Alceo

Materie:Appunti
Categoria:Greco

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Testo

Sara Cococcia I C
ALCEO

I CARMI DI LOTTA
Nel simposio dell’eteria di Alceo erano soliti trattare di politica e di guerra. In questi carmi si può notare l’attaccamento ai valori antichi dell’onore e il legame con la civiltà della vergogna che per secoli caratterizzò la Grecia.
Di rilievo è anche il richiamo al simposio stesso invitando i guerrieri a bere per gioire della morte del loro acerrimo nemico Mirsilio, tiranno della città. Si noti come il bere non sia portato da una semplice volontà, ma quasi da una costrizione che ha la funzione di far apporre, in modo simbolico, la firma di tutti i simposiali a quell’avvenimento. Un altro nemico, anche peggiore di Mirsilio, era Pittaco che aveva tradito Alceo per sostenere la fazione avversaria. Ed è contro di lui che l’autore è solito scagliarsi in numerosi carmi accusandolo di rovinare la sorte della πολις con la sua disonestà. Questo aspetto si nota soprattutto nel frammento “il grassone traditore” nel quale si accusa Pittaco non solo di aver tradito i suoi compagni, ma anche e soprattutto il giuramento fatto agli degli, attribuendogli così il gravissimo peccato di υβρις.
Molto importante è anche la metafora dello Stato rappresentato come “una nera nave fiaccata dal nero turbine”, metafora che avrà molto successo nella storia della letteratura e che servirà a descrivere sia conflitti interiori sia situazioni d’insicurezza pubblica, come avviene in questo caso. Il paragone può anche essere collegato alla stessa esperienza personale del poeta che, dopo due esili, si sentiva un po’ come una nave nelle mani di una tempesta, non sapendo che cosa ne sarà di sé, dove vivrà, cosa farà...
Nei carmi di lotta si può notare uno spiccato tono polemico che sfocia in accuse contro la fazione rivale. Non è il sentimento che trasporta l’uomo a dominare, ma l’odio e il contrasto tra partiti e schieramenti.

I CARMI METASIMPOSIALI
IL VINO “OBLIO DELLE PENE” E COMPLICE DI EROS
Il termine simposio rimanda ad un momento preciso della commensalità antica, ossia la bevuta comune che segue il pasto vero e proprio e precede il momento della gioia e del piacere inteso in tutti i suoi aspetti. Era usanza comune invitare alla moderazione per non arrivare alla τρυφή, ma Alceo non sembra preoccuparsi di quest’aspetto invitando i simposiali ad iniziare a bere anche prima del tramonto. Bisogna anche tenere conto del valore attribuito al vino stesso, considerato un dono di Dioniso e, come ancora oggi, un mezzo per dimenticare i propri dolori e le proprie sofferenze. Spesso, infatti, soprattutto nell’eteria perennemente sconfitta del poeta, si faceva ricorso a quest’effetto del vino per rasserenarsi e rilassarsi. Molto importante nel simposio è anche la parte successiva alla bevuta collettiva e cioè l’approccio erotico che spesso aveva luogo tra due uomini. La società odierna è più predisposta ad un giudizio sentenzioso riguardo a questo fenomeno, ma come sempre, bisogna collocarlo in un clima completamente diverso dal nostro dove omosessualità maschile era il livello più sublime d’amore perché non inquinato dal germe femminile.
In questi frammenti non vi è alcun tipo di dolcezza, in alcuni tratti sfiorano il patetico e mi fanno pensare al simposio come la semplice realizzazione dei vizi più svariati, pur sapendo che questo aveva un valore più elevato.

LA CONDIZIONE UMANA E LA NATURA
Alceo poeta impressionista? Forse questa è un’affermazione esagerata, ma sicuramente si può affermare che ne richiama i toni nelle poche descrizioni paesaggistiche pervenuteci, nelle quali anche la figura umana si confonde con la natura, diventando delicata, dolce e soave. Molto più dura è invece l’invettiva contro la povertà, considerata come un ostacolo, una barriera che impedisce all’uomo di sviluppare e raggiungere la virtù, concezione che accompagna non solo il mondo greco, ma anche successivamente quello romano e la lirica cortese e stilnovista. Alceo è quindi legato ad una tradizione prettamente aristocratica che potrebbe lasciare un po’ interdetto l’uomo moderno, ma che rispecchiava perfettamente la concezione elitaria del possesso della virtù condivisa da tutti gli antichi. In questi passi riferiti alla povertà i toni sono particolarmente aspri e duri, non lasciando alternative o speranza all’uomo privo di risorse economiche.
Vi è anche un forte tono negativo nei confronti dell’immigrazione, già odiata nell’antichità, soprattutto da un popolo come quello greco che considerava tutte le altre civiltà nettamente inferiori alla propria.

IL MITO E LA RELIGIONE
Un altro carattere molto importante era quello religioso che prendeva forma negli inni all’inizio del simposio e nel racconto di miti di vario genere. Quelli di Alceo erano principalmente legati alla guerra di Troia e, da quelli riportati, si può dedurre un tono elevato, tipico del racconto mitico e in parte fantasioso. Una forte invettiva è condotta contro Elena e contro colui che osò profanare il tempio di Atena, dando un senso apocalittico al racconto e aumentando in questo modo il παθος. Questi toni si fanno più pacati e dolci nella descrizione della vergine, facendo prendere forma a questa donna tanto bella e virtuosa.

GLI INNI
Il simposio avendo un carattere religioso si apriva con un inno ad un dio. Molto interessante è quello dedicato ai Dioscuri nel quale vi è nuovamente il riferimento ad una nera nave nelle mani del mare in tempesta e la presenza di due fratelli di Elena che rappresentano un po’ la controparte positiva. Sono componimenti che lasciano trasparire maggior sentimento e soprattutto pensieri più raffinati, non legati semplicemente alla sfera sessuale o del bere. In ogni situazione il carattere religioso riesce a trasmetterci sentimenti profondi e delicati, che ci trasportano lontano da dove ci troviamo in quel momento, facendoci vivere per un secondo in una società che non ci appartiene per nulla.

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