biondo era e bello

Materie:Scheda libro
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Testo

SCHEDATURA LIBRO
Matia Luchetta 3^ A
TOBINO Mario,biondo era e bello,Milano,Oscar Mondadori,1974
LUOGHI
Le vicende si svolgono dapprima a Firenze, luogo della giovinezza di Dante, l’esilio poi lo rende pellegrino attraverso i castelli del Casentino ed altri vari in vari luoghi: Arezzo, Pisa , poi Verona dagli Scaligeri, Bologna , nella Lunigiana dai Malaspina, dai conti Guidi in Toscana.

TEMPO
La storia si svolge dal giorno della nascita di Dante nel 1265 ,in un periodo in cui l’Italia si stava dividendo in Guelfi e Ghibellini, fino alla sua morte il 15 Settembre 1321. I primi anni della sua vita sono tristi e solitari, fino a quando non diventerà un personaggio pubblico. Egli fu protagonista in prima fila degli accadimenti del trecento italiano. L’autore in questo romanzo si sofferma parecchio sul rapporto di Dante con il Volgare, dialetto che ha in sé una grande forza proprio perché è raccolta dal vivo della realtà; i popolani capiscono che attraverso di lui ciò che pensano si può esprimere a perfezione e questo è motivo dei primi successi pubblici del poeta. Dante è un personaggio che ritiene molto importante vivere in modo giusto, concepisce l’esistenza come un servizio per la giustizia.

PERSONAGGI:
DANTE ALIGHIERI: soggetto e protagonista principale di tutta la narrazione . La costruzione della sua figura si articola nelle 135 pagine del romanzo, in quanto il lettore apprende informazioni sul carattere o su altri aspetti del personaggio.
BONIFACIO VIII: l’intero capitolo VII è dedicato alla figura e al carisma del ponteficeInsieme a Corso Donati è la figura principale dei primi trentanove anni della vita del poeta, personaggio estremamente negativo, che mira al Comune fiorentino: è l’artefice dell’esilio dantesco
CORSO DONATI: capo dei guelfi Neri a Firenze ha un animo indomito e una predisposizione al potere. Principale osteggiatore della politica dantesca e instancabile oppositore della sua fazione.
FORESE DONATI: poeta italiano fratello di Corso, scambiò con l’amico Dante una “tenzone” cioè un “botta e risposta” in sei sonetti, 3 per ciascuno. I due poeti si rinfacciavano a vicenda difetti ed improperi di ogni tipo; si tratta di un gioco letterario, infatti l’amicizia fra i due poeti è confermata nell’incontro nel Purgatorio
GUIDO CAVALCANTI poeta italiano. Di nobile famiglia guelfa di parte bianca, non era d’accordo sulle riforme antiaristocratiche del comune di Firenze. Nel 1280 prese parte alle trattative di pace tra guelfi e ghibellini; nel 1300 venne esiliato a Sarzana; amnistiato tornò in patria ma morì di malaria alla fine di agosto del 1300.
GIANO DELLA BELLA: politico fiorentino di famiglia aristocratica. Nella lotta politica all’interno del comune fiorentino si schiera con il popolo, dà il via agli ordinamenti di giustizia in cui i magnati vengono esclusi dalle cariche governative. Quando però i magnati si allearono con il popolo grasso, fu costretto all’esilio in Francia dove morì.
CINO DA PISTOIA: grande amico di Dante, poeta e giurista italiano tornò a Pistoia dopo aver studiato diritto a Bologna nel 1302, ma fu costretto a lasciarla perché era di parte guelfa. Ospitò Dante a Bologna dove insieme evocarono i tempi andati. Rientrò a Pistoia tre anni dopo, divenne giudice e fu poi chiamato ad insegnare diritto in diverse università tra cui Siena Perugia e Napoli.
ARRIGO VII: conte di Lussemburgo, re di Germania e imperatore del sacro romano impero. Nel 1310 scese in Italia per tentare di sedare le lotte tra guelfi e ghibellini. Quando Dante viene informato di questo è pervaso dal desiderio di collaborare all’impresa e compone il trattato latino La Monarchia
CARLO DI VALOIS: Comandante delle truppe francesi in Italia,alleate e inviate dal Papa per conquistare Firenze. Carlo è avido d’oro e Firenze ne è ben fornita.

MOTIVI E TEMI
Biondo era e bello è un saggio biografico in cui il soggetto di tutta la narrazione è Dante Alighieri. Si apprendono informazioni sul carattere e su altri aspetti della sua personalità, percorrendo la vita minuta, le sue esperienze politiche. Sullo sfondo di un quadro storico, colorito e vivace, che fa rivivere le lotte feroci ma anche il fervore culturale dell’età dei Comuni, si ripercorre l’ esistenza di Dante attraverso le sue passioni giovanili, egli era una personaggio desideroso di conoscenza delle vicende di cui il suo tempo era ricco per poi imprimerle nella Commedia.

LINGUAGGIO
Il libro è una biografia scritta in modo chiaro e semplice nonostante si riferisca al “sommo poeta”.
L’autore ha descritto il personaggio in maniera molto affettuosa e non come se dovesse spiegare un testo accademico. La parlata è viva, non si tratta di un italiano dialettale ma è un modo fresco ed immediato che permette di comprendere i sentimenti e partecipare alle cose in modo quasi diretto.

RIASSUNTO
Dante Alighieri nasce a Firenze nel 1265, da una famiglia di piccola nobiltà. In questo periodo l’Italia era divisa tra Guelfi e Ghibellini. I primi anni della sua vita sono tristi e solitari. Le figure più importanti della sua adolescenza sono Guido Cavalcanti e Forese Donati. Il primo, confidente e letterato del Dolce Stil Novo; con loro si dedica alla frequentazione di taverne in cui mangiano, devono e si godono la vita in tutte le sue forme.
Diventerà ben presto un personaggio importante ed inventerà una nuova lingua il volgare utilizzata dal popolo. Pubblica il primo libretto : La vita Nuova , in cui alterna prose e poesie, vi si narra di un innamoramento, le pagine sono fresche e sincere e commuovono i lettori. Il suo nome comincia a circolare per Firenze anche grazie alla sua capacità di conversare . Entrato precocemente in politica ed assiste alle sanguinose lotte tra ghibellini e Guelfi, bianchi e neri tutti molto violenti che si fanno battaglia per il potere. Dante diventa Priore e subito gli si presenta un’urgenza: il papa Bonifacio VIII chiede a Firenze soldati e denari: Dante ritiene che la Chiesa debba occuparsi solo delle anime, così i Guelfi Bianchi, rispondono negativamente. Ma a questo punto entra in gioco Corso Donati, un Guelfo Nero, l’artefice della vittoria fiorentina a Campaldino del 1289. Egli, fonte di continui disordini, era stato esiliato da Firenze, ma, fuggito, si reca dal pontefice, il quale voleva impadronirsi della Toscana, suggerendogli di far entrare l’alleato esercito francese in città. Dante, principale osteggiatore del papa, viene esiliato. Lascia a Firenze la famiglia che, essendo imparentata con i Donati, coloro che hanno vinto, non subisce vendette. Quando Bonifacio VIII muore, gli esiliati intravedono la speranza di ritornare in patria, ma solo ad alcune condizioni imposte dai neri . Rifiutando non gli rimane che diventare un pellegrino: Verona è il primo approdo, la corte scaligera è magnifica per liberalità, il Gran Cane è un magnate rinascimentale, ma a volte ritorna la nostalgia di Firenze. In quei momenti nascono gli episodi dell’Inferno, si scatena il canto. Così si trasferisce prima da Cino pistoiese, esiliato a Bologna, e poi dai conti Guidi, nel verde e silenzioso Casentino.
Mentre Dante è alle prese con il Paradiso, Arrigo, il nuovo imperatore, annuncia che scenderà in Italia per eliminare le tensioni fra le diverse fazioni. Questi comincia la sua azione nel nord, per poi scendere a Pisa nel 1312, con l’intento di spegnere le discordie fiorentine: purtroppo però nel 1313 muore di malaria.
Venuto a conoscenza della situazione del poeta, Guido Novello da Polenta, signore di Ravenna, lo invita a trascorrere i suoi ultimi anni alla sua corte, in uno smemorato villaggio di seimila anime. In quel periodo, causa le precarie condizioni in cui versava il Comune, i Neri gli concedono il rimpatrio, ma l’Alighieri così risponde all’amnistia: “Voi, miei concittadini, vorreste che io battessi alla vostra porta come nemico, per poi essere coronato poeta con la faccia di ladro e di traditore: Non accadrà signori fiorentini.” Intanto il poeta viene invitato alla corte scaligera, dove ritrova il Gran Cane
La morte però è vicina: nel corso di un ambasceria, Dante contrae la malaria, che lo stroncherà il 15 settembre 1321.

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