Autori Greci

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Testo

“AUTORI GRECI” PAG. 34
Da nove giorni andavano i dardi del dio per il campo;
al decimo chiamò l’esercito in adunanza Achille,
perché glielo mise in cuore la dea Era braccio bianco:
si doleva dei Danai, perché li vedeva perire.
E dunque, dopo che quelli convennero e furono raccolti,
fra essi alzandosi parlò Achille piede rapido:
- Atride, ora noi, respinti, credo,
ritorneremo indietro, purché sfuggiamo alla morte,
se guerra e peste insieme abbattono gli Achei.
Ma su, interroghiamo un profeta o un sacerdote,
o un indovino dei sogni – anche il sogno è da Zeus –
che possa dirci perché s’adirò così Febo Apollo,
se ci rinfaccia un voto, una ecatombe,
se forse, dal fumo d’agnelli, di capre accettabili,
saziato, vorrà stornare il flagello da noi.

“AUTORI GRECI” PAG. 36
Detto così, sedette; s’alzò fra loro
Calcante, figlio di Testore, il migliore fra i vati,
che conosceva il presente e il futuro e il passato,
e sulle navi fu guida agli Achei fino a Ilio
con l’arte sua d’indovino, che gli donò Febo Apollo.
A loro, saggio pensando, egli parlò e disse:
“Achille, tu m’ordini, o amato Zeus, di spiegare
l’ira di Apollo, del sire che lungi saetta:
e io parlerò certamente; ma tu comprendimi e giurami
che mi proteggerai con parole e con mano, benigno:
penso che un uomo s’adirerà, che molto su tutti
gli Argivi è forte e gli Achei gli obbediscono.
Troppo è forte un re, quando s’adira con un popolano:
se pure quel giorno dovrà digerire il corruccio,
ma anche dopo conserva il rancore, fin che lo soddisfi,
nel suo petto; e tu, dillo se mi salverai.”

“AUTORI GRECI” PAG. 37
E ricambiandolo Achille piede rapido disse:
“Svela con gran coraggio il responso divino che sai.
No – per Apollo amato da Zeus, a cui tu, Calcante,
volgendo preci, sveli ai Danai responsi divini-
nessuno, finché io vivo e sulla terra apro gli occhi,
presso le navi concave porrà su te mani pesanti,
nessuno fra tutti i Danai, neppure se dici Agamennone,
il quale ora molto si vanta d’esser nel campo il più forte”.
E allora si fece coraggio, parlò il vate senza macchia:
“No, egli non ci rinfaccia voto o ecatombe,
ma per il sacerdote, che Agamennone maltrattò,
non liberò la figlia, non ricevette il riscatto,
per questo il Saettante ha dato e darà pene ancora;
non prima il flagello umiliante allontanerà dai Danai,
non prima che al padre si renda la giovane occhi vivaci,
non comprata, non riscattata, e si conduca una sacra ecatombe
a Crisa: allora potremo mitigarlo, piegarlo”.

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