canto notturano di un pastore errante dell'asia

Materie:Riassunto
Categoria:Italiano

Voto:

1.5 (2)
Download:279
Data:03.01.2006
Numero di pagine:2
Formato di file:.doc (Microsoft Word)
Download   Anteprima
canto-notturano-pastore-errante-asia_1.zip (Dimensione: 4.06 Kb)
trucheck.it_canto-notturano-di-un-pastore-errante-dell-asia.doc     23.5 Kb
readme.txt     59 Bytes


Testo

Canto notturno di un pastore errante dell’Asia
G. Leopardi
da “Canti”

sintesi:
La poesia è suddivisa in sei strofe ed il narratore è il pastore:
I. Nella prima strofa il poeta si rivolge alla luna, ponendole una serie d’ interrogativi inerenti alla sua esistenza, al suo valore e al suo scopo. Le chiede se non si sia ancora annoiata a ripercorrere giorno dopo giorno lo stesso cammino. Successivamente paragona la propria vita a quella della luna chiedendosi a cosa tendono i propri destini.
II. Nella seconda strofa non c’è nessuna risposta riguardo agli interrogativi precedenti e segue una descrizione allegorica della vita umana. Essa è paragonata al viaggio insidioso di un “vecchierello” malato, esposto alle intemperie della natura e la sua destinazione coincide con “l’abisso orrido”, cioè la morte.
III. In questa strofa il pastore riprende il tema della morte: egli si chiede perché la vita continui nonostante vivere sia faticoso fin dal primo istante, poiché già la nascita comporta un rischio. È quindi compito dei genitori consolare continuamente il figlio infondendogli coraggio. La strofa si conclude con la domanda del pastore, il quale si chiede “se la vita è sventura perché da noi si dura?”
IV. In questa strofa l’autore fa un’ipotesi circa il significato dell’esistenza. Esso è nascosto all’umile sguardo del pastore, ma è noto solo alla luna. Essa infatti può comprendere lo scopo del mattina, della sera, del silenzio e dello scorrere del tempo, così come le stagioni; la luna sa numerosissime cose e ne scopre di continuo di nuove, che sono invece nascoste al pastore. La presenza della luna, viene rievocata nella memoria del pastore come compagna delle sue notti solitarie, ed accresce con la sua distanze il bisogni del pastore di interrogarsi sul perché dell’universo, della vita e di se stesso. Nella conclusione di questa strofa viene rivendicato il valore dell’esperienza materiale quale fondamento della conoscenza : è da essa che il pastore trae la certezza del male quale carattere della sua vita.
V. Nella quinta strofa il pastore, dopo aver cercato risposte dalla luna, si rivolge ad una realtà inferiore, le pecore. Esse sono felici ma a differenza della luna, questo sentimento non è dato dal fatto che conoscono il perchè di ogni cosa ma dall’ignorare la proprio condizione. L’uomo quindi si pone domande, ma non trovando risposte può solo fare ipotesi, ma questo lo porta ad annoiarsi.
VI. Nell’ultima strofa il pastore smonta ogni ipotesi fin qui avanzata circa la possibilità che le forme di vita, anche diverse dall’uomo, possano essere felici, infatti è più probabile che la vita sia, in se stessa, una sventura, in ogni condizione.

Esempio