All'origine della questione femminile: le donne dal salotto alla politica, un tentativo fallito.

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Testo

Germanò Erika Rosa 5°E
Liceo Scientifico Isaac Newton
SAGGIO BREVE
Ambito: artistico-letterario
Argomento: All’origine della questione femminile: le donne dal salotto alla politica, un tentativo fallito.
Nel ‘700 in tutta Europa, anche se in modi diversi, si diffonde una nuova corrente di pensiero: l’Illuminismo.
Kant definisce l’Illuminismo come l’uscita dell’uomo da uno stato di minorità che egli deve imputare a se stesso.
Le parole chiave dell’Illuminismo sono libertà e uguaglianza, si vuole ottenere libertà di parola, di stampa e uguaglianza tra i cittadini; molto probabilmente gli intellettuali illuministi intendevano la parola cittadino allo stesso modo di Diderot: sostantivo maschile concesso anche alle donne e ai bambini soltanto in qualità di membri della famiglia di un cittadino propriamente detto, ma questi non sono dei veri cittadini.
I diritti politici del cittadino, voluti dall’Illuminismo, non vengono legalmente riconosciuti alle donne, quindi il nuovo ordine politico che si è creato sembra essere riservato esclusivamente agli uomini.
Le donne sono escluse dai centri politici di potere però questo non le impedisce di partecipare alla vita pubblica del loro paese, così iniziano a riunirsi nei salotti. Questi salotti non sono soltanto ritrovi frivoli e mondani ma luoghi di cultura e circoli politici
dove le donne leggono i giornali, prendono parte a dibattiti, scrivono pamphlet e diffondono le loro opinioni; perfino le donne del popolo, non colte e ricche, prendono parte a questa rivoluzione guidando in prima fila le sommosse e le proteste in piazza e scrivendo insieme agli uomini le loro rivendicazioni sugli Cahiers de Doléances.
Perfino intellettuali dello spessore di Rousseau considerano l’uomo un essere libero e indeterminato, al contrario la donna è un essere determinato dal suo sesso il cui unico compito è quello di piacere agli uomini, di procreare e allevare i figli.
Contro questo pensiero si solleva Mary Wollstonecraft, rivoluzionaria francese, che sostiene che non si possa attribuire un sesso alla mente ma che i diritti validi per gli uomini devono valere anche per la donna secondo i principi di uguaglianza dell’Illuminismo.
Donne e uomini hanno una caratteristica in comune: quella di essere al mondo per ampliare le proprie facoltà.
Fino ad ora l’educazione è servita alla donna solo per essere desiderata, e l’unico modo per farsi strada è il matrimonio; questa condizione ha portato ad una concezione errata della figura femminile vista come un essere il cui unico scopo è quello di assicurarsi galanterie maschili.
Molte altre intellettuali rivendicano diritti per le donne, fra tutte spicca la figura di Olympe de Gouges, una convinta democratica che attacca pubblicamente la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino ritenendola discriminatoria così, in risposta, pubblica la Dichiarazione dei
diritti della donna e della cittadina in cui sostiene che l’uomo vuole comandare su un sesso che ha tutte le facoltà
intellettuali per affermarsi e che le sventure pubbliche e la corruzione dei governi sono causate dal disprezzo dei diritti delle donne. Olympe verrà ghigliottinata sotto il governo di Robespierre con l’accusa di “ essersi immischiata nelle cose della Repubblica” ed “ aver dimenticato le virtù convengono al suo sesso”, ironicamente una delle sue frasi più celebri è ricordata grazie a questo tragico evento: “ la donna ha il diritto di salire sul patibolo, essa deve avere pure il diritto di salire sul podio” (Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina, Art. X)
La rivendicazione delle donne non affonda le sue radici nell’Illuminismo ma già nel ‘600 quando esse si ribellarono all’assolutismo monarchico e alla Chiesa che le riteneva dipendenti, moralmente ed economicamente, al potere maschile, così nacque in Francia il primo movimento femminista della storia: le Preziose. Queste donne arrivano a rifiutare il matrimonio per sottrarsi al potere maschile e a
rivendicare la propria autonomia e l’accesso alla cultura.
Durante l’Illuminismo le donne avevano portato avanti la rivoluzione su tutti i fronti:
letterario, politico e anche su quello popolare della rivoluzione in piazza, ma quando è arrivato il momento di raccogliere i frutti di questa dura lotta non hanno ottenuto nulla, solo l’uomo ha ottenuto i diritti di una lotta che ha condotto solo per metà. Per questa ragione bisognerebbe che tutti ogni tanto ricordassero l’antico detto: “ Dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna”.

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