L'Acropoli di Atene

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Categoria:Greco

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Testo

Il termine acropoli indica la parte alta di una città greca antica, fortificata per la difesa e che in genere sorgeva su un’altura. In generale ospitava importanti centri di culto.
L’Acropoli più famosa dell’antichità, capolavoro dell’arte greca, è quella di Atene; formazione rocciosa naturale alta circa 150 metri, fu come tutte le altre città della civiltà micenea coronata da imponenti edifici fortificati. Agli inizi del VI secolo a.C. fu posta la prima pietra del tempio di Atena, la dea protettrice della città, meglio noto come Hecatòmpedos.
La vittoria dei greci sui persiani nella battaglia di Maratona (490 a.C.) spinse gli ateniesi a intraprendere una ambizioso programma di costruzioni, nel quale l’erezione di templi dedicati agli dei rappresentava la celebrazione della vittoria. Il progetto più imponente fu l’edificazione del primo tempio marmoreo dell’Acropoli: erano già state gettate le fondamenta e i lavori del colonnato marmoreo erano ormai in fase avanzata, quando i persiani sconfissero i greci alle Termopili e saccheggiarono Atene, distruggendo l’Acropoli. Dopo la vittoria decisiva sui persiani, nella battaglia di Platea, gli ateniesi giurarono di non costruire i templi sull’Acropoli per i successivi 30 anni, come monito dell’empietà commessa dai persiani contro gli dei.
Fu Pericle, figura di spicco della vita politica ateniese del V secolo a.C., che decise di riprendere i lavori di costruzione su scala monumentale, per rilanciare Atene come capitale culturale della Grecia. Il suo ambizioso progetto si concluse con la costruzione del Partenone e dei Propilei e, dopo la sua morte, del tempio di Atena Nike e dell’Eretteo. Il progetto fu finanziato dalle tesorerie dei templi e da altre pubbliche istituzioni, con il bottino ricavato dalle guerre persiane e con i tributi annuali che altre città della Grecia versavano ad Atene.

Il Partenone

Il Partenone è l’edificio principale dell’Acropoli e maggior tempio dedicato ad Atena del mondo greco. Occupa il posto di due templi più antichi: l’Hecatòmpedos.
Fu interamente costruito con il marmo delle celebri cave del monte Pentelico dagli architetti Callicrate e Ictino. Lungo circa 70 m e largo circa 31 è uno dei più ampli, nonché splendidi esempi di tempio dorico. Il colonnato si distingue in una sezione frontale, composta da otto colonne, e una laterale, composta da diciassette.
Il santuario interno era suddiviso in due settori ognuno proceduto da un portico poco profondo. Il soffitto della sala più ampia, a est, che conteneva la grande statua Crisoelefantina (cioè di legno, con le parti nude d’avorio e i vestiti d’oro) di Atena, protettrice della città, poggiava su un colonnato dorico a due ordini su tre lati. Quello della stanza più piccola, a ovest, era sorretto da quattro alte colonne ioniche.
Le decorazioni scultoree del Partenone furono progettate e disegnate da Fidia, a cui era stata affidata la carica di epìscopos, doveva cioè sovrintendere e coordinare i lavori degli scultori, pittori e architetti che venivano via via coinvolti. Le mètope inserite sul lato orientale raffiguravano la battaglia dei giganti, quelle sul lato occidentale la battaglia con le Amazzoni, quelle sul lato settentrionale la caduta di Troia e quelle sul lato meridionale la battaglia dei lapiti e dei centauri. Sul fronte orientale era rappresentato il momento della nascita di Atena, circondata dagli Dei dell’Olimpo, su quello occidentale la sua contesa con Poseidone per il possesso dell’Attica. Il fregio, lungo 160 m, conteneva la raffigurazione di una processione che iniziava all’estremità occidentale del tempio e continuava, su entrambi i lati, verso est. Il soggetto della processione, era probabilmente uno degli eventi religiosi più importanti di Atene.

I Propilei

I Propilei erano un’entrata monumentale formata da un portico a colonne posto prima di una porta. Il più importante fu quello costruito sull’Acropoli da Mnesicle, interamente in marmo bianco. L’opera rimase incompiuta, probabilmente a causa dell’inizio della guerra peloponnesiaca. Questo costituisce l’unica via di accesso alla rocca sacra. Nei Propilei di Atene si realizza per la prima volta la più elegante combinazione tra ordine dorico e ionico: all’esterno il portico presenta infatti sei colonne doriche coronate da un frontone triangolare, mentre la parte interna è divisa in tre parti da due file di tre colonne ioniche, che sorreggevano un soffitto a cassettoni. Ai lati dei Propilei furono realizzate due sale, una delle quali (quella settentrionale), adibita a Pinacoteca.

Il Tempio di Atena Nike

Dopo l’accordo stipulato tra Atene e Sparta nel 421 a.C. durante la guerra del Peloponneso (Pace di Nicia), accordo che riconosceva lo statu quo in Grecia, allora favorevolissimo ad Atene, fu costruito a lato dei Propilei, su un bastione che sporge in avanti dall’Acropoli, un tempio in onore di Atena (protettrice della città) vittoriosa (nike, in greco, significa vittoria). Il tempio, vero capolavoro in miniatura dell’arte ionico-attica, dominava dalla sua posizione l’intero paesaggio ateniese come simbolo della città vittoriosa. Di struttura quadrangolare, il tempio presenta un portico a quattro colonne su ognuna della facciate, valorizzato, per contrasto, dai muri pieni laterali; il fregio rappresentava sulla facciata un’assemblea divina, sugli altri lati episodi delle guerre persiane (es. la battaglia di Platea), in cui era stato determinante il ruolo di Atene. Tra il 411 e il 407 a.C., nonostante la tremenda sconfitta di Atene in Sicilia e l’accentuarsi delle difficoltà (economiche, politiche e militari) della guerra contro Sparta e i suoi alleati, furono poste sul parapetto del tempio alcune Vittorie. Si tratta di una delle ultime manifestazioni dell’ottimismo ufficiale. Di lì a breve (404 a.C.) Atene avrebbe dovuto arrendersi definitivamente a Sparta.

L’Eretteo

Questo tempio, che ha preso il nome da uno dei mitici re di Atene (costruito da Filocle dal 421 al 406 a.C.), sorgeva sul luogo sacro dove rimanevano i segni della contesa tra Poseidone e Atena per il possesso dell’Acropoli, cioè la thalassa, o polla d’acqua sacra, scaturita sotto il tridente di Poseidone, e l’ulivo, nato dalla lancia di Atena. Vi si conserva inoltre la tomba di Cecrope, mitico re attico. La varietà dei culti associati all’Eretteo spiega la singolarità della pianta: il corpo principale è un tempio ionico, ad est, con pronao esastilo, di fronte alla cella di Atena; a nord si trova un vestibolo ionico tetrastilo, conducente alla cella di Poseidone, e a sud un’elegante loggetta con sei cariatidi che portava alla tomba di Cecrope. Adiacente ad ovest era il Pandroseion, recinto sacro caro a Pandroso, con l’ulivo sacro ad Atene. Le cariatidi si possono attribuire al laboratorio di Alcamene. All’interno dell’edificio è conservata la più sacra immagine della dea Atena, una statua lignea. L’edificio è senz’altro privo di quel senso di unità e di armonia che domina l’arte classica, l’insieme rimane privo di coerenza. Tuttavia una nota costante nelle diverse parti dell’edificio può essere individuata nella ricerca di raffinati valori decorativi (il portico dedicato a Poseidone è uno dei capolavori dello stile ionico-decorativo, mentre il baldacchino delle cariatidi, pur eseguito come eco lontana dei tesori ionici di Delfi, rivela una tendenza alla ricchezza ornamentale).

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