Alèxandros

Materie:Scheda libro
Categoria:Italiano

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Testo

Di Valerio Massimo Manfredi
VALERIO MASSIMO MANFREDI, nato a Modena nel 1943 è un archeologo e scrittore italiano. Vive e lavora nella sua casa di campagna a Piumazzo di Castelfranco Emilia, in provincia di Modena, insegna archeologia all'Università Bocconi di Milano. Ha condotto spedizioni scientifiche, esplorazioni e scavi in molte località d'Italia e all'estero.
Si è laureato in lettere classiche all'Università di Bologna ed ha una specializzazione in topografia del mondo antico all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Ha insegnato nella stessa università, all'Università di Venezia, alla Loyola University di Chicago, all'Ecole Pratique des Hautes Etudes della Sorbona di Parigi e alla Bocconi di Milano. Ha pubblicato molti articoli e saggi, scritto romanzi ed opere di narrativa tradotte in tutto il mondo (registrando i 6 milioni di copie vendute). È autore di soggetti e sceneggiature per il cinema e la televisione, collabora come antichista a Il Messaggero e Panorama, come giornalista per Archeo, Focus ed altre riviste del settore. Nel 1999 è stato votato "Man of the Year" dall'"American Biographical Institute". Nel 2003 registra un documentario audio sulla figura di Alessandro Magno, usando il lavoro di ricerca svolto per la sua trilogia di romanzi di Aléxandros. Attualmente conduce il programma televisivo "Stargate - Linea di Confine" in onda già dalle stagioni 2003/04 e 2004/05 sulla rete televisiva di LA7. Nella sua carriera ha tradotto e commentato l'Anabasi di Senofonte, ed ha pubblicato molti articoli e saggi, fra cui: "La strada dei Diecimila" (1986), "Le isole fortunate" (1993), "Akropolis" (2000); con Luigi Malnati "Gli Etruschi in Val Padana" (1990); con Lorenzo Braccesi, "Mare greco" (1992) e "I greci d'Occidente" (1996); con Venceslas Kruta, "I celti d'Italia" (1999).
Fra i romanzi pubblicati: "Palladion" (1984), "Lo scudo di Talos" (1986), "L'Oracolo" (1990), "Le paludi di Hesperia" (1994), "La torre della solitudine" (1996), "ll faraone delle sabbie" (1998); e con Giorgio Celli e Francesco Guccini "Storie d'inverno" (1994). E' del 1998 la trilogia "Aléxandros",,opera di narrativa tradotta in tutto il mondo.
I suoi libri più recenti sono "Il Tiranno" e "L'ultima legione", pubblicati nel 2003, e "L'isola dei morti" e "L'oracolo", pubblicati nel 2004. Nel 2006 è uscito il suo ultimo lavoro,"Zeus e altri racconti".
PERSONAGGI PRINCIPALI
Alessandro: Protagonista del romanzo. Era un giovane unico per bellezza, coraggio, saggezza, determinazione, intelligenza, curiosità e cultura. Nacque a Pella nel 356 a.C. e dedicò la prima parte della propria vita agli studi. Nel 336 a.C. succedette al trono del padre e proseguì il piano di conquista dell’Asia da lui iniziato. Fu un giovane di straordinarie capacità amministrative e militari.
Filippo: Re dei macedoni, uomo di grande coraggio e abile guerriero. Era ritenuto da Demostene un barbaro che, voleva togliere l'indipendenza alle città greche imponendo il suo potere. In realtà l'obbiettivo di Filippo era quello di riunire tutta la Grecia per sconfiggere l'impero persiano.
Olympias: Era una donna stupenda, moglie di Filippo e d'origini straniere e (Epiro). Era molto gelosa del marito e non sopportò il suo matrimonio con Euridice, tanto da uccidere il figlio maschio avuto dalla nuova moglie.
Cleopatra: Sorella di Alessandro e ragazza di straordinaria bellezza; si sposerà poi, su volere del padre, con suo zio Alessandro d'Epiro.
Efestione, Seleuco, Lisimaco, Tolomeo, Cratero, Perdicca, Leonnato, Filota: Amici fin dall'infanzia di Alessandro; nell’esercito costituivano la Punta, il comando del principe. Fra di loro vi era anche Eumene, giovane di origine greca che fu prima assistente e poi cancelliere personale del re. Era molto apprezzato per la sua intelligenza e astuzia.
Leptine: Bambina che Alessandro aveva tolto dal suo destino crudele del monte Pageo; la portò alla reggia di Pella, facendola crescere e curare dalla balia di sua madre. Fra i due ragazzi nacque un’intima amicizia.
Aristotele: Famoso filosofo, fu maestro di Alessandro nei tre anni in cui si recò a Mieza per approfondire i suoi studi. Era un uomo molto colto e minuzioso; si affezionò molto al giovane principe. I due personaggi erano legati da una grande stima, ammirazione reciproca e da un profondo rispetto.
TRAMA

ll libro si apre con la presentazione di Olympias che fece uno strano sogno con un serpente; la sua balia, Artemisia, le consigliò di recarsi, per la spiegazione, dai sacerdoti del santuario di Didone. In questo modo venne a sapere che avrebbe avuto un figlio simile ad Achille, nato dall'unione di un dio e di un mortale. Una sera di primavera Olympias partorì con difficoltà un bellissimo maschio. Un messaggero corse dal re Filippo, che era in riunione nella sua tenda, durante l'assedio di Pontidea. Appena informato della notizia, tornò alla reggia di Pella per conoscere il figlio. Tre anni dopo nacque la sorella di Alessandro, Cleopatra, che assomigliava alla regina. A sei anni Alessandro venne affidato alle cure di Leonida, un maestro che gli insegnò tutte le materie basilari e fondamentali per un aristocratico. Alessandro apprese tutto molto velocemente, anche se preferiva seguire le riunioni del padre durante le poche volte che si trovava a Pella. Filippo, per le lunghe guerre combattute e la sua vita sfrenata, si ammalò e fu affidato alle cure di Nicomaco, il medico della reggia che divenne presto amico d'Alessandro, al quale insegnò molti dei suoi segreti. In questo periodo Alessandro fece amicizia con molti coetanei tra cui Efestione con cui strinse una grande amicizia. All'età di sette anni, Alessandro conobbe suo zio Alessandro d'Epiro, che a soli dodici anni doveva già essere re; per la sua giovane età lo zio governava al suo posto come tiranno. Filippo lo fece rimanere a palazzo fino a quando l'esercito non avrebbe sistemato la faccenda in Epiro. Il re vedendo il figlio che cresceva molto rapidamente cercò di dedicargli più tempo. Un giorno lo portò con sé in una miniera d'oro del Pangeo. La visita aveva lo scopo di far capire al figlio ciò che poteva riservare la vita e che tutte le cose che avevano a disposizione avevano un prezzo, che riuscivano a pagare con l'oro di quelle miniere. Sulla strada del ritorno Alessandro trovò una bambina che era costretta a svolgere lavori duri e faticosi. Decise così, con il consenso del padre, di cambiare il suo destino portandola con sé a Pella. La chiamò Leptine e l'affidò alle cure d'Artemisia.
Di lì a poco tempo arrivarono a palazzo i dignitari persiani, per parlare con il re macedone della situazione attuale delle città della Ionia d'Asia. Dopo una prima conferenza con il re, Alessandro portò gli ospiti a visitare il castello, interessandosi al loro vasto impero. Il giorno dopo Filippo aveva organizzato una battuta di caccia in onore dei Persiani. Alessandro, con i suoi compagni, rischiò di essere ucciso da un leone, che era la preda di quella battuta di caccia. La mattina seguente la partenza dei Persiani, Alessandro d'Epiro si recò nella camera del nipote per regalargli un cucciolo di cane rimasto orfano dopo che la madre era stata uccisa dalla leonessa. Alessandro diede ordine a Leptine di accudire il cucciolo, Peritas, al quale si era già affezionato.
La primavera successiva Filippo comunicò a suo figlio che sarebbe dovuto recarsi a Mieza per approfondire i propri studi, cercando di offrirgli maggiori opportunità rispetto a quelle che aveva avuto lui. Aristotele fu il suo nuovo maestro, che si dimostrò molto capace e colto. A Mieza Alessandro poté conoscere Lisippo, un famoso scultore che era stato incaricato di e seguirgli una scultura. Dopo tre anni, Filippo venne a riprenderlo e gli donò uno stupendo cavallo nero che nessuno poteva a domare. Solo Alessandro riuscì, conquistandosi la stima e l'amicizia dell'animale, che prese il nome di Bucefalo. Il re Filippo stava preparando i piani di battaglia contro la Grecia. Per prima cosa portò le sue truppe verso la Tassaglia con lo scopo far rimanere Tebe al di fuori di quella faccenda. Filippo lasciò al figlio l'anello argeade perché lo rappresentasse durante la sua assenza. Gli ateniesi mandarono una delegazione con a capo Demostene per convincere Tebe a stipulare un’alleanza con lei. Partecipò anche Filippo, anche se Demostene ebbe la meglio sui cittadini tebani che si allearono con gli ateniesi.
Il re decise allora di schierarsi nella piana di Cheronea, dove combatté una dura battaglia, alla quale prese parte anche Alessandro con i suoi amici, contro tebani e ateniesi. Su ordine di Filippo, Alessandro prese il comando della "Punta", lo squadrone di testa della cavalleria reale.
Filippo riuscì a conquistarsi la stima degli abitanti di Atene restituendo i corpi dei guerrieri, incaricando personalmente suo figlio Alessandro.
Nel frattempo Olympias cominciava sempre di più a preoccuparsi, perché Filippo si era innamorato di una giovane figlia di un generale macedone e cercò in tutti i modi di mettere Alessandro contro il padre.
Durante il banchetto del matrimonio tra Filippo ed Euridice, Attalo, il padre della sposa, offese Olympias e il figlio che, dopo aver insultato Filippo, fu costretto a scappare dal palazzo con la madre rifugiandosi da suo zio. Padre e figlio riuscirono poi a riappacificarsi tramite Eumene. Di lì a poco si sarebbero celebrate le nozze tra Cleopatra e suo zio Alessandro d'Epiro. Durante la cerimonia Filippo subì un attentato e non riuscì a sopravvivere. L'assassino era una guardia del corpo del re, che venne però uccisa dagli altri soldati durante la fuga. Alessandro diventò re e, in soli tre giorni, riconquistò la Tessaglia. Demostene, suscitò una rivolta, ma Alessandro non si scagliò all'oppressione perché capì che non poteva perdere uomini in vista della guerra in Asia. Il giovane re invitò i suoi più fedeli amici in un santuario del dio Dioniso per preparare i piani di battaglia. Alessandro di Macedonia e Alessandro d’Epiro stavano per partire per la propria impresa e promisero d'essere ognuno l'erede dell'altro. Avendo salutato la madre e la sorella, Alessandro partì con tutto il suo esercito. Dopo molta strada si accorse che Peritas lo stava seguendo in fin di vita, ma riuscì a salvarlo. S'imbarcarono, poi, su una flotta e, quando Alessandro scorse le Coste dell'Asia scagliò la sua lancia conficcandola sulle coste dell'Impero Persiano, che sarebbe stato ormai nelle sue mani.
COMMENTO
Questo libro mi ha dato l'opportunità di conoscere e approfondire la conoscenza di particolari argomenti della storia antica. La narrazione sottoforma di romanzo rende affascinante un periodo storico che, può risultare è lontano e difficile da ricordare.
In questo romanzo, inoltre, l'autore riesce ad fornire il ritratto di uno dei personaggi storici più importanti e leggendari dell’antichità, ma anche a trasportare il lettore d'oggi nell'Antica Grecia. Il linguaggio utilizzato è semplice e scorrevole, adatto a facilitare la lettura del libro e a renderne lineare la trama. Troviamo anche l’utilizzo di alcuni termini di origine greca che riescono a far calare ulteriormente il lettore nella vicenda. Il linguaggio varia anche a seconda della situazione presentata, dalle riunioni politiche e militari ai banchetti e alle feste.

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