Analisi del terzo capitolo de 'I promessi sposi'

Materie:Altro
Categoria:Italiano

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Data:19.12.2005
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Testo

CAPITOLO 3

Riassunto:
Il capitolo si apre con il racconto di Lucia ad Agnese e a Renzo dei suoi involontari incontri con don Rodrigo (questi, infatti, aveva avvicinato Lucia lungo la strada e aveva scommesso con un altro nobile, il conte Attilio, suo cugino, che la ragazza sarebbe stata sua). Lucia rivela poi di aver narrato l'accaduto a fra Cristoforo. Renzo e Agnese, l’uno come fidanzato, l’altra come madre, sono amareggiati dal fatto che Lucia non si sia confidata a loro. Al sentire gli episodi descritti da Lucia, Renzo viene colto da un nuovo attacco d’ira e da propositi di vendetta, ma Lucia riesce a placare le sue nuove ire.
Agnese consiglia poi al giovane di recarsi a Lecco, da un avvocato soprannominato Azzecca-garbugli e gli consegna quattro capponi da portare in dono al dottore. Renzo si mette dunque in cammino verso Lecco. Lungo la strada, agitato e incollerito, dà continui strattoni ai capponi che ha in mano: le povere bestie, pur accomunate da un triste destino, si beccano tra loro. Ciò dà l'occasione all'Autore per riflettere sulla mancanza di solidarietà tra gli uomini, anche quando questi sono accomunati dalle sventure (“...i quali intanto s’ingegnavano a beccarsi l’una con l’altra, come accade troppo sovente tra compagni di sventura.”).
Giunto alla casa dell’Azzecca-garbugli e consegnati i capponi a una serva, Renzo viene fatto accomodare nello studio: uno stanzone disordinato, polveroso e un po’ decadente in cui spiccano, alle pareti, i ritratti degli imperatori romani, simbolo del potere assoluto. Il dottore lo accoglie indossando una toga consunta che lo fa apparire decrepito quanto i mobili della stanza. Azzecca-garbugli scambia Renzo per un bravo e, per intimorirlo, legge confusamente una grida che annuncia pene severissime per chi impedisce un matrimonio. Ha qui inizio il tragicomico equivoco tra Renzo e l’Azzecca-garbugli che, credendo che il giovane si sia camuffato tagliandosi il ciuffo che contraddistingue i bravi, si complimenta con lui per la sua astuzia. A questo proposito, l’Autore non perde l’occasione per sottolineare ancora una volta l’ottusità della macchina burocratica spagnola, e ci propone frammenti di gride in cui si vieta addirittura di portare il ciuffo. Renzo nega di essere un bravo, ma l'avvocato non gli crede e lo invita a fidarsi di lui, prospettando poi una linea di difesa. Scoperto l'equivoco, Azzecca-garbugli si infuria e rifiuta ogni aiuto, mettendolo infine alla porta, poiché colpevole di un crimine all’epoca gravissimo: essere vittima, e per di più senza appoggi nobiliari.
Intanto Lucia e Agnese si consultano nuovamente tra loro e decidono di chiedere aiuto anche a fra Cristoforo. In quel momento giunge fra Galdino, un umile frate laico, in cerca di noci per il convento di Pescarenico, lo stesso dove vive il padre Cristoforo.
Per eludere le domande del fraticello circa il mancato matrimonio si porta il discorso sulla carestia; Galdino racconta allora un aneddoto riguardante un miracolo avvenuto in Romagna. Lucia dona a fra Galdino una gran quantità di noci affinché egli, non dovendo continuare la questua, possa recarsi subito al convento ed esaudire la sua richiesta di inviare presso di loro fra Cristoforo. A questo punto il Manzoni ci tiene a precisare che, nonostante fra Cristoforo avesse a che fare con la gente umile, era un personaggio “...di molta autorità, presso i suoi, e in tutto il contorno...” e approfitta dell’occasione per un excursus sulla condizione dei frati cappuccini nel Seicento.
Renzo fa quindi ritorno alla casa di Lucia e racconta il pessimo risultato del suo colloquio con Azzecca-garbugli. Tra Renzo e Agnese si accende una piccola discussione, subito placata da Lucia, circa la validità del consiglio di rivolgersi all'avvocato. Dopo alcuni sfoghi di Renzo ed altrettanti inviti alla calma da parte delle donne, il giovane torna a casa propria.

Spazio e tempo:
in questo capitolo vi sono sia spazi interni, i quali predominano, che spazi esterni. Il primo luogo presente è la casa di Lucia, dove Renzo spiega ciò che gli è accaduto, poi Renzo esce, quindi vi è la strada che porta alla casa del dottor Azzecca-garbugli, luogo esterno, successivamente Renzo riprende la strada per tornare a casa di Lucia dove si conclude il capitolo. La struttura di questo capitolo si dice circolare perché inizia e finisce nello stesso luogo.
Il tutto si svolge nella durata di poche ore, neanche un giorno, perché è sempre lo stesso giorno del secondo capitolo. Il tempo della storia e quello del racconto sono pressoché identici perché sono presenti molti discorsi diretti; vi sono però alcuni punti in cui il tempo della storia si blocca, come nella narrazione del miracolo delle noci.
Marche temporali: ‘quel giorno era passato, e cominciava l’imbrunire’, r.425

Personaggi:
in questo capitolo sono presenti alcuni personaggi nuovi, che non sono stati nominati prima; vi sono Renzo, Lucia, Agnese, il dottor Azzecca-garbugli, Fra Galdino e Fra Cristoforo.
Renzo risulta essere sempre più il giovane immaturo e impulsivo, come già si era dimostrato nel capitolo prima. Vi è un’ ulteriore caratterizzazione psicologica: ‘in ogni caso, saprò farmi ragione, o farmela fare. A questo mondo c’è giustizia finalmente.’ Con questa esclamazione di Renzo viene ulteriormente sottolineata la sua aggressività e la sua convinzione che la violenza sia la soluzione per i problemi di quel genere. Renzo ci viene descritto dal narratore, che lo rende oggettivamente, focalizzazione esterna.
Lucia appare, come già si era dimostrata nel capitolo precedente, una ragazza molto religiosa, intelligente e determinata: ‘Qualche santo ci aiuterà, usate prudenza, e rassegnatevi.’ Ella crede molto nella persona di Fra Cristoforo perché, per lei, rappresenta un uomo religioso di cui ci si può fidare e da cui si possono tratte dei validi consigli: ‘Domani il padre Cristoforo verrà sicuramente; e vedrete che troverà qualche rimedio, di quelli che noi poveretti non sappiam nemmeno immaginare’. Lucia viene descritta dal narratore, abbiamo quindi una focalizzazione esterna.
Il personaggio di Agnese, è uno di quelli che viene maggiormente caratterizzati in questo capitolo, caratterizzazione psicologica: ‘Agnese co’ suoi difettucci, era una gran buona donna, e si sarebbe, buttata nel fuoco per quell’unica figlia, in cui aveva riposta tutta la sua compiacenza.’ Ella insieme a Lucia consigliano a Renzo: ‘la pace, la pazienza, la prudenza’ esse infatti sono tre caratteristiche presenti nei loro caratteri. Agnese, come Lucia, viene descritta dal narratore, focalizzazione esterna.
Del dottor Azzecca-garbugli, il cui nome i realtà non è quello ma che viene chiamato così perché riesce sempre a trovare un qualche garbuglio per incastrare i suoi avversari, Agnese pensava che fosse un uomo onesto, che stesse dalla parte di coloro che erano nel giusto ma Renzo con il colloquio che ha con questo scoprirà che in realtà non è un brav’uomo, anzi inizialmente tratta Renzo con molta galanteria perché è convinto che egli sia un bravo, difatti i bravi che avevano combinato delle malefatte erano li unici clienti che il dottore aveva. Li mostra come pur essendo lui nel torto, quando pensa ancora che Renzo sia un bravo, riesca a far sembrare il suo un atto legittimo e non punibile con pene troppo pesanti. Quando però il dottore scopre che Renzo non è un bravo ma un poveretto che ha subito un torto, e non lo ha commesso, cambia completamente comportamento e in poche battute caccia fuori Renzo e i quattro capponi. Caratterizzazione fisica e sociale: ‘Il dottore era in veste da camera,cioè coperto d’una toga ormai consunta, che gli aveva servito, molti anni addietro, per perorare, ne’ giorni d’apparato, quando andava a Milano, per qualche causa d’importanza.’ Il dottore viene presentato sia dal punto di vista del narratore il quale vuole sottolineare che egli è un uomo di legge, ma di una legge che sta dalla parte dei potenti, focalizzazione esterna; e viene poi criticato da Renzo, focalizzazione interna.
Fra Galdino, è un uomo religioso molto buono, facilmente assoggettabile, difatti Lucia con qualche noce in più riesce ad averlo dalla sua parte e a farlo tornare subito da padre Cristoforo per riferirgli il messaggio di Lucia. Caratterizzazione sociale: ‘laico cercatore cappuccino’, fisica: ‘con la sua bisaccia pendente alla spalla sinistra, e tenendone l’imboccatura attorcigliata e stretta nelle due mani sul petto.’ Questo personaggio viene descritto dal punto di vista del narratore il quale ci porta la sua caratterizzazione fisica e sociale, focalizzazione esterna.
Fra Cristoforo, caratterizzazione sociale, fisica: ‘non possedendo nulla, portando un abito più stranamente diverso dal comune, facendo più aperta professione d’umiltà, s’esponevan più da vicino alla venerazione e dal vilipendio che queste cose possono attirare da’ diversi umori, e dal diverso pensare degli uomini’ ed è ritenuto da Lucia un uomo di grande ingegno: ‘troverà qualche rimedio, ci quelli che noi poveretti non sappiamo neanche immaginare.’ Il punto di vista da cui è descritto Fra Cristoforo è quello del narratore, il quale nutre un’immensa stima nei confronti dei cappuccini in generale e di Fra Cristoforo in particolare perché rappresentano la parte ‘buona’ del clero, inoltre il personaggio viene introdotto da Lucia la quale è molto devota e sostenitrice di Fra Cristoforo, il quale viene presentato in modo certamente positivo; focalizzazione sia esterna che interna.

Temi:
il tema di fondo del capitolo è la violenza, difatti la violenza è presente sia nel comportamento del dottore, sia nella ‘soluzione’ che Renzo pensa di aver trovato al problema. Altri temi presenti sono quello della provvidenza, la religione che viene evidenziata molto, sia per la presenza di Fra Galdino e la vicenda delle noci, sia perché Lucia e Agnese menzionano continuamente l’aiuto che tutti possono ricevere dal Signore. Un altro tema è la corruzione della giustizia umana, che anziché rappresentare i bisognosi e coloro che sono nel giusto, aiuta coloro che commettono dei crimini.

Registri linguistici:
si può notare, particolarmente il cambio nel registro del dottore da quando incontra Renzo, credendolo un ‘galantuomo’, a quando scopre che in realtà è un ‘ragazzo’, che fa ‘discorsi in aria’. Inizialmente lo accoglie in tono molto cortese: ‘figliuolo, ditemi il vostro caso.’ E continua così finchè: ‘Diavolo! Che pasticci mi fate? Tant’è; siete tutti così. Possibile che non sappiate dirle chiare le cose?’. Il registro di Fra Galdino è un registro comune, popolare, come quelli di Lucia e Agnese che non utilizzano delle ricercatezze ma che comunque sono persone chiare e cortesi, al contrario di Renzo che a volte appare essere un po’ burbero nelle sue esclamazioni.

Giudizio personale:
in questo capitolo ciò che più mi ha sorpresa ed interessata è stato il netto contrasto tra il dottor Azzecca-garbugli losco e bugiardo e la semplicità dei frati, come fra Galdino che basano la loro vita sull’aiuto reciproco.

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