro concettuale dell’opera,una specie di sommario,dove erano sintetizzati i 4 valori fondamentali della tomba:
1) vv.1 – 90 = affetti familiari
2) vv. 91 – 150 = istituzione
3) vv. 151 -212 = segno di gloria
4) vv. 235 - 295 = sorgente di poesia

Lo stile utilizzato da Foscolo per il carme è uno stile elevato,solenne,austero,talvolta epigrafico e lapidario.

- LE GRAZIE -

Le Grazie sono un poema incompiuto e frammentario composto da Foscolo tra il 1812 ed il 1813;nonostante questo però egli aveva già in mente l’opera dal 1803 quando nella traduzione della “Chioma di Berenice”di Callimaco inserì alcuni frammenti del poema.
Abbiamo detto che l’opera iniziò a nascere tra il 1812 e il 1813 sulle colline di Bellosguardo,a Firenze,un periodo molto felice e prospero nella vita di Foscolo,allietato da grandi amori e dall’ospitalità della città.
Il poema rimase incompiuto perché,nonostante fu un opera ripresa e rielaborata più volte,il poeta pensava ai singoli episodi che tra loro non avevano un nesso,un filo conduttore:di conseguenza l’opera possiede un filone unitario solamente sotto il profilo poetico.
Foscolo dedica l’opera allo scultore Antonio Canova,il più grande esponente dell’arte neoclassica italiana il quale,proprio in quegli anni,era impegnato nella realizzazione del gruppo marmoreo delle Grazie.
Il progetto iniziale del poema era quello di un unico inno che si venne poi a dividere in tre inni dedicati rispettivamente a Venere,la dea della bellezza,a Vesta,la dea del focolare eterno,e a Pallade,dea protettrice delle arti e maestra degli ingegni.
- Le Grazie erano delle divinità intermedie tra cielo e terra che hanno ingentilito gli animi umani attraverso il senso della bellezza,inducendoli a superare la feroce bestialità che era nella loro natura originaria e portandoli alla civiltà.
Nelle Grazie ci sono 3 inni:
1) Il 1 inno narra della nascita di Venere e delle Grazie dal Mar Ionio. Gli uomini greci vengono quindi ingentiliti dalla loro bellezza e dal loro incanto che si mettono a coltivare le arti civili.
2) Il 2 inno è ambientato sulle colline di Bellosguardo dove il poeta immagina che tre donne(Eleonora Nencini,Cornelia Martinetti e Maddalena Bignami,che rappresentano rispettivamente la musica,la poesia e la danza)fanno un rito in onore delle Grazie.
3) Il 3 inno tratta del paesaggio metafisico di Atlantide,che rappresenta il “potere delle arti sulle passioni umane”. Qui Pallade fa tessere a delle dee minori una tela che possa difendere le Grazie dalle passioni degli uomini in modo che possano tornare tra di essi e diffondere ancora una volta gli ideali di cui sono portatrici.
- Attraverso una lettura psicoanalitica,emerge in modo evidente il dominio delle donne,portatrici di valori vitali,in netta contrapposizione agli uomini portatori di valori autoritari:questo perché Foscolo vuole contrapporre ai valori maschili valori come l’amore,la compassione,gli affetti.

- CONSIDERAZONE CRITICA DI DE SANTIS -

Per De Santis l’opera migliore di Foscolo sono “I Sepolcri” perché manifesto di grandi e importanti valori civili. Le Grazie secondo lui sono una raffinatissima opera di artista,eccessivamente manierista. I cultori delle Grazie nel ‘900 furono il Flora e i poeti ermetici,i quali dissero che le Grazie possono considerarsi un capolavoro:il carattere frammentario infatti non è per loro un aspetto negativo poiché tutte le opere del ‘900 sono frammentarie.

Esempio