Eutanasia

Materie:Tema
Categoria:Italiano
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EUTANASIA
L’eutanasia, lo scottante tema dei giorni nostri, portato agli onori della cronaca dal caso Englaro. Ma questa realtà riguarda solo in Italia ben 3000 pazienti, che versano in condizioni per lo più analoghe a quelle di Eluana. Come per ogni tema, ci sono due fronti: il primo, rappresentato dai cristiani e dalla Chiesa, si batte contro l’eutanasia -ovvero l’interruzione dei trattamenti di alimentazione e idratazione artificiale sul paziente; mentre il secondo fronte, fatto per lo più di laici, sostiene la correttezza di tale atto. I movimenti “per la vita” (il primo fronte), sostiene che l’eutanasia debba essere ritenuta come omicidio, e sostengono in oltre che debba essere Dio ad interrompere la vita di un uomo, e che l’uomo non gli si possa sostituire in questo compito. Eppure, 30 anni fa, senza le odierne tecnologie, persone come la Englaro e Welby (giusto per citare i casi più celebri, sarebbero morte subito, in quanto non sarebbe stato possibile mantenerle in vita. Non è dunque Dio a farle sopravvivere, ma l’uomo, che quindi sostituisce Dio a tutti gli effetti. Chi appoggia l’eutanasia (come me e sarò schietto), sostiene invece che il diritto alla decisione sulle pratiche da adottare in tali circostanze, e da parte dei familiari più stretti, e tramite la decisione del paziente stesso. Innanzitutto, a mio parere, è fondamentale introdurre il cosiddetto “testamento biologico”, ossia quell’atto con cui si può stabilire in anticipo quali mosse adottare in caso di coma vegetativo, e dunque modificare l’odierno decreto, che non ne concepisce ne l’esistenza, ne tantomeno l’autorità. Inoltre credo che non debba essere la chiesa, ne tantomeno lo stato a decidere con i decreti in questi casi e quindi vada rispettata la libertà individuale. Ma provando ad immedesimarmi nei familiari di questi pazienti, posso capire come possa essere difficile prendere decisioni del genere. Ma non per questo, la libertà individuale va prevaricata. Eppure mi chiedo a chi spetta la decisione in questi casi. Ovviamente il paziente nella maggior parte dei casi, non essendo in grado di comunicare in alcun modo, non può decidere; e sono così spesso i familiari del trattato a decidere. La questione è dunque spinosa e meriterebbe una spiegazione più ampia. Sicuramente questo tema non è del tutto esplicativo, serve piuttosto a darvi il mio parere su questo argomento di attualità e a stuzzicare i vostri.

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