Federigo Tozzi

Materie:Appunti
Categoria:Italiano

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Testo

Federigo Tozzi
Vita
Federigo Tozzi è nato a Siena nel 1883, le origini senesi sono determinanti per la comprensione delle sue opere in quanto in esse utilizza una patina stilistica tipica del luogo in cui è nato e vissuto.
Utilizza, ad esempio, modi di dire senesi, espressioni caratteristiche del parlato e del gergo contadino oppure espressioni tecniche e agricole.
Federigo non è molto portato per lo studio, infatti, molto giovane, viene espulso dal collegio che stava frequentando e decide di cambiare vari istituti passando da scuole artistiche ad altre tecniche.
La passione per la letteratura però è molto forte dunque decide di studiare da autodidatta a Siena:
• Si interessa alla letteratura di origine senese come ad esempio agli scritti di Santa Caterina, dai quali riprenderà il Tema del sangue
• Legge la letteratura pre-freudiana, come quella di W. James, dove vengono trattati casi da manuale psichiatrico, mentre di Freud conosce solamente i Saggi sulla sessualità
• Legge le opere di D’Annunzio e Pirandello, il quale conosce personalmente
• Altri scrittori stranieri che apprezza sono Dostoievskij e Poe, del quale apprezza soprattutto le figure femminili caratterizzate da un fascino perverso
Il 1895 è una data molto importante per Tozzi, è questo l’anno in cui muore la madre, donna dolce, mite e remissiva alla quale lo scrittore era molto legato. La figura di questa donna così determinante si può ritrovare all’interno del romanzo “ Con gli occhi chiusi ” ( Anna, la madre del protagonista ).
Tozzi si trova a suo agio in tutti gli stili e i generi: passa da raccolte di versi come “ La zampogna verde “ e “ La città della Vergine “ a vari romanzi, “ Con gli occhi chiusi “, “ Adele “ e “ Paolo “, gli ultimi due incompiuti. Si interessa inoltre al teatro scrivendo un’opera teatrale “ L’eredità “.
Grazie ad un saggio critico intitolato “ Come leggo io “, attraverso il quale possiamo apprendere il suo approccio alla letteratura e nel quale afferma di non poter separare la propria vita dal fantastico e di interessarsi soprattutto ai “misteriosi atti nostri “, viene definito dal critico Giacomo Debenedetti né realista né naturalista ( anche se all’interno delle sue opere possiamo ritrovare sia elementi realisti che naturalisti ). Questa affermazione deriva dal fatto che, secondo questo critico, “ il realismo narra in quanto spiega, mentre Tozzi narra in quanto non sa spiegare “, la sua narrazione infatti non vuole essere la rappresentazione fedele della realtà, ma diviene un’ interrogazione continua sulle cose che lo circondano.
Nel 1920 muore a causa di una polmonite, ma la sua vita viene sintetizzata e riassunta attraverso un’opera fatta pubblicare dalla moglie, Emma Palagi, intitolata “ Novale “. Novale non è altro che una raccolta di lettere che Federigo scrisse alla moglie, la quale aveva inviato ad un giornale una lettera per conoscere nuovi amici. A questo annuncio risponde anche Tozzi e tra i due inizia una fitta corrispondenza. E’ la moglie a decidere di pubblicare queste lettere, non tutte, infatti le seleziona. ( Quest’opera passa attraverso “il filtro “ della moglie )
Il rapporto con il padre
Il padre dell’autore è un uomo molto freddo, calcolatore, materialista e attento alle finanze della famiglia. Decide di chiamare il figlio con il suo stesso nome, Federigo, perché vuole che gli somigli in tutto, che diventi abile quanto lui quindi ripone in Federigo tutte le sue speranze. Per tutta la vita però il figlio cerca di liberarsi dal dominio oppressivo del padre e quando nel 1908 muore, finalmente inizia a sentirsi libero di vivere la propria vita ( e non quella del padre ), eredita i soldi e i poderi ma scialacqua tutto. Anche la figura del padre si ritrova all’interno del suo romanzo più importante “ Con gli occhi chiusi “.
I personaggi all’interno delle sue opere
I personaggi presentati da Tozzi posso essere definiti tutti dei “diseroi” , sono degli Inetti perduti in un’esistenza illusoria. Essi rappresentano l’uomo tipico degli inizi del nuovo secolo, colui che ha perduto tutti i valori economici, politici e sociali tipici dell’ 800, non ha più punti di riferimento, perfino ciò che prima rappresentava un conforto, come la campagna, ora diviene crudele e ostile per coloro che non riescono ad inserirsi in essa a e dominarla. Ciò si può vedere nella figura di Pietro, il protagonista del suo romanzo, il quale non riesce ad adattarsi alla vita nel podere del padre.
Questi inetti sono sospettosi ( sospettosità tipica dei contadini ), invidiosi, incapaci di vivere la vita e soffrono di un Complesso edipico e del Complesso della Castrazione.
Le tematiche
• IL RAPPORTO PADRE / FIGLIO
• IL TEMA DEL SANGUE : i personaggi sono molto sospettosi, animati dal desiderio di nuocere e dalla volontà di perseguitare perciò non possono sottrarsi da una punizione, da un castigo. Il loro universo non conosce grazia, perdono e redenzione; uccidere ( in senso metaforico nelle sue opere ) diviene un imperativo morale, un’esigenza.
• IL TEMA DELLA BESTIA : soprattutto nell’opera “ Bestie”, i personaggi o vengono paragonati a bestie e ne portano il nome, oppure sono caratterizzati da attributi bestiali e deformità fisiche Trionfo dei brutti
La bestialità del corpo inoltre riflette la bestialità dell’anima ( nostrum in fronte nostrum in anima ). Talvolta appaiono dei veri animali che però non risultano determinanti per lo svolgimento della vicenda, non rappresentano simboli né rimandano o profetizzano qualcosa; ciò è sintomo di una realtà tarata e dissestata. Essi vengono però seviziati e torturati dall’uomo, mettendo in luce la sua crudeltà verso le altre creatura, stessa crudeltà che caratterizza inoltre anche le bestie tra loro. Ciò mostra la visione pessimistica di Tozzi nei confronti dell’uomo e di ciò che lo circonda.

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