Domande e risposte su Cicerone

Materie:Versione
Categoria:Italiano

Voto:

1 (5)
Download:1260
Data:01.12.2006
Numero di pagine:6
Formato di file:.doc (Microsoft Word)
Download   Anteprima
domande-risposte-cicerone_1.zip (Dimensione: 7.46 Kb)
trucheck.it_domande-e-risposte-su-cicerone.doc     29.5 Kb
readme.txt     59 Bytes


Testo

Dove e quando nasce Cicerone?Quale fu il suo primo percorso d studio?
Marco Tullio Cicerone nacque nel 106°.C. ad Arpino, cittadina del Lazio sudorientale.studiò a roma con i migliori maestri greci d retorica e filosofia, frequentò il Foro sotto alla guida dei + autorevoli oratori del tempo.a 25 anni sostenne la sua prima causa di cui conserviamo testimonianza.inizia la carriera forense(avvocato) sotto Silla.
Eloquenza di Cicerone
Egli fu creatore originale nel campo della prosa oratoria. Nelle prime orazioni Cicerone è influenzato dallo stile ASIANO .L’eloquenza ciceroniana non è legata a nessuno schema fisso ma è varia e multiforme; cicerone possiede il sommo grado l’arte di variare lo stile e l’impostazione del discorso a seconda della causa che deve sostenere.
Rientrato a Roma si dedicò si all’avvocatura sia all’attività politica:quali furono i suoi incarichi, quali le occasioni d maggiore successo?
Nel 75 venne nominato questore e fu mandato in Sicilia e i siciliani gli affidarono la causa contro Verre crudele governatore.da questo processo Cicerone scrisse le Verrine opera d grande successo che pose Cicerone in primo piano sulla scena politica. Pronunciò inoltre un’orazione in favore del conferimento di pieni poteri a Pompeo nella guerra mitridatica. Venne eletto Console nel 63 e sventò un piano rivoluzionario messo in atto da Catilina. Da questo successo scrisse un’altra opera le Catilinarie.nel 51 andò come proconsole in Cilicia.
Per quali ragioni politiche Cicerone venne eletto console e preferito a Catilina?
.
In quale modo Cicerone si oppone a Catilina nei suoi tentavi di aderire al potere per vie lecite o illecite?
Catilina aveva ripresentato la sua candidatura come console con un programma accentuatamente popolare, venne di nuovo sconfitto e così decise d prendersi il potere con un’azione d forza.cicerone sventò questo attacco con una orazione che costrinse catilina ad allontanarsi da roma. Nei primi di dicembre vennero arrestati altri 5 componenti della congiura e in una seduta del senato si discusse se condannarli a morte o all’esilio.Cesare si si schiero sul non condannarli a morte anche se cicerone si mostrò favorevole x la pena capitale.Catone si schiero con Cicerone e i 5 vennero giustiziati nel carcere Mamertino.
Durante il consolato Cicerone elabora la teoria della concordia ordinum: in che cosa consiste e perché a su parere poteva contribuire a risolvere la tensione tra le forze sociali nella repubblica?
Il progetto di concordia dei ceti abbienti fu un tentativo di superare, in nome del superiore interesse della collettività, la lotta di gruppi e di fazioni che dominava la scena politica romana. Cicerone vide in un riavvicinamento fra senato ed equites un mezzo per superare la crisi che stava travolgendo la repubblica e, fino alla fine, rimase fedele all'ideale della concordia e alla causa del senato.
Nel 56 AC, nella Pro Sestio, Cicerone espose una nuova versione della propria teoria sulla concordia dei ceti abbienti. Come accordo fra il ceto senatorio e quello equestre, la concordia ordinum era stata fallimentare. Cicerone ne dilatò il concetto in quello di consensus omnium bonorum, ossia la concordia attiva di tutte le persone agiate e possidenti, amanti dell'ordine politico e sociale. L'esigenza, diffusamente avvertita in Roma, di un governo più autorevole spinse Cicerone ad auspicare per lo Stato la guida di personaggi autorevoli. Lo scrittore approfondì tale teoria nel De republica. Anche la conseguente collaborazione con i triumviri fu un tentativo di salvaguardare il prestigio e le prerogative del senato ed il momentaneo riavvicinamento a Cesare, dopo la guerra civile, fu dettato dal desiderio di mitigarne le tendenze assolutistiche.
Il fallimento del programma ebbe motivi molteplici, infatti, Cicerone non aveva il seguito clientelare o militare necessario a far trionfare la propria linea politica ed inoltre sottovalutò l'importanza degli eserciti personali, inoltre, al tempo della guerra civile, i ceti possidenti (boni) ritennero che le loro esigenze fossero meglio tutelate dalla politica di Cesare e, dopo la morte di Cicerone, per gli stessi motivi, accordarono il loro consenso alla dominazione di Augusto, che segnò la fine delle istituzioni repubblicane.
Dopo il consolato Cicerone viene progressivamente isolato fino a che viene pronunciata contro d lui la condanna all’esilio:spiega le circostanze in cui si verificò questa situazione.
Dopo il consolato di Cesare (nel 59), le violenze del partito popolare condotto da P. Clodio Pulcro, allora tribuno, portarono alla messa sotto accusa dell'ex console, per aver fatto giustiziare, senza processo, dei cittadini. La coalizione degli "ottimati" non fu in grado di resistere alla volontà dei "triumviri" (Cesare, Pompeo e Crasso) e, mentre Cesare si avviava verso la Gallia di cui s'iniziava la conquista, C. fu costretto in esilio in Grecia (marzo 58).
LA FILOSOFIA
Pensatore fondamentalmente "asistematico", C. si diede alla filosofia propriamente intesa soltanto dopo i 50 anni; ovvero, si dedicò alla pura speculazione e compose le sue opere filosofiche soprattutto nei 2 determinati periodi di forzato ritiro dalla scena politica: il primo risale a quando fu instaurato il triumvirato, il secondo è sotto la dittatura di Cesare; e ciò, almeno con due finalità: sia per rispondere ad una intima esigenza "consolatoria", sia (e direi soprattutto) con l’intento di far conoscere ai Romani i contenuti del pensiero filosofico greco: ai suoi occhi, la rigenerazione etico-politica della res publica richiedeva infatti che la cultura filosofica - la quale comportava, tra l’altro, una riflessione sui valori che erano alla base della convivenza sociale - divenisse elemento costitutivo dell'educazione dei gruppi dirigenti (coevi e futuri) di Roma e dell’Italia. Le opere filosofiche di C. dipendono, dunque, largamente dalla produzione di pensatori greci, ma hanno un taglio profondamente originale, soprattutto per ciò che ne riguarda l’adattamento alla situazione romana.Per l’esposizione e il confronto delle diverse dottrine filosofiche, egli seppe trovare una forma letteraria capace di interessare un pubblico relativamente vasto, che trascendesse la componente "professionistica" della filosofia stessa: una forma dialogica accattivante, per la quale egli si rifaceva alla tradizione accademica e peripatetica; di conseguenza, egli insiste moltissimo sulla necessità del legame tra filosofia ed eloquenza elegante e persuasiva.
Nel 55 nel trattato de oratore cicerone mette a confronto due diverse concezioni della formazione dell’oratore. Quali sono?in che modo il dibattito su questo tema implica una riflessione intorno all’ideale di uomo politico?
Solo nel 55, quando le circostanze lo sollecitarono a riflettere sulla reale funzione dell'eloquenza all'interno della città, compose il "De oratore", un’opera in forma dialogica, "platonica" ma con contenuti romani (opera che, dunque, già nella struttura originale supera con un balzo tutti i trattati precedenti in materia): Crasso e Antonio, i due più insigni oratori dei tempi della sua giovinezza, sono i principali interlocutori (il dialogo è ambientato nel 91 a.C., e Crasso è l'evidente alterego dello stesso C.).La "trattazione" - precisamente - verte non tanto sull'eloquenza in quanto tale, o sulle regole per praticarla, quanto piuttosto sulla figura stessa dell'oratore (come recita il titolo, del resto), assunto come ideale civico e umano, uomo politico della classe dirigente, guidato dalla "probitas" e dalla "prudentia", intellettuale garante - nella sua stessa persona - dei valori (morali, ma anche culturali) dell'aristocrazia: l' "orator" dovrà servirsi della sua abilità non per scopi demagogici, ma per invogliare alla volontà dei "boni".Il vecchio problema di Catone è riproposto in termini nuovi, ma seguendo il medesimo spirito. Per C. l'oratore è un pensatore universale, "enciclopedico", che deve conoscere a fondo tutto ciò su cui si può trovare in obbligo di parlare (e in ciò C. si avvicina alle tesi di Platone), ma deve superare anche tutte le tecniche particolari, essere un artista della parola per persuadere con la grazia, e al tempo stesso essere un filosofo (e la "filosofia morale" principalmente la sua guida), per scoprire ogni volta le ragioni profonde delle cose.Il I libro tratta così proprio della preparazione generale - appunto "enciclopedica" - dell’oratore (soprattutto, come detto, filosofica e con predilezione per la filosofia morale); il II dell’invenzione, della disposizione, della memoria; il III della elocuzione e dello stile.
Alcuni anni dopo nel de repubblica cicerone riflette invece sullo stato con un trattato di filosofia politica: quali tesi sostiene?
Vuole evidenziare uno stato ideale che poggi sulla giustizia.la miglior forma d governo è: costituzione mista.
Dopo la guerra civile cicerone che aveva parteggiato per pompeo è costretto a ritirars d nuova dalla vita politica: a quali attività si dedica?
Si limitò all’attività filosofica e letteraria.
Epistolario
Composto da 16libri.sono comprese anche delle lettere.16 libri ad atticum, 3 ad quintum fratem e 2 m.brutum. sono tt indirizzati a parenti amici e personaggi politici.le lettere sono una fonte preziosissima per la conoscenza della storia politica della società romana dell’epoca.comprendono svariati argomenti e stili.

In quali circostanze si verificò la morte di cicerone? Quale ennesima sconfitta politica essa segna?
Fu ucciso il 7-12-43 a.c.; la sua testa e le sue mani furono mozzate e portate ad antonio che le fece esporre nel foro romano.

Esempio