"Il mastino dei Baskerville": scheda libro

Materie:Riassunto
Categoria:Italiano
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Testo

Mandelli Fabio Classe 3° Sez. B Data:01/03/05

RELAZIONE LIBRO:
“IL MASTINO DEI BASKERVILLE”

Scrittore: Arthur Conan Doyle
Casa Editrice: Mondadori

RIEPILOGO:

In una remota regione dell’Inghilterra, precisamente nel Devonshire (zona paludosa e semi- deserta), tra piccole case distanti tra loro, abitate da allevatori e contadini, tra la brughiera ed i boschi sorge un maniero antico, appartenente da molte generazioni alla famiglia Baskerville.
Questo maniero però è avvolto da molte leggende popolari a sfondo drammatico, che narrano la storia di un gigantesco mastino, più grande e forte di qualsiasi altro cane, che nella notte si aggira intorno al castello per ucciderne il proprietario.
Queste leggende incutono forte timore tra gli abitanti della landa, sostenute soprattutto da eventi misteriosi e poco naturali verificatisi nelle circostanze del castello, ove è morto Sir Charles, una delle ultime persone facenti parte della dinastia dei Baskerville.
Anche la sua morte misteriosa venne considerata frutto delle opere del male, dalle quali, secondo la leggenda, prende forma il gigantesco mastino.
Alla sua morte venne svolta una ricerca per l’eredità, che spettò a Sir Henry, parente lontano di Sir Charles, che, avvisato della sua eredità, si recò a Londra per sistemare le pratiche burocratiche necessarie per i passaggi di proprietà.
Nello stesso tempo il Dottor Mortimer, medico di famiglia ed amico di Sir Charles, si recò a Londra nello studio di due detective privati, Sherlock Holmes e Watson per chiedere loro di indagare sulla misteriosa morte del proprietario del maniero.
Messi al corrente di tutte le informazioni in possesso, Sherlock Holmes e Watson decisero di indagare, scoprendo così che qualcuno era molto interessato a tutte le mosse del nuovo proprietario del maniero e scoprendo alcuni indizi molto importanti sul caso.
Messisi d’accordo i due detective decisero di separarsi.
Mentre sherlock Holmes sarebbe rimasto a Londra per curare i suoi interessi e seguire tutte le piste dalla base, Watson sarebbe partito per la brughiera insieme a Sir Henry, per ulteriori accertamenti sul posto.
Dopo molte indagini sui vicini e sul luogo (tra le quali infinite complicazioni), Watson scoprì con sua grande sorpresa che la brughiera era abitata da un personaggio sconosciuto, che però teneva sotto controllo tutte le sue mosse.
Con tutto il coraggio in suo possesso Watson scoprì che il misterioso personaggio non era nessun altri che Sherlock Holmes che fino ad ora, a debita distanza, controllava tutte le mosse ed eventuali spostamenti di Sir Henry e Watson.
Nello stesso tempo Sir Henry, conosciuto tutto il vicinato, si invaghì di una giovane e bellissima donna, la quale viveva con un naturalista che diceva d’essere suo fratello, il sig. Stapleton, il quale si era trasferito da pochi anni nelle vicinanze del maniero, dopo aver perso il posto di lavoro in una scuola.
Dopo varie indagini si venne a scoprire che Stapleton e sua sorella in realtà erano marito e moglie e dalle indagini risultò che il suo vero cognome era Basckerville, ultimo erede della dinastia.
Scoperto il gico venne tesa una trappola, nella quale Sir. Henry in persona mise a rischio la sua vita per scoprire il colpevole e catturarlo.
In realtà il naturalista ebbe, tempo addietro, comprato un cane molto grande e massiccio, che teneva nascosto su un isolotto di terra in mezzo alla palude e che, di tanto in tanto di notte ululava, rievocando così la leggenda del mastino dei Basckerville.
In realtà il naturalista sguinzagliava il cane, dopo averlo ricoperto con uno strato di sostanza fosforescente in modo di farlo apparire sotto forma di creatura demoniaca, per incutere terrore alla vittima e, se non fosse bastato, per sbranarla viva.
Ucciso all’ultimo secondo il cane, Sherlock Holmes e Watson seguirono le tracce del naturalista, guidati da sua moglie che con infinita gioia e sollievo li guidava verso il rifugio segreto di suo marito, che era poi il nascondiglio del cane in mezzo alla palude, ma del sig. Stapleton non fu rinvenuta traccia a parte il suo cappello galleggiante nella palude e da qui venne intuita la sua fine.

RIFLESSIONI PERSONALI:

Credo che questo libro sia uno tra i più belli che io abbia mai letto sul genere classico, poiché non racchiude in se solo il mistero di un giallo mozzafiato, ma il fascino del soprannaturale e dei sentimenti umani.
Spiega molto dettagliatamente tutti i particolari, caratteristica importante che dà l’impronta ai libri ov’è presente Sherlock Holmes e Watson.
Inoltre il narratore, pur essendo molto attento a non tralasciare il minimo indizio e descrivendo minuziosamente tutti i particolari, non lascia al lettore nessun tempo morto o noioso che potrebbe rendere il racconto pesante nella lettura e stopposo.
Infine aggiungo che l’originalità della traccia seguita dallo scrittore è stata un’idea davvero fantastica, perché il mistero e la suspance di un normale giallo si sono decuplicate avendo per soggetto un’identità misteriosa quasi soprannaturale e malefica.

Esempio



  


  1. daniele

    Il mastino dei Baskerville (coman doyle)