"Il signore degli anelli" scheda libro

Materie:Scheda libro
Categoria:Italiano

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Data:17.10.2005
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Testo

Paolo Pizzichemi classe 3 sez. B

Scheda del libro del “Signore degli anelli”
Indicazione bibliografica:
TOLKIEN, John Ronald Reuel, Il signore degli anelli, Londra, Bompiani, 2001, VII ed., pp XVIV, 1228
Autore:
John Ronald Reuel Tolkien nacque il 3 Gennaio 1892 a Bloemfonstein in Sudafrica e, morto il padre, si trasferì all'età di tre anni in Inghilterra, nel villaggio di Sarehole presso Birmingham.
Nel 1904, dopo la morte della madre, da cui ereditò l'amore per le lingue e per le antiche leggende, il futuro scrittore fu educato dal reverendo cattolico P. Francis Xavier Morgan. Studiò in seguito all'Exeter College d’Oxford dove, nel 1915, ottenne il titolo di "Bachelor of Arts" (approssimativamente si potrebbe tradurre come "laureato in lettere").
Una delle sue prime opere letterarie fu un saggio sul "Beowulf", poema importantissimo della letteratura anglosassone. La sua carriera fu interrotta dalla prima guerra mondiale. Ritornato in patria, Tolkien divenne nel 1919 "Master of Arts" e collaborò a creare un dizionario inglese; dopo aver insegnato lingua e letteratura anglosassone dal 1925 al 1945, insegnò lingua e letteratura inglese fino al ritiro dall'attività didattica.
Nel 1937 scrisse "The Hobbit", prendendo spunto da alcune favole per bambini. Alcuni personaggi di quest'opera riapparirono anche nel capolavoro di Tolkien, "Il Signore degli Anelli", una trilogia avventurosa composta nell'arco di quattordici anni che si svolge in terre fantastiche. Quest'opera è frutto delle sue profonde conoscenze sulla letteratura anglosassone.
Un'altra opera molto importante fu "Le avventure di Tom Bombadil" pubblicata nel 1962; da quel momento lo scrittore cominciò a pensare di mettere in musica le molte canzoni che i suoi molteplici personaggi cantano.
Riassunto:
Quello degli Hobbit è un popolo pacifico, allegro e spensierato abitante nella terra di Mezzo, in un luogo chiamato: “Contea”. Nonostante le loro dimensioni piuttosto basse ancor di più di quelle dei Nani, gli Hobbit sono sagaci e tenaci; adatti soprattutto al lavoro manuale e, in caso di necessità, sanno diventare abili “guerrieri”. Entità di particolare spicco nella Contea è un certo Bilbo protagonista di diversi viaggi in terre a volte atre e lontane nelle quali ha accumulato grandi ricchezze e strani poteri con i quali grazie ad essi è riuscito a campare fino a centouno anni. Tra i suoi innumerevoli e poco simpatici parenti Bilbo ha adottato un nipote, di nome Frodo con il quale condivide la sua casa e il suo tempo. Egli sa di tutti i misteriosi viaggi di Bilbo, e quindi anche del potere di un anello, dal quale Bilbo non si separa mai, e che se n’è impadronito durante uno dei suoi misteriosi viaggi sottraendolo a Gollum, il quale l’aveva a sua volta rubato ammazzandone il proprietario dopo una assai lunga storia. La storia dell’anello ha origini assai remote: l’anello furono Gli-galad ed Elendil a sconfiggere l’oscuro sire di Mordor e ad impadronirsi dell’anello, ma l’anello fu perduto nell’Anduin, da Isildur figlio d’Elendil, mentre cercava di scappare dagli orchetti tuffandosi in acqua con l’anello al dito così che non lo vedessero più solo l’anello scivolò e gli orchetti lo ammazzarono. Dopo molti anni, ma pur sempre in tempi remoti Gollum uccise un suo amico per prendergli quello che aveva trovato negli abissi del Grande fiume cioè l’anello. Arrivò il momento che Bilbo di notte ciecamente ci pose la mano sopra durante uno dei suoi viaggi. Il giorno del suo 101° compleanno, Bilbo decide di partire per un’altra avventura e lascia tutti i suoi beni, anello compreso, in eredità a Frodo, facendosi promettere da Gandalf (un potente mago suo amico) di vegliare su quest’ultimo e sull’anello. Gandalf racconta allora a Frodo la storia dell’anello e dei suoi poteri magici e lo informa sulla presenza d’altri anelli dei quali nove affidati agli uomini che servirono ad irretirli diventarono i servitori più terribili, spettri dell’Anello. Gandalf informa inoltre Frodo che i nove spettri sono alla caccia dell’Unico anello e che hanno scoperto dove questo si trova. Esorta quindi Frodo a scappare, mentre lui va a cercare informazioni. Accompagnato da Sam il suo servo e da due suoi amici: Pipino e Merry. Inizia la sua lunga avventura. La sua prima sosta è a Crifosso, dove Frodo ha raccontato agli abitanti della contea che si sarebbe trasferito per non destare sospetti. Quando però vi giungono, scoprono, che gli spettri, sottoforma di cavalieri, sono già stati nella nuova casa di Frodo e devono quindi ripartire immediatamente. Sono quindi costretti, per evitare l’incontro con i cavalieri sulla strada principale, ad attraversare una foresta stregata nella quale alberi maligni perseguitano Frodo ed i suoi amici, la cui cattura da parte di un albero è scongiurata solo dall’arrivo di Tom Bombadil, un allegro folletto con poteri magici. Usciti miracolosamente indenni dalla foresta, arrivano a Brea e si fermano nella locanda del puledro impennato per passarvi la notte. Finalmente hanno notizie di Gandalf tramite l’oste della locanda, che si era dimenticato di inviare a Frodo una lettera consegnatagli dal mago tempo prima, che lo invitava a raggiungerlo alla casa d’Elrond a Gran Burrone. Nella locanda incontrano anche Aragorn (in questa località chiamato Grampasso) che si mette a capo del gruppo per condurli a destinazione. Frodo, Sam, Pipino e Merry con Aragorn si rimettono quindi in marcia per giungere a Gran Burrone, sempre con la paura di essere avvistati scoperti e uccisi dai Cavalieri Neri. Nonostante un’imboscata dei cavalieri, riescono finalmente ad arrivare a Gran Burrone e a trovare pace e riposo. Oltre al mago Gandalf il nostro protagonista ha la sorpresa di ritrovare il suo vecchio e caro amico Bilbo, che occupa il suo tempo scrivendo un poema sulle sue avventure, trascorse nei suoi viaggi misteriosi. Gandalf racconta a Frodo di non essere riuscito a raggiungerlo prima poiché era imprigionato da un altro mago, di nome Saruman il quale era assai saggio, ma che tradì Gandalf alleandosi con Sauron, dal quale è riuscito a fuggire grazie a Gwhahir, una grande aquila che lo portò fino a Rohan. Purtroppo il Male è in agguato e rappresentanti di tutte le terre si sono radunati per prendere decisioni sul come contrastarlo. Elrond re degli Elfi convoca, quindi, un consiglio e dopo aver ascoltato le vicissitudini di tutti gli intervenuti li informa che se il male entra in possesso dell’anello raggiunge il potere assoluto e quindi può distruggere qualsiasi cosa. L’anello è però indistruttibile e per distruggerlo bisognerà gettarlo nel Monte Fato che si trova nelle terre di Mordor, ad est. Questo pericoloso viaggio può avere successo solo se rimane segreto e quindi i rappresentanti dovranno essere ben pochi. I rappresentanti quindi saranno Gimli, un valoroso nano figlio di Gloin, Legolas, un elfo che sa usare l’arco come nessun altro, Boromir, figlio del sovrintendente di Gondor, Aragorn, ultimo re ramingo d’oltremare, Gandalf, Merry, Pipino e Sam. Prima della partenza Frodo da un ultimo saluto a Bilbo il quale non si scorda di dar qualcosa in regalo a Frodo come Pungolo la sua spada e una cotto di maglia finissima. Gandalf per non attraversare le terre di Moria decide di scalare la montagna di Caradhras ma dopo giorni di cammino, i nostri amici si rendono conto che la montagna è stregata e quasi assiderati decidono di tornare indietro e di passare da Moria. Entrano quindi in queste grotte completamente buie la cui unica luce è costituita dal bastone di Gandalf. Sempre grazie alla guida di Gandalf riescono a salire fino ai saloni superiori dopodiché sono assaliti vengono da un gruppo assai numeroso d’orchetti. Per salvare il gruppo Gandalf si ferma a combattere contro un Barlog, creatura orribile e potente, ma precipita insieme a questo in un altissimo crepaccio. Il resto della compagnia è in una continua fuga ove sono inseguiti da archetti, che solo dopo una lunga corsa riescono a seminare, così arrivano fino alla foresta di Lothlòrien una terra meravigliosa di quiete e pace, poi sono portati al cospetto della Dama che oltre ad un regalo a ciascuno al momento della partenza mette a loro disposizione tre barche per il proseguimento del viaggio lungo l’Anduin fino all'Emyn Muil. Qui giunti, Frodo chiede ai suoi compagni un po’ di tempo per riflettere da solo sul come proseguire il viaggio. Viene però raggiunto da Boromir che in un lampo di pazzia cerca di rubargli l’anello. Frodo riesce a fuggire ed una volta rimasto solo si rende conto di non poter trascinare tutti in un’avventura in cui al pericolo del Male si aggiunge quello della tentazione quindi decide, senza avvisare nessuno, di andarsene da solo. Sam dopo la prolungata assenza del suo padrone riesce a capire le sue intenzioni e allora lo rincorre e parte con lui. Nello stesso tempo la compagnia è assalita dagli orchetti e in questa battaglia perde la vita Boromir mentre stava difendendo i due Hobbit rimasti soli che quindi dopo la morte di Boromir sono rapiti. Gimli, Legolas e Aragorn, i sopravvissuti, si lanciano all’inseguimento degli orchetti per recuperare i due Hobbit che però con una splendida strategia riescono a fuggire dagli archetti inoltrandosi in una foresta dove incontrano Barbalbero, un’enorme creatura appartenente alla razza degli Ent assomigliante ad un albero. I due giovani Hobbit raccontano la loro storia a Barbalbero ed egli capisce che è il momento di agire; infatti, convoca il consiglio degli Ent e decidono di attaccare la fortezza di Sauron. Nel frattempo i tre rimasti tuttora uniti incontrano i cavalieri di Rohan famosi per l’allevamento di veloci cavalli. L’umore dei tre si rianima quando nella foresta incontrano Gandalf miracolosamente salvo. Gandalf era riuscito a salvarsi solo ed esclusivamente grazie ai suoi poteri e per arrivare dai suoi amici a chiamato la sua velocissima e amica aquila, Gwhahir. La compagnia così riunita raggiunge il castello del re di Rohan il quale però li accoglie freddamente perché plagiato di un suo consigliere in realtà spia di Saruman. Infatti, è smascherato da Gandalf ed è costretto ad andarsene. Il re riprese la sua volontà, raduna i cavalieri di Rohan e con Gandalf e suo figlio Eomer ed il resto della compagnia parte in battaglia. Lasciando governare Eowin sua figlia. Gandalf intanto va via senza dire il dove promettendo di tornare presto. Però nella battaglia contro gli orchetti sembrano sfavoriti poiché gli orchetti sono in maggioranza numerica e quando la sconfitta sembra essere inevitabile il campo di battaglia diventa una foresta che sconfigge gli orchetti e porta alla vittoria i cavalieri di Rohan e la compagnia. Mentre questi discutono sul com’è stato possibile ricompare Gandalf, sempre in ritardo, che li conduce fino alla pericolosa torre di Saruman. Il luogo tanto temuto fino al giorno prima è ormai distrutto dagli Ent e dalla tenacia dei due Hobbit. La compagnia è quasi al completo. Nel frattempo Frodo e Sam continuano il loro viaggio complicato e lungo dal fatto che non conoscono il percorso. Durante il viaggio scoprono di essere seguiti e riescono a catturare l’inseguitore che si accorgono era Gollum. Quest’ultimo, pur di non allontanarsi da questo si offre di fargli da guida per arrivare nelle terre di Mordor. I due Hobbit non si fidano di lui, ma si rendono conto che senza di lui riescono ad andare avanti quindi lo accettano come guida. La costante paura di essere traditi da Gollum, l’assenza di cibo, l’orribile fetore e il cielo sempre più buio arrivano al cancello di Mordor, che però è difeso da numerose guardie feroci. Frodo e Sam si rendono conto che è impossibile varcare il cancello, ma Gollum assicura che c’è ancora una possibilità attraverso un’altra strada più impervia ma meno difesa. Si rimettono in viaggio e semi-nascosti dai mantelli regalati a Lothlòrien vedono passare miriadi d’orchetti ed altre creature che si stanno radunando per la guerra voluta dal Sire di Mordor. Quando ormai troppo stanchi per proseguire si riposano nei cespugli, mentre Gollum va in cerca di cibo, loro sono fatti prigionieri da Faramir, valoroso capitano della regione di Gondor che si è spinto fin lì per difendere i confini con le terre di Mordor; infatti, poco dopo c’è un violento attacco da parte degli orchetti che i soldati di Gondor riescono a respingere. I due Hobbit sono poi condotti in un posto segreto e interrogati. Durante l’interrogatorio si capisce che Faramir è fratello del povero defunto Boromir. Si stabilisce in questo modo un certo rapporto d’amicizia tra Faramir e i due, che sono trattati con affetto. Dopo essere riusciti a salvare Gollum dalla morte ad opera dei guerrieri di Gondor, si rimettono dunque in marcia. Segue un lungo cammino dove il paesaggio è ancora più tetro di prima. Mentre l’anello avvicinandosi a Sauron diventa sempre più pesante. Gollum si riconosce, però, inaffidabile; poiché li abbandona forse proprio nel momento di più bisogno. Quando finalmente riescono ad uscire dalle caverne Frodo viene intrappolato da un gigantesco ragno. Sam riesce a vedere la scena e salta addosso al ragno. Riesce alla fine a sferrargli un colpo ma è troppo tardi perché i suo padrone giace ormai a terra. Sam si dispera, ma sa che la missione va proseguita quindi: prende l’anello di Frodo e prosegue da solo. Nel frattempo si radunano a Rohan tutti i cavalieri disposti a contrastare il Male a Gondor. Sapendo quanto è indispensabile la sua presenza a Gondor, Gandalf parte e porta con sé Pipino. Gondor è, infatti, il punto di raccolta di tutti gli alleati contro Sauron. Una volta arrivati a Gondor, Gandalf e Merry trovano il Sovrintendente disperato per la morte del figlio Boromir. Merry riesce con la sua semplicità e simpatia a conquistare il suo cuore e viene nominato cavaliere di Gondor e sua guardia particolare. Gimli, Aragorn, Legolas e Pipino rimasti invece a Rohan, si mettono in marcia con il re e il resto della truppa. Durante il cammino vengono raggiunti da altri raminghi amici d’Aragorn. I raminghi compreso Aragorn decidono di diversi dai cavalieri di Rohan perché hanno un piano cioè: arrivare a Gondor passando dalla terra dei morti; luogo inviolabile da cui nessuno è mai uscito. Legolas e Gimli decidono di accompagnarlo. Il percorso attraverso la terra dei morti è silenzioso e privo d’ostilità cupo e atro il paesaggio, anche se ombre continuano a seguire il gruppo, ombre in numero sempre crescente. Intanto Gondor è assediata gli orchetti sembrano già aver vinto. Faramir è ritornato a Gondor, ma per dimostrare il suo valore al padre che lo crede molto meno bravo di Boromir, e ferito a morte, nel combattimento, viene portato a casa. Il padre è impazzito e tenta di appiccarsi fuoco e al figlio morente che viene salvato all’ultimo secondo da Gandalf, mentre il padre muore suicida. L’Hobbit Pipino è invece con il re dei cavalieri di Rohan che decide di lasciarlo in un paese lungo la via per sì che non corra pericoli. Pipino non sì da per vinto e impietosendo un cavaliere riesce a farsi portare. Finalmente i cavalieri giungono a Gondor e sterminano una buona parte d’orchetti, molto aiutati anche da Aragorn, che li raggiunse con barche rubate, con l’aiuto dell’esercito dei morti, agli orchetti. Il capo dei nemici a cavallo di un Nazgul (enorme uccello) durante la battaglia riesce ad uccidere il re di Rohan, ma poi viene ucciso per mano di Merry e della figlia del re di Rohan. Quando Aragorn viene condotto in città, trova quindi Merry Faramir ed Eowin in un coma profondo e grazie alle sue cure riescono a salvarsi. Aragorn è, infatti, il discendente diretto del re delle terre del Nord e a lui spetta il trono. Gandalf raduna tutti i capi dei vari eserciti presenti e spiega loro che è giunto il momento di attaccare Mordor. Infatti, l’obbiettivo principale per far finire la guerra è distrarre Sauron dalla missione di Frodo e Gandalf spera che vedendoli attaccare senza paura, pensi che l’anello sia ancora con loro. Nel frattempo Sam è sempre più disperato e solo. Sam si infila l’anello per non farsi vedere e ascolta un discorso tra due orchetti e capisce che il veleno del ragno non era mortale e che Frodo è rinchiuso in una torre per volere del Sire. I due orchetti iniziano a discutere sullo spargimento dell’anello e così inizia a generarsi una lite tra orchetti, ma non solotra quei due e in gran parte scappano o vengono uccisi. Sam approfitta del momento di confusione e trova Frodo senza più nulla addosso, ma vivo. Ricomincia così la loro marcia verso il monte Fato, senza più cibo né acqua, con Frodo praticamente trascinato da Sam. Quando finalmente sono giunti al cratere, mentre Frodo si sta levando l’anello con molta fatica, riappare Gollum che morsica il dito sul quale Frodo si era infilato l’anello e con in bocca l’anello e il dito di Frodo perde l’equilibrio e cade nel cratere, distruggendo l’anello e se stesso. Frodo e Sam sono ormai quasi morti di fame. Nel frattempo Gandalf con tutti gli eserciti attacca. Ai cancelli di Mordor vengono raggiunti da un emissario del male che mostra loro la cotta di maglia che indossava Frodo. Mentre nelle menti di tutti si inizia a pensare che la missione sia fallita e Frodo morto, Mordor si autodistrugge! Gandalf chiama quindi Gwhair che va a soccorrere, Frodo e Sam in cima al monte Fato e tutti assieme tornano a Gondor. Seguono grandi feste e l’incoronazione a re delle terre del nord. Faramir ha invece passato tutta la sua convalescenza a fianco di Eowin ed essendosi innamorati decidono di sposarsi; e la stessa cosa succede ad Aragorn e Arwen figlia di Elrond che raggiunge Gondor. I quattro Hobbit con il saggio Gandalf tornano a casa passando a trovare gli Ent. Sulla strada incontrano anche Saruman il Bianco ormai privo di forze e rassomigliante a un morto di fame che gli Ent hanno lasciato andare per pietà. Dopodiché raggiungono anche il vecchio Bilbo sempre più vecchio che alla vista di Frodo si commuove e si emoziona quando prima del suo arrivo si stava godendo la pace e la quiete di quel posto meraviglioso, ma ormai è inverno e quindi decidono di tornare a casa. Raggiunta però la locanda di Brea si rendono conto informati dall’oste che molte cose sono cambiate e tutti hanno paura dei briganti. Procedendo verso casa sono ormai sicuri che il male non è finito nonostante la grande sconfitta nelle terre di Mordor e altre vicine. Infatti, gli Hobbit sono schiavi e costretti a lavorare nella loro terra, ai limiti di sopravvivenza, per un padrone che ha applicato nella Contea la legge del terrore. I quattro Hobbit, ormai addestrati alle difficoltà, non si spaventano e radunano tutti i loro amici e attaccano sede del male cioè la vecchia casa di Frodo e Bilbo e in hanno così riportato un’altra vittoria. Scoprono che il promotore di tutto era ancora una volta quel pezzente di Saruman che viene cacciato da Hobbiville. Così inizia il periodo di restaurazione facendo tornare la Contea il paese di prima. Il problema di tutti gli alberi tagliati viene risolto da un ottimo giardiniere: Sam con il dono ricevuto dalla dama di Lorien. Frodo rientra nella sua vecchia casa e trascorre il suo tempo scrivendo la sua storia. Il suo servitore Sam è ancora con lui con sua figlia e sua moglie. Un giorno però Frodo chiama Sam e chiede di accompagnarlo, dopo avergli consegnato un manoscritto, per il suo ultimo viaggio il quale consiste nell’insediarsi definitivamente nei Rifugi Oscuri insieme a numerosi Elfi con Bilbo e Gandalf Sam viene raggiunto da Pipino e Merry che insieme salutano disperati e tornano a casa.
Tempo e Luogo della vicenda:
Tempo indeterminato luoghi fantastici e inesistenti inventati dalla fantasia dello scrittore.
Personaggi:
Frodo Baggins: il protagonista di questa fantastica storia un tipo molto coraggioso anche se senza ottime qualità è riuscito a portare a termina una missione che forse certi con più qualità di lui non ce l’avrebbero fatta; distruggere l’anello.
Sam Gamgee: il giardiniere di Frodo una persona eccezionale, molto affezionato al suo padrone e non lo vorrebbe mollare mai anche lui della razza degli Hobbit.
Meriadoc Brandybuck: per gli amici Merry, compagno d’infanzia di Frodo ama mangiare bere e divertirsi come tutti gli Hobbit in fondo.
Pellegrino Tuc: detto Pipino è un animo puro ingenuo e pasticcione oltre che divertente e simpatico.
Gandalf: il saggio mago amico di Frodo e Bilbo sa qual è il bene e il male e resterà sempre dalla parte del bene. Ottimo conduttore. Ha un’ottima cultura, conosce tutti i posti tutte le leggende sa decifrare tutti i linguaggi e sa fare tutti i tipi d’incantesimi.
Bilbo Baggins: zio di Frodo ha vissuto diverse avventure di cui in una ha trovato l’anello poi ha iniziato a fare lo scrittore.
Boromir: poi sfortunatamente perde la vita un tipo misterioso e difficile da capire a volte sembra uno che si sacrifica sempre e a volte ha degli scatti di pazzia.
Gimli: un nano audace che sa fare amicizia con tutti a prescindere la sua razza odiata da tutti. Forte e feroce.
Legolas: un elfo veloce e la sua specialità è l’arco e con quello ci sa proprio fare. Prima odiava Gimli poi diventarono amici per la pelle.
Aragorn: dalle origini leggendarie re delle terre del nord. Intraprendente e protegge tutti a costo della sua vita se ne è necessario.
Saruman il Bianco: mente diabolica prima un grande saggio poi un malvagio saggio. Ne ha fate di tutti i colori per il Male.
Sauron: il Male in persona; è lui quello che ha forgiato l’Unico anello. È la leggenda del male, gli uomini senza coraggio si affidano tutti a lui, come degli schiavi ai piedi del loro padrone, e lui li sfrutta tutti per propri interessi; come la ricerca dell’anello.
Tipo di narrazione e genere letterario: il libro è narrato in terza persona, il genere è un romanzo.
Parole inconsuete:
seco: con sé – meco: con me – plagiato: sottomesso, dipendente – lezzo: tanfo – occulta: invisibile – foschi: scuri, bui – putrida: in decomposizione.
Pagine Preferite.
Da p. 85 a p. 91: si racconta della storia dell’anello che a me piace perché nel libro è molto importante e anche perché è intrigante.
Commento:
Agli occhi di inesperti lettori può sembrare ancora un libro per bambini con mostri e elfi, ma è un libro scritto in modo sublime che spiega e descrive bene tutti i luoghi e personaggi non a caso l’autore è Tolkien. Può sembrare pesante per il numero di pagine, quasi illimitate e rassomiglianti a quelle di un dizionario, però dopo un po’ inizia ad attrarti. È un romanzo d’eccezione al di fuori del tempo chiarissimo ed enigmatico, semplice e sublime. Leggenda e fiaba, tragedia e poema cavalleresco, il romanzo di Tolkien è in realtà un’allegoria della condizione umana che ripropone in chiave moderna i miti antichi.

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