Critica al progetto tecnico-scientifico

Materie:Tema
Categoria:Italiano

Voto:

1.5 (2)
Download:153
Data:22.06.2006
Numero di pagine:3
Formato di file:.doc (Microsoft Word)
Download   Anteprima
critica-progetto-tecnico-scientifico_1.zip (Dimensione: 4.46 Kb)
readme.txt     59 Bytes
trucheck.it_critica-al-progetto-tecnico-scientifico.doc     23.5 Kb


Testo

Il progresso tecnico-scientifico può essere paragonato a una locomotiva in corsa: infatti, sembra ormai essere sfuggito di mano a chiunque e pare non si debba più arrestare, con le conseguenze immaginabili che possono derivarne.
Il nostro pianeta è afflitto da molti mali, la cui causa è da attribuirsi per il 90% dei casi a noi uomini, non è più un ambiente incontaminato e pittoresco quale era un tempo.
L’uomo preistorico temeva la natura, in quanto essa costituiva un nemico: presentava ostacoli e difficoltà quotidiane di ogni genere e gli ominidi erano costretti a cimentarsi in continue lotte per poter sopravvivere. Con il trascorrere degli anni l’uomo non solo è riuscito a dominare la natura, ma l’ha addirittura modificata a suo piacimento.
Purtroppo la mente umana ha grossi limiti: essa non riesce a concepire progetti che portino un generale miglioramento. Ogni persona, infatti, tende ad assicurarsi un proprio benessere economico, anche se ciò danneggia gravemente l’ambiente e le nuove generazioni. L’avidità di alcuni individui ha distrutto l’equilibrio naturale, causando danni irreparabili. A mio parere, non bisogna accusare solo il progresso tecnico-scientifico, ma piuttosto la stupidità e la ristrettezza del pensiero umano.
I grossi progressi compiuti negli ultimi decenni sono stati talmente immediati, che l’uomo non si è reso conto dei danni che ne sarebbero conseguiti. Il nostro organismo è riuscito solo in parte ad adattarsi alle nuove condizioni ambientali: l’apparato respiratorio, infatti, è in grado di funzionare anche se immettiamo nei polmoni aria inquinata.
È fuor di dubbio il fatto che la vita dell’uomo, in questi ultimi anni, sia stata agevolata da numerose invenzioni della scienza: si è avuto energia elettrica in gran quantità, grazie alla costruzione di centrali nucleari, che, sfruttando la potenza dell’atomo, producono una quantità di energia quasi tre volte maggiore di quelle normali, ci si è abituati a viaggiare sempre più comodamente in auto spaziose e veloci.
Anche nel campo della medicina la scienza e la tecnica hanno compiuto passi da gigante: pensiamo alla scoperta di vaccini e medicine, tra cui gli antibiotici, che forse ingurgitiamo con eccessiva facilità, ora in grado di debellare malattie che in passato mietevano molte vittime; alla costruzione di nuovi macchinari per curare malattie, per affrontare gli interventi chirurgici con maggior sicurezza o tenere in vita pazienti clinicamente morti.
Si consideri ancora l’enorme aiuto che danno all’uomo i computer nella progettazione di strutture, aerei e navi.
L’elenco dei vantaggi del progresso potrebbe proseguire, ma non bisogna ignorare il rovescio della medaglia. Se, infatti, grazie alle centrali nucleari, il mondo, o almeno una parte di esso si è assicurato energia infinita, l’esplosione del reattore della centrale di Chernobyl, avvenuta nel 1986 in Ucraina, ha messo in luce il lato peggiore dello sfruttamento dell’atomo, inducendo gli italiani, chiamati a esprimersi pochi mesi dopo il disastro ecologico in un referendum, a dire “no” alla costruzione di nuove centrali nel nostro paese, e alla chiusura di quelle già esistenti.
Allo stesso modo, l’uso eccessivo delle auto ha provocato la formazione di cappe di smog nei cieli delle grandi città, soprattutto nei mesi invernali, quando sono in funzione gli impianti di riscaldamento delle case e, di conseguenza, la limitazione o addirittura il divieto di transito ai veicoli in determinati fasce orarie.
Per quanto riguarda la medicina, che, a mio parere, è il campo con meno aspetti negativi, ci si potrebbe lamentare per gli effetti collaterali di alcuni farmaci o terapie, come la chemioterapie utilizzata nella cura delle forme tumorali.
Addirittura i computer sono diventati degli oggetti a rischio: psicologi e medici, infatti, hanno riscontrato, in alcuni soggetti “computer-dipendenti”, una strana malattia, che porta a essere succubi di queste macchine.
Secondo me, questa concezione pessimistica della scienza non è da condividere, ma neanche da disprezzare. Benché io sia portato a guardare, pensando agli innumerevoli disastri provocati dalla scienza, il lato negativo del progresso, non reputo corretto colpevolizzare le macchine. La soluzione del problema è una sola, più facile a parole che in pratica: favorire la ricerca scientifica nel rispetto della natura.
Io credo che non si possa o debba per nessuna ragione arrestare il progresso, perché ciò significherebbe costringere l’umanità a camminare a ritroso.

Esempio