Usa & Giappone

Materie:Riassunto
Categoria:Geografia
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Testo

STATI UNITI.
Gli Stati Uniti hanno un vasto territorio e un'ampia varietà di paesaggi dalle montagne antiche dell'Est alle pianure del centro fino alle montagne terziarie e agli altopiani dell'Ovest. Il clima è prevalentemente continentale e comporta rischi di calamità naturali. Alle origini della potenza economica vi sono la colonizzazione britannica e gli equilibri interni raggiunti nell'800, infatti, sono stati importanti i rapporti tra le tre regioni: Nord – Est (divenuto economicamente dominante a partire dalla guerra di Secessione), Sud e Ovest. Gli elementi di base dell'economia sono il prevalere delle grandi imprese, l'organizzazione manageriale, il ruolo dello Stato, la terziarizzazione. Tra i settori industriali emergono le produzioni d'avanguardia rispetto a quelle tradizionali, di base e di consumo, che mantengono un ruolo imporrante nell'occupazione.
Alcune regioni esemplificano le specializzazioni economiche del paese: Nord – Est (area dominante industrializzata), la California (area dell'industria d'avanguardia, delle grandi pianure e del cuore agricolo) e il Sud – Est (area di sviluppo recente e di turismo).
1. L'AMBIENTE NATURALE.
Gli Stati Uniti hanno varietà di ambienti morfologici. A est ci sono costiere lungo le quali le coste dell'Oceano Atlantico sono frastagliate con baie e profondi golfi o estuari di fiume (Hudson, Connecticut). All'interno ci sono gli Appalachi e gli Allegheni, rilievi antichi poco elevati e ricchi di minerali utili. La regione dei Grandi Laghi, segna il confine con il Canada. Alcune valli si estendono verso il centro-ovest dove scorrono i maggiori affluenti del Mississipi: l'Ohio e il Tennessee. Al centro ci sono le grandi pianure formate dal Mississipi e Missouri. Al centro-ovest la pianura si innalza e diventa più arida e viene interrotta da altopiani come: Ozark, l'Oklahoma, l'Arkansas.
Verso ovest si innalzano le Montagne Rocciose, montagne terziarie che si estendono tra Canada e Messico.Tra le montagne rocciose e l'oceano Pacifico vi sono gli altopiani aridi, l'Altopiano del Colorado e il Gran Bacino. I fiumi sono importanti per la produzione di energia idroelettrica, ma sono pochi (a nord-ovest: Snake, Columbia; in California: San Joaquin, Sacramento; a sud-ovest: Colorado).
Il clima è continentale. Climi temperati favoriscono il Sud-Est. Alcune calamità climatiche provocano danni all'agricoltura. Nel Sud-Est sono frequenti i tornado. Le pianure del Mississipi sono a rischio di alluvioni, mentre le regioni del Nord-Est hanno inverni rigidi.
Il territorio si estende in prossimità del Tropico del Cancro. Da Latitudine Nord 24 ° fino ad un massimo di latitudine nord di 60 °.
New York – Los Angeles = 6 ore di fusorario.
New York = latitudine 40 ° = Napoli => la stagione è diversa perchè entrano in gioco le correnti, anche se si trova alla stessa latitudine di Napoli.
California = latitudine Sicilia = clima a modello mediterraneo (inverno mite, estate calda, inoltre il territorio è secco senza la presenza di boschi).
Resto Usa = clima continentale.
Regioni al confine con il Canada = Pioggia e Neve anche per 6 / 7 mesi.
Usa = morfologicamente => Monti Appalachi sono di origine antica, praterie, formazione recente le montagne sono più alte e giovani (era terziaria).
Fiumi:
- principale corso d'acqua (navigazione) = Mississipi, nasce dalle Montagne Rocciose (importanti vie di comunicazione), il cui affluente è il Suri;
- Rio Grande (confine con il Messico);
- Fiume Rosso (affluente Mississipi);
- meno lunghi, ma imporanti sono il Tennensee (produzione di energia idroelettrica), Ohio (produzione idroelettrica e per la navigazione);
- Colorado (nasce dall'altopiano del Colorado);
- Columbia (affluente è lo Snake).
- Fiumi Adson (attraversa New York, non è lungo ed è stato canalizzato fino al lago Ontario) e San Lorenzo (mette in collegamento le navi con il sistema dei Laghi Laurenziani, è gelato per molti mesi dell'an no e le navi non posso ridiscendere e quindi procedono per il fiume Adson).
Laghi:
- Laghi Laurenziani;
- Laghi minori;
- Chicago = porto in un lago;
2. LA CONQUISTA DELL'OVEST.
La conquista dell'Ovest è stata un'espansione territoriale. Le 13 colonie britanniche giunte in America volevano occupare il territorio a scapito delle popolazioni amerinde. Nel 1820 si giunse al Mississipi dove iniziarono a coltivare le grandi pianure.
Quando il numero dei coloni era elevato, si fondava un altro Stato che si aggiungeva alla federazione. Arrivarono immigrati dall'Europa. Spinte verso l'estremo Ovest per la "corsa all'oro", dove vi fu una ricerca alle pepite d'oro.
La colonizzazione dell'Ovest portò a una trasformazione del paesaggio delle pianure dove le praterie vennero trasformate in zone coltivate o destinate all'allevamento.
L'industria determinò la formazione di città industriali, soprattutto sugli Appalachi, ricchi di minerali. Le industrie si stabilirono nel Nord-Est, costa atlantica, Grandi Laghi.
3. UN SISTEMA DI PRODUZIONE SU VASTA SCALA.
La società degli Stati Uniti è sempre stata fondata dalla proprietà privata della terra e delle imprese e sulla concorrenza dell'attività economica. La crescita della popolazione richiedeva più beni e questo favorì un rapido sviluppo delle produzioni. Gli industriali costruirono nuove imprese, agevolati dalle leggi dello Stato che permetteva loro di stabilire i salari degli operai, di sfruttare le risorse del sottosuolo a basso prezzo e di commerciare senza troppi regolamenti. Alcune si ingrandirono e formarono degli imperi economici e vennero cosi a formarsi gruppi d'impresa: TRUST che imponevano i loro prezzi, dividendo le aree di mercato e esercitando un forte potere influenzale sui sindacati.
Iniziarono ad utilizzare la pubblicità per vendere di più e iniziarono a farsi concorrenza nella ricerca di nuovi prodotti, impiegando nuove macchine e modi di produzione più efficienti. Nel 1911 la Ford adottò la "catena di montaggio".
4. LA "GRANDE CRISI" MODIFICA IL SISTEMA.
Nel 1929 si arrivò ad una crisi di sovrapproduzione a causa delle paghe troppo basse che non permettevano agli operai di acquistare i prodotti; molte industrie fallirono e aumentarono i disoccupati. Il sistema di libertà assoluta alle imprese venne abbandonato e si iniziò un intervento di Stato nell'economia. Il Governo prese provvedimenti con la politica New Deal, effettuò opere pubbliche come le highway.
Ai lavoratori vennero garantiti un'assistenza sociale minima e alcuni diritti sindacali.
I vecchi industriali avevano lasciato le loro industrie a imprese di nuovo tipo a manager. Le capacità dell'imprenditore non erano più sufficienti e occorreva l'appoggio delle banche e dello Stato e controllare il mercato internazionale.
Il New Deal (nuovo corso):
quando lo stato si trovà con milioni di disoccupati, cercò di porre rimedio promuovendo una serie di interventi pubblici, tramite la costruzione di infrastrutture per dare lavoro investendo nell'economia milioni di dollari. Attualmente Obama investe miliardi di dollari nel settore automobilistico poiché molte industrie del settore sono in fallimento.
NB = le guerre sono fonte di ricchezza, perchè anche la nazione che perde ci guadagna nel senso che di conseguenza si avvia una ricostruzione.
Con la seconda guerra mondiale fu vinta e non ebbero nessuno problema a livello territoriale e l'unico attacco fu la bomba da parte dei Giapponesi, ma il primo vero attacco a livello nazionale è stato quello alle torri gemelle.
5. UNA POTENZA MONDIALE.
La necessità di riequilibrare l'economia del paese e di trovare nuove materie prime, portò allo sviluppo delle zone periferiche. In California si affermò l'agricoltura, l'industria cinematografica, aeronautica e tessile e in Texas l'estrazione di petrolio.
La ripresa economica fu favorita dalla seconda guerra mondiale che incentivavano le industrie dei trasporti e dell'energia nucleare, i missili e i computer. Fu dopo la seconda guerra mondiale che si affermarono con la maggior potenza mondiale in campo economico, politico, militare.
Iniziarono ad aprire filiali all'estero e molte imprese divennero cosi imprese multinazionali, alcune con un bilancio economico superiore a quello di uno Stato.
6. LA POPOLAZIONE.
Gli Stati Uniti sono il paese più popolato delle Americhe. La distribuzione della popolazione è ineguale: la maggior parte vive a est del Mississipi. Nell'ultimo secolo la popolazione si è spostata verso il Mississipi. La popolazione ha avuto una crescita notevole grazie al flusso migratorio e un tasso di natalità e mortalità costante, vi è una crescita moderata.
Anche negli Stati Uniti c'è un invecchiamento della popolazione e l'innalzamento dell'età media. Questo vale soprattutto per i bianchi
7. IL SISTEMA URBANO.
La popolazione è concentrata nelle città. Le aree urbane sono estese e formate da uno o due centri collegati a centri minori che gravitano su di essi. Le maggiori aree urbane formano delle megalopoli (aggregati di più città vicine, con forti relazioni tra loro). Il Nord – Est ha due grandi megalopoli: una intorno ai Grandi Laghi, l'altra lungo la costa Atlantica. Nelle città di questa regione si concentrano i maggiori centri di potere politico, economico e culturale.
La megalopoli dei Grandi Laghi è formata da
- Chicago, sorge sul lago Michigan ed è la terza città degli Usa, il suo centro degli affari ha grattacieli tra i più alti al mondo con sedi di attività commerciali, bancarie e direzionali, l'aeroporto, il porto lacuale e numerosi scali ferroviari formano il maggior nodo di comunicazione per gli Usa.
- Detroit, si trova più ad est ed è la capitale americana e mondiale dell'industria automobilistica.
- Cleveland;
- Buffalo.
Lungo la costa del Nord – Est si estende un'altra megalopoli (da nord – est a sud – ovest) da Boston fino a Washington, in cui numerose città si susseguono distanziate dagli spazi verdi residui, foreste e coltivazioni:
al centro si trova New York, situata all'estuario del fiume Hudson, il suo centro è l'isola di Manhattan, su cui sorgono i grattacieli del CBD, gli uffici della Borsa di Wall Street e la sede dell'ONU.
- Boston è il maggior centro del Massachusetts e di tutta la regione della costa del Nord – Est, detta Nuova Inghilterra (centro storico del paese che ricorda i primi insediamenti anglosassoni e ne conserva le tradizioni, si distingue per la cultura, infatti si trovano università e centri di ricerca scientifica);
- Filadelfia, si trova a sud – est di New York, è un grande porto al servizio della Pennsylvania, Stato che fu tra i primi a sviluppare le industrie di base e che è oggi importante per il commercio e le attività bancarie;
- Baltimora, si congiunge verso sud – ovest con un canale navigabile che parte da Filadelfia, è la sede di industrie siderurgiche e chimiche e porto d'imbarco per l'esportazione del carbone degli Appalachi;
- Washington chiude la serie delle grandi città dell'Est, è la capitale degli Usa, costruita per ospitare ministeri, la sede del Congressi, la Casa Bianca, e il Pentagono, sede del ministero della Difesa, sorge in un piccolo territorio, il Distretto Federale della Columbia;
Al Centro – Sud la popolazione si addensa in modernissime città: Atlanta, Dallas, Houston e San Antonio, centri di sedi di multinazionali, banche, assicurazioni, centri tecnologici e aeroporti tra i maggiori al mondo. La Louisiana, Stato sul delta del Mississipi, fa capo alle città – porto di New Orleans e Baton Rouge. I nomi delle città e dello Stato ricordano la colonizzazioni francese del 1800. New Orleans ha dato origine alla musica jazz, legata alle tradizioni culturali dei neri.
L'Ovest è la parte più vasta degli Usa e comprendere la metà di tutto il territorio, ma è anche la regione meno popolata. Nell'800 giunsero i Mormoni, coloni di religione cristiana protestante: spinti da persecuzioni religiose e fondarono lo Stato dello Utah e le città di Salt Lake City e Las Vegas. Nell'Ovest la popolazione si addensa in California in due grandi aree urbane: a nord San Francisco – Oakland e a sud Los Angeles – San Diego. Altre importanti aree sono isolate dal resto del paese: nell'estremo Nord – Ovest di recente sviluppo è l'area di Seattle, a Sud – Ovest in un'ampia oasi nel deserto sorge Phoenix moderna città vicina al confine con il Messico.
8. LE BASI DELLA SOCIETA' E DELL'ECONOMIA.
L'economia si basa sulle grandi imprese che hanno tra loro collegamenti complessi. Una grande azienda investe i suoi capitali in tante altre piccole imprese, che operano in campi diversi.
A capo delle aziende è raro trovare l'industriale singolo o i suoi familiari. La proprietà è spesso divisa tra tanti soggetti e la gestione è affida ai manager e ai consigli di amministrazione. Negli Usa, la potenza delle grandi imprese è limitata per legge e le loro attività non possono crescere oltre un certo limite.
In quasi tutti i settori sono numero le piccole e medie imprese ed alcune finiscono per essere assorbite da imprese più grandi e ciò avviene in periodi di crisi, quando si riducono le possibilità di rapidi profitti e si creano difficoltà per le aziende minori.
Molta parte dell'economia è regolata dall'intervento dello Stato, che agisce in modo indiretto: in agricoltura aiuta le aziende ritirando i prodotti in eccesso (cereali), dall'industria acquista molti prodotti (armi, tecnologie, aerei, missili) per i suoi enti come la NASA, l'esercito e l'aviazione. Gli enti statali finanziano la ricerca scientifica, che può portare a invenzioni utili anche per l'industria provata. Nei rapporti con l'estero lo Stato regola il commercio cercando di proteggere la produzione nazionale dalla concorrenza estera, oggi molto forte.
9. UN'AGRICOLTURA DI MERCATO.
Gli Usa hanno buone risorse naturali per l'agricoltura e l'allevamento: ampie pianure fertili, climi temperati adatti a diverse colture, pascoli, abbondanza di acque e vie fluviali per il trasporto di cerali e del legname. Fin dall'800 gli agricoltori americani si dedicarono a produzioni commerciali, mentre in Europa vi era un'agricoltura di sussistenza. Prevalse un'agricoltura di mercato rivolta a produrre sempre di più a costi sempre più bassi.
La meccanizzazione è stata precoce: nel 1850 circa si sperimentarono le prime macchine agricole e all'inizio del 900 si applicarono le grandi macchine motorizzate che permisero di estendere le coltivazioni nelle vaste pianure del Centro – Ovest. Oggi la meccanizzazione è diffusa a tutti i livelli e interessa anche operazioni tradizionalmente manuali.
L'uso della chimica è consistente. L'irrigazione si pratica su circa 10 % delle aree coltivate (regioni aride dell'Ovest, in California, Nuovo Messico e Arizona, dove si utilizzano le acque dei fiumi Colorado, Sacramento e San Joaquin). Con la diffusione della meccanizzazione si è ridotto il numero di addetti (oggi solo il 2,7 %).
L'organizzazione della produzione si distingue per la concentrazione della proprietà terriera e delle imprese, che dispongono il 70 % della superficie agricola, poi vi sono piccole imprese familiari che dispongono di superfici limitate e spesso svolgono altre attività ricorrendo al part time faming (lavoro a tempo parziale in agricoltura).
La produzione è destinata all'ampio mercato interno, ma in molti settori (cereali e soia) è eccedente e vicine esportata. Anche molti paesi poveri importano prodotti agricoli statunitense, spesso sotto forma di aiuti alimentari.
I prodotti più importanti sono i cereali (frumento, mais), le piante industriali (soia, arachidi, tabacco, canna e barbabietola da zucchero), i derivati dell'allevamento (carne bovina e suina, latticini, uova e pollame) infine frutta e ortaggi.
In base alla natura dei terreni, alla vicinanza ai mercati e al clima, sono scelti prodotti redditizi, selezionati in base alla resa p e ai collegamenti con le industrie. Si è trasformata così una specializzazione zonale a grandi fasce (belt) disposte secondo la latitudine. In passato i belt erano caratterizzati da uno o due prodotti quasi esclusivi, spesso coltivati con il sistema di rotazione. La monocultura creava problemi per il progressivo impoverimento dei suoli e per la sovrapproduzione. Negli ultimi decessi si è attuata una diversificazione, coltivando prodotti diversi e si privilegiano coltura più richiesta dal mercato o di maggior pregio (frutta e ortaggi).
Nelle pianure centrali, tra Mississipi e Missouri, si estende il Corn Belt, la fascia in cui prevale il mais. Il mais e la soia sono gli alimenti principali di bovini e suini, allevati in questa regione e l'allevamento fornisce la metà del reddito agricolo.
Nel Nord – Est, intorno ai Grandi Laghi, si ha il Dairu Belt, dove prevalgono i pascoli per l'allevamento dei bovini da latte.
Nelle pianure del Centro, tra Missouri e gli altopiani che precedono le Montagne Rocciose, si esnte la fascia del frumento, il Wheat Belt.
Un'altra fascia è quella del cotone, il Cotton Belt, in passato estesa nel Sud – Est e oggi sviluppata verso ovest nel Texas in aree a clima arido e irrigate dl Sud – Ovest.
Nel Sud – Est al cotone si aggiungono il tabacco, le arachidi, l'allevamento del pollame e altre colture miste.
Nell'estremo Sud – Est, a clima subtropicale, vi sono colture di riso, canna da zucchero e frutta tropicale.
L'orticultura e la frutticoltura costituiscono una tradizionale specializzazione della California, nelle valli del Sacramento e del San Joaquin. Le colture di tipo mediterraneo (vite, pomodori, legumi, frutta) alimentano l'industria conserviera e sono esportate in tutti gli altri Stati. Questo topo di agricoltura richiede molto lavoro e sono impiegati molti messicani immigrati. Alcune regioni (Alaska e Nord – Ovest) sono specializzate nello sfruttamento delle foreste.
La pesca ha una buona rilevanza lungo le coste dell'Atlantico e nella baia di San Francisco (nelle insenature si effettuano allevamenti di crostacei ed esperimenti di acquicoltura per produrre alghe), nel golfo del Messico e in Alaska.
10. L'INDUSTRIA E L'ENERGIA.
L'industria statunitense fornisce quasi il 20 % della produzione mondiale, anche se ha perso il predominio che aveva nei primi anni del secondo dopoguerra.
Con la standardizzazione dei prodotti (realizzare produzioni in serie utilizzando sistemi di lavorazione uniformi o a componenti unificate, che permette di aumentare la produzione e di ammortizzare gli investimenti iniziali dell'impresa realizzando economie di scala). E l'organizzazione razionale del lavoro si è raggiunta una produttività tra le più elevate.
Le imprese avvantaggiano delle qualità e dell'efficienza del management e dei servizi (ricerca scientifica e reti bancarie).
Tra gli anni 70 e 90 il confronto con la concorrenza internazionale e la necessità di mantenere posizioni di mercato ha spinto le maggior i imprese e gli enti federali a riprendere gli investimenti nella ricerca che erano stati ridimensionati. Ciò ha favorito la diffusione di nuovi sistemi di automazione e informatici, con una riduzione degli occupati soprattutto nelle grandi imprese del Nord – Est e nella regione dei Grandi Laghi, con un incremento degli addetti al terziario e della disoccupazione.
Gli Usa sembrano prepararsi a un futuro di industrie ad automazione integrale, senza operai o quasi; ora è in atto una contrazione dell'occupazione che tocca determinati tipi di produzione, infatti solo le imprese si avvalgono di manodopera abbondante a salari non elevati (industrie tessili del Sud – Est).
Negli ultimi tempi si è avuto un trasferimento delle industrie in paesi in via di sviluppo ad opera di multinazionali. All'interno del paese si è verificato un addensamento di iniziative industriali negli Stati a confine con il Messico, dove le imprese possono contare su immigrati o lavoratori frontalieri e dove il costo dei terreni e la pressione fiscale sono inferiori al Nord – Est.
Tra i fattori favorevoli all'industria vi è la disponibilità di energia. Pur avendo risorse interne abbondanti, gli Usa mantengono risorse nazionali cercando di sfruttare petrolio e metano provenienti dall'estero.
Il carbon fossile è la risorsa energetica più abbondante (primo produttore mondiale e uno dei maggiori esportatori). I giacimenti si trovano lungo il versante occidentale degli Appalachi, nell'Illinois e nell'Indiana, nelle pianure centrali (dal Kansas all'Oklahoma) e nella zona della Montagne Rocciose. L'estrazione negli Appalachi è conveniente per le miniere a cielo aperto (estrazioni minerarie in superficie, senza la necessità di scavare) e per la vicinanza ai sistemi di trasporto via acqua.
Nell'estrazione degli idrocarburi la produzione ha superato il petrolio e il metano, le riserve non sono rilavanti e assicurano una quindicina d'anni di estrazione. I giacimenti sono dispersi in 32 Stati e l'estrazione è effettua da società multinazionali e da piccoli proprietari – imprenditori, che sono esposti alle oscillazioni del prezzo di mercato. I maggiori distretti petroliferi si trovano nelle pianure centrali, in California e in Alaska.
Una rete di metanodotti e oleodotto collega i distretti nazionali con le regioni industriali e permette di importare idrocarburi dal Canada o dal Messico.
L'energia elettrica proviene da centrali termiche (+ 70 %) a carbone, petrolio e metano.
Considerevole è lo sfruttamento dell'energia idrica (9 %) lungo il Tennensee, Colorado, Columbia, Missouri e gli Appalachi (fall line). Negli anni 70, come risposta alla crisi petrolifera, è cresciuta la produzione elettronucleare, fimo a superare quella idroelettrica. A ciò ha contribuito il fatto che il paese dispone di consistente riserve di uranio. Le 148 centrali nucleari sono situate nel Nord – Est, in prossimità dei grandi centri industriali, ma i costi per le misure di sicurezza hanno bloccato i successivi programmi di espansione. Tale rallentamento ha incentivato le ricerche per le energie alternative. Le fonti geotermiche sono notevoli in Californiana e nei bacini delle Montagne Rocciose: a San Francisco oltre la metà dell'energia elettrica per uso domestico proviene da centrali geotermiche.
11. LE INDUSTRIE DI BASE.
Fin dall'800 il carbone degli Appalachi ha consentito lo sviluppo della siderurgia (Pennsylvania). Con lo sviluppo delle importazioni di minerale dal Venezuela e dal Canada e il miglioramento del trasporto per il carbone si è resa più vantaggiosa la localizzazione costiera: centri siderurgici si trovano lungo i Grandi Laghi e presso i proti del golfo del Messico. Negli ultimi 20 anni alcuni fattori (invecchiamento degli impianti, riduzione del consumo dell'acciaio e la concorrenza estera) ha messo in crisi le imprese siderurgiche.
L'elettricità a costi contenuti favorisce la metallurgia: nella lavorazione dei metalli non ferrosi l'industria americana è tra le prime al mondo (alluminio soprattutto, mentre la bauxite non è sufficiente e si ricorre alle importazioni).
La meccanica pesante si è sviluppata nella regione dei Grandi Laghi e in Pennsylvania. Le produzioni di macchine agricole, materiale ferroviario e mezzi navali risentono di una crisi di lungo periodo; le macchine utensili e i grandi impianti per l'industria dato l'altro grado di specializzazione trovano alcuni sbocchi nell'esportazione.
La chimica primaria si situa nelle regioni portuali del Texas, della Louisiana e della California, dove il petrolio e altre materie prime (zolfo, fosfati e salgemma) sono sono impiegati per la produzione di acidi, fertilizzanti, resine e fibre scientifiche. Le imprese chimiche e petrolchimiche formano grandi holding con produzioni diversificate, che vanno dai coloranti o dagli additivi alimentari fino ai componenti per l'industria spaziale.
La chimica secondaria, legata alle industrie di consumo, si concentra nelle prossimità delle grandi aree urbane del Nord – Est (La gomma e le materie plastiche sono prodotte in stabilimenti localizzati presso le industrie automobilistiche sui Grandi Laghi).
12. LE INDUSTRIE DEI BENI DI CONSUMO.
Tra le industrie manifatturiere degli Usa i settori più sviluppati traggono forza dal mercato interno: produzione automobilistica, alimentare e tessile. Gran parte di queste sono concentrate nella regione che va dal Minnesota alla costa nord – atlantica, il manufacturing belt (fascia dell'industria manifatturiera, negli anni 80 definita anche fascia della ruggine, per le industrie in crisi). Negli ultimi 30 anni si sono attuati decentramenti in produzione ad alto valore aggiunto, le attività legate alle materie prime e le produzioni di componenti che dovono essere assemblati vicino alle zone di vendita.
Le imprese hanno intrapreso nuovi processi di automazione per ridurre la manodopera e i costi finali dei prodotti, si orientano verso produzioni ad alto valore aggiunto, riducendo quelle tradizionali che subiscono la concorrenza straniera. La concentrazione finanziaria delle imprese non è uguale: massima nell'auto e meno accentua nel tessile.
L'industria automobilistica fornisce il 15 % della produzione mondiale e considerando il settore indotto (aziende fornitrici di componenti e servizi destinasti a grandi imprese di prodotti finali) dà lavoro a un americano su 5. La produzione si concentra a Detroit con la diffusione delle lavorazioni e dell'indotto nella regione dei Grandi Laghi, compresa la costa canadese. Una parte delle operazioni di montaggio e assemblaggio è decentrata in zone prossime al mercato: costa del Nord – Est, nel Sud e nell'Ovest. Il settore dell'auto ha attraversato una notevole crisi e un ridimensionamento.
Il recupero delle imprese automobilistiche è stato facilitato dalla loro potenza sul mercato mondiale. Per superare la concorrenza giapponese sono stati attuati accordi in joint venture (forma di accordo o contratto, tipico del sistema americano, con cui due o più imprese s'impegnano a collaborare su singoli prodotti allo scopo di suddividere il rischio d'investimento o di avvalersi di tecnologie d'avanguardia o di esclusivi ritrovati di ricerca) tra impresa americana e giapponesi per produrre modelli di auto progettati in collaborazione.
L'industria tessile, dopo la crisi e i ridimensionamenti, occupa quasi 2 milioni di addetti. Le imprese di solito sono piccole e si avvalgono di lavoratori a bassi salari. Non mancano le grandi imprese che dominano il mercato delle fibre sintetiche e artificiali o tessuti di cotone per i jeans. La più sviluppata è l'industria cotoniera del Sud – Est, dalla Virginia alla Georgia.
Il Nord – Est, dopo essere stato la sede delle prime industrie tessili all'inizio dell'800, mantiene un ruolo nelle produzioni a più alto valore aggiunto (quelle laniere nel Massachusetts o le industrie delle confezioni e dell'alta moda per le quali prevale la regione di New York).
L'industria alimentare occupa 1 milione e mezzo di addetti. Le imprese, attive soprattutto nelle pianure centro – settentrionali dal Missouri al Minnesota, in California e nel Sud – Est, hanno una notevole concentrazione finanziaria.
Con gli investimenti pubblicitari le imprese orientano le scelte dei consumatori verso l'acquisto di prodotti preconfezionati. La maggior parte delle frutta, degli ortaggi e del latte viene conservata, surgelata o elaborata prima di essere venduta.
Tra gli altri beni di consumo un ruolo particolare spetta a quelli connessi al terziario, come la cinematografia (New York, Boston, Chicago) e l'editoria (Hollywood (Los Angeles)), attività legate a specializzazioni culturali e professionali in pochi centri.
13. LE INDUSTRIE D'AVANGUARDIA.
Nell'economia degli Usa sono rilevanti le produzioni ad alto contenuto scientifico e tecnologico.
La chimica fine, la microbiologia industriale e farmaceutica sono tra i settori più importanti. In questi settori si applicano innovazioni e le ricerche nella biochimica e nella biogenetica hanno avviato applicazioni nell'agricoltura, nella medicina, nella zootecnia e negli armamenti.
I laboratori biologici, farmaceutici e di chimica si situano in zone vicino ai centri di ricerca scientifica (nel Nord – Est presso Boston e New York e in California a San Francisco).
L'industria elettronica s'incentrano sui componenti per l'informatica.
L'industria dell'informatica si colloca in vasti distretti specializzati o parchi tecnologici, in cui vi è una connessione tra ricerca scientifica e industria (nel Sud ad Atlanta e a Dallas, nel centro a Minneapolis, in California nell'area della Silicon Valley).
L'industria aeronautica e spaziale è sorta inizialmente nel Nord – Est tra Pittsburgh e Boston, successivamente ha scelto localizzazioni più decentrate. I grandi aerei civili sono prodotti in California (Los Angeles), nel Nord – Ovest (Everett) e nel Centro (Saint Louis). In altre sedi in Texas, Georgia, Florida e Virginia si situano unità minori che forniscono le varie componenti elettroniche o meccaniche.
L'alto valore aggiunto di queste produzioni riduce l'incidenza dei costi di trasporto; spesso le imprese affidano la produzione di parti a imprese operanti anche in altri paesi.
Le produzioni delle missilistica e dell'industria spaziale sono condizionate dalle commesse militarsi e dagli investimenti della NASA (ente statale per la ricerca e l'esplorazione nello spazio), i cui progetti sono un quarto della spesa pubblica per la ricerca scientifica e sono oltre 10 mila le imprese che ricevono commesse per la produzione di componenti e l'effettuazione di ricerche tecnico scientifiche.
La collaborazione tra enti stati e imprese in passato ha portato a un complesso militare – industriale (un intreccio di rapporti tra interessi delle industrie e commesse statali). In molti casi le innovazioni tecnologiche trovano applicazione in attività produttive di consumo e rendono possibile il recupero di larghi profitti alle imprese private.
14. LE ATTIVITA' TERZIARIE.
L'espansione del terziario caratterizza il sistema produttivo degli Usa. Gli addetti al settore sono oltre 2/3 della popolazione attiva. Negli ultimi decenni i posti di lavoro sono aumentati rispetto a quelli dell'industria, la cui occupazione è diminuita. L'evoluzione del terziario non è stata uniforme: le attività legate all'industria (trasporti e commercio) hanno avuta una crescita non elevata pur essendo da tempo ben sviluppati.
Più rilevante è l'evoluzione delle altre attività come la gestione di servizi per le imprese, funzioni amministrative e finanziarie, impieghi pubblici e servizi qualificati e impieghi a bassa qualificazione. Le attività direzionali, amministrative superiori e finanziarie, sono situate nell'area centrale delle maggiori città dove forma il CBD (Central Busniss District): il centro degli affari. Qui hanno sede le grandi imprese, le banche gli istituti di assicurazione, gli uffici di consulenza e di rappresentanza delle imprese straniere e alcuni uffici pubblici legati alle attività economiche. I restanti uffici dell'amministrazione pubblica formano il “centro civico” o occupando spazi decentrati.
La maggior parte delle sedi sociali delle grandi imprese è nel Nord – Est (A Manhattan ha sede il 30 % delle grandi imprese, poi Hartford, Filadelfia, Chicago e Detroit). Quasi a pari livello del Nord – Est si colloca la funzione direzionale della California (Los Angeles e San Francisco) e del Centro – Sud (Saint Louis e Dallas), recentemente si estesa anche a centri urbani di medio livello, dovi i costi delle aree edificabili sono minori. Tutto ciò nell'ambito di un decentramento a brevi distanze dai grandi centri urbani.
Il commercio interno ha un ruolo importante: occupa il 20 % della popolazione attiva e fornisce il 16 % del PIL.
Il commercio all'ingrosso è controllato da grandi imprese che effettuano operazioni di raccolta, trasporto, confezionamento e distribuzione. La gestione, la programmazione del investimenti e grandi flussi commerciali ha sede nei maggiori centri urbani (Chicago, Saint Louis, Filadelfia, New York) dove si concentrano i profitti della commercializzazione.
Il commercio al dettaglio si differenzia da quello europeo. La distribuzione dei beni a largo consumo si concentra in centri specializzati (shopping center), che sorgono in prossimità di grandi nodi di traffico autostradale e sono dotati di posteggi, supermercati, ristoranti, sportelli bancari e di attività sportive e ricreative, la loro estensione ha modificato il commercio al dettaglio del centro – città, da dove è quasi scomparso lo smercio di prodotti di grande consumo e dove trovano sempre più spazio le attività selezionate (negozi destinati a settori specializzati o di lusso).
Molto diffuse sono le vendite per corrispondenza con pagamento tramite carte di credito, che utilizzano efficienti servizi di posta e di recapito privati.
15. IL COMMERCIO CON L'ESTERO.
Gli Usa sono il più importante paese commerciale del mondo. Il commercio estero ha avuto una considerevole espansione nel secondo dopoguerra: le esportazioni hanno raggiunto il 12 % nel corso degli ultimi decenni; le importazioni, sebbene frenate da una politica protezionistica di alte tariffe doganali, sono cresciute. La bilancia commerciale ha un forte deficit, che crea al Governo preoccupazioni. Le esportazioni americane mantengono un certo rilievo in alcune produzioni strategiche, per i bene ad alta tecnologia, i prodotti agroalimentari (soia, cereali) e il carbone.
Nella produzione aeronautica e nell'informatica gli Usa controllano una parte consistente del mercato mondiale.
Le esportazioni cerealicole rappresentano il 38 % di quelle mondiali e condizionano i mercati internazionali e l'economia di molti paesi, infatti si utilizza la preminenza americana nel commercio agricolo come arma verde (condizionamenti o pressioni a scopo politico o strategico, effettuabili dalle grandi potenze con il controllo del commercio di importanti prodotti agroalimentari, cereali, mangimi, grassi alimentari e carne, tali da condizionamenti si ottengono con manovre tariffarie o doganali che influiscono sul prezzo dei prodotti e con divieti temporanei, embargo).
Il commercio degli Usa si svolge in tutto il mondo, ma prevalgono le relazioni con i paesi industrializzati (Giappone, Unione Europea, Canada e Messico) Un certo rilievo ha assunto il commercio con paesi fornitori di materie prime (Canada, Australia, Cile, Brasile, Bolivia) che forniscono prodotti minerari (stagno, rame, bauxite, ferro, nichel) e importano manufatti o impianti industriali.
Negli ultimi decenni gli Usa hanno perso molti primati e non sono il maggior produttore in alcuni importanti settori e questo ridimensionamento ha provocato un allarme tra i governanti e ha incoraggiato un protezionismo commerciale (applicazione di tasse sulle merci importate o l'imposizione di regolamenti restrittivi). Tutto ciò ha provocato contrasti con l'Unione europea e il Giappone, che sono i più danneggiati e che hanno adottato ritorsioni (rivalse).
Più recentemente si sono scelte strade meno dannose e sono stati avviati accordi tra i Governi per ottenere miglior equilibrio tra le importazioni e le esportazioni degli Usa verso Europa e Giappone. Un'altra strada è stata la realizzazione del NAFTA, un mercato comune, come l'Unione Europea, tra Usa, Canada e Messico.
16. LE VIE DI COMUNICAZIONE.
La maggiore densità di popolazione e la capillare diffusione delle attività economiche hanno formato nel territorio a est del Mississipi una rete di comunicazione più densa. La struttura delle reti risente degli sviluppo del passato e si può osservare la diramazione a raggiera delle reti stradali e ferroviarie dal Nord – Est e dal Centro verso il Sud e l'Ovest.
La rete stradale è estesa ed efficace, lo stato cura grande parte delle autostrade, in particolare la freeway (grandi assi intercontinentali) di solito sono gratuite. Nelle regioni di maggior traffico, Nord – Est Atlantico per esempio, sono sviluppate anche le autostrade private a pagamento. Carreggiate stradali anche di 10 corsie sono tipiche degli hinterland urbani delle maggiori metropoli, che per lo scarso sviluppo dei trasporti pubblici, quello su gomma è di vitale importanza.
La rete ferroviaria è la più estesa al mondo, ma non è molto efficiente. Prevalgono le grandi imprese che effettuano trasporto merci (cereali e carbone) e il nodo principale è Chicago. Il servizio passeggeri è meno intenso nei grandi hinterland urbani, ma sulle lunghe distanze si riduce a poche linee con frequenze rade e servizi gestiti da una società a finanziamento pubblico. Le imprese ferroviarie sono diminuite a causa di fallimenti e delle fusioni tra le maggiori società.
Il trasporto aereo è capillare e si avvale di un numero elevato di aeroporti, i maggiori fungono da hub (aeroporto di primaria importanza nel quale una o più compagnie effettuano le coincidenze per molteplici destinazioni minori) e sono quelli di New York, Chicago, Los Angeles, Dallas, Atlanta e Saint Luis. Il traffico supera i 400 milioni di persone ed è facilitato da tempi ridottissimi delle pratiche d'imbarco e di emissione dei biglietti. Le compagnie aeree sono numerosi e hanno un ampio mercato. La concorrenza tra imprese permette un consistente contenimento delle tariffe, molto più basse di quelle europee.
Il trasporto marittimo si avvale di numerosi porti e di efficienti collegamenti con i sistemi interni (via navigabile del San Lorenzo e del Mississipi – Missouri). I porti più importanti sono sulla costa atlantica (New York, Filadelfia, Norfolk), lungo il golfo del Messico (New Orleans, Houston, Tampa), sulla costa del Pacifico (San Francisco, Los Angeles) ed è rilevante il traffico di porti lacuali (Chicago, Duluth, Detroit). La flotta mercantile non è ai primi posti nel mondo, ma molte navi sono registrate sotto “bandiera ombra”, specie in Liberia e Panama.
Le reti di telecomunicazione sono un elementi essenziale in una società tecnologicamente avanzata. Negli Usa le telecomunicazioni via cavo sono sempre più integrate dalle trasmissioni attraverso onde hertziane o con collegamenti satellite. Le possibilità offerte dalle telecomunicazioni si combinano con quelle dell'elettronica e dell'informatica formando sistemi telematici. Grandi quantità di informazioni possono essere concentrate ed elaborate in banche dati. Grazie alla telematica le maggiori imprese hanno potuto frazionare i loro cicli produttivi e gestire i servizi sparsi su tutto il territorio nazionale e all'estero.
GLI IMMIGRATI NEGLI STATI UNITI.
Lo sviluppo demografico derivò soprattutto dagli immigrati, la maggior parte senza alcuna qualificazione professionale. Nell'800 la maggior parte provenivano dall'Italia, dalla Germania, dalla Grecia e da paesi slavi. La varietà di apporti culturali ha portato ad una realtà sociale plurinazionale: melting pot. E' stata attuata una riforma rigida che prevedeva una quota fissa di immigrati per ogni anno e per ogni nazione. E' aumentata l'immigrazione dai paesi in via di sviluppo e questo ha portato ad una maggiore disponibilità di manodopera a bassi costi in molte attività produttive.
GLI ITALOAMERICANI.
L'ente statale americano distingue 3 categorie di italoamericani: coloro che sono nati in Italia, coloro che mantengono la cittadinanza italiana e i figli di genitori nati in Italia. Gli italoamericani si insediano soprattutto nelle grandi aree metropolitane con prevalenza del Nord-Est e del Centro-Nord.
Per il livello di reddito e successo nelle attività lavorative, gli italoamericani hanno raggiunto posizioni che sono considerate di rilievo rispetto agli altri immigrati. Il reddito medio è più elevato rispetto a quello dei gruppi etnico linguistici analoghi come gli irlandesi ed i tedeschi.
Divisione storica dell'America del Nord.
- Spagnoli arrivarono nel '600 nel SUD e nell'OVEST per sfruttare le risorse minerarie;
- Francesi consideravano queste zone basi commerciali e non si spinsero mai verso l'interno;
- Inglesi arrivarono nel 600 (700 e 800) e si insediarono a NORD, creando COLONIE di POPOLAMENTO; l'America è definita anglosassone perché gli INGLESI consideravano questo territorio come COLONIE di INSEDIAMENTO; il governo inglese per avere il controllo territoriale americano, diede la possibilità ai delinquenti, assassini, criminali e ladri di stabilirsi nel nuovo mondo (con il divieto di tornare in patria), il governo anche così' la possibilità di svuotare anche le carceri e ripulire la Gb da queste persone. In questo mondo anche la cultura inglese cominciò ad affermarsi e così anche la lingua.
- Indiani erano insediati al di la degli Appalachi, infatti, la popolazione Europea s'insediava sulla zona costiera poiché si diceva che nelle praterie ci fosse la popolazione autoctona (Indiani) ma ben presto fu affrontata anche questa situazione e i Pellerossa furono messi nelle riserve.
Composizione etnica degli Usa è stata fortemente ampliata dalle costanti migrazioni dell'800:
- irlandesi, per sfuggire alle carestie persecuzioni religiose emigrarono negli Usa (L'irlanda è molto vicina agli Usa);
- gruppi di cattolici protestanti, presbiteriani, ugonotti, quaqueri, amish (dalla Francia, Germania, Irlanda...) per sfuggire alle persecuzioni emigrarono verso gli Usa;
- italiani = i primi immigrati partivano dal Porto di Genova, si trattava di italiani del Nord (Veneto, Lombardia) che emigrarono verso Brasile, Argentina e Usa (infatti molti centri hanno origini italiane), poi seguirono i meridionali, durante il periodo del fascismo ciò che fece il governo inglese avvenne anche per l'Italia (apertura carceri), molti malavitosi continuarono anche in America la stessa vita. Molti italiani cambiarono il loro cognome, per eliminare questo stampo mafioso e ai figli è stata data la possibilità di frequentare la scuola, nonostante le difficoltà con la lingua.
- Si è poi diffuso il fenomeno del Meltign pot.
- Numerose città hanno nomi europei.
LE REGIONI STORICHE DEGLI STATI UNITI.
Nell'800 gli Stati Uniti dovettero superare un periodo di crisi politica che rischiò di dividere il paese in due. Vi fu una guerra interna, la guerra di secessione tra gli stati del Nord-Est e quelli del Sud che terminò con il predominio dei primi. Questa contrapposizione aveva radici economiche: il Nord-Est, più industrializzato voleva proteggere le sue industrie dalla concorrenza; il Sud era interessato alle piantagioni di cotone e tabacco e a poterne esportare liberamente i prodotti.
Le città del Nord-Est erano sede di banche e compagnie d'affari. Il territorio si divise in 3 grandi regioni:
- il Nord-Est: la regione più sviluppata, dove si addensa la popolazione, le industrie e l'attività economica;
- il Sud: minoranza di popolazione afroamericana, il Centro-Sud concentra il terziario nelle aree urbane del Texas;
- l'Ovest: regione ricca, la fascia intermedia delle pianure costituisce il Middle West, a specializzazione agroindustriale.
Scheda: LA CITTA AMERICANA.
Le città americane differiscono da quelle europee: si evidenzia il loro rapido sviluppo, sono nate spesso su un fronte pionieristico, si ritrovano costantemente e pochissime conservano edifici del passato paragonabili a quelli europei. Gli schemi di costruzione seguono il principio della massima utilizzazione dello spazio: le piante sono progettate secondo scacchiera, standardizzate, gli edifici a forme geometriche essenziali, le case periferiche a uso abitativo sono edifici bassi. La maggior parte delle città ha un origine recente, la loro struttura è legata al trasporto automobilistico che già dal 900 ha determino un adeguarsi dei quartieri e delle attività commerciali industriali alla disponibilità di rapide relazioni orizzontali nell'ambito delle regioni urbane. Negli Usa, a causa della crescita delle aree urbane periferiche, riesce difficile distinguere tra città e campagna. Dal punto di vista statistico si impiega il concetto di “area metropolitana” oggi in uso anche in Europa. La SMA (Statistical Metropolitan Areas) comprende più centri urbani limitrofi per un minimo di 50 mila abitanti complessivi, la maggiore è New York, poi Los Angeles, Chicago, Washington, Filadelfia e Boston. Recentemente è emerso un nuovo e preoccupante fenomeno: alcuni quartieri o piccoli insediamenti periferici si isolano dal resto del territorio con recinzioni o sistemi di sicurezza esclusivi. Altri 30 milioni vivrebbero in comunità chiamate CIHD (Common Interest Housing Developments) in cui l'isolamento è meno evidente e nelle quali si entra con il pagamento del pedaggio. Molto spesso queste città private sono centri per anziani, con ospizi di lusso, e sono fornite di tutti i servizi commerciali e di intrattenimento. All'interno ci sono però dei regolamenti rigidi, sono proibite le manifestazioni politiche o è vitata la libera circolazione dei giornali.
Esempio Regionale: NEW YORK.
L'isola di Manhattan ospita un ottavo delle imprese industriali degli Usa e offre posti di lavoro soprattutto nel settore terziario. Divenne base coloniale olandese nel 1626 e fu conquistata dagli inglesi nel 1664. Un impulso al suo sviluppo venne quando dopo l'indipendenza le furono attribuite le funzioni di capitale provvisoria della federazione e furono agevolati il commercio e le comunicazioni con l'interno con la costruzione del canale. Un vero boom demografico si ebbe tra il 1885 e il 1910 parallelo alla sviluppo delle grandi migrazioni dall'Europa. Le comunità più numerose sono formate da italiani, portoricani, irlandesi, ebrei e neri. I maggiori gruppi tendono a insediarsi in quartieri in cui prevale l'elemento d'origine. Manhattan e gli altri distretti urbani sono caratterizzati da specializzazioni a “isole funzionali”, cioè aree selettive nell'accogliere abitanti e attività economiche. Il Bronx, il Queens e Richmond sono quartieri dormitorio, molti degradati e vicino al porto. Manhattan è caratterizzata per le attività del terziario e le residenze lussuose. Nella Midtown si ha il centro degli affari (CBD), un'altra consistente parte del CBD, destinata alle attività di borsa e bancarie, si colloca all'estremità meridionale (Down Town) dove sorgevano le Torri Gemelle. Negli anni 70, New York era il simbolo delle metropoli in regresso, che non riusciva ad avere entrate fiscali per pagare i servizi più essenziali. A partire degli anni 80 la metropoli si è ripresa e ha avviato l'ammodernamento dei quartieri centrali con il contributo di capitali privati e pubblici. Oggi è tornata ad essere la capitale indiscussa della finanza e della cultura.
Scheda: IL SISTEMA AGROINDUSTRIALE NORDAMERICANO.
Negli Usa, le piccole imprese agricole sono poco numerose e si riuniscono in cooperative. La produzione delle piccole imprese è venduta a imprese già grandi responsabili della trasformazione dei prodotti agricoli o della loro commercializzazione, in base a contratti a lungo termine. Accanto a queste operano le grandi e grandissime aziende agroindustriali, che controllano molte fasi dell'attività agricola. Tutte le aziende, anche quelle di tipo familiare, sono condotte con criteri imprenditoriali. L'agricoltura nordamericana è legata all'industria e al terziario, e con essi forma un sistema integrato. Accanto a chi lavora direttamente la terra, ci sono circa 6 milioni di persone occupate nelle attività di trasformazione o confezionamento dei prodotti per la distribuzione. Infine vi sonio industrie, laboratori, vivai che forniscono macchinari, fertilizzanti, pesticidi, piante e sementi, che assicurano almeno 6 milioni di posti di lavoro. La ricerca applicata realizzata nei lavoratori ha permesso negli anni 60 di realizzare i primi passi alla Rivoluzione verde, con cui è stato possibile abbreviare il ciclo vegetativo di piante (riso). Dagli anni 90, la ricerca è indirizzata nella produzione di sementi per piante che non saranno attaccabili da parassiti (risultati soddisfacenti ottenuti nella coltivazione di soia e mais, tanto che la metà dei raccolti ottenuti viene da questi OGM). Queste innovazioni rafforzano il legame tra l'azienda agricola e altri soggetti economici: perché le sementi selezionate sono sterili e si devono acquistare ogni anno dal laboratorio, le piante richiedono particolari fertilizzanti e tutte le queste spese accentuano i contatti con il settore finanziario.
Esempio Regionale: I GRANAI DELLE GRANDI PIANURE.
Tra il corso del Mississipi e le Montagne Rocciose si estendono grandi pianure e tavolati che salgono fino alle Montagne Rocciose. Per la sua posizione a metà strada tra est e ovest, la regione prende il nome di Middle West (Minnesota, Iowa, Kansas, Nebraska, Dokota, Colorado, Missouri, Wyomin e Montana = specializzati nell'agricoltura, grandi e moderne aziende agricole si dedicano ai cereali e all'allevamento). L'allevamento bovino si estende su vasti pascoli delle pianure e sugli altopiani ai margini delle Montagne Rocciose. Per l'ingresso dei bovini si adottano metodi intensivi che prevedono collegamenti tra regioni lontane. Infatti, durante la riproduzione e i primi mesi di vita i bovini rimangono nelle aziende dell'ovest, mentre nelle fasi finali sono trasferiti nelle zone cerealicole del Corn Belt o in California, dove si pratica l'accrescimento intensivo in appositi recinti (feed loop). Queste regioni agricole, data l'alta specializzazione delle fattorie e dell'organizzazione delle attività, presentano un popolamento molto accentrato. Le maggiori città con importanti zone industriali possiedono industrie moderne e un terziario avanzato. Si distinguono le aree di Saint Louis, Kansas City, Minneapolis – Saint Paul e Denver.
Esempio Regionale: LA REGIONE NORD – EST E DEI GRANDI LAGHI.
Gli Stati lungo la costa Nord – Est formano la Nuova Inghilterra, rappresenta il centro storico degli Usa poiché le sue città furono fondate dai primi coloni anglosassoni, e Boston (Massachusetts) è il maggior centro. A nord del Massachusetts, nel Vermont e nel Maine, vi è un minor addensamento di popolazione con piccole città nel verde, foreste e pascoli. Il centro della regione Nord – Est fu industrializzato fin dalla fine del 700 quando la rivoluzione industriale europea si trasferì anche nelle ex colonie britanniche. I fattori che favoriscono l'industria e gli insediamenti sono molteplici: le coste sono adatte ai porti, nell'interno i fumi navigabili terminano con lunghi ed ampi estuari, il territorio dispone di risorse minerarie, di foreste e piane coltivabili. Dall'800 il Nord – Est è divenuta un area di insediamento delle maggiori industrie del paese specializzandosi in distretti ben integrati tra loro: il centro della regione, tra la Pennsylvania e i Grandi Laghi, si specializzò nelle industrie di base, altre aree circostanti (Detroit, Cleveland, Filadelfia...) si orientarono verso le industrie meccaniche. Invece Boston, New York, Chicago e altri centri minori svilupparono numerose industrie di consumo (tessile, elettrodomestici, alimentare...). Questa svariata rete di produzione ha resistito fino a tempi recenti, quando alcune industrie di base hanno dovuta cambiare produzione o automatizzarsi. Se alcune industrie tradizionali sono state chiuse altre le hanno sostituite con settori d'avanguardia, avvantaggiate dalla presenza di centri di ricerca scientifica e di università (particolare sviluppo tra Boston e New York). La concentrazione di abitanti e di industrie nella megalopoli atlantica provoca un forte inquinamento dei fiumi e dei mari, infatti, molte baie e insenature sono vietate alla balneazione e alla pesca.
Esempio regionale: LA CALIFORNIA E LA SILICON VALLEY.
Lungo la costa del Pacifico si affaccia la California, uno degli Stati più estesi e popolato. Il territorio è molto vari per la presenza di catene montuose, pianure, deserti e la lunga costa del Pacifico. Questa varietà di paesaggi, unità al clima mite, simile a quello mediterraneo, fa della California una regione turistica con molte attrattive (parchi naturali come Yosemite, Sequoi, Kings Canyon e Death Valley). Il clima e i fiumi adatti all'irrigazione hanno favorito l'agricoltura specializzata (frutta, ortaggi e vite). L'industrializzazione (chimica, aeronautica, informatica, armi e tessile) è accentrata nelle due grandi aree urbane collegate con altre regioni e sono:
- San Francisco – Oakland, collegata con il Nord – Ovest (Seattle, Everett e Tacoma) dove si trovano industrie aeronautiche e informatico – elettroniche;
- Los Angeles – San Diego, collegata con il Sud – Est (Nevada, Arizona e Nuovo Messico) dove si trovano le industrie degli armamenti, dell'energia nucleare e delle biotecnologie.
Le città dell'ovest competono con New York e Chicago per l'importanza delle loro attività terziarie, istituti bancari e finanziari, università e ricerca scientifica.
Dopo l'invenzione dei semiconduttori al silicio è nata la Silicon Valley, denominazione attribuita alla contea di Santa Clara da quando è divenuta una delle zone di maggiore concentrazione di laboratori dediti alla ricerca tecnologica d'avanguardia. Situata sulla basa di San Francisco era essenzialmente agricola, mentre oggi è un grande agglomerato formato da edifici a due o tre piani con piccoli lavoratori industriali. Le vie assumono nomi che e ricordano le attività che vi si svolgono. Superata l'epoca dei semiconduttori in silicio, esso è utilizzato oggi per fabbricare i circuiti integrati e i microprocessori. Nella Silicon Valley operano 3000 aziende e lavorano persone provenienti dal Messico, dai Caraibi e dall'Asia. Dopo un periodo caratterizzato dalla proliferazione di piccoli imprenditori e di aziende indipendenti, c'è stata una crisi d'assestamento. Molte imprese sono state assorbite dalle maggiori multinazionali statunitensi, europee e giapponesi, spesso integrando la produttività effettuando produzioni in comune o utilizzando gli stessi componenti.
Esempio Regionale: IL SUD – EST E LA FLORIDA.
Il Sud – Est degli Usa comprende le ultime diramazioni dei monti Appalachi, ai cui piedi si trovano ampie pianure e tavolati attraversati da fiumi che si gettano nel Mississipi, nel golfo del Messico e sulla costa atlantica. Le maggiori città si trovano lungo il limite tra i monti e le pianure (Atlanta), lungo i fiumi (Memphis e Nashville), lungo le coste (Savannah sull'Atlantico e Mobile sul golfo del Messico). La regione in passato era specializzata nella coltura del tabacco e del cotone e ha una forte minoranza di afroamericani. Oggi alcune zone risentono di una relativa difficoltà di sviluppo, anche se recentemente si sono aperte nuove prospettive economiche dovute al decentramento in queste regioni di industrie dal Nord – Est.
Atlanta è oggi una città moderna e sede di industrie all'avanguardia, per esempio vi è la sede centrale della multinazionale Coca Cola.
La Florida, si trova all'estremo Sud – Est, si distingue per essere una penisola che si protende nel Mar dei Caraibi. Il territorio è pianeggiante, in passato coperto da paludi, e ha un clima caldo subtropicale. Oggi le acque delle paludi sono tate bonificate e una parte delle originarie foreste umide sono protette nel Parco Nazionale delle Eveglades. Le maggiori città sono Miami, Orlando e Tampa, centri industriali e turistici. Il clima, caldo tutto l'anno, favorisce il turismo e anche l'immigrazione di popolazione: anziani che le lasciano le città del Nord – Est dal clima freddo e latino – americani da Cuba e America Latina (promuovendo lo spagnolo come seconda lingua della Florida). Le funzioni turistiche si basano anche sull'attrazione di parchi di divertimenti (Disney World e Epcot Center), ma anche il centro spaziale di Cape Canaveral, sulla costa sud – orientale.
Esempio Regionale: I GRANDI AEREOPORTI DEL TEXAS.
Per una regione la possibilità di disporre di un aeroporto internazionale è un elemento essenziale per uno sviluppo economico moderno e legato al resto del mondo. La rete delle rotte aeree è governata da grandi nodi d’importanza mondiale. Si tratta di città globali perché l’aeroporto interazione, hub, è uno degli elementi necessari a una città per avere ruolo centrale. Il gigantesco aeroporto di Dallas – Fort Worth (72.000 superficie) è una costruzione recente. Negli anni 70 le due città vincine (distanti 50 km) decisero di costruire un aeroporto in comune, visto che dall’aeroporto di Dallas si era rilevato insufficiente e che Fort Eorth non lo aveva. La localizzazione fu decisa a metà strada tra i due centri. L’aeroporto è stato costruito scegliendo una concezione fondata su 13 mini terminali capaci di ospitare una ventina di arerei contemporaneamente. L’aeroporto ha cambiato l’organizzazione dello spazio regionale. Svolgendo una potente azione attrattiva, ha unito le due città, che si sono ampliate in direzione dell’aeroporto stesso, formando un’unica conurbazione composta da due città gemelle con al centro l’aeroporto. Il suo ruolo elemento stimolatore ha interessato molte imprese ad alta tecnologia (progettazione dei brevetti inviati negli stati laddove avviene la produzione vera e propria, inoltre i laboratori di ricerca sono collegati con le università poiché hanno bisogno di personale qualificato), che hanno contribuito all’aggiunta d’abitazioni, imprese, alberghi, centri per convegni, università, stadio, aree verdi. Inoltre molte aziende provenienti dal Nord Est degli Usa, hanno trasferito le loro sedi nella zona elevandone la qualità. Il processo è iniziato nel 1950, la Bell Helicopter Textron lasciò Buffalo per spostarsi a Fort Worth, ma la costruzione dell’aeroporto si è accelerato sancendo il ruolo decisionale e di polo dell’alta tecnologia della regione.
Scheda: IL NAFTA: VANTAGGI E SVANTAGGI DI UNA COLLABORAZIONE INTERNAZIONALE.
Per quanto riguarda la produzione industriale, gli USA hanno perso negli ultimi decenni molti primati e non sono già il maggior produttore in settori come le auto o i computer. Questo ridimensionamento ha allarmato i governatori, incoraggiando il protezionismo commerciale (applicazione di tasse sulle merci importate o l'imposizione di regolamenti restrittivi). All'esigenza di difendere il mercato di alcune imprese si contrappone la tendenza di altre che tendono ad allargare le proprie attività ed ad ampliare i rapporti commerciali. Un compromesso tra le due esigenze è stata la realizzazione dell'Accordo nordamericano di libero scambio (NAFTA), trattato economico per rimuovere i dazi doganali e ogni altra barriera al libero scambio tra paesi membri e facilitare gli investimenti internazionali in quell'area. Fu sottoscritto da Canada, Messico e Usa ed entrò in vigore il 1° gennaio 1994. Esso costituisce per ampiezza la seconda area di libero scambio nel mondo. Il Nafta unisce nazioni eterogenee dal punto di vista sociale che economico. Infatti i risultati immediati non sono stati buoni per il Messico. Nel frattempo negli anni '90 molte imprese statunitensi hanno localizzato a Nord del Messico i loro impianti di produzione, favoriti dall'esenzione fiscale, interdizione dell'attività sindacale, assenza di controlli su salute e sicurezza. Le trattative hanno inciso anche sull'organizzazione delle proprietà delle terre, a cui era dedicato un articolo della Costituzione messicana risalente agli anni 20 e alle rivoluzione contadina del 1911. La terra era data in proprietà comunitarie (ejidos) che non potevano vendere poiché appartenevano allo Stato. A livello locale la terra era suddivisa secondo usi risalenti al periodo precolombiano. Il NAFT ha imposto l'abolizione dell'articolo ritenendolo un ostacolo per il libero commercio, creando proprietà troppo piccole perché potessero essere di sostentamento per i singoli cittadini o grandi speculazioni con il rafforzamento delle grandi aziende. Oggi in Messico vi è una situazione di grave ingiustizia sociale, con pochi uomini dalle fortune immense, una minoranza di industriali, di piantatori e di allevatori ricchi, che convive assieme alla stragrande maggioranza di persone con redditi al livello di povertà.

GIAPPONE.
Il Giappone è riuscito a diventare una delle massime potenze economiche del mondo nonostante l'ambiente molto ostile e i gravi danni subiti durante la seconda guerra mondiale. Questi successi sono stati ottenuti grazie all'alta qualificazione della forza lavoro, all'intervento dello Stato nell'economia e all'iniziativa delle imprese private con i loro investimenti e la loro organizzazione. Negli anni Novanta, però, si è verificata una grave crisi, da cui il paese sta emergendo con difficoltà ed altri problemi nascono dagli squilibri territoriali. Negli ultimi decenni molte attività sono state decentrate negli Stati del Sud – Est asiatico, in Europa e negli Usa favorendo lo sviluppo del terziario, il settore che crea più ricchezza e posti di lavoro.
1. AMBIENTE.
L'arcipelago giapponese, composto da circa 3 mila isole, si allunga da nord verso sud formando un arco che separa il mar del Giappone dall'Oceano Pacifico ed ospita numerosi vulcani attivi, infatti, è soggetto a un'intesa attività sismica. Il territorio è formato da catene montuose, separate da valli, che ostacolano la comunicazione tra est e ovest. Lungo i pendii ripidi scorrono fiumi impetuosi non navigabili. Il clima è influenzato dalla latitudine, dalle correnti che lambiscono le coste inducendo anomalie termiche, e dai monsoni che causano precipitazioni abbondanti durante tutto l'anno. Il progresso tecnologico e la disponibilità di capitale hanno ridotto le influenze negative del loto territorio. Il problema della mancanza di spazio si è risolto con la polderizzazione di litorali nelle zone di maggior agglomerazione e con la costruzione in altezza di case e di vie di comunicazione. Si pratica un'agricoltura intensiva tale da aumentare la produttività delle aree coltivate, limitandone l'estensione. Per difendersi dalla sismicità, l'edilizia ha adottato costose ma efficienti tecniche costruttive. Per ovviare alla frammentazione del territorio, che rallenta i collegamenti e fa crescere i loro costi, si era investito molto nell'ammodernamento della tecnologia navale e quella aerea. Si è creato un territorio unito artificialmente costruendo un tunnel tra Hoshu e Hokkaido (isola al centro e isola all'estremo nord) e due ponti.
2. GLI ANNI DELLA GUERRA.
Al momento della seconda guerra mondiale il Giappone, unico paese in Asia, raggiunse un notevole sviluppo industriale, grazie all'organizzazione delle grandi imprese, che limitava la concorrenza tra di esse e garantiva utili più elevati, la mancanza di diritti sindacali, che consentiva di produrre una forza lavoro pagata meno che in Occidente, l'impero coloniale, che assicurava i rifornimenti di risorse a prezzi convenienti. La guerra causò la distruzione i stabilimenti e infrastrutture, la perdita di tutti i possedimenti coloniale, infatti i rifornimenti di risorse s'interruppero e iniziò il rimpatrio degli immigrati aggravando la disoccupazione. Al termine della guerra, gli Usa occuparono il territorio per distruggere economicamente la potenza concorrente imponendo una Costituzione e una legislazione del lavoro, una riforma agraria che frazionò la terra in proprietà. I nuovi coltivatori diretti garantirono la stabilità politica e fu vietato ogni accordo di cartello tra le imprese. Alla fine degli anni Quaranta la situazione in Asia preoccupò gli Usa: la Repubblica Democratica Popolare in corea del Nord e quella Cinese dimostravano come l'URSS riuscire ad ampliare la sua influenza. La guerra di Corea in USA e URSS si fronteggiarono, rese evidente l'importanza strategica del Giappone. Per questo gli Usa cominciarono a considerarlo come un possibile alleato e nel 1951 fu firmato il Trattato di San Francisco che restituì al Giappone la sovranità sul territorio autorizzando la ripresa delle attività economiche delle grandi imprese. Il Giappone pagò alle ex colonie i danni di guerra e il denaro sarebbe stato destinato all'acquisto di merci nipponiche, così le imprese nazionali beneficiarono di un mercato estero integrato in quello nazionale, le imprese giapponesi, inoltre, costituirono l'estrazione delle risorse dal sottosuolo concedendo in pagamento della royalties.
3. LA POSIZIONE GEOPOLITICA.
Nonostante alla fine del 900 sia esplosa una grave crisi, il Giappone è una delle massime potenze mondiali. In molti settori avanzati è il primo o il secondo produttore e i suoi beni sono venduti in tutto il mondo. Le imprese multinazionali nipponiche operano in quasi tutti i paesi ad economica di mercato e decidono anche quanto estrarre dai giacimenti del Sud – Est asiatico. La moneta giapponese è la più usata nel commercio tra i paesi asiatici e una delle più importanti al mondo, inoltre la Borsa di Tokyo compete con quella di New York. Questi primati sono accompagnati da un eguale importanza militare e istituzionale, infatti, la Costituzione, adottata dopo le pressioni degli Usa, vieta la ricostituzione di un esercito con compiti diversi dalla sola difesa del paese. Avendo peso la seconda guerra mondiale, il Giappone non fa parte in modo permanente al Consiglio di Sicurezza dell'ONU (composto da 15 membri, tra cui 5 sono Usa, Russia, GB e Cina, sono membri permanenti e godono del diritto di veto, mentre gli altri 10 sono eletti per un periodo di 2 anni). Per questo squilibrio tra potere economico e politico, il Giappone vuole modificare la Costituzione e sollecita un ampliamento del Consiglio di Sicurezza per assicurarsi una voce in capitolo nelle questioni internazionali.
4. LA POPOLAZIONE.
Tassi di natalità e vita media non elevata caratterizzarono il Giappone come in altri paesi asiatici fino alla seconda guerra mondiale. Negli anni 50, preoccupò l'incremento demografico in un periodo di gravi difficoltà economiche, infatti, il Governo varò misure per ridurre le nascite: maggior informazione, liberalizzazione dell'aborto e sterilizzazione. Dagli anni 80, l'incremento demografico ha un ritmo occidentale e, grazie alle buone condizioni economiche, la speranza di vita è tra le più alte del mondo. L'invecchiamento della popolazione riduce la popolazione attiva creando problemi economiche e si cerca di far fronte con il lavoro femminile e l'immigrazione. L'analfabetismo è scomparso e il livello d'istruzione è molto elevato favorendo lo sviluppo di attività sempre più avanzate. La densità della popolazione è tra le più altre del mondo, ma vi sono forti squilibri tra le zone montuose, quasi disabitate, e le coste, dove si concentrano le maggiori città.
5. IL RUIOLO DELLO STATO NELL'ORGANIZZAZIONE DELLE ATTIVITA' ECONOMICHE.
Vige una politica sociale liberista: i servizi sono offerti dallo Stato e da imprese private. Questo influisce sul tenore di vita, che deve immobilizzare gran parte del reddito per garantirsi la possibilità di usufruire dei servizi di cui necessita. L'economia si basa sulla libera iniziativa privata ma l'intervento dello Stato è importante. Soggetto di questo intervento è il MITI, ministero per il commercio estero e l'industria, che si occupa di problemi produttivi ed elabora le linee generali di politica economica. Esso ha curato la costruzione delle vie di comunicazione, ha investito ingenti capitali nella ricerca scientifica, ha finanziato la costruzione di tecnopoli nelle periferie per aprire stabilimenti lontano dalle aree densamente popolate e combattere l'inquinamento, che dagli anni 70 si cerca di limitare con leggi rigide, e ha regolamentato il lavoro favorendo le imprese. La pensione è calcolata considerando l'anzianità raggiunta, non esiste l'istituzione della cassa integrazione, i giorni di malattia non sono retribuiti e ciò fa si che gli oneri sociali siano inferiori a quelli europei. L'orario di lavoro non è superiore a 40 ore, i giorni di ferie sono legati all'anzianità di servizio, non sono previste limitazioni alla mobilità dei lavoratori, allo straordinario, non esiste una normativa a protezione dal licenziamento. Lo sfruttamento degli impianti è maggiore che negli altri paesi avanzati e gli imprenditori giapponesi operano senza scontrarsi con la rigidità dell'Europa. Altro vantaggio sono le assunzioni part – time, per gli anziani che non riescono a vivere con la misera pensione o i contadini che non ricavano abbastanza dalla proprietà, ma i loro salari sono inferiori alla madia nazionale. Emerge una contraddizione: il Giappone è una della maggiori potenze, ma le condizioni dei lavoratori sono simili a quelli degli altri paesi asiatici meno avanzati.
6. LE AZIENDE PRIVATE.
Le aziende private si possono dividere in:
- grandi imprese che hanno la struttura delle holding statunitensi, operano all'estero e di stipulano accordi di cartello tra di loro, sono il cure dell'iniziativa economica del paese, partecipano ad incontri con il MITI per definire la politica economica statale, hanno rapporto con istituiti scientifici statali, investo nella ricerca sviluppando produzioni qualificate, si utilizza la migliore tecnologia, la strategia aziendale si base secondo i principi del just in time e dell'indotto.
- il just in time, ha fatto nasce le imprese di piccola e piccolissima dimensione, la cui lotta per ottenere commesse è sfrenata, infatti, si abbassano i prezzi dei semilavorati, si garantiscono consegne puntali più volte al giorno, si assicura il controllo della qualità dei prezzi, la grande impresa può operare con un significativo risparmio rispetto alle sue concorrenti straniere.
7. L'ECONOMIA DEGLI ANNI NOVANTA.
Gli anni 90 sono stati un periodo di grande crisi economica per varie difficoltà. Negli anni 80 si è proseguita la speculazione edilizia con l'acquisto di terreni edificabili con la costruzione di grattacieli, le vendite e le locazione di uffici sono andare a rilento e numerose banche sono state travolte e hanno interrotto i contribuiti alle imprese industriali. Ciò ha comportato licenziamenti e la riduzione dei salari, ciò ha poi influito i consumi interni che sono diminuiti. Le difficoltà sono tate amplificate con la crisi politica ed economica dei paesi del Sud – Est, che han risparmiato le filiali giapponesi e ha causato il crollo della domanda di tecnologia nipponica. Il Giappone si è aperto per la prima volta agli investimenti stranieri e le sue imprese sono state parzialmente acquistate dagli europei. Nell'ultimo periodo ci sono stati sintomi di ripresa, grazie alla struttura organizzativa, al grado di tecnologia e alla riduzione dell'occupazione.
8. LE ATTIVITA' AGRICOLE E LA PESCA.
Negli anni 50 è avvenuto un esodo rurale dalle zone di montagna e dalle aree vicino alle città costiere, dove l'agricoltura era meno redditizia. In Giappone vi è un efficace sistema agroindustriale: le piccole aziende agricole vendono i prodotti alle imprese dell'industria e del terziario, che forniscono macchinari e sostanze chimiche. Le produzioni più redditizie sono ortaggi, frutta e riso (nonostante la fine delle sovvenzioni statali istituite nel dopoguerra). Frequente è la coltivazione di piante a ciclo vegetativo breve, per ottenere più raccolti l'anno in Honshu e valorizzare le zone fredde di Hokkaido. Il Giappone non è autosufficiente e le importazioni riguardano piante che richiedono forza lavoro (grano e orzo) o piante che è troppo costoso coltivare (soia è acquistata negli Usa). L'allevamento riguarda suini e volatili, si localizza in grandi stabilimenti vicino ai porti, dove arrivano i mangimi importati, mentre quello dei bovini è concentrato in Hokkaido (limitato a causa delle tradizioni alimentari e dalla scarsità di spazio). La pesca è al 4° posto in graduatoria, quella costiera è stata abbandonata per l'inquinamento della acque, ma si è sviluppata quella d'alto mare con le navi fabbrica che appartengono a grandi imprese, che operano sulle coste del Perù, Cile e Namibia. È in crescita l'acquicoltura, si allevano pesci e coltivano alghe destinata all'alimentazione o all'industria chimica per la produzione di concimi. Lo sfruttamento boschivo è stato intenso all'inizio del 900 quando l'edilizia usava come materia prima il legno, ora è contrastato da leggi di protezione ambientale molto rigide.
9. L'EVOLUZIONE DELLE ATTIVITA' INDUSTRIALI.
Dalla rivoluzione industriale fino agli anni 30, il settore più sviluppato era quello leggero (settore tessile).
Le conquiste coloniali favorirono nel 900 lo sviluppo di produzioni di base vicino ai porti.
Durante gli anni 50, si parla di miracolo economico e questo boom fu possibile grazie alla siderurgia e alal petrolchimica. La ricostruzione favorì la concentrazione degli stabilimenti sulle coste orientali di Honshu (tra Tokyo e Osaka) causando un grave inquinamento , una eccessiva congestione e incrementi del prezzo del suolo.
Negli anni 70 il Governo varò una rigida legislazione anti – inquinamento, l'incremento dei prezzi petroliferi e la concorrenza di alcuni paesi del Sud – Est asiatico favorirono una riconversione produttiva, grazie al basso costo del denaro e all'altissimo libello tecnologico raggiunto. La riconversione produttiva assume aspetti territoriali con il decentramento delle produzioni di base nei paesi del sud – Est asiatico. I vantaggi sono la vicinanza alle materie prime, la mancanza di una legislazione anti – inquinamento, la presenza di forza lavoro poco costosa.
Dagli anni 80, le imprese giapponesi aprirono filiali anche in paesi avanzati come Usa e Ue. In questo modo si riducono i costi di trasporto, si elude ogni misura protezionistica e si garantisce una migliore assistenza post – vendita. In alcuni casi le multinazionali giapponesi hanno formato delle joint – venutures con le imprese locali, limitando gli ostacoli burocratici e commerciali che la penetrazione nei mercati esteri presenta.
10. I SETTORI PRODUTTIVI.
Il sottosuolo è mediamente povero di risorse, per la sismicità, i costi di estrazione sono elevati. Alcuni giacimenti (oro, vanadio e argento) sono valorizzati perché il loro prezzo sul mercato internazionale è elevato . Il carbone non è estratto perché inquinante. Il MITI ha elaborato una politica energetica basata sull'importazione di idrocarburi, acquistati da paesi diversi per ridurre il rischio che il rifornimento s'interrompa per motivi militari e politici. Un peso importante hanno anche il settore nucleare e la produzione idroelettrica. Il Giappone è rimasto il primo produttore mondiale per la siderurgia e per la cantieristica navale. A causa della concorrenza di paesi dove il costo del lavoro è minore, la fase di assemblaggio è decentrata all'estero, mentre in patria le imprese si dedicano alla progettazione e alla lavorazione dei semilavorati; diversificano la produzione costruendo isole artificiali per porti e aeroporti, piattaforme petrolifere per l'estrazione da giacimenti off – shore (giacimenti sotto i fondali marini, la cui valorizzazione è recente perché necessita di una tecnologia sofisticata e costosa, il Giappone importa sia dai paesi del Golfo Persico sia all'Indonesia). Anche la meccanica di base si è trasformata, indirizzandosi verso la riproduzione di materiale ferroviario per i treni ad alta velocità e di macchine utensili controllate da elaboratori. Tra i settori dell'industria leggera il tessile ha perso importanza per la concorrenza del Sud – Est e della Cina mentre la meccanica continua a svilupparsi. I settori nuovi assumono importanza (riproduzione del suono, immagine, telefonia, informatica) e la bioindustria occupa un posto di rilievo ed apre nuove prospettive nella farmaceutica, nel settore agroalimentare e nella lotta all'inquinamento. Queste attività nuove si localizzano presso le tecnopoli finanziate dal MITI.
11. LE ATTIVITA' TERZIARIE.
Il settore terziario è il più importante dal punto di vista occupazionale e del reddito prodotto, infatti,il Giappone è definito un paese post – industriale. La distribuzione dei servizi rispecchia gli squilibri: scarsa nelle aree montuose, ad eccezione di quelle turistiche, densa sulla coste (est). La politica sociale liberista ha favorita la crescita delle imprese private e le più rinomate sono le scuole superiori e università. La preparazione culturale dei giapponesi è favorita dal flusso di informazioni. Il numero di copie di giornali vendute è più alto del mondo. Il settore culturale ha iniziato ad esportare filmati di trasmissioni televisive, libri e fumetti riscuotendo successo tra gli europei. Le specializzazioni più importanti sono quelle dei servizi per le imprese.
12. LE VIE DI COMUNICAZIONE.
La politica dei trasporti elaborata dal MITI ha finanziato lo sviluppo delle vie di comunicazione e dagli anni 70 ha curato il processo di privatizzazione, rimanendo statale la gestione dei trasporti urbani, stradali e aerei. Le scelte hanno favorito lo sviluppo del trasporto collettivo per ridurre il traffico e i problemi di posteggio, importante il progresso tecnologico con treni ad alta velocità, i treni – navetta, la costruzione di ferrovie e strade soprelevate e sotterranee, la meccanizzazione di tutte le operazioni di scarico – carico delle merci. I mezzi di trasporto più usati dalle persone sono il treno e la metropolitana, connessa alla rete ferroviaria. L'aereo è importante nei collegamenti all'estero (i più trafficati sono a Tokyo e Osaka). Per le merci trasportate su brevi distanze e i semilavorati si utilizza l'autotrasporto, mentre su lunghe distanze è importante il trasporto ferroviario con treni – navetta. Gran parte del commercio interno si serve del trasporto marittimo, fondamentale per il commercio con l'estero (principali porti sono quelli compresi tra Tokyo e Osaka).
13. IL COMMERCIO CON L'ESTERO.
Dalla fine del dopoguerra a oggi, il commercio con l'estero è cresciuto in volume e si è modificato per composizione merceologica. La causa è l'alto sviluppo economico, che impone importazioni di materie prime e fonti di energia, e consente esportazioni abbondanti (ottima qualità e prezzi inferiori all'Europa e Usa). Con i paesi ricchi di risorse minerarie ed energetiche, il Giappone ha una bilancia passiva. Dai paesi del Medio Oriente importa petrolio. Da Sud – Est asiatico, Corea del Sud e Cina acquista risorse energetiche minerari, prodotti agricoli e beni industriali. Esportando in questi paesi, però, capitali, tecnologia e beni di consumo. Con l'Australia la bilancia commerciali è passiva, alle importazioni di risorse del sottosuolo si sommano quelle di cereali e prodotti dell'allevamento. Con Nord America e l'Ue il commercio si basa sull'interscambio di prodotti industriali in condizioni di parità: le limitazioni alle importazioni giapponesi creano un forte attivo per il paese e danno origine a tensioni tra i Governi.
14. GLI SQUILIBRI REGIONALI E LA STRUTTURA URBANA.
Gli insediamenti e le attività si concentrano sulle coste, dando origine a squilibri territoriali. La distribuzione della attività non dipende dalla morfologia, ma dalle scelte imprenditoriali. Nel periodo della seconda industrializzazione (800) le aree montuose era molto più popolate di oggi e ospitavano fabbriche tessili, cartarie e di lavorazione dei prodotti agricole. Nel 900, si è puntato sulla siderurgia re la meccanica, che dipendono dall'importazione delle materie prime e necessitano di grandi stabilimenti. L'area forte è situata sulla costa orientale dell'isola di Honshu, tra Tokyo, Nagoya e Osaka, è lunga 500 km ed è abitata dalla metà della popolazione ed è chiamata la Cintura del Pacifico. Tokyo, Kyoto e Osaka si concentrano attività di terziario e del quaternario, mentre nella conurbazione di Tokyo, Nagoya e Gifu rimane la funzione industriale. L'ambiente è stato trasformato dall'intervento umano. Le iniziative sono state al costruzione di polder e i lavori di drenaggio per rendere agibili porti con fondali poco profondi. Lo sviluppo industriale e urbano ha reso evidenti gravi problemi (riduzione aree verdi). L'evoluzione economica ha lasciato delle tracce: le fabbriche aperte durante la prima industrializzazione sono state riconvertite e ristrutturate, gli impianti dell'industria di base, costruiti durante il miracolo economico, ma rimangono in funzione testimoniando il gigantismo del passato. La Cintura del Pacifico si differenzia dalle altre regioni perché il reddito il valore della attività sono più alti e vi hanno le sede le maggiori imprese. È una delle più vaste megalopoli, inoltre i mezzi di trasporto più usati sono il treno o la metropolitana a differenza degli Usa. Nel resto del Giappone si disgiungono la costa occidentale di Shokoku, quella nord di Kyushu e quella meridionale di Hokkaido per motivi di sviluppo di crescita.
SCHEDA. LE ANTICHE CIVILITA' E I CONTATTI CON IL RESTO DEL MONDO.
Il Giappone fu popolato da siberiani e cinesi che s'insediarono nel nord, indomalesi nel centro – sud. Le influenze cinesi furono importanti nella arti, nel diritto, nella religione, nell'urbanistica e nell'agricoltura. I cinesi diffusero la coltivazione del riso, del gelso e l'allevamento del baco da seta. Tra Cina e Giappone vi fu una differenza: l'arcipelago ebbe un'organizzazione feudale, mentre in Cina vi fu un potere centrale che organizzava tutta la vita economica e politica. Per questa mancanza di unità, fino al XIX secolo gli interventi sul territorio giapponese furono episodici, ostacolando per esempio il commercio interno con la costruzione di poche strade. Dal XVI secolo la pianura del Kanto, grazie anche al clima favorevole all'agricoltura, si affermò come l'area forte del paese, assicurato alla famiglia nobile locale la supremazia politica: la carica di shogun (carica di governatore militare, affidata dall'imperatore al feudatario più ricco e potente; dal 1598 la famiglia nobile trasformò la carica in ereditarie e la mantenne finché l'imperatore l'abolì nel 1868 diventando egli stesso il capo dell'esercito). Dal 1639 fu vietato quasi ogni commercio con il resto del mondo (solo il porto di Nagasaki importava dall'Olanda armi, tabacco e occhiali, ed esportava perle, pietre preziose e oggetti dell'artigianato di lusso). Gli europei rispettarono questo isolamento nonostante avevano intrecciato dei rapporti commerciali e colonizzato parte del continente asiatico fin dal 600, anche perché il Giappone era un territorio privi di risorse minerarie e di zone in cui diffondersi piantagioni di piante tropicali. Nell'800 il Giappone era un paese contadino e l'arretratezza economica lo rese interessante per gli Usa, che avevano già sviluppato la rivoluzione industriale e che vi vedevano un possibile mercato per le eccedenze. Statunitensi ed europei pressarono l'imperatore affinché consentisse le importazioni di beni industriali. Nel 1868 iniziò il periodo della trasformazioni politiche ed economiche. L'imperatore abolì la carica di shogun, diventando capo dell'esercito, e la servitù della gleba, trasformando i feudatari in proprietari terrieri, impose la leva, togliendo ai samurai (guerrieri che combattevano per il feudatario e ricevevano ricompense in denaro) possibilità di guadagno, liberalizzò il commercio con l'estero e per reagire all'invasione di merci straniere finanziò la costruzione delle prime fabbriche. Iniziò la rivoluzione industriale diretta dall'alto. Dal 1880 lo Stato privatizzò tutte le attività tranne la produzione di armi e la costruzione di infrastrutture (porti, ferrovie, rete telefonica). La vendita avvenne a prezzi irrisori e favorì gli ex feudatari che divennero imprenditori industriali e si organizzarono in zaibatsu (gruppi, che controllano numerose imprese operanti in campi diversi ottenendo guadagni elevati, poiché la produzione è organizzata su larga scala, ciò permise di controllare quasi tutta la vendita, d'imporre i prezzi di vendita senza subire la concorrenza, di ridurre i costi di approvvigionamento dei semilavorati; in caso di crisi di una produzione è possibile farvi fronte agli utili ottenuti in altri settori). Il Giappone anticipò il progetto di concentrazione finanziaria che caratterizzava lo sviluppo capitalistico occidentale del XX secolo. L'industrializzazione si accompagnò a un'intensa urbanizzazione. Lo sviluppo fu accentuo sulla costa orientale tra Tokyo e Osaka, dove la profondità dei fondali marini permise la costruzione di porti, facilitando anche l'importazione di materie prime energetiche che in Giappone scarseggiano. Anche l'isola di Hokkaido, fredda e poco popolata, divenne meta di migrazioni interne e fu coinvolta dallo sviluppo delle nuove attività. La scarsità di risorse del sottosuolo ostacolò il progresso industriale e il Governo intraprese una politica di conquiste coloniali. Fu importante la guerra con la Cina: al termine il Giappone ottenne l'attuale Taiwan e l'autorizzazione a sfruttare miniere in corea. Nel 1904 scoppiò la guerra con la Russia per ottenere il controllo della Manciuria cinese: i giapponesi volevano sfruttare le risorse, i russi ambivano a porti agibili e non bloccati dai ghiacciai invernali. Vincendo il Giappone ottenne la parte meridionale dell'isola di Sahalin e il protettorato sulla Corea, annessa nel 1910. Il Giappone fu riconosciuto come una grande potenza mondiale. Al termine della prima guerra mondiale, la Società delle Nazioni attribuì le Concessioni che la Germania aveva in Cina e alcune isole del Pacifico colonizzate dai tedeschi. Durante gli anni 30 furono conquistate regioni cinesi e nella seconda guerra mondiale colonie europee nel Sud – Est asiatico. Nelle terre conquistate il Giappone iniziò lo sfruttamento minerario e la costruzione di vie di comunicazione. In Manciuria, le grandi imprese giapponesi aprirono le prime fabbriche per lavorare le risorse estratte e per organizzare queste attività migliaia di giapponesi emigrarono verso le terre conquistate.
ESEMPIO REGIONALE. L'EVOLUZIONE DELL'INDUSTRIA NELLISOLA DI KYUSHU (sud).
Il territorio è prevalentemente montuoso, con limitate pianure favorevoli all'apertura di porti. L'importanza quest'isola è cambiata nel tempo. Nagasaki (città dell'isola) ebbe un ruolo di rilievo tra il 1600 e 1868. Grazie ai giacimenti di carbone e alle importazioni di ferro da Formosa e dalla Manciuria appena conquistate, si sviluppò l'industrializzazione: sorsero i maggiori stabilimenti siderurgici e Nagasaki divenne centro della cantieristica navale ed è simbolo della distruzioni causate dalla seconda guerra mondiale. Negli anni 50, la guerra che gli Usa hanno combattuto in corea ha creato le condizioni per una ripresa dell'industria di base, ma si accentuarono anche gli squilibri territoriali tra l'interno (attività estrattiva perse importanza) e la costa settentrionale (efficacemente collegata alla regione di Tokyo e ospitò attività decentrate da Honshu). Dopo la crisi petrolifera del 1973, il Governo ha finanziato la costruzione di tecnopoli e aperta una base di lancio missilistica, in modo da accentuare il decentramento di attività avanzate dalla regione più congestionate dell'isola di Honshu. Gli effetti si sentirono grazie all'apertura di nuovi stabilimenti automobilistici e di fabbriche per la produzione di macchine utensili. È in crescita il settore informatico infatti si parla di Kyushu come la Silicon Valley giapponese. La politica governativa ha favorito lo sviluppo di nuove e importanti attività ma non è riuscita a colmare gli squilibri. L'area più densamente popolata comprende la conurbazione del Nord, che per il suo importante sviluppo è considerata parte della Cintura del Pacifico (l'area forte che si estende da Tokyo a Osaka).
ESEMPIO REGIONALE. LA REGIONE DI TOKYO.
È situata sulla costa orientale dell'isola di Honshu, con circa 30 milioni di abitanti, è il cuore economico del paese. Tokyo è il centro del terziario avanzato: vi ha sede il MITI, le associazioni degli imprenditori, la Borsa, le migliori università, le maggiori imprese del terziario e del settore industriale. Si effettuano scelte che condizionano lo sviluppo economico del Giappone e i altri territori stranieri. Dalle banche parono finanziamento che creano posti di lavoro all'estro. Case editrici organizzano l'informazione, gli istituti di ricerca elaborano progetti e sperimentano prototipi che saranno poi diffusi. L'alto tasso di inquinamento e l'adozione di norme a tutela dell'ambiente, l'accentuata congestione del traffico, gli eccessivi costi dell abitazione e del suolo spiegano la tendenza del decentramento industriale. Le attività industriali rimaste sono specializzate in settori come l'elettronica e la meccanica di precisione. Sulla baia di Tokyo sono cresciute numerose città specializzate in una attività. Yokohama era uno scalo per l'importazione di risorse minerarie negli anni 60. Recentemente sono nati stabilimenti automobilistici, elettrotecnici ed è aumentata l'esportazione. Per far fronte al traffico, sono state costruite 60 isole artificiali con l'istallazione di porti per l'arrivo di navi di grande dimensione. Il porto di Chiba, oggi il più trafficato del paese, e quello di Kawasaki erano specializzati nell'importazione di risorse del sottosuolo oggi prevale l'esportazione di prodotti fabbricati nella regione e nel nord di Honshu.

Esempio



  


  1. Angela

    il rulo delle donne nella geografia

  2. Gildas

    AKAIK you've got the asnwer in one!

  3. commenti stupidi

    avete visto in giappone che c'è lo szunami