Euripide

Materie:Appunti
Categoria:Greco

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Testo

Introduzione ad Euripide

Anche Euripide, come gli altri due grandi tragici che lo hanno preceduto, deve essere considerato un “ educatore della società” anche se nel suo teatro c’ è una trasformazione sostanziale rispetto al passato :
Dal punto di vista formale la struttura della tragedia non subisce alcuna modificazione, ma mentre l’ evento mitico era al centro del teatro di Eschilo e Sofocle senza alcuna modificazione rispetto alle versioni tramandate dalla tradizione, con Euripide il mito viene considerato un’ elaborazione dei poeti e non più parte fondamentale della religiosità greca ( Basti ricordare che la rappresentazione stessa era un rito sacro .) viene quindi utilizzato come mezzo per rappresentare i problemi e le tematiche su cui voleva riflettere.
In alcuni casi Euripide ha elaborato una versione del mito che non esisteva ( Nell’ “ Eracle” ha rovesciato i rapporti di tempo e quindi ha modificato il significato.)
Eurpide intende affrontare i problemi dell’ uomo esclusivamente in termini umani ma essendo la tragedia una rappresentazione religiosa non poteva non coinvolgere del tutto il dio: confinava questa figura nel prologo o nell’ esordio facendo in modo che la vicenda si svolgesse senza l’ intervento del dio o la usava per contestare la religiosità. ( Vedi ad esempio il prologo di Afrodite nell’ Ippolito.)
Euripide vede nell’ azione dei suoi personaggi il risultato di un processo psicologico: si interessa dell’ interiorità dei suoi personaggi che non si identifica con l’ interezza morale come nel teatro di Sofocle ma è caratterizzata da un conflitto tra la ragione e la componente irrazionale. Questo conflitto è l’ elemento di tragedia che è insito nell’ uomo, ci si domanda se l’ uomo sia causa di ciò che fa o non piuttosto vittima delle sue azioni.
La componente dominante è quella irrazionale: la ragione arriva a comprendere ma non è in grado di evitare che si compiano errori.
Questa introspezione psicologica dà origine all’ imborghesimento del mito: anche gli eroi vengono disegnati con i conflitti e le passioni proprie di tutti gli uomini , il suicidio non è più considerato come affermazione di sé ma come via di fuga. ( l’ Aiace di Soflocle si suicida per affermare il suo valore, Fedra invece perché è di fronte a una realtà a cui non trova soluzione.)
E’ assente l’ idea di giustizia, di un Dio che intercede in favore del più debole ma la vicenda umana è regolata dal caso, ha un senso solo cercare una dignità dell’ uomo che è fine a se stessa: c’ è una grande apertura nei confronti di tutti gli uomini perché in quanto uomini sono accomunati da un destino che condividono.
Euripide è molto distante dal pensiero di Socrate: con le sue opere dimostra che conoscere il bene non spinge necessariamente al bene.
I personaggi euripidei alternano momenti di lucida analisi in cui si esprimono in termini razionali e propri del ragionamento filosofico a momenti di totale soggezione alle forze irrazionali .
Il prologo diventa espositivo: un personaggio racconta l’antefatto , la situazione, e la conclusione della vicenda per far conoscere agli spettatori le modifiche al mito o anche perché è confinata in questo punto l’ azione del dio .
Il deus ex machina interviene spesso nelle tragedie di Euripide ma non porta ad un finale risolutivo: per Euripide infatti il conflitto tragico è ineliminabile.
Il coro assume un ruolo diverso: è un’ accompagnamento lirico che esprime compartecipazione ai dolori dei personaggi ma non ha più il compito di analizzare la vicenda. ( compito che viene assolto dai personaggi stessi.)

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