Analisi dell'Odissea

Materie:Scheda libro
Categoria:Greco
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Testo

Damiana Casile
Scheda di analisi sull’ODISSEA
1) La struttura dell’Odissea; il proemio.
L’Odissea con i suoi 12011 versi suddivisi in 24 libri, si presenta articolata in macrosequenze: dopo un Proemio iniziale, un concilio degli dèi sull’Olimpo mette a fuoco la situazione iniziale. Siamo ormai nel decimo anno della fine della guerra di Troia: Odisseo è l’unico acheo al quale l’odio di Poseidone ha negato il ritorno. Dopo lunghe peripezie si trova ora a Ogigia, trattenuto contro la sua volontà dalla ninfa Calipso. Intanto nella sua terra, Itaca, sua moglie Penelope e suo figlio Telemaco sono insidiati dai Proci. L’intervento di Atena sblocca la situazione: Zeus invia Ermes da Calipso per ordinarle di lasciar partire Odisseo, mentre la dea scende a Itaca per consigliare Telemaco.
Il lungo vagare per mare occupa meno di un terzo dell’opera e si configura come un lungo flash-back: è Odisseo, narratore interno alla storia che rievoca per il pubblico dei Feaci le sue precedenti avventure. Gli eventi sono disposti nel poema in un ordine (intreccio) che non è quello cronologico della successione naturale o consequenziale dei fatti. E’ la cosiddetta struttura ad anello scandita dall’intersecarsi di piani temporali diversi, in cui il punto di partenza coincide con quello di arrivo: dal presente (viaggi di Telemaco, partenza di Odisseo da Ogigia e suo arrivo a Scheria), al passato (racconti di Odisseo ai Feaci), di nuovo al presente (ritorno dell’eroe a Itaca, strage dei pretendenti). Il poema risulta quindi diviso in due parti: i viaggi paralleli di Odisseo e Telemaco (canti I-XII); la preparazione e l’attuazione della vendetta sui Proci (canti XIII-XXIV).
2) Odisseo, una nuova figura di “eroe”
I temi presentati attraverso il nuovo eroe sono la curiosità, la voglia di conoscere e l’intraprendenza. Tali ideali sono tipici dell’uomo greco che, uscito dal Medioevo Ellenico, intraprende nuovamente la strada del commercio, abbandonata da tanto tempo, con rinnovato interesse e voglia di rinascere e di scoprire.
Egli possiede caratteristiche differenti dall’eroe dell’Iliade. Un eroe come Achille, è stato definito monotropos -cioè unidirezionale. La sua unica aspirazione è infatti quella di combattere e vincere.
Ad Odisseo si possono invece attribuire aggettivi fra i più positivi e particolari, come polutropos -cioè multiforme, polutlas -cioè che ha molto sopportato e polumekanos -cioè che ha molti espedienti e molte risorse.
Egli è multiforme perché possiede virtù che non riguardano solo la sfera militare, ha molte risorse perché ha esperienza, è saggio e ha sopportato.
Un verbo che compare molto spesso nell’Odissea è il verbo “trattenere”, nelle sue varie forme: l’attiva, la passiva e la riflessiva.
Ulisse infatti incontra continuamente personaggi che intendono trattenerlo, ma è grazie alle sue risorse e alla sua saggezza che egli non è mai trattenuto. Ed egli non è trattenuto anche perché sa trattenersi! Egli, a differenza degli altri eroi, è riflessivo e capisce che ciò che gli accade e la posizione che la sua vita assume non dipende dal destino, o almeno non totalmente, ma dal modo in cui egli stesso decide di agire.
Tutto ciò, che può sembrare ovvio ai giorni nostri, cela invece una profonda e apprezzabile evoluzione che rende Ulisse così importante e così ammirato.
Ciò che egli fa è in contrasto con l’ idea dell’eroe che crede che tutto dipenda dalla divinità e che ira, felicità, passioni e capacità derivino dalle intenzioni degli dei.
3) Il tema della famiglia e della comunità
4) La società descritta nel poema: gli aristoi e gli altri
Aedo = Ogni corte regale disponeva di un cantore ufficiale chiamato a intrattenere gli ospiti del padrone di casa. Gli aedi erano quindi figure inserite in modo stabile nella comunità e occupavano nella gerarchia sociale una posizione nettamente subalterna rispetto alla classe aristocratica dominante. Femio infatti è costretto suo malgrado a cantare per i Proci, alla cui autorità appare sottomesso e, pur essendo un “divino” cantore, non è esente da minacce di morte: Telemaco durante la strage finale intercede presso suo padre Odisseo per salvargli la vita, testimoniando così la sua fedeltà. Demodoco gode di grande considerazione presso i Feaci, ma è pur sempre un prestatore d’opera che deve adeguarsi alle richieste del re.
Eumeo = Dal punto di vista narrativo Eumeo rappresenta il tipo del servo fedele e pio, che fa della devozione al padrone e del rispetto delle leggi dell’ospitalità il cardine dei suoi comportamenti. Tutto il discorso che Eumeo rivolge al suo ospite è intessuto di rimpianto per Odisseo e di dolore per la sorte amara che crede abbia avuto; di pari passo, mentre ricorda la abbondanza che regnava nella casa di Odisseo e ne rievoca la giustizia, stabilisce una netta linea di demarcazione tra passato e presente, tra buon governo e la liberalità del legittimo signore e le gravi colpe dei nuovi padroni, arroganti, privi di “timore dell’occhio divino” e del tutto inosservanti delle leggi. Eumeo non ha molto da offrire al vecchio mendicante, e se ne scusa lamentando le difficili condizioni in cui è costretto a vivere.
Argo = Argo è il testimone muto delle tragedie della reggia ed è l’emblema di quella fedeltà degli umili su cui il re potrà contare. Abbandonato pieno di zecche su un mucchio di letame, il cane è il simbolo dell’incuria nella quale sono lasciati gli averi dell’eroe. Nella condizione del suo cane, quindi Odisseo che ha ammirato l’ordine del recinto e delle stalle di Eumeo e l’efficienza del servo fedele che lavora anche senza l’occhio vigile del padrone, vede ora anticipati concretamente gli effetti brutali dell’infedeltà dei suoi servi e le conseguenze dell’atmosfera di abbandono delle regole che è stata determinata dalla presenza dei Proci. L’intermezzo dell’incontro con Argo è quindi una sequenza nella quale si articola il tema della fedeltà, che è centrale negli ultimi libri dell’Odissea
Euriclea = E’ la serva fedele e la dispensiera che ha procurato, nel segreto più assoluto, le provviste per il viaggio di Telemaco a Sparta e Pilo; è colei che ha sostenuto Penelope quando le hanno comunicato dell’agguato dei Proci al figlio, ed è inoltre la nutrice affettuosa che ha accolto con lacrime di gioia il giovane al suo rientro nella reggia.
5) I sentimenti presenti nel poema.
Efebia = (Libri I-IV) Si vede Telemaco diventare, dopo il colloquio con Mente/Atena, consapevole del proprio ruolo, lo vediamo zittire la madre, assumere le responsabilità di capo della casa e lanciare la propria sfida ai Proci. In altri termini egli ha intrapreso il percorso iniziatici di passaggio dallo stato adolescente a quello di uomo, sta realizzando cioè la sua efebia.
Odisseo = L’avventura nella caverna del Ciclope è uno dei passi in cui l’eroe protagonista del poema si presenta con quei tratti distintivi che ne hanno fatto una figura emblematica. Egli è mosso da un desiderio di conoscere il mondo e le genti che lo popolano. E’ ardimentoso, determinato, astuto; si presenta quindi come sintesi tra coraggio e intraprendenza del viaggiatore che percorre mondi sconosciuti.
Vendetta = il primo a essere punito è Antinoo, capo e portavoce dei Proci, che la morte coglie beffarda mentre sta consumando l’ennesima coppa di vino non suo; poi è la volta di Eurimaco, secondo solo ad Antinoo per arroganza e quindi secondo a lui anche nella morte
Ospitalità = L’ospitalità è un tema centrale nell’Odissea. Odisseo e i suoi compagni naviganti che percorrono rotte sconosciute nel tentativo di ritornare in patria giungono presso popolazioni o singoli a cui chiedono aiuto e accoglienza. Quando le loro richieste vengono accolte, essi vivono una esperienza positiva; quando la richiesta è negata, patiscono mali e feroci disavventure. Polifemo e i Lestrigoni, che non accolgono né rispettano gli stranieri, sono primitivi, selvaggi, empi; al contrario i Feaci che consentono a Odisseo di ritornare a Itaca e lo colmano di doni ospitali, sono il prototipo del popolo civilizzato che vive nella concordia e nell’armonia delle leggi.
6) L’elemento magico, meraviglioso e mostruoso nel poema
Il prodigio = Sono molti i canali attraverso i quali gli dèi mandano segnali agli uomini: bagliori improvvisi e inspiegabili, tuoni terrificanti, fulmini, serpenti mostruosi, apparizioni. Tra questi Omero riserva uno spazio rilevante al volo degli uccelli e ai loro comportamenti. Ogni divinità privilegia particolari specie (la colomba è legata a Venere, la civetta ad Atena…), ma gli uccelli rapaci hanno un ruolo preminente. Quando essi poi aggrediscono oche o colombe, il messaggio diventa abbastanza chiaro, e tutti sanno che un presagio di morte o di vendetta sovrasta qualche empio impunito. Per essere un prodigio deve anche avvenire in momenti particolare. Le due aquile che volteggiano sopra l’assemblea a Itaca aggredendosi con gli artigli sono interpretate dall’indovino Aliterse come il fatto che Odisseo tornerà, il giovane Telemaco gode ufficialmente del favore di Zeus e gli Itacesi dovranno tenerne conto.
La metamorfosi = La capacità di mutare forma e natura è una manifestazione tipica del meraviglioso.
La navigazione di Odisseo verso Itaca si svolge sotto il segno della presenza divina; le condizioni del viaggio sono cioè una manifestazione del “meraviglioso” del poema. Quando salpa da Ogigia, infatti, le vele si tendono e la zattera procede sicura e spedita perché Calipso ha mandato un vento propizio e leggero che dopo 18 giorni di tranquilla navigazione, consente all’eroe di giungere in vista di Scheria. Viceversa quello di Poseidone è un ribaltamento: la scena del naufragio è apocalittica: solo un ennesimo intervento divino, quello di Ino Leucotea, garantisce la salvezza del naufragio a cui fornisce il corrispettivo del “mezzo magico”: il velo che gli consente di galleggiare.
La terra di Utopia = La scena dell’ingresso dell’eroe nel palazzo di Alcinoo è immersa in un’atmosfera magica: Odisseo osserva non visto perché lo circonda una nube creata da Atena; la reggia, con lo sfarzo delle sue strutture e degli oggetti che la impreziosiscono, è il palazzo più bello e più favoloso descritto nell’Odissea. La reggia e il giardino di Alcinoo acquistano così le connotazioni di un Eden perduto ma possibile, forse l’unico desiderabile.
Ciclope = Meraviglioso per gli antichi è ogni portento che suscita in positivo stupore e ammirazione o che suscita in negativo terrore e ribrezzo. Il meraviglioso in questa avventura assume i tratti dell’orrido grazie ad alcuni particolari macabri che il poeta-narratore dissemina nel testo.
La sfida che Odisseo lancia al Ciclope antropofago è una riedizione del tema della lotta tra Bene e Male, tra razionalità e animalità. I ciclopi sono esseri che non rispettano le norme comuni né le leggi degli dei, e neppure conoscono le assemblee, emblema di una vita sociale organizzata. A queste valenze negative si aggiunge anche la brutalità del personaggio: Polifemo è empio e pecca di tracotanza perché calpesta le leggi dell’ospitalità. Per tutto questo complesso di implicazioni la sconfitta di Polifemo diventa l’esaltazione delle capacità dell’intelligenza umana e delle potenzialità della civiltà. Tutto ciò è personificato in Odisseo.
L’isola galleggiante di Eolo = L’isola di Eolo pare un prodigio della natura e degli dèi; ha caratteristiche morfologiche straordinarie; la reggia che vi sorge ha i contorni del fiabesco e la vita concorde e felice che vi si conduce tra banchetti appartiene alla dimensione del meraviglioso. Ogni particolare descrittivo rimanda a un’idea di ricchezza, di benessere: la discendenza di Eolo è composta da 3 figli e 3 figlie sposati tra di loro che vivono nell’agiatezza e nell’armonia reciproca. L’isola rappresenta quindi un mondo immaginario e mitico, l’unico mondo nel quale l’uomo vede realizzati le sue aspirazioni e i suoi desideri più profondi: il benessere fisico, l’abbondanza, la pace, la serenità, la felicità.
La magia = Nel libro X domina il tema della magia. Chi ha poteri magici riesce a comunicare con le forze nascoste nelle diverse forme della natura e, se vuole, può influenzarle e può modificare, attraverso la metamorfosi, le manifestazioni esteriori della natura stessa. La magia aleggia in tutta l’isola Eea: i compagni di Odisseo la percepiscono nell’innaturale comportamento di lupi e leoni che stazionano attorno alle case di Circe, ma non ne hanno consapevolezza tanto che, ammaliati dal canto e dalle arti della maga, subiscono la trasformazione in porci. Contro i poteri di Circe, le sue bacchette magiche e i filtri funesti, non sono sufficienti virtù umane come il coraggio e l’intelligenza, ma è necessario il potere di un altro dio, Ermes. Come lei, Ermes ha una verga magica con la quale addormenta e risveglia gli uomini e conosce erbe dai poteri sconosciuti ai mortali: i consigli e gli avvertimenti del dio e l’erba moly, l’antidoto agli incantesimi di Circe, permettono quindi a Odisseo di scampare alla sorte dei suoi compagni.
Le sirene; Scilla e Cariddi = Nell’episodio delle sirene non c’è una descrizione di queste creature, probabilmente già note all’uditorio in quanto presenti nei miti e nei racconti degli Argonauti. La tradizione le rappresentava come donne-uccello, ma Omero ne fa creature indefinite che, adagiate su un prato fiorito, cantano un canto dolce come il miele. Il compito di tratteggiarne il fascino e il pericolo è affidato ancora alle parole di Circe che istruisce l’eroe prima che lasci Eea (XII, vv. 39-46). Esse sono seducenti e ammaliatrici, ma insieme sono portatrici di morte. Il meraviglioso si colora decisamente di tinte fosche nella figura di Scilla, il mostro a cui, su consiglio di Circe, Odisseo espone se stesso e i compagni pur di sfuggire al gorgo di Cariddi. La rappresentazione di Scilla rientra nei canoni dell’orrido. Circe la definisce “terribile, atroce, selvaggia, imbattibile” (v.119); è una creatura gigantesca dalle sei teste canine e dalle sei gole che divora un uomo con ognuna delle sue fauci, ottenendo così uno spaventoso tributo di sangue per qualunque nave si avventuri in quello stretto passaggio di mare.
7) La presenza degli dei
Il concilio degli dei = La prima scena del poema si svolge nella reggia di Zeus sull’Olimpo dove gli dèi sono riuniti in assemblea. La storia narrata prende le mosse da un intervento divino; in entrambi i poemi, più marcatamente nell’Iliade, sono quindi i concili degli dei con le loro decisioni l’elemento propulsore che rilancia la storia e l’azione. Gli dei infatti, secondo la concezione degli antichi Greci, possono determinare gli eventi umani ponendo ostacoli sulla strada dei mortali (come fa Poseidone perseguitando Odisseo) oppure, al contrario, proteggendoli e favorendoli. Essi sono tenuti comunque a rispettare il destino che il Fato ha stabilito per ogni singolo uomo. Nell’Odisseo il Fato appare meno incombente e vessatorio di quanto non sia stato nell’Iliade, e questo per due ragioni: l’atteggiamento del protagonista, Odisseo, che non cessa mai di lottare contro le avversità e non si rassegna al “non ritorno”, e un probabile spiraglio intervenuto nella rigida concezione fatalistica del poeta, così come si ricava dalle parole di Zeus.
8) Analogie e differenze con l’Iliade
L'Iliade è composta da 24 canti secondo la tradizionale divisione Ellenistica.
• Alcuni di questi 24 libri contengono parti del racconto della guerra di Troia: Aristotele nella sua "POETICA" sostiene che Omero non pretese di mettere in versi TUTTA la guerra ma di evidenziare solo le fasi più salienti di essa enfatizzandoli con la sua unica forma stilistica.
• L'Iliade racconta in tutto 50 GIORNI di guerra:
➢ 9 GIORNI: riassunti (quelli della peste)
➢ 12 GIORNI: Zeus presso gli Etiopi
➢ 12 GIORNI: il corpo di Ettore maltrattato da Achille furibondo
➢ 9 GIORNI: riti per la morte di Ettore.
• Tutti i libri sono percorsi da due linee essenziali che si intrecciano tra loro:
IRA TEMA DELLA GUERRA
1° LIBRO:
PESTE
IRA DI ACHILLE (Achille esce in battaglia)
MOTIVAZIONE DELLA PESTE (in ANALESSI)
2°-8° LIBRO:
EROI ACHEI ==> Diomede - La battaglia degli Dei.
9° LIBRO:
RICHIESTA AD ACHILLE DI TORNARE IN BATTAGLIA E RELATIVO RIFIUTO.
10°-16° LIBRO:
2° BATTAGLIA. PATROCLO IN BATTAGLIA (muore nel 16° libro)
17°-19° LIBRO:
DECISIONE DI ACHILLE DI RIENTRARE IN BATTAGLIA.
20°-22° LIBRO:
3° BATTAGLIA - UCCIOSIONE DI ETTORE
23°-24° LIBRO:
RISCATTO DEL CORPO DI ETTORE E SUOI FUNERALI.
ODISSEA:
1°-4° LIBRO:
TELEMACHIA ==> Qui Odisseo, pur essendo l'oggetto della ricerca del figlio Telemaco, non viene
mai citato direttamente.

TELEMACO SI DIRIGE PRIMA A PILO E POI DA MENELAO
L'elemento che domina i quattro libri è l'attesa
5° LIBRO:
* ODISSEO NELL'ISOLA DI OGIGIA - NINFA CALIPSO.
* ARRIVA L'ORDINE DI ZEUS A CAUSA DEL QUALE CALIPSO È OBBLIGATA A LASCIAR PARTIRE ODISSEO.
6° LIBRO:
FEACI - NAUSICA
Dal 6° AL 12° libro ==> APOLOGHI (ricostruzione degli episodi accaduti prima della Ninfa Calipso).

LOTOFAGI - CICLOPI - LESTRIGONI
CIRCE - DISCESA NELL'ADE - SIRENE -
SCILLA E CARIDDI.
13°-24° LIBRO:
RITORNO DI ODISSEO AD ITACA
PACIFICAZIONE GENERALE PER VOLONTÀ DI ATENA
DOPO CHE ODISSEO UCCIDE
TUTTA L'ARISTOCRAZIA (PROCI).
• L'Odissea unisce il genere della novella popolare (Odisseo si traveste da qualcun altro - Penelope e la sua tela - Penelope mette alla prova Odisseo) ai racconti di mare (descrizioni precise e particolareggiate di navi e rotte), ai racconti di "magia" (Sirene - Circe - Scilla e Cariddi) e alla vita quotidiana (Nausica ed i Feaci).
In questo senso l'Odissea presenta molte più tematiche rispetto alle solo due, citate prima, dell'Iliade: Odissea ==> mondo della FIABA / IMMAGINARIO E QUOTIDIANO.
• L'elemento di continuità tra Iliade ed Odissea è ODISSEO.
ILIADE ==> GLORIA
(gli DEI qui incarnano vizi / virtù
umane).

1

2

Esempio



  


  1. federica

    similitudini nell'episodio delle sirene scilla e cariddi nell'odissea di omero

  2. Alessia

    Sto cercando un testo espositivo in cui si possa mettere in luce le differenze tra il mondo dei Ciclopi e quello dei Feaci. - L'epica omerica: l'Odissea

  3. mary

    odissea, libro IX , vv. 212-3

  4. mary

    odissea; libro 9 vv. 212- 542