Euripide - Elettra (seconda parte)

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Categoria:Greco
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Testo

Elettra 2a parte
AIO Dirт che hai partorito da molto o da poco?
ELETTRA Da dieci giorni, e perciт la puerpera и ormai pura.
AIO Ma questo cosa c'entra colla fine di tua madre?
ELETTRA Oh, verrа, quando saprа dei dolori del mio parto.
AIO E perchй? Credi che le importi qualcosa di te, figlia?
ELETTRA Certo, e piangerа sulla bassa condizione dei miei figli.
AIO Forse, ma veniamo al dunque.
ELETTRA Una volta arrivata, la sua rovina и certa.
AIO Ebbene, io la porto sulla soglia di casa tua...
ELETTRA E questo non и giа scendere verso l'Ade?
AIO Ch'io muoia, ma la veda uccisa.
ELETTRA Intanto, vecchio, tu ora guida Oreste...
AIO dove Egisto sta sacrificando agli dei?
ELETTRA Poi va' da mia madre, a dirle il mio messaggio.
AIO Sembreranno uscite dalla tua bocca, le parole.
ELETTRA И il momento di agire, per te: ti и toccato il primo sangue.
ORESTE Vado, se qualcuno mi mostra la strada.
AIO Ti farт io da guida, e non a malincuore.
ORESTE O Zeus paterno, terrore dei miei nemici...
ELETTRA pietа di noi: noi abbiamo sofferto cose indegne...
AIO pietа dei figli nati dalla tua stirpe.
ELETTRA O Era, che regni sugli altari di Micene...
ORESTE dacci la vittoria, se chiediamo giustizia...
AIO concedi loro giustizia che vendichi il padre.
ORESTE O padre, che giaci sotterra per un infame crimine...
ELETTRA o madre terra, che percuoto con le mie mani...
AIO soccorri, soccorri questi dilettissimi figli.
ORESTE Sorgi e porta con te tutta la schiera dei morti...
ELETTRA che insieme a te, con la spada, annientarono i Frigi...
AIO e quanti odiano gli spiriti empi.
ELETTRA Hai udito, tu che hai patito da mia madre orribile scempio?
AIO Il padre ode tutto, io lo so: ma и tempo di andare.
ELETTRA E a te grido ancora: Egisto deve morire. Se tu cadrai ferito, raggiunto da un colpo mortale, anch'io sono morta. Non chiamarmi piщ viva: con la spada a due tagli mi passerт il petto. Entro in casa, terrт pronta l'arma. Se verrа di te lieta notizia, queste mura risuoneranno gioia: se cadrai, sarа l'opposto: ecco quanto ti dico.
ORESTE E io l'ho inteso.
ELETTRA Per questa impresa, devi essere un uomo. Voi donne, lanciatemi un segnale, il grido che proclama l'esito della lotta: io sarт vigile, la spada stretta nel pugno. Vinta, non renderт conto ai nemici, non esporrт il mio corpo ai loro oltraggi.
CORO
str. 1
Portava, sottratto alla madre
sui monti d'Argo,
un agnello
- ne resta fama in antiche leggende -,
soffiando nelle canne ben congiunte
musiche carezzevoli, Pan protettore dei campi,
un agnello dai bioccoli d'oro.
A gran voce un araldo proclama
in piedi su un basamento di pietra:
A palazzo, correte a palazzo,
Micenei, a vedere dei nobili sovrani
strani portenti...
folle onoravano la reggia degli Atridi.
ant. 1
Bracieri sbalzati in oro
bruciavano incenso,
per la cittа degli Argivi brillava il fuoco,
il flauto, ministro delle muse,
modulava meravigliose armonie,
musiche e danze si moltiplicavano per l'agnello d'oro:
e d'un tratto,
gli inganni di Tieste.
Con arte furtiva seduce
la cara sposa di Atreo,
porta il prodigio alle sue case,
ritorna all'assemblea,
annunzia
"l'agnello, l'ariete dai bioccoli d'oro
si trova nei miei palazzi".
str. 2
Allora, Zeus allora deviт
il fulgente corso degli astri
e la luce del sole
e il pallido volto dell'aurora;
verso le plaghe esperie
l'incandescente fiamma degli dei
dirige,
umide nubi vanno verso il Nord,
inaridite, le sedi di Ammone
languiscono, hanno sete
delle bellissime piogge di Zeus.
ant. 2
Si dice, ma trova in me
scarso credito,
che il sole dal volto d'oro
abbia invertito il suo corso torrido
a danno dei mortali,
per la colpa di un uomo.
I miti che terrorizzano gli uomini
favoriscono il culto degli dei.
Tu l'hai dimenticato, Clitemestra,
sorella dei Dioscuri gloriosi,
e hai ucciso il tuo sposo.
Amiche, l'avete udito - o si insinua in me una vana illusione - un grido che и come il rombo di Zeus, sottoterra? Ecco, altre grida ci porta il vento, meno confuse. Mia signora, Elettra, esci da casa tua.
ELETTRA Amiche, che accade? A che punto и la lotta per noi?
CORO Non lo so. Odo il lamento di un morente.
ELETTRA Anch'io lo sento: da lontano, ma lo sento.
CORO Arriva molto da lontano la voce, ma chiara.
ELETTRA Chi si lamenta? Loro, o i miei amici?
CORO Non si capisce: и tutto confuso, i suoni delle voci si accavallano.
ELETTRA Tu mi dai il segnale di morte: perchй indugio?
CORO Fermati, aspetta di conoscere meglio il tuo destino.
ELETTRA No, siamo vinti. Dove li vedi i messaggeri?
CORO Verranno. Non и cosa da nulla uccidere un re.
MESSO O vergini di Micene, coronate di vittoria, io annunzio a tutti gli amici che Oreste ha vinto, che l'assassino di Agamennone, Egisto, giace nella polvere. Ma rendiamo grazie agli dei, come и dovuto.
ELETTRA Chi sei tu? Come posso prestare fede a ciт che dici?
MESSO Non ti accorgi, guardandomi, che sono un servo di tuo fratello?
ELETTRA O carissimo, ero in preda alla paura e non mi ricordavo del tuo volto. Ma ora, sм, ti riconosco. Che dici? И morto l'odioso assassino di mio padre?
MESSO И morto: te la ripeto due volte, questa notizia che ti и cara.
ELETTRA O dei! o giustizia che vedi tutto, finalmente sei giunta. Ma come и morto, il figlio di Tieste, in che modo lo ha ucciso? Voglio sapere tutto.
MESSO Una volta partiti di qui, facemmo la doppia carreggiata sin dove si trovava il famoso signore di Micene. Era lа, nei giardini irrigui, a cogliere ghirlande di tenero mirto per il suo capo. Vedendoci, esclama: "Salute, stranieri! Chi siete? Di che terra? Da dove venite?" E Oreste: "Tessali: siamo diretti all'Alfeo, per un sacrificio a Zeus Olimpo." A queste parole replica Egisto: "Ora perт dovete rimanere con noi, per il banchetto. Sto immolando alle Ninfe un bue. Alzandovi all'alba, domani, farete sempre in tempo. Ma venite in casa - e cosм dicendo ci prese per mano, guidandoci dentro - Non ammetto rifiuti." Una volta entrati, disse ancora: "Si preparino subito lavacri per gli stranieri: cosм potranno stare intorno all'ara, vicino all'acqua lustrale." Al che Oreste: "Ci siamo purificati da poco con limpidi lavacri nella corrente del fiume. Se и lecito a stranieri sacrificare con cittadini, Egisto, noi siamo pronti e non ricuseremo, signore." Lasciarono dunque cadere questo discorso. Dopo aver deposto le lance, difesa del loro padrone, tutti i servi si dettero da fare. Chi portava il bacile per il sangue e chi canestri, altri accesero il fuoco e posero catini ai lati dell'altare: tutto il luogo riecheggiava di suoni. Presi i grani d'orzo, il compagno di letto di tua madre ne spargeva gli altari, cosм pregando: "O Ninfe rupestri, vi supplico: che io e la Tindaride, nei miei palazzi mia sposa, possiamo offrire molte volte sacrifici, vivendo come ora, e che la sventura perseguiti i miei nemici" - alludeva a Oreste e a te. Il mio signore, senza profferir parola si augurava il contrario, e cioи di riconquistare la casa di suo padre. Preso dal canestro un coltello a lama diritta, Egisto recide un ciuffo di peli del torello e con la destra li pone sul fuoco purificatore, sgozza la bestia che i servi avevano sollevato a forza di braccia, e cosм si rivolge a tuo fratello: "Fra le doti che si attribuiscono ai Tessali c'и lo squartare i tori a regola d'arte e il domare i cavalli. Eccoti il ferro, straniero, e mostra che la fama dei Tessali и meritata."
Impugnando la ben martellata lama dorica, gettando indietro l'elegante mantello, Oreste chiama in aiuto Pilade, ed allontana i servi: afferrato per un piede il vitello, mette a nudo le bianche carni: muovendo rapido la mano, in meno tempo che un cavaliere percorre due volte il doppio stadio, egli scuoiт la pelle: poi aperse i fianchi. Egisto prese in mano le sacre interiora e le osservava. E mancava al fegato un lobo, e gli orifizi e i condotti della bile annunziavano l'incombere di funesti assalti a chi li esaminava. Egisto si accigliт e il mio padrone gli chiese: "Come mai ti turbi?" "O straniero, temo insidie esterne. И in vita il piщ aborrito degli uomini, il figlio di Agamennone, che и nemico delle mie case." Replicт Oreste: "Come, temi le insidie di un esule, tu, il signore della cittа? Ma via! Per convitare con le carni delle vittima, qualcuno mi porga una lama tessala, in cambio della dorica, e io spezzerт il dorso della bestia." Avuto il coltello, cominciт a tagliare. Egisto, presi i visceri, li scrutava uno per uno. Mentre Egisto si china, tuo fratello, levandosi sulla punta dei piedi, lo colpisce tra le vertebre, spezzandogli il dorso: tutto il corpo sussulta, e lui grida di dolore, nell'agonia, lottando con la morte. A tale vista i servi corsero alle lance, per combattere: erano in molti contro due: ma li attesero a piи fermo, puntandogli contro le armi, Pilade e Oreste. E tuo fratello: "Non sono venuto qui come nemico di questa cittа, dei miei sudditi, ma per vendicarmi dell'assassino di mio padre. Io, lo sventurato Oreste. Non uccidetemi, antichi servi di mio padre." A tali parole abbassarono le lance: un vecchio, antico servo di casa, lo riconobbe. Subito gli cingono il capo di corone, lieti, con grida di giubilo. Ora lui sta arrivando e porta, per mostrartelo, non il capo della Gorgone, ma quell'Egisto che tu odi. Sangue per sangue, amaro tributo, fu pagato alla morte di Agamennone.
CORO
str.
Muovi, o cara, il piede alla danza,
balza come un cerbiatto verso il cielo,
leggera nella bellezza.
Vincitore riporta una corona
piщ nobile di quelle di Olimpia
tuo fratello: e tu, con un canto
esultante, accompagna il mio coro.
ELETTRA O luce, o sole dalla quadriga splendida, o terra, o notte - i miei occhi prima vedevano solo te - ora libero spazia il mio sguardo, perchй Egisto, l'assassino di mio padre, и caduto. Avanti! Quanto posseggo, quanto c'и nella mia casa per ornare la chioma, amiche, lo trarrт fuori, per cingere il capo di mio fratello, il vincitore.
CORO
ant.
Va', prendi ornamenti per lui,
noi danzeremo
la danza che le Muse amano.
Gli antichi signori, a noi cari,
regnano di nuovo qui,
giustamente abbattuti gli ingiusti.
Si levino grida gonfie di gioia.
ELETTRA O glorioso vincitore, figlio di un padre che riportт la vittoria nella guerra di Ilio, Oreste, eccoti questi serti per la tua chioma ricciuta. Tu fai ritorno a casa, non dopo una corsa inutile nello stadio, ma dopo aver abbattuto Egisto, il nemico, l'assassino di tuo, di mio padre.
E tu, compagno d'armi di Oreste, figlio di un uomo piissimo, Pilade, ricevi dalla mia mano la corona, poichй in pari misura hai sostenuto la lotta. Che sempre io possa vedervi felici.
ORESTE Prima gli dei, Elettra. Sono loro gli artefici di tutto, e poi loda anche me, che sono lo strumento degli dei e della sorte. Ritorno avendo ucciso Egisto: non parole, ma fatti. E perchй non restino dubbi, come prova ti porto lui stesso, morto. Abbandonalo, se vuoi, alla rapacitа delle fiere, o in pasto agli uccelli, i figli dell'aria, oppure conficcalo in un palo, e lascialo appeso. И schiavo tuo, adesso, colui che chiamavano padrone.
ELETTRA Provo vergogna, eppure vorrei dire...
ORESTE Che c'и? Parla, ormai sei al di lа della paura.
ELETTRA Insultare i morti, non desterа il risentimento di qualcuno?
ORESTE Nessuno vorrа rimproverartelo.
ELETTRA И severa la nostra cittа, e facile alla critica.
ORESTE Ma di' quello che vuoi, sorella: non conosce pietа, l'odio che ci lega a quest'uomo.
ELETTRA E sia. Quali ingiurie ti serberт all'inizio, quali per ultime? E nel mezzo, quali metterт? Eppure, ogni alba, non cessavo di ripetere tra me ciт che sognavo di gettarti sulla faccia, se mai mi fossi liberata dal terrore. Ora lo sono: ti rendo, da morto, le ingiurie che avrei voluto scagliarti contro da vivo.
Tu mi hai rovinato, ci hai reso orfani del padre, me e lui, che nulla ti avevamo fatto: ti sei congiunto - che vergogna! - a mia madre, hai ucciso il capo degli Elleni, tu, che neanche c'eri andato contro i Frigi. Che abisso di stoltezza! Tu speravi che dopo le nozze mia madre ti sarebbe stata fedele, mentre tu avevi infangato il talamo di mio padre! Ricorda: chi ha corrotto in tresche segrete la moglie di un altro, e poi si induce a sposarla, и pazzo se crede che gli sarа fedele colei che fedele non и stata. Vivevi una vita miserabile, e non lo credevi. Perт lo sapevi, tu, che il tuo matrimonio era empio, e cosм lo sapeva mia madre di avere sposato un empio. Perversi tutti e due, ciascuno di voi si и preso la mala sorte dell'altro, tu la sua, lei la tua. E fra tutti gli Argivi si diceva: "lui и di lei" e non "lei и di lui". Eppure и vergogna che in casa comandi la donna e non l'uomo: io li detesto quei figli che in cittа vengono chiamati non col nome del padre, ma della madre. Se fa un matrimonio altolocato, troppo grande per lui, l'uomo non conta nulla, il prestigio и tutto della femmina.
Sai cosa ti ha ingannato piщ di tutto e tu non lo capivi? Ti vantavi di essere qualcuno facendoti forte della ricchezza: ma questa vale solo per goderne, e per poco. И il carattere che dura, non la ricchezza. И il carattere che ci resta fedele, e ci aiuta a sopportare i mali: l'ingiusta ricchezza, in mano a gente da poco, s'invola dalla casa, dopo breve splendore. Non dico nulla, perchй a una vergine non si addice, della tua condotta con le donne, soltanto un accenno velato. Poichй tuoi erano i palazzi regali e eri assistito dalla bellezza, tu ne abusavi. Io, per me, mi auguro un marito non di volto femmineo, ma di tempra virile: da questi nascono figli che si consacrano ad Ares, mentre i belli sono soltanto un ornamento per le danze. Maledetto! Col tempo, ti и caduta la maschera, e ora hai pagato. Se и riuscito a correre bene il primo tratto di corsa, il malvagio non si illuda di vincere la giustizia, prima di essere giunto alla meta, doppiato il traguardo della vita.
CORO Ha commesso delitti tremendi, ma ha pagato pene tremende a te e a Oreste: grande и la forza della giustizia.
ELETTRA Sta bene. Servi, ora bisogna portarlo dentro questo corpo e gettarlo in un angolo buio: che non lo veda mia madre, quando arriva, prima di essere colpita a morte.
ORESTE Taci. И tempo di aprire un altro discorso.
ELETTRA Che succede? Corre gente in aiuto da Micene?
ORESTE No, vedo la donna che mi ha concepito e partorito.
ELETTRA Si gloria del suo cocchio e delle vesti. Splendidamente avanza verso la rete.
ORESTE Cosa dobbiamo fare? Uccidere nostra madre?
ELETTRA La pietа ti ha vinto, ora che la vedi di persona?
ORESTE Ma come farт a uccidere la donna che mi ha allevato, che mi ha partorito?
ELETTRA Come lei uccise il padre tuo e mio.
ORESTE O Febo, quanta stoltezza nel tuo oracolo...
ELETTRA Se Apollo и stolto, i saggi chi saranno?
ORESTE Mi hai ingiunto di dar la morte a mia madre, e non bisognava.
ELETTRA Che pericolo corri, se vendichi tuo padre?
ORESTE Sarт accusato come matricida, ora, mentre prima ero puro.
ELETTRA Ma se negherai la vendetta al padre, sarai un empio.
ORESTE E mia madre? A chi pagherт la pena per il suo assassinio?
ELETTRA A chi la pagherai, se rinunzi alla vendetta che и dovuta al padre?
ORESTE E se fosse stato un demone a parlare, sotto le sembianze del dio?
ELETTRA Dal tripode sacro? Per me, non lo credo.
ORESTE Non riesco a persuadermi che il vaticinio sia giusto.
ELETTRA Bada di non cadere, per debolezza, nella viltа.
ORESTE Devo tendere a lei lo stesso inganno...
ELETTRA con cui uccise, per mano di Egisto, il suo sposo.
ORESTE Entro, mi accingo a una terribile impresa, e cose tremende compirт; se questo vogliono gli dei, cosм sia: и amara, non gradita quest'opera per me.
CORO Sovrana d'Argo,
figlia di Tindaro,
sorella dei generosi Dioscuri
che abitano tra gli astri
e scampo offrono agli uomini
tra i marosi, salute a te:
ti venero come le dee beate,
sei ricca, sei felice.
И il momento di rendere onore,
adesso, alla tua sorte, regina.
CLITEMESTRA Scendete dal cocchio, Troiane; prendetemi per mano, perchй possa scendere anch'io. I templi degli dei splendono di prede Frigie, e io posseggo queste donne, che sono il fiore della loro terra: per la figlia che ho perduto, scarso compenso, ma utile alla casa.
ELETTRA Non sarт io, madre, a reggere la tua mano beata? Io, la schiava scacciata dalla reggia, che vive in un tugurio?
CLITEMESTRA Ci sono queste schiave: tu non darti pena per me.
ELETTRA Perchй? Mi hai scacciato, come una schiava di guerra, presi i palazzi, anche noi fummo prese: come loro, io sono rimasta orfana di padre!
CLITEMESTRA Tuo padre le ha volute, queste cose, contro persone care, contro chi meno doveva. Ti spiegherт. И vero che, se una donna gode cattiva fama giudicano con asprezza le sue parole. Ma nel caso mio, и sbagliato. Bisogna conoscerli, i fatti: poi, se c'и motivo di odio, и giusto odiare: se no, perchй odiare?
Tindaro mi diede a tuo padre, ma non perchй morissi io o morissero i figli generati da me. E lui persuase la mia creatura, con la promessa di nozze con Achille, a seguirlo lontano, a Aulide, dove le navi erano costrette a sostare. E in Aulide la gettт su un altare, Ifigenia, e trafisse la sua bianca gola. L'avesse uccisa per salvare molte vite, la cittа dalla distruzione, e la famiglia, e gli altri figli, sarebbe stato perdonabile. No, immolт mia figlia perchй Elena era dissoluta, perchй suo marito era incapace di punirla, una moglie infedele. Tuttavia, nonostante il grave colpo, non sarei montata in furore per questo, non avrei ucciso mio marito. Ma Agamennone ritornт portandosi dietro una Menade folle e invasata, e l'infilт nel suo letto: e cosм vivevamo due mogli nella stessa casa. Si sa, le donne sono deboli, non lo nego: ammesso questo, se lo sposo pecca e disprezza il letto coniugale, la donna vuole imitarlo, e prendersi un altro come amico. E poi il biasimo si gonfia contro di noi, mentre i veri colpevoli, gli uomini, non sono neanche criticati. Se Menelao l'avessero rapito di nascosto, avrei dovuto uccidere Oreste, io, per salvare il marito di mia sorella? E come l'avrebbe tollerata, tuo padre, una simile infamia? E cosм lui aveva il diritto di uccidere le mie creature, lui, senza morire, e io, invece dovrei subire la sua vendetta. Sм, l'ho ucciso, ho perseguito l'unica strada possibile, rivolgendomi ai suoi nemici. Tra gli amici, chi mi avrebbe dato man forte per uccidere tuo padre? Parla, se vuoi, e dimostrami con sinceritа che tuo padre non и morto giustamente.
CORO Hai perorato la tua causa, ma la tua causa и infame. Una donna deve in tutto e per tutto sottomettersi al suo sposo, se ha l'animo saggio. Una che non la pensi cosм, non posso neppure immaginarmela.
ELETTRA Madre, ricordati di quello che hai detto prima, che mi concedevi libertа di parola contro di te.
CLITEMESTRA E chi lo nega, figlia? Te lo confermo anche adesso.
ELETTRA Attenta! Se io parlo, madre, tu vorrai punirmi, dopo.
CLITEMESTRA No davvero, io ti ascolterт con benevolenza.
ELETTRA Parlerт, dunque, e questo sia l'inizio. Magari, madre, tu avessi avuto migliori sentimenti! Certo, и meritata la fama della bellezza tua e di Elena: ma siete ben sorelle, voi due, frivole e indegne di Castore. Quella fu rapita col suo consenso, e si и persa, tu hai assassinato l'eroe piщ nobile dell'Ellade, col pretesto che uccidevi il marito per vendicare la figlia: giа gli altri non ti conoscono bene come ti conosco io! Tu, prima che fosse compiuto il sacrificio di Ifigenia, anzi non appena tuo marito abbandonт il palazzo, tu davanti allo specchio, ti acconciavi i tuoi riccioli biondi. Una donna che, col marito lontano da casa, si cura troppo della sua bellezza, non merita il nome di pudica. Non c'и bisogno che vada in giro a mostrare un bel volto, se non и in cerca di avventure. Io so che tu, unica fra le donne greche, tu gioivi se la guerra andava bene per i Troiani, ti rattristavi, se gli andava male, perchй tu non volevi che Agamennone ritornasse da Troia! Eppure ti era possibile mantenerti casta: come marito avevi un uomo non peggiore di Egisto, l'uomo che l'Ellade si era scelto come condottiero.
Tua sorella, con la sua condotta, ti offriva l'occasione per acquistarti la fama: il confronto col male fa risaltare il bene.
Se poi, come sostieni, mio padre ti ha ucciso la figlia, che male ti abbiamo fatto io e mio fratello? Perchй, dopo aver ucciso tuo marito, non mi hai reso i palazzi paterni? Tu, invece, ti sei presa come dote beni che non ti spettavano, e ti sei comperata un altro sposo. E questo tuo marito non soffre l'esilio in compenso dell'esilio di Oreste, nй ha pagato con la sua morte la mia, lui che mi ha assassinato da viva due volte, mentre Ifigenia и morta una volta per tutte. Se la giustizia vuole che si paghi sangue con sangue, ti uccideremo, io e tuo figlio Oreste, per vendicare nostro padre. Se fu giusta quell'uccisione, anche questa lo и.
Chi sposa una donna disonesta, attratto dalla sua ricchezza e nobiltа, и pazzo: nozze povere, ma caste, per la casa valgono piщ di un matrimonio superbo.
CORO Con le donne, il matrimonio и un azzardo. A qualcuno va bene, fra gli uomini, a qualcuno male.
CLITEMESTRA O figlia, tu sei nata per amare sempre tuo padre. Giа, cosм vanno le cose: tra i figli, certi sono legati al padre, altri prediligono la madre. Ma io ti perdonerт. Non sono troppo felice, figlia mia, per quello che ho commesso. Ma come mai sei cosм trascurata, cosм malvestita, tu che da poco hai partorito? Tu, una puerpera? Che disgrazia per me, le mie decisioni. Nell'ira contro Agamennone mi sono spinta piщ in lа del necessario.
ELETTRA И troppo tardi per piangere, non hai piщ rimedio. Mio padre и morto: ma tuo figlio, che se ne va ramingo, esule dalla sua terra, perchй non lo fai tornare?
CLITEMESTRA Ho paura: penso al mio bene, non al suo. И furente, dicono, per l'uccisione di suo padre.
ELETTRA E perchй ti tieni un marito cosм feroce contro di noi?
CLITEMESTRA И il suo modo: anche tu sei aspra per natura.
ELETTRA Perchй soffro: ma la mia ira avrа fine.
CLITEMESTRA E lui, per parte sua, non ti sarа piщ contro.
ELETTRA Va superbo, lui, perchй si trova in casa mia!
CLITEMESTRA Lo vedi, sei ancora tu a riaccendere le liti!
ELETTRA Sto zitta: io temo Egisto come lo temo.
CLITEMESTRA Basta con questi discorsi: perchй mi hai mandato a chiamare, figlia?
ELETTRA Hai sentito del mio parto, non и vero? Offri tu per me, io ignoro il rito, il sacrificio del decimo giorno dalla nascita. Io non me ne intendo, non avevo avuto figli, prima.
CLITEMESTRA Ma questo и compito della donna che ti ha assistito nel parto.
ELETTRA Mi sono sgravata da sola, da sola ho dato alla luce il bambino.
CLITEMESTRA И una casa cosм priva di amici la tua? Di vicini?
ELETTRA I poveri, nessuno li vuole per amici.
CLITEMESTRA Allora entro, offrirт agli dei il sacrificio richiesto dal decimo giorno. E dopo questo favore che ti faccio, me ne vado ai campi dove il mio sposo sacrifica alle Ninfe. Servi, portate via i cavalli, sistemateli nelle stalle: quando giudicate che io abbia terminato col sacrificio, tornate a prendermi: devo far cose gradite anche a mio marito.
ELETTRA Entra nelle povere case: ma attenta, perт, che il fumo delle stanze non ti annerisca le vesti. Tu sacrificherai agli dei ciт che devi sacrificare. Il canestro и pronto, affilato il coltello che ha ucciso il toro, accanto al quale verrai abbattuta: anche nell'Ade sarai la sposa dell'uomo a cui eri congiunta in vita. Io ti farт questa grazia, tu mi pagherai la pena per il padre.
CORO
str.
Mali si danno il cambio, vortica sulla reggia altro vento.
Nel bagno, il mio signore, venne colpito a morte, allora.
Il tetto, i fregi di pietra fecero eco alle sue grida.
Infamia!
Rivedo, dieci sementi son passate, rivedo
la patria, e tu mi uccidi, donna, perchй?
ant.
Il tempo rifluisce, esige il conto
di un'adultera unione, lo sposo
tornato finalmente alle case, alle mura altissime
dei Ciclopi, lo uccise con arma affilata, di sua mano
stringendo in pugno la scure.
Che pazzia, infelice Agamennone, si impadronм di lei?
Come leonessa feroce, che si pasce di preda
nei boschi sacri, questo ha fatto.
CLITEMESTRA O figli, per gli dei, non uccidete la madre!
CORO Odi una voce dall'interno?
CLITEMESTRA Ahimи, ahimи.

CORO Piango anch'io per la donna che и vittima dei figli.
Dio distribuisce, nell'ora del destino, la giustizia. Hai sofferto una morte orribile, ma tu, sciagurata, avevi inferto un'empia morte al tuo sposo.
Eccoli lа, macchiati del sangue della madre appena versato, eccoli sulla soglia, и la prova, hanno vinto contro le sue grida di pietа. No, non c'и casa, non c'и stata mai casa piщ infelice di quella dei Tantalidi.
ORESTE
str. 1
Terra e Zeus che vedi ogni cosa
dei mortali, guardate queste immonde
opere di sangue, due corpi
giacciono al suolo:
io li ho abbattuti, compenso
per le mie sofferenze.
ELETTRA Lacrime, troppe lacrime, fratello. Io sono la colpevole. Io, nel mio furore, mi sono gettata contro la madre che aveva generato me, sua figlia.
CORO Destino, che destino, il tuo,
madre, hai partorito l'orrore,
e hai sofferto un orrore senza limiti,
che non sarа dimenticato.
Ma paghi, и giusto, l'assassinio del padre.
ORESTE
ant. 1
Febo, giusto fu il tuo oracolo
e buio, ma chiaro dolore hai riscosso,
di sangue и il lotto che mi hai dato
in terra greca. C'и
una cittа che mi accolga?
Chi, chi se и pio, poserа
gli occhi su di me, il matricida?
ELETTRA E io? Svaniscono
le danze, le feste: chi mi vorrа
come sposa, per il suo letto?
CORO Di nuovo il tuo cuore
di nuovo muta ai soffi del vento.
И puro, adesso, il tuo pensiero,
ma prima contaminava. Amica,
tuo fratello ha lottato, non voleva,
lo hai spinto a un crimine terribile.
ORESTE
str. 2
Hai visto? Stavo per colpirla, e
si и strappata le vesti, l'infelice, si scoperse il seno,
trascinava per terra il corpo che mi dette vita.
Ma io, per i capelli...
CORO Lo so, lo so, per che strazio sei passato,
sentendo il lamento di tua madre,
di chi ti mise al mondo.
ORESTE
ant. 2
Oh, il suo grido! Tendeva la mano
verso il mio mento. Figlio mio, ti imploro,
e mi toccava le guance. L'arma
mi и caduta dal pugno.
CORO Infelice Clitemestra. Ma come hai potuto
tu, guardarlo con i tuoi occhi il sangue,
e tua madre che agonizzava?
ORESTE
str. 3
Gli occhi me li sono coperti col mantello,
e ho consumato il sacrificio,
ho affondato la lama nel collo di mia madre.
ELETTRA Ma sono stata io a spingerti,
io ho stretto la spada, insieme a te.
CORO Hai compiuto il delitto piщ spaventoso.
ORESTE
ant. 3
Prendi, ricopri il corpo di nostra madre,
ricomponi le sue ferite:
tu hai dato vita ai tuoi assassini.
ELETTRA Ecco, amata - odiata,
noi ti avvolgiamo in questo mantello.
CORO И il punto estremo delle sventure di questa famiglia.
Ma lа, sui tetti delle case, lassщ, guardate. Sono demoni o dei del cielo? La loro strada non и quella dei mortali. Perchй si rendono visibili agli occhi degli uomini?
DIOSCURI O figlio di Agamennone, ascolta: ti chiamano i Dioscuri, i gemelli, fratelli di tua madre, Castore e accanto a me Polluce. Abbiamo da poco placato onde violente che minacciavano una nave, e siamo venuti ad Argo, perchй abbiamo visto l'uccisione di costei, che per noi и sorella, per te madre. La pena che ha avuto и giusta, ma tu non sei stato giusto. E Febo, Febo, - ma и il mio signore, io taccio: ti ha dato, lui che и saggio, un responso non saggio. Ma a questo dobbiamo rassegnarci. Ora bisogna fare ciт che il destino e Zeus hanno deciso su di te.
Da' a Pilade Elettra, la sposerа e condurrа con sй, e tu lascia questa cittа di Argo: non ti и permesso di calcarne il suolo: hai ucciso tua madre. Le terribili Erinni, le dee dalla faccia di cagna, ti incalzeranno, e tu andrai vagando in preda alla follia. Ma raggiungi Atene, gettati ai piedi della santa statua di Pallade: essa le fermerа, le furie che atterriscono coi loro tremendi serpenti: sul tuo corpo terrа lo scudo della Gorgone, e non ti toccheranno. C'и una collina che porta il nome di Ares. Lа gli dei per la prima volta furono giudici di un delitto di sangue, quando il feroce Ares, sdegnato per l'empio connubio di sua figlia, uccise Alirrotio, figlio del signore del mare: lа, da allora, il voto dei giudici и sacro e ispirato dagli dei. Anche tu dovrai affrontare il verdetto per il sangue versato. A paritа di voti, sarai salvo dalla condanna a morte, perchй Apollo si addosserа la colpa; ti ha ordinato lui, col suo responso, di uccidere la madre.
E questa legge varrа per i posteri: che a paritа di voti l'accusato sia assolto, sempre. Sgomente per la loro sconfitta, le terribili dee sprofonderanno presso quel colle, in un antro sotterraneo, che diverrа sede di un oracolo sacro, venerato dai mortali. Tu abiterai in una cittа dell'Arcadia, lungo la corrente dell'Alfeo, presso il santuario di Giove Liceo: e da te prenderа il nome la cittа.
Questo dovevo dirti. Il cadavere di Egisto lo collocheranno in una tomba i cittadini di Argo. A tua madre daranno sepoltura Menelao, che solo ora, da quando prese Troia, и approdato a Nauplia, ed Elena, che lasciando l'Egitto, ritorna dalle case di Proteo. Essa tra i Frigi non andт mai. A Troia, per suscitare discordia e strage fra gli uomini, Zeus mandт non Elena, ma un'ombra.
Pilade, con Elettra, giа sposa e vergine ancora, dalla terra Acaia raggiunga la sua patria, e porti con sй nella Focide, per colmarlo di ricchezze, l'uomo che solo di nome fu tuo cognato. Quanto a te, va', e attraverso l'Istmo dirigiti al beato colle di Atene. Espiato il retaggio del matricidio, liberato da queste angosce, vivrai felice.
CORO Figli di Zeus, ci и lecito
entrare in discorso con voi?
DIOSCURI И lecito, perchй non vi hanno contaminato i delitti.
ORESTE E a me и lecito parlare, Tindaridi?
DIOSCURI Anche a te: questo fatto di sangue
lo imputerт a Apollo.
CORO Voi siete degli dei, siete
fratelli della donna uccisa: perchй
non avete tenuta lontano dalla
casa la morte?
DIOSCURI Il destino ha portato all'ineluttabile
e i responsi non saggi della bocca di Febo.
ELETTRA Ma quale Apollo, quali responsi
hanno fatto di me l'assassina di mia madre?
DIOSCURI Comuni gli atti, comune la sorte.
L'accecamento dei padri vi ha straziato,
l'uno e l'altra.
ORESTE Sorella, ti ho appena rivista
e subito mi и tolto il tuo affetto.
Ti lascio, mi abbandoni.
DIOSCURI Lei ha una sposo, una casa, non и da compiangere; solo, deve andarsene dalla cittа di Argo.
ELETTRA Esiste una pena piщ grande
che lasciare il suolo della patria?
ORESTE Ma io lascio i palazzi paterni
e risponderт del matricidio
dinanzi a un tribunale straniero.
DIOSCURI Fatti animo: tu verrai alla cittа
di Pallade, che и santa. E dunque, coraggio.
ELETTRA Abbracciami, petto contro petto,
fratello carissimo:
l'insanguinata maledizione di nostra madre
ci separa dalle case paterne.
ORESTE Vieni e stringimi al tuo petto, e piangi, come
sulla tomba di un morto.
DIOSCURI Come sono tristi da ascoltare
le tue parole, anche per gli dei.
Anche in me e negli altri celesti,
vi и pietа per le molte miserie degli uomini.
ORESTE Non ti vedrт mai piщ!
ELETTRA Non incontrerт mai piщ il tuo sguardo.
ORESTE Queste sono per me le tue ultime parole.
ELETTRA Addio, cittа,
addio, donne della mia terra.
ORESTE Ti allontani giа, amica mia fedelissima?
ELETTRA Me ne vado, cogli occhi gonfi di pianto.
ORESTE Pilade, va', addio,
prenditi Elettra come sposa.
DIOSCURI Alle nozze ci penseranno loro; tu
fuggi a Atene,
salvati da queste cagne;
si avventano giа contro di te, orrendamente,
le mani sono serpenti, la pelle и nera,
i loro frutti dolori spaventosi.
Ma noi, presto! al mare di Sicilia, per dare aiuto
a navi che lo solcano. Dalle vie del cielo
salviamo chi in vita ama giustizia e pietа, sciogliendolo
dal nodo dei suoi affanni, agli infami non
diamo soccorso. Nessuno, perciт, commetta ingiustizia,
nй si imbarchi insieme a spergiuri. Io sono un dio e
proclamo questo ai mortali.
CORO Addio. Beato, tra gli uomini, chi
puт vivere sereno, senza essere colpito
dalla sventura.

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