articolo di giornale prova d'esame

Materie:Tema
Categoria:Italiano

Voto:

1 (3)
Download:1971
Data:26.03.2007
Numero di pagine:3
Formato di file:.doc (Microsoft Word)
Download   Anteprima
articolo-giornale-prova-esame_1.zip (Dimensione: 4.66 Kb)
trucheck.it_articolo-di-giornale-prova-d-esame.doc     24 Kb
readme.txt     59 Bytes


Testo

Articolo di giornale: Leopardi davanti alla vita

LEOPARDI: MISANTROPO, PESSIMISTA O SEMPLICEMENTE REALISTA?

Si è a lungo discusso sulla visione della vita da parte di Leopardi; egli è stato accusato di misantropismo e pessimismo ma è possibile notare una vena di realismo nella sua riflessione.
Il sistema filosofico leopardiano si divide in sue periodi: “pessimismo storico” e “pessimismo cosmico”, a partire dalle operette morali.
Inizialmente Leopardi ritiene che l’uomo è perennemente infelice poiché è alla continua ricerca di una felicità infinita e polemizza contro il progresso: ritiene infatti che, aumentando le proprie conoscenze, ci si renda conto che la gioia infinita non si può raggiungere. La natura ha donato all’uomo l’immaginazione tramite la quale l’uomo si crea le illusioni di un futuro positivo, essendo essa una madre benigna.
In tutto questo il poeta è come un titano, figure mitologiche che sorreggevano il mondo sulle spalle, che tenta di far aprire gli occhi agli uomini. Infatti colui che comprende pienamente la realtà rischia di cedere a stati d’animo come l’inerzia e il tedio e l’unico modo per salvarsi è avere un atteggiamento titanico, ovvero ribelle.
Nella fase del pessimismo cosmico, ovvero dopo il viaggio a Roma in cui resta profondamente deluso dalla cultura intollerante dello Stato Pontificio, cambia la sua visione della Natura. Essa è una matrigna che reca sofferenza agli esseri viventi, per la quale sono soltanto uno strumento per il proprio sviluppo. Egli, in “Dialogo di un Islandese e della Natura” dice, personificando la Natura, che la vita non è altro che un processo in cui gli individui più deboli sono destinati a perire. Da questo momento la figura chiave non è più il poeta-titano ma il saggio antico, colui che riusciva ad essere imperturbabile di fronte alle avversità. Inoltre la natura non dona all’uomo gli strumenti per sconfiggere le malattie, la vecchiaia e la morte quindi non ci sono epoche più felici di altre.
Egli fu così accusato di misantropismo: alcuni critici ritennero che questa visione della vita fosse dovuta alle sue esperienze personali. Visse infatti un’esistenza molto tormentata a causa della mancanza di affetto da parte dei genitori. Decise di colmare questa carenza con lo studio che definisce “matto e disperatissimo” che lo portò ad una complessione fisica e ad una serie di difetti visivi. Inoltre il padre e la madre erano chiusi su idee conservatrici, impedendogli di frequentare ambienti progressisti.
Si difende dall’accusa con un’opera, “La ginestra”,in cui paragona la condizione dell’uomo a quella della pianta. La ginestra vive in ambienti inospitali e i suoi fiori sono raggruppati, gli uni vicini agli altri, come per sostenersi in una situazione difficili. Gli uomini, come i fiori dell’arbusto, devono restare uniti nelle difficoltà. La natura, infatti, rende difficile la sopravvivenza a tutti gli esseri viventi che sono perennemente infelici. Leopardi non odia gli uomini a causa della sua condizione;questa gli permette soltanto di capire prima la realtà.
La sua visione può essere vista come realistica e non soltanto come pessimista. Infatti, analizzando oggettivamente la storia, con il progresso si è giunti ad un’insoddisfazione e ad un’infelicità, sempre più spesso nei secoli gli artisti hanno tentato di imitare o prendere esempio da personaggi del mondo precedente, in particolare quello classico; alcuni perché costretti dall’intolleranza del tempo, altri perché sentivano vicini a sé i valori, altri ancora per ritrovare una “felicità” ormai perduta. Guardando anche al presente, sempre più persone non riescono a raggiungere la felicità, probabilmente perché non sono soddisfatte dei risultati ottenuti, cercando la cosiddetta ”felicità infinta” e in certi casi si arriva a soffrire di depressione. Aumenta continuamente il numero di individui che soffrono di stress perché sono alla ricerca di qualcosa che non riescono a raggiungere.
I filosofi di tutte le epoche hanno tentato di porre un rimedio all’infelicità: si pensi ad Epicuro con l’estraniarsi dalla vita pubblica, agli Stoici che esaltavano l’imperturbabilità dell’anima oppure a Schoupenhauer che ritiene che non esista una felicità perpetua poiché nessuna oggetto terreno dà appagamento totale una volta conseguita.
Tuttavia, contrariamente a quanto dice il poeta di Recanati, il progresso non è soltanto negativo poiché, oltre ad aver portato l’inquinamento, la globalizzazione e lo sfruttamento, ha recato un miglioramento nella vita dell’uomo. Sono migliorate le condizioni di lavoro, le prospettive di vita e sono state scoperte cure per numerose malattie.
In sintesi il sistema filosofico leopardiano è ancora attuale e applicabile alla vita quotidiana, anche se se per certi aspetti, venato di un’eccessiva negatività di pensiero come nel pessimismo cosmico.

Esempio



  


  1. Nichi

    Un testo argomentativo sul l'articolo 1 della Costituzione