Foscolo

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Foscolo

Il Romanticismo è un complesso movimento culturale, nato in Germania e sviluppatosi in tutta Europa alle soglie dell’800’. Il Romanticismo veniva esaltando la libertà dell’uomo e la creatività dello spirito e del sentimento, quest’ultimo visto come infinito ed assoluto. Uno degli esponenti più illustri di tale corrente di pensiero fu Ugo Foscolo.
Ugo Foscolo è il primo autore a manifestare il carattere romantico che appare nella storia della letteratura italiana. Nacque a Zante nel 1778. Il suo nome di battesimo era Niccolò, ma poi da poeta assunse il nome di Ugo in onore di Ugo Bassville. Studiò prima a Zante e a Spalato, poi, dopo la morte del padre, si trasferì a Venezia insieme alla sua famiglia. A Venezia il Foscolo si mise subito in vista per le sue idee democratiche perciò, divenuto sospetto al governo conservatore della repubblica, si allontanò dalla città. Fu sostenitore della rivoluzione francese e fu affascinato dalla figura di Napoleone tanto da dedicargli un elogio. Caduta la repubblica, il Foscolo ritornò ancora a Venezia, ma, quando col trattato di Campoformio del 1797 Venezia fu ceduta all’Austria, egli, deluso dalla politica napoleonica, lasciò Venezia e si trasferì a Milano. In Italia ottenne la cattedra di eloquenza all’università di Pavia, successivamente revocata dal governo. Dopo la caduta di Napoleone, il Foscolo fu invitato dall’Austria a dirigere una rivista letteraria, che poi prenderà il nome di Biblioteca Italiana, ma egli rinunciò ed andò in esilio dapprima in Svizzera poi in Inghilterra, dove morì nel 1827.
Due sono gli elementi che spiccano nella sua personalità, il primo è un immediato abbandono agli impulsi del sentimento e delle passioni che agitarono la sua vita, il secondo, in contrasto con il primo, è l’esigenza di un ordine, di una disciplina, di un’armonia interiore. Nell’abbandono agli impulsi del sentimento si avverte il segno sella nuova sensibilità del Romanticismo, nell’esigenza dell’equilibrio e dell’armonia interiore si avverte l’influenza del Classicismo, il Foscolo nella sua concezione del mondo e della vita, segue le dottrine materialistiche e meccanicistiche dell’Illuminismo, secondo le quali il mondo è fatto di materia sottoposta ad un processo incessante di trasformazioni secondo leggi meccaniche, senza un fine ideale.
Tale concezione materialistica della realtà e dell’uomo era un motivo di serenità perché liberava l’animo dalle superstizioni, dalla paura della morte e dalle credenze e lo induceva a vivere secondo natura e ragione. Ma il Foscolo, pur riconoscendo la validità di tale dottrina, invece di trovarvi un motivo di serenità e di ottimismo vi scopre un motivo di forte pessimismo e di disperazione. Tuttavia, il Foscolo non soccombe al pessimismo e alla disperazione ma reagisce vigorosamente, creandosi una nuova fede in valori universali che danno un fine alla vita dell’uomo. Questi valori universali sono la bellezza, l’amore, la libertà, la poesia e la gloria. Questo sentimento della vita con le sue armonie e bellezze congiunto con l’idea di dolore e della morte conferisce alla poesia foscoliana un tono di malinconia.
Per Foscolo la natura e l’universo sono regolati da leggi che l’uomo non può comprendere , l’uomo in tale ambito non occupa una posizione privilegiata e la natura è dunque matrigna in quanto forza distruttrice, ed anche si trova in questa che sto per esporvi: la ragione è un dono funesto, perché svela all’uomo la vanità delle illusioni e del suo istinto vitale. L’umanità vive in una perenne guerra di tutto contro tutti.
In Foscolo dunque troviamo una concezione materialistica e pessimistica dell’universo, una visione dolorosa della storia, la negazione dell’esistenza di una realtà ultraterrena, esiste solo un’illusione: quella della sopravvivenza dell’individuo virtuoso nella memoria dei posteri e dei propri cari. Foscolo assume su di sé la concezione dell’individuo eroico a disagio nella realtà circostante, riempre in conflitto con essa.

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