SISTEMI DI COMUNICAZIONE

Materie:Tesina
Categoria:Interdisciplinare
Download:654
Data:21.06.2005
Numero di pagine:23
Formato di file:.doc (Microsoft Word)
Download   Anteprima
sistemi-comunicazione_2.zip (Dimensione: 149.74 Kb)
trucheck.it_sistemi-di-comunicazione.doc     1473.5 Kb
readme.txt     59 Bytes


Testo

COMMUNICATIONS SYSTEMS
inglese
In the life of all day, we can see information in form of sound or visual images. This information can be process into electrical signal. The component that can do this is the Trasducer. The trasducer is a electrical device that process visual images or sound into electrical signals.
Once the information is processed into electrical signal we can trasmit them over long distance and we can made them avaible for millions of users.
To trasmit these segnal we must use a trasmission media. Typical trasmission media are : lines; optical cable; space; from antenna to antenna.
The properties of signals are the quantity aspect and the quality aspect.
The quantity aspect is about of amount, speed, efficiency
The quality aspect is about of precisely of imformation.
Two examples of trasducers are microphone (for sound) or videocamera (for image).
The trasmission media that coverage longer distance is the satellite systems. Satellite systems have the advantage of quicky install and large-area coverage capability.
SISTEMI DI COMUNICAZIONE
Nella vita di tutti i giorni noi possiamo vedere nell’ambiente che ci circonda informazioni sotto forma di suoni o immagini. Queste informazioni possono essere trasformate in segnali elettrici. Il componente elettrico che fa questa trasformazione è il trasduttore.
Una volta che queste informazioni sono state convertite in segnali elettrici noi possiamo trasmetterle per lunghe distanze e renderle disponibili a milioni di utenti.
Per trasmettere questi segnali c’è bisogno di apparati trasmessivi. I più tipici apparati trasmessivi sono le linee semplici, cavi coassiali o le fibre ottiche, ma possiamo trasmettere tutto anche tramite aria da antenna a antenna.
Esaminando i segnali distinguiamo tra aspetto qualitativo e aspetto quantitativo.
L’aspetto quantitativo riguarda la portata, la velocità e l’efficienza della trasmissione.
L’aspetto qualitativo invece riguarda esclusivamente la precisione dell’informazione trasmessa.
Due esempi di traduttori sono il microfono (per il suono) e la videocamera (per le immagini).
L’apparato che copre una maggior area di comunicazione è il sistema satellitare. Esso ha il vantaggio di una facile installazione e di riuscire a coprire e mettere in comunicazione due aree metropolitane molto distanti tra loro.
IL SATELLITE
La trasmissione via satellite ha rivoluzionato il mondo delle comunicazioni poiché ha permesso la trasmissione dei dati, dei programmi radio-televisivi e delle comunicazioni vocali in modo istantaneo su scala mondiale.
Le comunicazioni via satellite impiegano delle antenne ricetrasmittenti che lavorano alla frequenza delle microonde: una stazione situata a terra trasmette il segnale al satellite su una certa frequenza; il satellite, una volta ricevuto tale segnale lo trasla su un’altra frequenza e lo ritrasmette verso altre stazioni situate sempre a terra.
Uno schema di apparato per la trasmissione-ricezione via satellite è quello indicato qui sotto :
Il motivo per cui vengono usate frequenze diverse per le trasmissioni da e verso il satellite sta nella necessità di evitare le interferenze reciproche tra i segnali.
Il segnale che il satellite ritrasmette verso terra può essere ricevuto da ogni stazione che si trovi all’interno del cosiddetto cono d’azione del satellite e che, ovviamente, sia sintonizzato sulla frequenza usata.
Il segnale trasmesso può contenere voci, immagini, dati o segnali TV.
Per avere un’idea della capacità trasmissiva dei satelliti, si consideri il satellite Intelsat VI lanciato in orbita nel 1988, esso è in grado di supportare, contemporaneamente, 4 canali TV e più di 40.000 canali telefonici.
I dispositivi che sul satellite effettuano la ricezione e la trasmissione dei segnali sono chiamati trasponder. La maggior parte di questi apparecchi lavorano solitamente nella banda di frequenza compresa tra 4 e 6 Ghz. (ma anche tra 12 e 14 Ghz oppure tra 21 e 30 Ghz).
Oltre a questa banda trasmissiva molto ampia, il satellite presenta anche altre caratteristiche vantaggiose :
• Ampia copertura geografica : esso può servire regioni di terra estese quanto gli Stati Uniti d’America;
• Permette di raggiungere luoghi isolati o comunque difficilmente raggiungibili con altri mezzi;
• Il costo della comunicazione via satellite non dipende dalla distanza tra le stazioni terrestri;
• Infine il cambiamento di comunicazione verso diversi destinatari si realizza facilmente e senza unità specifiche dedicate a questa funzione.
Il satellite d’altra parte presenta anche degli svantaggi :
• In primo luogo, a causa della sua ampia copertura geografica, tutte le stazioni di terra, situate nel cono d’azione , possono ricevere i segnali trasmessi, ciò comporta un grave rischio di intercettazioni di informazioni riservate; è per questo motivo che, soprattutto nelle comunicazioni satellitari si ricorre alla crittografia (a questo proposito un piccolo riferimento allo Scrambler-Descrambler usato nelle telecomunicazioni).
• Inoltre, un altro problema è costituito dalle cosiddette eclissi del satellite, che si verificano quando la Terra viene a trovarsi sulla congiungente Sole-Satellite, ciò avviene in autunno e in primavera per un periodo di pochi minuti ogni 25 giorni.
Il problema sta nel fatto che l’energia delle batterie solari del satellite diminuisce, a causa dell’interrota alimentazione dei pannelli solari, questo può causare una perdita di potenza nei componenti elettronici del satellite, il che comporta un deterioramento della qualità del segnale;
• Un altro tipo di eclissi, sempre relativa al satellite, è la cosiddetta eclissi di sol, che si verifica quando il satellite si trova sulla congiungente Terra-Sole:
in questo caso, si possono verificare dei disturbi o dei rumori termici sul segnale ricevuto dal satellite dovuti al vento solare.
• Ci sono poi problemi legati alle interferenze sul segnale per e dal satellite : tali interferenze possono essere dovute sia ad altre trasmissioni radio sia semplicemente all’azione dell’atmosfera terrestre, la quale, se soggetta a violenti temporali, può in effetti disturbare il segnale, le perturbazioni atmosferiche hanno ripercussioni tanto maggiori quanto maggiore è la gamma di frequenze utilizzata dal satellite.
• Un altro problema sta nello spazio disponibile per mettere in orbita un satellite, l’orbita geostazionaria è troppo affollata di satelliti soprattutto sull’America e sull’Europa.
Si sta pensando di ridurre le distanze da un satellite ad un altro, queste distanze si misurano in gradi, una soluzione proposta è quella di ridurre la distanza a 2° ciascuno, o addirittura ad 1°.
• L’ultimo problema è invece legato al tempo di propagazione della trasmissione, questo tempo totale è di 240 msec, 120 msec per la trasmissione e altrettanti per la ricezione.
Questa stima riguarda stazioni satellitari all’equatore e poste proprio sotto il satellite, in altri casi il tempo aumenta discretamente fino ad arrivare ad un massimo di 270 msec.
TERZO REICH TEDESCO
storia
Collegare il satellite al Terzo Reich tedesco sembra strano, o quanto meno illogico dal punto di vista cronologico, in realtà il primo che ebbe l’idea di poter creare una rete di comunicazione globale intorno alla terra fu Arthur Clarke, che è ancora oggi un noto scrittore di fantascienza, il quale, nel 1943 scrisse un saggio su una rivista scientifica americana, presentando l'ipotesi di utilizzare le tecnologie di guerra a disposizione in quegli anni, i V2 (che erano i razzi inventati da Von Braun per permettere ai Tedeschi di bombardare Londra) e le radio frequenze per i radar. Clarke presentò, dunque, la possibilità di unire i radar e i V2 per mettere in orbita degli apparati, che sarebbero stati poi i satelliti.
I razzi V2 furono quei missili usati dal reich tedesco durante l’operazione leone marino nella battaglia d’Inghilterra.
Hitler durante la seconda guerra mondiale si proponeva di mandare avanti un progetto di realizzazione del Terzo Reich con lo scopo di portare la Germania ad un livello internazionale altissimo.
Forte della sua aviazione, Hitler, ebbe la meglio soprattutto nelle forze d’aria, con una nuova tecnica bellica, il bombardamento a tappeto.
Questa nuova tecnica era stata per la prima volta sperimentata dai tedeschi in un’occasione precedente alla seconda guerra, ossia nella guerra civile spagnola, svoltasi negli anni trenta.
LA GUERRA CIVILE SPAGNOLA
Negli anni Trenta la Spagna era diventata una repubblica democratica in cui le forze della Sinistra si erano impegnate in un'azione di profondo rinnovamento economico e sociale, in particolar modo proponendo la riforma agraria. Le elezioni del febbraio 1936 furono vinte dal Fronte Popolare, l'unione delle forze di Sinistra, con 278 deputati contro i 134 della Destra. Nonostante la sconfitta elettorale, la destra conservatrice, organizzatasi nella Falange, appoggiata dai fascismi europei e dalla chiesa cattolica, rimaneva molto forte, soprattutto perché poteva contare sull'appoggio dell'esercito. I primi mesi di governo del Fronte Popolare furono segnati da accanite lotte in ogni settore della vita politica e sociale che diedero luogo ad episodi anche sanguinosi. Il 13 luglio 1936 un attentato del quale rimase vittima un importante esponente monarchico fu il segnale della rivolta. Il 17 luglio, con una sollevazione delle truppe spagnole di stanza in Marocco, cominciò la guerra civile che presto si estese anche in Spagna. Ben presto il capo della rivolta divenne il generale Francisco Franco. Parte della Spagna fu occupata dall'esercito franchista, mentre l'altra rimase fedele al governo repubblicano, che chiamò il popolo alle armi contro i militari ribelli e la Falange. La guerra fu combattuta con gran determinazione da entrambe le parti: l'esercito repubblicano riuscì a fermare i franchisti ed il conflitto divenne sanguinosissimo. Esso durò infatti fino al 28 marzo 1939 con oltre un milione e mezzo di vittime. Da tutta Europa giunsero in Spagna i volontari antifascisti che combatterono nelle Brigate Internazionali, ma le democrazie europee non intervennero particolarmente in difesa della Spagna repubblicana, anche per i sospetti suscitati dalla presenza comunista e dagli aiuti sovietici,benché piuttosto limitati. Invece l'Italia fascista di Mussolini inviò un vero e proprio corpo di spedizione in aiuto di Franco, e Hitler fornì importanti aiuti soprattutto per quanto riguarda l'aviazione, come la Legione Condor, un'unità dell'aeronautica tedesca, che sperimentò in Spagna le tecniche di bombardamento che sarebbero poi state massicciamente impiegate nella Seconda Guerra Mondiale. Dopo tre anni di sanguinosi combattimenti i franchisti ebbero la meglio: a loro favore giocò, oltre la supremazia militare, la disorganizzazione dell'esercito nemico che rispecchiava i contrasti politici che si erano aperti nel Fronte Popolare, con la repressione degli anarchici da parte dei comunisti. Centinaia di migliaia di repubblicani dovettero fuggire o finirono prigionieri e Francisco Franco instaurò una dittatura di tipo fascista, della quale fu il capo indiscusso per oltre trent'anni.
IL BOMBARDAMENTO di Guernica (1937)
Il 26 Aprile 1937, l'aviazione falangista, con aerei e piloti tedeschi, attaccò e rase al suolo la cittadina basca di Guernica, uccidendo in tre ore e mezza circa 2000 persone. Dal punto di vista militare, Guernica era un obiettivo del tutto insignificante; l'azione, svoltasi in un giorno di mercato, fu una strage compiuta per seminare terrore nella popolazione civile e sperimentare una nuova tattica di guerra aerea: il bombardamento a tappeto.
Così racconta l'episodio il quotidiano britannico Times del 28 aprile 1937:
“Il lunedì a Guernica è giorno di mercato per la gente delle campagne. Alle 16,30, quando la piazza era affollata, e molti contadini stavano ancora arrivando, la campana diede l'allarme . Cinque minuti dopo un bombardiere tedesco volteggiò sulla città a bassa quota, quindi lanciò le bombe mirando alla stazione. Dopo altri cinque minuti ne comparve un secondo, che lanciò sul centro un egual numero di esplosivi. Un quarto d'ora più tardi tre Junker continuarono l'opera di demolizione e il bombardamento si intensificò ed ebbe termine solo alle 19,45, con l'approssimarsi dell'oscurità. L'intera cittadina, con settemila abitanti e oltre tremila profughi, fu ridotta sistematicamente a pezzi. Per un raggio di otto chilometri, tutt'intorno, gli incursori adottarono la tecnica di colpire fattorie isolate. Nella notte esse ardevano come candele accese sulle colline.”
IL QUADRO.
Guernica, 1937, tempera su tela, 349 x 776,5 cm
Fin dagli inizi della guerra, Picasso si era dichiarato a favore del governo repubblicano, e Guernica rappresenta quindi il momento del dolore e dell'ira. L'opera, di effetto monumentale, venne realizzata dopo la distruzione della cittadina basca, in meno di due mesi. Abbiamo diverse versioni del quadro. Picasso studiò febbrilmente la scena in un centinaio di disegni preparatori datati tra il primo ed il nove maggio del 1937. L'emozione e la collera di Picasso per il massacro viene espressa nel quadro con una visione drammatica di corpi sfatti, visi stravolti, in uno sfondo privo di colore in cui echeggiano urla lancinanti. L'autore è all'apice della sua tensione creativa. La novità di quest'opera consiste nella sintassi cromatica che ammette solamente il bianco e il nero, suggerita dalle immagini di distruzione apparse sui giornali. Si può dire, dunque, che la scena non è ambientata né dentro né fuori, bensì ovunque, poiché diverse linee guidano lo sguardo in profondità, accorciamenti prospettici irregolari confondono il dato spaziale, e non si può stabilire un'unica fonte di luce. La composizione, che si allunga orizzontalmente, riunisce sette gruppi di personaggi, e presenta un'articolazione chiara e raffinata. Due scene occupano le superfici laterali di destra e di sinistra; tra queste, secondo una struttura triangolare, si sviluppa una terza scena. Al centro, in una posizione innaturale, si vede un cavallo ferito che si volge a sinistra; dalle fauci dolorosamente spalancate fuoriescono strazianti nitriti. A destra si allungano il profilo stilizzato di una testa umana e un braccio che tiene accesa sulla scena una lampada a petrolio. Sopra la testa del cavallo s'innalza un grande "occhio di Dio" inserito al posto della pupilla, che presenta una lampadina e che è simbolo allo stesso tempo del sole e della luce elettrica. A destra del cavallo una donna inginocchiata conclude il gruppo compositivo centrale. A sinistra e sotto il cavallo ferito giace, al suolo con le braccia aperte quasi fosse crocefisso, la statua di un guerriero, che stringe con la mano destra una spada spezzata. Sopra la statua del guerriero della parte sinistra vi sono, tra le macerie fumanti, un toro e una madre urlante che tiene tra le braccia il figlio morto. Sul margine destro ,invece, vi è una figura col capo rovesciato all'indietro, la bocca spalancata in un grido di agonizzante dolore poiché avvolta dalle fiamme.
LE VICENDE DEL QUADRO
Nel gennaio del 1937 il governo del Fronte Popolare affidò a Picasso la realizzazione di un pannello murale per l'arredamento del padiglione spagnolo all'esposizione mondiale che sarebbe stata inaugurata a Parigi nel luglio di quell'anno. Per l'esecuzione del nuovo incarico Picasso pensò sulle prime di ricorrere ad un tema che trattasse la libertà dell'arte; quando però venne a sapere del bombardamento di Guernica, impressionato a tal punto da tale avvenimento, mutò il suo progetto. L'opera, realizzata già a metà giugno, sarà esposta nel padiglione Spagnolo all'Esposizione Internazionale delle Arti e Tecniche di Parigi (a cui parteciparono altri illustri pittori spagnoli: Joan Miró, Julio González e Javier Bueno), e verrà successivamente spostata negli Stati Uniti a New York al Museum of Modern Art durante l'occupazione nazista di Parigi. Picasso aveva pensato l'opera per Madrid, ma fintanto che il dittatore Franco rimase in vita, rifiutò di consegnarla alla Spagna. Il dipinto giunse in Spagna con la fine della dittatura, nel 1981, e per lungo tempo è stato esposto a Madrid al Casón del Buen Retiro presso il Prado (la direzione del quale gli era stata affidata dal governo repubblicano). Oggi è visibile al museo Reina Sofia di Madrid.
FREUD
letteratura
Picasso, come tutti gli altri esponenti dell’arte e della letteratura del novecento, fu molto influenzato dai pensieri espressi dai filosofi che vissero in quel tempo. Primo fra tutti Freud, a fianco anche a Bergson e Plank.
Bergson sosteneva la relatività del tempo, secondo cui per ogni individuo e per ogni situazione il tempo diveniva un concetto soggettivo.
Plank, in corrispondenza con Einstein, mette in crisi le certezze scientifiche, basandosi sulla teoria della relatività, per cui le leggi non valgono da sole, ma solo se sono rapportate ad un sistema di riferimento.
Freud invece basa le sue teorie su qualcosa di più specifico, qual è la psiche umana. Rifiuta il concetto di psiche come un'unica entità, come affermavano tutti, ma scinde questo elemento in tre parti distinte ma fortemente in relazione tra di loro : l’Es, l’Io e il Super-io.
L’Es rappresenta la parte irrazionale della psiche, ovvero la parte in cui sono situati gli istinti dell’uomo soprattutto quelli derivanti dal piacere. Freud ne parla come “il calderone di impulsi ribollenti”.L’Es non riconosce né il bene, né il male, obbedisce solo al principio del piacere.
Il Super-io invece rappresenta l’insieme delle proibizioni che sono state instillate all’uomo nei primi anni di vita. E’ anche l’insieme delle norme e delle proibizioni che vengono dettate dalla società.
L’Io è la parte razionale della psiche, esso ha il compito di equilibrare tramite opportuni compromessi le altre due parti della psiche umana. Ha il compito di stabilire l’armonia tra le forze e gli impulsi che agiscono su di lui.
Ed è esaminando queste tre parti che Freud stabilisce il concetto di “nevrosi”, affermando che fino a quando l’Io riesce in qualche modo a svolgere il suo lavoro di mediatore tutto va per il meglio, ma quando l’Es è troppo imperioso e poco duttile allora nasce uno squilibrio che porta l’individuo alla nevrosi.
Un’opera letteraria nella quale si nota evidentemente questa lotta tra l’Es e il Super-io è “La coscienza di Zeno”.
ITALO SVEVO
Questo romanzo è stato scritto da Italo Svevo (Aron Hector Schmitz) (1861-1928), egli nella sua produzione letteraria usa come principi ispiratori quelli di molti filosofi e storici del tempo, puntando la sua attenzione verso le parti ritenute più adatte di queste diverse mentalità e tralasciando quelle che non condivideva.
Particolare fu il suo incontro con la teoria Freudiana della psicanalisi, verso la quale era spinto dall’interesse per le tortuosità e le ambivalenze della psiche umana. Svevo decise di seguire la teoria psicoanalitica non tanto come terapia medica quanto come mezzo letterario; l'analisi psicologica diventa l'argomento principale dei suoi romanzi, e questa analisi viene resa dal punto di vista letterario con il "flusso di coscienza", una tecnica che consiste nel narrare le idee del personaggio così come si presentano alla sua mente, senza cercare necessariamente un legame logico fra le cose narrate, ma raccontando per "associazione di idee", come avviene realmente nella nostra psiche (e in ciò fu influenzato anche da Joyce).
Rapporti con la società del suo tempo
Il nome "Italo Svevo" è uno pseudonimo creato da Ector Schmitz per due motivi: distinguere l'impiegato (Ector) dal letterato (Italo), ma soprattutto per evidenziare la multietnicità delle sue origini, egli, infatti, unì in sé le culture italiane, tedesca, ebrea e slava. Questa sua multietnicità gli permise di conoscere e apprezzare diverse culture, ma a ciò contribuì anche la città in cui egli visse: Trieste, appartenente all'Impero Austro Ungarico, ma al confine con l'Italia e la Jugoslavia, un crocevia commerciale e culturale.
Trieste ebbe un ruolo fondamentale nella formazione di Svevo, ispirando e limitando al tempo stesso il suo modo di vedere la vita e l'arte: fu ispiratrice fornendogli diverse culture cui fare riferimento e fornendogli anche una serie di problematiche su cui riflettere, ma lo limitò, appunto perché le problematiche che offriva potevano essere capite solo se viste entro i limiti di Trieste stessa, caratterizzata da un forte provincialismo.
Questo provincialismo, che si riflette in tutte le opere di Svevo (caratterizzandone i personaggi nelle idee, nei modi di fare, negli accenti…) era dovuto soprattutto alla sua posizione geografica, poiché essendo al confine di due stati che se ne contendevano il possesso, risultava isolata; tuttavia si trattava di un provincialismo tutto particolare perché le caratteristiche di Trieste nascevano dalla fusione di tre culture, con il contributo anche di altri stati, con cui intratteneva un fiorente commercio.
Nello studio di Svevo non bisogna però sottovalutare un altro aspetto importante: il suo ebraismo, Italo fu ebreo fin dalla nascita, ma questa sua fede non appare nelle sue opere, quasi come se egli nello scrivere rinunciasse a una parte fondamentale di sé, risultando meno vero da un punto di vista artistico; in realtà Svevo non nascose il proprio ebraismo, egli era talmente amalgamato nella cultura triestina, si sentiva talmente accettato in un clima culturale così aperto, da non aver bisogno di sottolineare questo aspetto della sua vita.
In realtà, osservando bene, si possono sì scorgere nelle opere di Svevo alcuni elementi che potrebbero richiamare il suo ebraismo: la passività, l'inettitudine e la femminilità dei suoi personaggi, tutti ritratti tipici della psicologia ebraica.
Svevo conobbe molto bene la cultura contemporanea sia grazie alla sua città d'origine, sia perché egli da autodidatta studiò autori a lui contemporanei come Darwin, di cui condivise l'idea secondo cui esistono delle leggi naturali immodificabili che sono causa dei comportamenti degli uomini, Nietzsche di cui ridicolizzò la figura dell'oltreuomo, ritenendola una mera utopia, Shopenauer, l'autore che ebbe più peso nella sua ideologia, con la teoria secondo cui l'uomo si auto inganna di avere libero.arbitrio ma è in realtà dominato dalla sua stessa "volontà di vita", e Freud.
Tematiche di Svevo
Le opere di Svevo furono inizialmente dei grandi fallimenti, forse perché andavano contro i gusti del tempo, stimolando i lettori ad osservarsi, confrontarsi con personaggi scomodi, perché mostrano difetti e problemi comuni a tutti.
Il periodo in cui Svevo scrisse era caratterizzato da una profonda crisi sociale (la "Crisi delle certezze"), dovuta alla perdita di importanza del positivismo e alla crisi della borghesia; ciò portò l'uomo alla consapevolezza che non bastavano la sola razionalità, il determinismo scientifico, la causalità necessaria a spiegare la realtà, a tale presa di coscienza spinse l'uomo a cercare una via di fuga in mondi fantastici o in ideali di uomo immaginari; a ciò gli scrittori reagirono in modo diverso: D'Annunzio con la teoria del superuomo, Pascoli col mito del fanciullino, Svevo anziché inseguire miti o inventarsi eroi decise di parlare e descrivere l'uomo in crisi, così com'era, dandone un'immagine in cui gli uomini del suo tempo obbligati a riflettere su se stessi non amarono rispecchiarsi.
La tipologia che ne emerge è quella dell'"INETTO", che costituisce il tema cardine di tutta l'opera sveviana, in pratica dell'uomo incapace, che non sa vivere e realizzare i suoi progetti.
L'inettitudine dell'uomo, secondo Svevo, è una debolezza interiore che rende inadatti alla vita, e caratterizza tutti coloro che sono nella società borghese, ma si distinguono da essa come dei diversi, soprattutto perché non ne condividono i valori come il culto del denaro e del successo personale.
Questo non riuscire a adattarsi alla società diventa negli individui una vera impotenza psicologica, perché non riesce più ad identificarsi con la figura vincente tipica della borghesia, e si auto-esclude, rifugiandosi in mondi fittizi (grazie alla letteratura) e vedendo in ogni altro uomo un antagonista, in grado di agire e reagire n elle varie situazioni, uscendone sempre vincenti, ma anche dei punti di riferimento a cui appoggiarsi e tentare, invano, di sollevarsi dalla propria inettitudine.
Se inizialmente per Svevo questa figura fu estremamente negativa, lentamente il suo punto di vista mutò, perché l'analisi su sé e sugli altri a cui porta la malattia mostrò come fosse relativo il concetto di sanità, perché ognuno ha i suoi problemi, le sue "inettitudini", ma l'inetto risulta forse il più avvantaggiato nella vita, infatti, non avendo sviluppato le proprie possibilità in nessun ambito della società ha in sé un grande potenziale, che lo rende adatto ad emergere in qualsiasi situazione.
L'inetto diventa dunque colui che sa osservare il mondo dal di fuori, e può criticarlo, evidenziandone i difetti, minando alla base le certezze che lo guidano, e per questo diventa un personaggio positivo.
Un'altra tematica fondamentale dell'opera sveviana, strettamente legata al tema precedente, è la malattia; Svevo sostiene che i veri malati sono coloro che hanno delle certezze immodificabili su cui basano la propria esistenza e che non sanno analizzare se stessi, pertanto il confine fra sanità e malattia si assottiglia notevolmente, in un clima di malattia universale, in cui tutto è soggetto ad una generale degradazione, e questo atteggiamento è sintomo della crisi delle certezze che caratterizza l'inizio del '900.
Altre tematiche sveviane sono la morte e il suicidio, visti come una liberazione dalle sofferenze del mondo (e da ciò si allontana da Shopenauer); Svevo parla anche di degenerazione, cioè vede ogni realtà della natura soggetta a crescita, decomposizione e morte, e di molteplicità dell'individuo, perché nelle sue opere mostra di essere cosciente della pluralità dei piani della psiche, dell'esistenza nell'individuo di aspetti di cui neanch'egli è pienamente cosciente, tutto ciò rende il soggetto "multisfaccettato" e non più unico, ma è questa sua complessità che lo rende degno di interesse letterario.
La coscienza di Zeno
Nella sua opera più illustre, “La coscienza di Zeno” egli rappresenta in modo pieno la lotta tra l’Es e il Super-io.
Anche in questo romanzo come nei suoi due precedenti, il protagonista, Zeno, è un inetto, ma a differenza di Emilio e di Alfonso, egli non è un fallito.
Il romanzo è una sorta di memoriale che il protagonista scrive su consiglio dello psichiatra dal quale era in cura, e la parte iniziale viene invece scritta dal dottore stesso che dice di pubblicare quel memoriale per vendicarsi del suo paziente che si era sottratto alla cura ritenendosi guarito, senza esserlo veramente. Il romanzo si conclude poi con una sorta di riflessione con la quale Zeno prevede che l’uomo continuando a creare ordigni bellici ne costruirà uno che segnerà la fine della sua specie.
La questione della psiche è presente soprattutto nel capitolo del “fumo”, nel quale il protagonista, Zeno Cosini, conosce l’esperienza della sigaretta.
L’Es lo continua ad invogliare a fumare, non tanto per il piacere della sigaretta, ma per la voglia di evadere dalla norma e per infrangere le regole.
D’altra parte il Super-io gli proibiva di fumare rifacendosi alle regole delle società.
L’Io in questa fase tenta in tutti i modi di mediare tra i due pilastri della psiche, prefissando ogni volta un’ipotetica data per smettere di fumare, ma per volere dell’Es questa data verrà sempre rimandata.
MODEM
telecomunicazioni
Per realizzare le trasmissioni dalla stazione ricevente verso il satellite e viceversa c’è bisogno di apparati di modulazione e demodulazione, questi apparati vengono chiamati Modem.
I modem derivano il proprio nome dalla loro funzione di MOdulazione e DEModulazione.
I modem in generale possono essere classificati secondo le loro funzioni principali: a seconda della banda si suddividono in modem a banda traslata e modem in banda base; a seconda del tipo di collegamento si suddividono in modem half duplex e modem full duplex; a seconda della trasmissione in modem sincroni e modem asincroni.
I modem a banda traslata sono quei modem che a seconda del mezzo trasmissivo che utilizzano effettuano una traslazione in frequenza del segnale per renderlo idoneo al mezzo trasmissivo.
I modem in banda base sono quei modem che lavorano con supporto trasmissivo costituito da coppie di cavo senza limitazione di banda.
I modem in Half-Duplex devono passare alternativamente dallo stato di trasmissione a quello di ricezione e viceversa, questa commutazione richiede 20 ms, e se richiesto frequentemente richiede una limitazione di banda.
I modem in Full-Duplex applicano un collegamento che può avvenire contemporaneamente nei due sensi di trasmissione. Se la rete è a due fili ciò comporta una velocità limitata.
I modem sincroni attuano la sincronizzazione dei dati, è presente al loro interno un clock che crea il sincronismo, in ricezione il clock viene poi estratto per rendere il segnale ricevuto in perfetto sincronismo con il segnale trasmesso.
I modem asincroni non presentano circuiti di sincronismo, essi accettano in ingresso dati con qualsiasi cadenza, sono quindi trasparenti ai dati.
Oltre che alle loro funzioni i modem si suddividono anche per la loro velocità, il tipo di linea, la tecnica di modulazione, il tipo di interfaccia.
I modem li ritroviamo anche nella vita di tutti i giorni quando ci colleghiamo ad Internet con un PC.
Internet è nato nel 1968 per un bisogno militare, ossia quello di collegare con una rete semplice quattro computer per lo scambio d’informazioni tra ricercatori e scienziati. Il progetto poi si amplia a vista d’occhio fino ad arrivare al giorno d’oggi con centinaia di milioni di computer connessi alla rete globale con un numero infinito di informazioni disponibili.
AZIENDA E DIRITTO D’AUTORE
Diritto
Parlando di informazioni e file disponibili in Internet viene richiamato alla mente la questione del diritto d’autore, che è sorto qualche mese fa nel campo specifico della musica.
Il diritto d’autore : è una creazione dell’ingegno dell’azienda, che si applica nel campo delle scienze, della letteratura, della musica, dell’arte in generale. Attribuisce alla persona diritto morale e diritto patrimoniale sull’opera.
Il diritto d’autore rientra nelle creazioni dell’ingegno che fanno parte dei beni immateriali dell’azienda.
Nella vita di tutti i giorni spesso si confonde la parola “azienda” e la parola “impresa”, ma studiando il diritto sappiamo che non è così, infatti l’azienda ha una propria definizione dettata dall’articolo 2555 del codice civile:
L’ AZIENDA è il complesso dei beni organizzati dall’imprenditore per ‘esercizio della sua impresa. (Art. 2555 c.c.)
Mentre l’impresa è l’attività svolta dall’imprenditore, l’azienda è il complesso dei beni organizzati dall’imprenditore per il raggiungimento dello scopo produttivo, l’azienda è l’elemento oggettivo dell’impresa.
I beni che compongono l’azienda possono essere beni materiali o beni immateriali.
Tra i beni materiali troviamo gli immobili, le macchine, le merci, le materie prime, l’energia.
Tra quelli immateriali invece troviamo i segni distintivi dell’impresa, le creazioni dell’ingegno e l’avviamento.
I segni distintivi dell’azienda sono: la ditta,il marchio e l’insegna. Essi hanno delle caratteristiche particolari senza le quali non possono sussistere, queste caratteristiche sono :
• Novità : il segno distintivo essere diverso da quello degli altri, altrimenti non può esercitare nessuna funzione identificatrice e differenziatrice.
• Verità : nondeve contenere elementi di informazione fuorvianti per il pubblico.
• Riferibilità all’azienda : il segno distintivo è legato all’azienda e non è a se stante. Non può esistere in mancanza dell’azienda di riferimento.
La ditta
La ditta è il nome sotto il quale l’imprenditore esercita la propria impresa.
In genere corrisponde con il nome dell’imprenditore ma può anche essere composta da parole di fantasia, in questo caso però la ditta deve riportare almeno il cognome o la sigla dell’imprenditore.
La ditta viene detta originaria quando viene utilizzata per la prima volta, al contrario è detta derivativa quando perviene all’imprenditore insieme all’azienda.
L’imprenditore ha diritto all’uso esclusivo della ditta, chi viola tale diritto, usurpandola o imitandola, commette un fatto illecito ed è tenuto al risarcimento di danni.
L’insegna
L’insegna è un segno distintivo dell’azienda che contraddistingue i locali in cui viene esercitata l’impresa.
Essa assume una notevole importanza nel caso in cui il punto di incontro tra imprenditore e clienti sono i locali dell’impresa. Si pensi in tal proposito ai negozi, ai bar e ai ristoranti.
L’impresa è detta denominativa se presenta solo parole (vere o di fantasia), figurativa se contiene immagini e mista se contiene sia immagini e sia parole.
Il marchio
Il marchio è il segno distintivo dei prodotti di un’impresa.
Anche nel caso del marchio, come quello dell’insegna, esso viene detto nominativo se contiene solo parole (in questo caso le parole non devono essere generiche), viene detto emblematico o figurativo se è formato da disegni o simboli, misto se formato sia da simboli che parole, ma può essere anche detto marchio di forma se ricorda nella sua forma l’involucro del prodotto.
Per avere la massima tutela sul marchio l’imprenditore deve registrarlo presso l’ufficio centrale dei brevetti. Tale brevetto assicura all’imprenditore l’uso esclusivo e incondizionato del marchio in tutto il territorio nazionale, se invece lo si vuole far valere anche nell’ambito internazionale esso va registrato presso l’ufficio brevetti di Berna.
Esso ha una durata di venti anni e può essere tuttavia rinnovato ogni ventennio per altri venti anni.
L’ avviamento è invece un altro bene immateriale ed è definito come la capacità dell’azienda di realizzare profitti. Di fatto, se un’azienda è bene organizzata, ha molti clienti e conclude buoni affari è avviata.
Tra le creazioni dell’ingegno troviamo poi oltre al diritto d’autore anche l’invenzione
L’invenzione è la nuova soluzione ad un problema tecnico atta a concrete realizzazioni nel campo industriale.
Per sussistere tale invenzione deve avere tre requisiti :
• novità : essa deve avere un carattere di originalità rispetto a ciò che è stato pensato in precedenza.
• Industrialità essa deve avere delle concrete applicazioni in campo industriale, deve essere effettivamente utilizzata nel settore produttivo.
• Liceità l’invenzione non deve essere contraria all’ordine pubblico, al buon costume o alla legge.
TRANSISTOR
tdp
Il componente principale dell’elettronica in generale, ma soprattutto nel campo sei segnali e dei sistemi di comunicazione è senza dubbio il transistor.
Il transistor è un componente elettrico che può eseguire due funzioni principali, la funzione di interruttore e la funzione di amplificatore. Per la trasmissione dei segnali è usato come amplificatore.
Il transistor per funzionare quando lavora come amplificatore si trova nella zona di lavoro lineare.
Le sue curve caratteristiche sono le seguenti :
Esistono due tipi di transistor : transistor bipolari (BJT) e transistor unipolari (FET).
In particolare studiamo il BC107 che è un transistor bipolare. La sigla B sta per silicio mentre la lettere C sta per transistor.
La tecnica di costruzione di un BC107 è la seguente :
Tra i transistor unipolari, chiamati così perché conducono corrente attraverso solo i portatori di carica maggioritari, esistono due tipi : i J-Fet e i Mos-Fet.
Ancora più in particolare, tra i mos-fet è opportuno fare un’altra suddivisione
Mosfet ad arricchimento a canale N :
Se applichiamo una differenza di potenziale ai capi del Drain e del Source (Vds) non succederà nulla in quanto le due giunzioni che collegano il Source e il Drain sono inverse, e quindi quando una sarà polarizzata direttamente l’altra sarà polarizzata inversamente, e viceversa.
Se invece applichiamo un potenziale ai capi del gate, in questo caso un potenziale positivo, le cariche positive che si accumulano sul Gate attireranno verso di sé le cariche negative, e come sappiamo in presenza di un accumulo di cariche negative crea una zona drogata N, si viene quindi a formare un canaletto drogato N che permetterà il passaggio di corrente tra Source e il Drain, modalità interruttore chiuso. __----___
Tra il Gate e il Source non c’è passaggio di corrente, ed è per questo che i mos-fet si dicono che sono comandati in tensione.
Il canale N verrà a mancare non appena viene tolto il potenziale sul Gate, modalità interruttore aperto, non avviene passaggio di corrente. ___/ ___
Mosfet a svuotamento a canale N
In questo caso il canale N è già presente, siamo quindi nella condizione di interruttore normalmente chiuso.
Quando noi applichiamo un potenziale, in questo caso negativo, al Gate, su di esso si accumulano cariche negative che attirano quelle positive fino a formare una zona P che “strozza” il canale N impedendo così il passaggio di corrente tra il Drain e il Source. L’interruttore quindi si apre.
I mos ad arricchimento e svuotamento a canale P saranno i complementari a quelli con il canale N.
AMPLIFICATORI DI POTENZA
Elettronica
Un sistema amplificatore ha in generale la funzione di amplificare i segnali di modesta ampiezza provenienti, ad esempio, da un microfono oppure da un’antenna ricevente oppure da un trasduttore, e renderli adatti a pilotare dispositivi che richiedono per il loro funzionamento una certa potenza, quali altoparlanti, antenne trasmittenti, motori, ecc….
Generalmente il sistema amplificatore è composto da due stadi differenti: il preamplificatore e il finale.
Il preamplificatore ha lo scopo di amplificare in tensione e filtrare il segnale di ingresso.
Lo stadio finale, o stadio da amplificatore di potenza, ha il compito di fornire al carico la potenza necessaria per il suo funzionamento.
Esistono diverse classi di amplificatori di potenza.
Amplificatori di potenza in classe A
Amplificatori di potenza in classe B
Amplificatori di potenza in classe C
Amplificatori di potenza in classe A\B.
Un esempio di classe A è quello rappresentato nella figura sottostante
Questa configurazione occupa una funzione di prestigio nel campo dell’alta fedeltà, grazie alla sua migliore linearità.
Il rendimento con questa configurazione tenendo conto del transistor ideale, ha un valore basso, di 0,25.
d (max) = Pl (max) / Pcc = 0,25 = 25%
Mentre la figura di merito vale 2
F = Pd (max) / Pl (max) = 2
Ciò vuol dire che, dovendo ad esempio fornire ad un altoparlante la potenza massima di 1 W, occorre scegliere un BJT in grado di dissipare almeno una potenza di 2 W.
Mentre un esempio di amplificatore in classe B è rappresentato dalla figura sottostante
Questa configurazione viene preferibilmente usata nel campo degli amplificatori audio di potenza, in quanto presenta rispetto alla classe A un più alto rendimento di conversione, e un più basso valore della figura di merito.
Considerando ancora il BJT ideale abbiamo che :
C (max) = Pl (max) / Pcc = 0,785 = 78 %
Nei casi reali tale valore scende fino ad un valore del 60 %, ma comunque rispetto alla classe A il risultato è notevole.
Inoltre la figura di merito risulta :
F = Pd (max) / Pl (max) = 0,2
Ciò significa che per fornire ad un altoparlante la potenza di 1 W, occorre scegliere transistor in grado di dissipare almeno 0,2 W. Anche questa condizione è molto vantaggiosa rispetto alla classe A.
Fine
Pagina - 1

Esempio