"Con gli occhi chiusi" di Tozzi

Materie:Scheda libro
Categoria:Italiano
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Testo

ANALISI DEL ROMANZO :

“ CON GLI OCCHI CHIUSI “
di Federigo Tozzi
RIASSUNTO:
Domenico Rosi era il proprietario di una trattoria, Il Pesce Azzurro, e possedeva un piccolo appezzamento di terra che era riuscito a guadagnarsi col sudore della fronte, per questo era un uomo molto attaccato ai beni materiali e alla sua fonte di guadagno. Molto giovane si sposò con una donna, Anna, e da essa ebbe un figlio, Pietro. Essendo cagionevole di salute, Anna era costretta a passare gran parte del suo tempo nella loro casa a Poggio a’ Meli insieme ai salariati e alle loro mogli che si occupavano dell’appezzamento di terra del padrone. Qui Pietro fece amicizia con il figlio di un cavallaio che possedeva un podere lì vicino, Agostino, e una ragazzina, Ghisola, nipote di una coppia di salariati che lavorava per la sua famiglia, Masa e Giacco. Il ragazzo passava le sue giornate a scherzare con l’amico e a infastidire la povera Ghisola non accorgendosi che lentamente si stava proprio innamorando di lei. Col passare del tempo, Pietro diveniva sempre più negligente, tanto che il rettore del seminario all’interno del quale studiava si vide costretto ad espellerlo. Domenico andò su tutte le furie, ma Anna più dolce e remissiva, non abbandonò il figlio che tanto amava, anche se non riusciva a dimostrarglielo, e decise di indirizzarlo verso le belle arti. Domenico non era entusiasta di questa scelta perché avrebbe preferito che il figlio apprendesse il suo mestiere, quindi non perdeva occasione per portarlo con sé quando si recava a Poggio a’ Meli e gli affidava qualche piccolo lavoretto. L’amicizia che Pietro aveva con Agostino finì con l’arrivo di Antonio, un ragazzo che era stato mandato a Siena dal padre affinché apprendesse il lavoro di muratore, in quanto tra i due non correva buon sangue. Intanto Pietro si sentiva sempre più affascinato da Ghisola che crescendo stava diventando proprio una bella donna, ma non era l’unico, anche Antonio e Agostino ne erano innamorati e, forse per gelosia, cercavano di impedire all’amico di vederla.
Anche la ragazza non era proprio indifferente al padroncino, sentiva di volergli bene, ma, consapevole della propria bellezza, amava di più essere ammirata da sconosciuti e, appena le era possibile, scappava da casa per ritornarci solo a sera. Questi suo comportamento non fu ben visto da Domenico che, per non correre rischi, intuendo i sentimenti del figlio, decise di rimandarla a Radda dalla sua vera famiglia. Un giorno, mentre si stava per recare dal parroco con il figlio, Anna ebbe una forte convulsione e morì. Queste convulsioni le erano molto frequenti dopo il penultimo parto, ma, pur sentendo sempre vicina la morte, sperava che prima o poi ne sarebbe guarita, non per sé quanto per il figlio. La prima a trovarla fu la balia, Rebecca, che diede l’allarme ma il padrone non era in casa. Quando la vide ne rimase sconvolto e da quel giorno il suo comportamento cambiò: divenne più scontroso, arrogante, prepotente ed economo per quanto riguardava la trattoria e il podere. Diversamente reagì Pietro: non una lacrima rigava il suo viso, nessun dolore, solo inquietudine. Ogni domenica Pietro e il padre si recavano sulla tomba di Anna, ma il ragazzo lo faceva malvolentieri in quanto ormai si sentiva ateo. Passati tre anni, il rapporto che lo legava al padre si era ancora più indebolito, Domenico lo guardava con repulsione e disprezzo, lo riteneva inutile e smise perfino di imporre su di lui la propria autorità. Ogni occasione era buona per starsene lontano dal padre, così spesse volte Pietro si ritrovava al podere dove, un giorno, Masa gli fece leggere una lettera della nipote, come era diventata bella! Per la prima volta si accorse di esserne veramente innamorato. Pietro andò a Firenze per studiare, ma si sentiva solo, non aveva legato con i compagni di corso che lo prendevano in giro dato che si era iscritto al partito socialista, tutto gli sfuggiva, e dopo qualche mese tornò a casa. L’unica sua forza era l’amore che provava per Ghisola.
Questa intanto era tornata al suo paese dove però si sentiva a disagio, tranne che con un amico di famiglia, Borio, innamorato di lei. La vita in quel paese non era adatta per lei: tutti sapevano qualcosa sul suo conto, o se la inventavano per questo iniziò a lavorare vicino Firenze presso un uomo, Alberto, che stava cercando proprio una ragazza come lei che lo facesse sentire meno solo. Pietro si recò più volte a trovarla, era sempre più innamorato e voleva sposarla, ma non aveva il coraggio di farsi avanti, si limitava a starle accanto. Ghisola intanto era rimasta incinta dell’uomo presso il quale lavorava, ma questo non avrebbe potuto mantenerla dato che era incappato in un processo fallimentare quindi la spinse ad ingannare Pietro ( facendogli credere che il figlio era suo ) e a sposarlo. Ella era consapevole dell’amore che il ragazzo provava per lei e, avendo il timore di invecchiare sola, decise di approfittarsi di lui, dei suoi soldi e del suo buon cuore per questo decise di tornare con lui a Siena. Qui, non sentendosi ben accetta da Domenico, rimase solo per poco tempo e decise di tornarsene a casa dove capì che non era giusto ingannare una persona che l’amava veramente, temeva di essere scoperta e in più sentiva di non essere come Pietro voleva, perciò decise di tornarsene a Firenze e di non vederlo per un po’ di tempo. Pietro continuava ad amarla, ma un giorno una strana lettera turbò il suo cuore. Questa lo invitava a recarsi ad un indirizzo preciso a Firenze dove avrebbe trovato la sua Ghisola che lo tradiva. Pietro decise di partire e arrivato a Firenze scoprì la verità: la ragazza che amava lavorava in una casa chiusa ed era incinta di un altro uomo. Non poteva accettarlo! Di fronte alla dura realtà fu costretto ad aprire gli occhi e si accorse di non amarla più.
LUOGHI:
• La trattoria “ Il Pesce Azzurro” a Siena :
• Il podere a Poggio a’ Meli:
• Radda:
• Badia a Ripoli:
• Casa privata a Firenze:
AMBIENTE CULTURALE:

ANALISI DEI PERSNAGGI:
➢ Domenico Rosi :

➢ Anna:
➢ Pietro:

➢ Rebecca:
➢ Giacco:
➢ Masa:
➢ Agostino:
➢ Antonio:
➢ Ghisola:

➢ Borio:
➢ Signor Alberto:
NOTE:
• “ Con gli occhi chiusi” viene iniziato nel 1908 e completato nel 1914.
• Quest’opera è altamente autobiografica: nel Pietro Rosi, protagonista del romanzo, possiamo identificare l’autore che, come questo ragazzo, vive un rapporto difficile e conflittuale col padre.
• Con essa, Tozzi ci mostra l’inizio della crisi dell’individuo, esso infatti non è più l’uomo forte e sicuro di sé in grado di dominare razionalmente il proprio mondo, ma diviene debole, insicuro, non sa più quello che vuole, non vede il proprio futuro e si lascia sopraffare dalla vita.
COMMENTO:
Quest’opera mi è abbastanza piaciuta in quanto tratta temi che, pur essendo sviluppati in un tempo diverso dal nostro anche per quanto riguarda la mentalità comune, sono tutt’ora attuali. Molti giovani potrebbero riconoscersi nella figura di Pietro: un ragazzo desideroso di scoprire la propria strada da solo, bisognoso di libertà e tendenzialmente chiuso in se stesso. In più non vive un buon rapporto col padre che vorrebbe programmargli il futuro non tenendo conto delle scelte del figlio, delle sue passioni…cercando di farlo assomigliare sempre di più a sé, Domenico non capisce che ottiene solamente l’effetto opposto: Pietro inizia ad allontanarsi da lui. Vedendo crescere un figlio completamente diverso da quello che avrebbe sempre desiderato, Domenico finisce per non riconoscerlo più come tale, se ne disinteressa, tanto da divenire verso la fine del romanzo quasi due estranei. In oltre, una cosa che accomuna i ragazzi di oggi al protagonista dell’opera è l’amore smisurato che prova per la ragazza desiderata. I sentimenti che prova diventano l’unica fonte di sostentamento, tutto ciò che lo convince ad andare avanti e a perseguire i suoi fini; esso è così forte che può vincere qualsiasi cosa perciò Pietro ne è completamente assorbito, tanto da portarlo a vivere in un mondo tutto suo dove la verità, anche se gli si presenta più volte di fronte agli occhi, gli appare distorta, come velata, quasi come se avesse continuato ad andare avanti nel cammino della vita ad occhi chiusi. Solamente lo shock finale riesce a riportare il giudizio e a far riapparire la realtà: come velocemente ci si può innamorare, altrettanto velocemente si può smettere di amare.

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