Decadentismo

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PASSAGGIO 800/900 e DECADENTISMO

Questo passaggio è caratterizzato dalla crisi del positivismo che credeva che la scienza potesse spiegare il reale, e che la realtà scientifica fosse governata da leggi scientifiche. Va in crisi anche la fiducia nell’oggettività del reale. Tutto ciò fa sì che si creino posizioni estreme, come quella di Ernst Mach, il quale pensava che la scienza trovasse la giustificazione nel bisogno psicologico di orientarsi nei fenomeni naturali.
La filosofia di tardo 800 critica la sistemazione filosofica del primo 800, in particolare Hegel: è critica l’idea di storia come successione di eventi razionali; viene invece considerata una storia organica, in cui l’uomo singolo non si identifica più nel suo passato (per esempio “Il fu Mattia Pascal” di Pirandello), e ciò implica una crisi dell’individualità; infatti, alla domanda , l’uomo non può rispondere più . Una parziale eccezione a questa ideologia è data da Marx, che comunque ritiene razionale la storia, ma allo stesso tempo la considera un prodotto del lavoro dell’uomo e del rapporto fra struttura e sovrastruttura. L’eccezione è parziale in quanto l’influenza marxista è riservata a chi è interessato alle classi subalterne, e in Italia solo dopo gli anni ’20.
Con lo sviluppo delle società di massa, aumentano le persone che possono godere di materiali (oltre le prime necessità), come i libri. Scompare inoltre l’aristocrazia con i suoi valori, e lo stato è tenuto dai più ricchi. La cultura diventa di massa, e fruibile ad una parte più ampia della società, attraverso libri e giornali, strumenti preferiti per la diffusione ideologica. Questa grande diffusione porta nuovi lettori, e di conseguenza anche una nuova letteratura, aperta ai consumi. Nascono quindi il genere del gialle e quello dell’appendice, cioè il romanzo rosa, la cui scrittrice più famosa è Carolina Invernizio. Cambia pure l’editoria, che, mentre prima era artigianale, ora è industriale, e riesce inoltre a indirizzare il pubblico verso i suoi prodotti. Si può dire che siamo davanti a una democratizzazione della cultura, e ciò ha però anche degli aspetti negativi; infatti si perde il carattere sacro della letteratura, il libro diventa meno autorevole, essendo ora o qualcosa da vendere, o uno strumento del potere. Si crea quindi anche un movimento di opposizione, fatto da scuole, indirizzi o autori, che però restano isolati.

Il movimento culturale più importante è “Il Decadentismo”, nato in Francia fra il 1880 e 1890 (considerato un periodo d’oro), con il giornale Le Decadent di Verlaine. Il termine Decadentismo ha una connotazione negativa, in quanto gli avversari non risparmiano qualificazioni dispregiative, come ad esempio Croce, che definisce D’annunzio, Pascoli e Fogazzaro dei malati di mente. Comunque, tutti i fenomeni dell’Italia post-unitaria hanno una connotazione negativa, espressa con lo Spleen, una sorta di angoscia e noia di vivere. Sempre Croce, nel descrivere la poesia decadente, la definisce come irrazionale, vuota e senza valori. Altri critici, invece, evidenziano altri elementi:
1) La capacità di trasfigurazione lirica, cioè l’uso di simbolismi e suggestioni;
2) Quello che in gergo è detta “semanticità alla musicalità della parola” (più che il significato interessa il suono);
3) Lo sforzo di avvicinamento alla cultura europea (tipo il verismo) attraverso il rinnovamento della tradizione letteraria.

Caratteristiche del Decadentismo
* Superamento del realismo e del sentimentalismo romantico
* Invece che l’Io (che secondo l’idealismo è l’opposizione soggetto/natura), in primo piano c’è la dimensione dell’inconscio, che è più in contatto con la natura del mondo
* Il protagonista della poesia decadente è isolato e inquieto, ha perso interesse per i grandi ideali romantici di libertà e patria e si abbandona all’istinto, come il superuomo di D’annunzio, o i personaggi di Dostojevski, che mantiene come struttura la narrativa classica e dimostra che il movimento riguarda non solo la Francia, ma anche altri stati europei.
Temi del Decadentismo
* Notte = intesa come opposta alla luce della ragione
* Sogno = come alternativo alla realtà
* Morte = che non ha più un valore nobile (eroico)
In primo piano c’è il lato sinistro della realtà, lato che si presta alle suggestioni irrazionali; tuttavia gli autori non sono irrazionali, ma coscienti di quello che fanno.

I riferimenti filosofici si basano sull’angoscia ineliminabile della natura umana, prendendo spunto da Kierkegaard (attraverso la mediazione di Kafka) e Nietzsche, che viene però volgarizzato (interpretazione rozza del superuomo), e ridotto agli aspetti più superficiali, come la negazione della moralità.

La cultura di quest’epoca è caratterizzata dalla crisi delle coordinate logiche, cioè la perdita dei punti di riferimento tradizionali, la figura per quanto riguarda la pittura (figura = disegno che corrisponde all’oggetto), e la crisi d’identità dei personaggi in letteratura, e la trama secondo nessi causali in narrativa. Al posto di questi riferimenti, sta l’intuizione o logica dell’inconscio, analizzato dalla psicanalisi (nascente in questo periodo), che lavora per condensazione (metafora) o spostamento (metonimia). Un esempio di ciò è l’interpretazione dell’autore, o di un personaggio come figura della malattia, che, per i romantici è segno del sacrificio (anche d’amore), mentre per i decadenti ha un duplice aspetto: essa può infatti giustificare un disagio personale, o può anche essere considerata una condizione privilegiata, in quanto al malato è permesso di abbandonare la convenzione sociale.
La società al tempo del Decadentismo è borghese, non più aristocratica, caratterizzata da un forte moralismo, perché con la morale giustifica la pretesa all’eccellenza, che ai nobili era data per nascita. Questa moralità porta un grande pressione verso gli altri, e quindi un atteggiamento accusatorio rispetto l’artista, accusato di nichilismo. Egli per reagire a questa pressione moralistica assume diversi atteggiamenti, come quello di rimanere ai margini. Oppure, cerca un punto d’incontro con le esigenze borghesi; ad esempio, Pascoli, che comunque non è mai immorale, ma spesso ambiguo, compensa con il ruolo di accademico, un posto rispettabile. D’annunzio, invece, che è proprio scandaloso, guadagna rispettabilità con gli ideali nazionalistici. Rispetto l’arte, invece, le posizioni possono essere solo due, ed estreme. La prima è quella della svalutazione, come Kafka, che identifica l’arte in un vizio, e afferma che essa deve essere presa come il prodotto di un malato. L’altra posizione è quella dell’esaltazione dell’arte, considerata il fine ultimo della vita (D’annunzio), che deve essere resa perfetta come una forma d’arte. In questo caso si parla d’ Estetismo.
La ricchezza del Decadentismo non sta negli ideali, ma piuttosto nella sensibilità, e l’arte serve a costruire una realtà simbolica che è più soddisfacente di quella reale.

NUCLEI POETICI NEL DECADENTISMO
L’AMORE – molto diverso da quello romantico, insiste sugli elementi sessuali, quindi si dice che ha una funzione antiborghese, infatti, il sesso era uno dei tabù borghesi. E’ inoltre legato a una sensazione di precarietà, perché esso non è mai la soluzione ultima dell’esistenza, del male di vivere, del problema dell’esistenza. E’ anche segno di personalità eccezionali, e, se viene represso, riaffiora in forma simbolica.
LA RELIGIOSITA’ – può avere diverse forme. Fogazzaro ad esempio era cristiano, mentre, la religiosità di D’annunzio si definisce”Panteismo vitalistico”, che considera la natura piena di vita, o essa la vita stessa; la realizzazione della vita dell’uomo infatti avviene attraverso l’unificazione con la natura, perché lo fornisce di forza vitale. In ogni caso, si tratta di un sentimento religioso antirazionalistico, avente anche una connotazione sensuale, in quanto i tormenti di coscienza danno piacere; il decadente prova un piacere perverso nel ripensare al peccato.
LA MUSICA – viene idealizzata perché tra tutte le arti è la meno semantica (studio dei significati); infatti, siccome un suono non può descrivere nulla, la musica non può descrivere un oggetto, e ciò la rende l’arte più adatta a esprimere i contenuti dell’inconscio. Qualche volta addirittura ci sono accenni a un carattere diabolico della musica, vista così come un arte diabolica. I decadenti apprezzano molto Wagner, in quanto distruttore degli equilibri classici.

Letteratura decadente
L’artista decadente è estetico. Quello romantico, aveva dei valori da trasmettere, la sua arte era comunicativa, e la parola referenziale (legata al suo significato). Nel Decadentismo, invece, essa tende a diventare musicale, è simbolica e allusiva, dipende dai contenuti inconsci che l’arte vuole esprimere; infatti non serve alla conoscenza, nel senso di afferrare dati di realtà ma piuttosto a suscitare l’intuizione e favorire la scoperta di istinti e sentimenti. Anche la struttura del discorso si perde, esso non è più ordinato, ma espresso secondo la sintassi del sogno, contraddistinto da metafore e metonimie.
Al posto della passione, che per i romantici era la fonte di ispirazione per la poesia, troviamo il sogno e l’inconscio, che è subrazionale. Questo si esprime in diverse forme letterarie, tra cui la lirica, molto varia in realtà, perché deve esprimere la soggettività pura, non mediata. Un rinnovatore della poesia lirica è Baudelaire, dopo di lui infatti, essa viene sviluppata in due filoni: uno che esalta la vitalità e l’istinto di vita (es: Rimbaud), e un altro più cerebrale e astratto (es: Mallarmé e Valery).
I caratteri della poesia decadente sono:
* Uso del verso libero
* Dissoluzione della punteggiatura; la poesia, infatti deve essere come un flusso
* Frammentismo, nel senso che la poesia è un piccolo frammento di espressione, che sottintende un prima e un dopo
* Tendenza a fissarsi su oggetti assoluti; si deve costruire la poesia attorno a oggetti in grado di suscitare una serie di ricordi, rivestiti però da un valore simbolico.

Differenze tra la narrativa dell’800 con quella decadente

PRIMO 800
DECADENTE
Più il mondo è coerente ideologicamente, più si sforza di mostrare i valori e non nasconde i meccanismi del racconto. Chi scrive sa il mondo che rappresenta.
Troviamo l’interesse per l’infanzia (affine allo stato di natura), e l’esplorazione del lato fanciullesco nelle personalità. Chi si libera dalla sovrastruttura e regredisce ha il vantaggio di osservare la natura e la realtà in modo diverso.
Narrazione lineare
In genere non c’è una progressione lineare per la soluzione dell’intreccio, essa è spesso circolare
Uso della terza persona
Usata la prima persona e il discorso è portato sul presente
Uso del tempo passato
Il tempo diventa fluido, i narratori nel racconto collegano il passato e il presente, per avvicinare, con l’uso di flashback, queste dimensioni che nella coscienza sono contigue
L’eroe è protagonista, e portatore di valori positivi
L’eroe è inadeguato, più che agire, subisce le circostanze; è angosciato e sofferente. Però rifiuta le finte consolazioni e le certezze considerate tali solo perché rassicuranti

Esempio