Dalla guerra delle due rose alla morte di elisabetta I

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Testo

History - The English renaissance
(War of the Roses 1455-85 / Mary Stuart’s death 1603)

Guerra delle due Rose 1455 – 1485

White Rose of York
VS
Red Rose of Làncaster
Motivo: Ciascuna delle due famiglie voleva che un suo membro rappresentativo diventasse re
MA
La famiglia dei Tudor, esterna alla lotta delle famiglie delle Due Rose, ottiene la corona con Enrico VII (1485 – 1509)
Con EnricoVII il regno divenne più forte perchè tassò i nobili, supportò la classe mercantile e protesse le coste con la Marina Reale. Alla sua morte (1509) gli successe il primogenito Enrico VIII, ricordato per la rottura (non teologica) con la chiesa Romana, per differenti ragioni: perchè le corti ecclesiastiche negavano alle persone accusate di eresia il diritto di ricorrere al processo della giuria, perchè la chiesa pretendeva di essere l’unica intrerpretatrice della Bibbia e perchè il re aveva bisogno di denaro, e voleva prenderlo dai monasteri ecclesiastici ricchi di tesori d’oro, argento lavorato, gioielli, libri e dalla Chiesa stessa, proprietaria di estesi territori. Enrico VIII ebbe sei mogli:
- Caterina d'Aragona, vedova di suo fratello Arturo, figlia di Isabella di Castiglia e Ferdinando d'Aragona e poi zia dell'imperatore Carlo V con la quale si sposò per il solo volere del padre, che non era riuscita a dare un erede maschio al re: l'unica superstite delle sue varie gravidanze era la figlia Maria;
- Anna Bolena (madre della futura Elisabetta I), fatta decapitare dal re per "cattiva condotta";
- Jane Seymour, morì dopo aver dopo alla luce il tanto sospirato erede maschio (il futuro Edoardo VI);
- Anna di Cleves, ripudiata dal re solo dopo pochi mesi di matrimonio perché egli non riusciva a vincere il suo disgusto fisico verso di lei. E fu la moglie a cui toccò la miglior sorte: avendo accettato il divorzio di buon grado, le fu concesso un sostanzioso appannaggio e di vivere a corte, amata e rispettata come "buona sorella" del re.
- Caterina Howard, fatta decapitare dal re per "cattiva condotta".
- Caterina Parr, sesta moglie di Enrico, gli sopravvisse e fu per lui, ormai obeso e malato, più infermiera che amante. Dopo la morte di Enrico, la Parr (che prima del re era già stata sposata con due uomini vecchi o malaticci) poté finalmente convolare a nozze con un uomo che amava veramente, ma morì subito dopo il suo primo parto.

Il papa Clemente VII reagì con la scomunica del re, di Anna Bolena e di Thomas Cranmer nel luglio 1534 e con l'interdizione dell'Inghilterra. Clemente morì nel settembre 1534.
Enrico VIII rispose alla scomunica nel novembre 1534 con tre atti:
- Un ulteriore “atto di supremazia” (il re era il Capo Supremo sulla Terra della Chiesa di Inghilterra) con il diritto di reprimere le eresie e di scomunicare;
- L'obbligo per tutti gli inglesi di giurare solamente davanti al re, e non davanti a qualche autorità straniera;
- La condanna per tradimento per chi osasse dire che il re fosse eretico, tiranno o scismatico.
Ma la cosa più curiosa fu che, dal punto di vista dottrinale, almeno in questa prima fase, Enrico VIII non aveva affatto rotto con il cattolicesimo: in linea di massima, egli si mostrò un buon cattolico e solo dopo, durante il breve regno del figlio Edoardo VI (1547-1553), si fecero largo con più decisione elementi cari alla Riforma.

Riprese con vigore la persecuzione contro i protestanti: fu bruciato sul rogo nel 1540 il luterano Robert Barnes; il traduttore William Tyndale, il quale aveva pubblicato la prima Bibbia (Nuovo Testamento) in inglese nel 1535, fu denunciato all'inquisizione spagnola, che lo bruciò a Bruxelles nel 1536; la protestante Anne Askew fu processata e bruciata sul rogo nel 1546; alti prelati di chiare simpatie riformiste, come i vescovi Hugh Latimer e John Hooper, l'ex frate agostiniano Miles Coverdale, traduttore del primo Antico Testamento in inglese, e lo stesso Thomas Cranmer, dovettero o rifugiare all'estero o rivedere drasticamente le proprie idee o perlomeno adottare un atteggiamento nicodemitico.
Insomma alla sua morte nel 1547, Enrico VIII lasciò sia i cattolici che i protestanti inglesi del tutto insoddisfatti.
Il nuovo re Edoardo VI, figlio di Jane Seymour (terza delle sei mogli di Enrico), aveva solo nove anni, quando salì al trono d'Inghilterra e quindi il potere effettivo era concentrato nelle mani del reggente e Lord Protettore, suo zio Edward Seymour, duca di Somerset (1506-1552).
Nel 1549 venne pubblicato il Book of Common Prayer (il libro delle preghiere), compilato su richiesta di Cranmer per semplificare i libri di preghiere e di funzioni religiose in latino e risalenti al periodo medioevale. Il suo utilizzo obbligatorio venne prescritto dall'Atto di Uniformità del 1549 stesso.
Il 6 luglio 1553 Edoardo VI, a soli 15 anni, morì di tubercolosi, e dopo l'infelice avventura di Lady Jane Grey (1537-1554), cugina di Edoardo e regina per soli 9 giorni (poi decapitata nel 1554), salì al trono la cattolica Maria Tudor, figlia di quella Caterina d'Aragona (I moglie di Enrico VIII), il cui ripudio aveva innestato lo scisma della Chiesa d'Inghilterra.
Forse per l'influenza dei consiglieri cattolici spagnoli o a causa di manifestazioni protestanti anti-monarchiche, Maria si trasformò ben presto in una delle più feroci persecutrici della Riforma in Inghilterra, tale da meritarsi il soprannome di Maria la Sanguinaria (Bloody Mary). Maria morì il 17 novembre 1558.
Nel 1558 salì sul trono d'Inghilterra Elisabetta,figlia di Anna Bolena: essa fu la vera fondatrice della Chiesa Anglicana, una sintesi dottrinale tra liturgia cattolica e dogmatismo calvinista. Il suo regno non incominciò certo nella migliore maniera: i cattolici la consideravano un'usurpatrice e l'arcivescovo di Canterbury, Nicholas Heath (m. 1578), si rifiutò perfino di incoronarla.
Tuttavia Elisabetta fu soprattutto una abile donna politica e dissimulò con cura il suo credo religioso: non si dichiarò ufficialmente protestante per non dare lo spunto ad una possibile grande alleanza tra Spagna, Francia e Scozia, ma d'altronde adottò il protestantesimo, senza usare i toni accesi dei predecessori. I suoi primi passi furono improntati sulla diplomazia e compromesso: non si fece più chiamare, come il padre Enrico VIII, capo supremo della Chiesa d'Inghilterra, bensì più modestamente Governatore Supremo, pur negando l'autorità giuridica del papa. Nel frattempo rese obbligatorio nel 1559, con un ennesimo Atto di Uniformità, il Prayer Book, nella seconda versione di Edoardo VI, tuttavia rivisto in senso cattolico.
La reazione di Roma fu lenta: solo nel 1570 il Papa Pio V (1566-1572) si decise a scomunicare Elisabetta e a sciogliere gli inglesi dal dovere di obbedienza.
Nel 1587, sotto la minaccia dell'invasione spagnola e in seguito all'ennesima congiura per far cadere la regina e sostituirla con Maria Stuart (1542-1587), Elisabetta fece decapitare l'ex regina di Scozia, fuggita in Inghilterra nel 1568, dove venne detenuta in cattività fino alla sua esecuzione. La reazione dei spagnoli avvenne l'anno dopo, 1588, ma la disfatta della loro flotta di invasione, la famosa Invincible Armada (Invincibile Armata), mise l'Inghilterra al sicuro da ingerenze esterne. Elisabetta I si spense nel 1603.

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