Carpe Diem, commento

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Testo

“Carpe Diem” Quinto Orazio Flacco, commento

La poesia è una breve ode di Quinto Orazio Flacco, poeta latino contemporaneo e amico del celeberrimo poeta Virgilio.
In questo componimento egli invita i lettori a godere appieno, senza eccedere, dei momenti felici che offre la vita, evitando di pensare troppo al futuro, che causa solo inutili preoccupazioni.
L’ode è dedicata e rivolta a una fantomatica donna, di nome Leuconoe, molto probabilmente di origine immaginaria.
Il titolo stesso contiene, tramite un imperativo, una palese esortazione a catturare tutto ciò che di piacevole ci offre il presente. Anche nella poesia i concetti sono espressi tramite imperativi, affermativi e negativi: “non chiedere… credimi… pensaci…”.
Troviamo anche un vocativo al secondo verso che ci introduce chi è il destinatario dell’opera. La etimologia del nome della donna suggerisce i concetti di giocosità e di ingenuità di uno spirito non agitato da tormenti esistenziali.
L’autore la esorta in modo amichevole a non consultare inutili oracoli che dovrebbero rivelarle il futuro: l’unica entità che lo ha in mano è Giove, circondato dagli altri dei, e spetta a lui deciderne il corso. E’ solo lui che conosce quanto durerà la nostra vita, se molti “inverni”, o se è già giunta al termine.
L’abilità del poeta si riscontra nel linguaggio, che pur nella sua semplicità, si rivela appropriato e presenta numerose figure retoriche, come la similitudine dei versi 4-5 o la sineddoche subito dopo, in cui la parola “inverni” viene usata per esprimere il concetto molto più ampio degli anni a noi concessi dai Celesti. In questi versi si trova anche un’antitesi che mette in contrapposizione l’eventuale brevità di una vita vissuta fino all’ultimo respiro rispetto ad una vita ma passiva e piatta, evidenziando inoltre il concetto universale della precarietà della vita.
Quest ultimo particolare è reso molto bene da un’evidente consonanza ai versi 9 – 10 – 11 di suoni molto aspri e duri.
Con il penultimo imperativo che il poeta usa, “pensaci”, invita Leuconoe a lasciare da parte ogni speranza a lungo termine, in fondo la vita è breve e sarebbe uno spreco non goderne ogni più piccolo, irripetibile istante.
Dal punto di vista visivo, la poesia presenta un’unica strofa di diciassette versi profondamente irregolari tra di loro. Non abbiamo una prevalenza di un tipo preciso di metrica, ma versi diversi liberi: non sono infatti presenti rime di nessun tipo.
Non è possibile effettuare collegamenti evidenti tra questo componimento ed altri contemporanei o non senza commettere errori, infatti Carpe Diem è celebre anche per la sua unicità e particolarità del messaggio.
Pur essendo un’opera molto semplice dal punto di vista lessicale, questa lirica colpisce il lettore con il suo messaggio per niente implicito, ma anzi evidenziato dalla teorica conversazione con l’immaginaria donna di nome Leuconoe. Io personalmente ne condivido il significato, anche se penso che occorra prestare attenzione a non rischiare di perdere il futuro della propria vita, vivendo il presente in modo irresponsabile.

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